RISOLUZIONI
Giovedì 8 novembre 2012. — Presidenza del presidente Silvano MOFFA. — Interviene il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Guido Improta.
La seduta comincia alle 13.05.
7-00665 Muro: Modalità di riassorbimento di determinate categorie di personale all’interno dell’Agenzia per le infrastrutture stradali e autostradali.
(Seguito della discussione e conclusione – 8-00211). Approvazione della risoluzione n.
La Commissione prosegue la discussione della risoluzione in titolo, rinviata nella seduta del 18 ottobre 2012.
Silvano MOFFA, presidente, ricorda che nella precedente seduta il presentatore della risoluzione in titolo ne ha illustrato il contenuto, mentre l’acquisizione di elementi informativi da parte del Governo è stata differita alla seduta odierna.
Il sottosegretario Guido IMPROTA osserva anzitutto che la questione oggetto della risoluzione trae origine dall’entrata in vigore dell’articolo 36, comma 1, del 98 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 decreto-legge n. 111, recante «disposizioni in materia di riordino dell’Anas», luglio 2011, n. che istituisce presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, a decorrere dal 1o gennaio 2012, l’Agenzia per le infrastrutture stradali e autostradali; ai sensi del successivo comma 5, l’Agenzia esercita ogni competenza già attribuita in materia all’Ispettorato di vigilanza sulle concessionarie autostradali e ad altri uffici di Anas SpA ovvero ad uffici di amministrazioni dello Stato, i quali sono, conseguentemente, soppressi a decorrere dal 1o gennaio 2012; il personale degli uffici soppressi con rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, in servizio alla data del 31 maggio 2012, è trasferito all’Agenzia, per formare il relativo ruolo organico.
Ricorda quindi che l’articolo 11, comma 5, del 216, convertito dalla legge 24 febbraio 2012 decreto-legge 29 dicembre 2011, n. 14, ha successivamente previsto che, in caso di mancata adozione, entro il 30 n. settembre 2012, dello statuto e del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri di cui all’articolo 36, comma 5, settimo periodo, del citato 98, l’Agenzia per le Infrastrutture stradali ed autostradali è decreto-legge n. soppressa e le attività e i compiti già attribuiti alla medesima sono trasferiti, a decorrere dal 1o ottobre 2012, al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, che rimane titolare delle risorse previste dall’articolo 36, comma 5, e cui sono contestualmente trasferite le risorse finanziarie, umane e strumentali relative all’Ispettorato di vigilanza sulle concessionarie autostradali di cui al medesimo comma 5.
In proposito, fa presente che, alla data del 30 settembre 2012, il DPCM di cui al suddetto articolo 36 non risulta adottato e, pertanto, l’Agenzia è soppressa. Segnala dunque che, per effetto della richiamata disposizione, ha avuto luogo il trasferimento ex lege presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, a far data dal 1o ottobre 2012, delle risorse finanziarie, umane e strumentali relative all’Ispettorato di vigilanza sulle concessionarie 341, si è autostradali (IVCA) e, con Decreto Ministeriale 1/10/2012, n. provveduto ad organizzare l’esercizio delle funzioni correlate alle nuove attribuzioni, attraverso l’istituzione di una Struttura ad hoc nell’ambito del Ministero, volta a garantire la necessaria continuità nello svolgimento delle funzioni trasferite, nelle more dell’emanazione del DPCM di riorganizzazione dell’Amministrazione: secondo quanto previsto dal comma 5 98 del 2011, pertanto, le risorse umane dell’articolo 36 del decreto-legge n. trasferite al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti sono state esclusivamente quelle con rapporto di lavoro a tempo indeterminato in servizio alla data del 31 maggio 2012.
Evidenzia, altresì, che l’Anas ha, a questo punto, provveduto ad estinguere ante tempus il contratto a tempo determinato di 23 unità di personale, formalizzando (in data 27 settembre 2012) la cessazione della titolarità in capo ad ANAS dei relativi contratti alla data del 30 settembre 2012, ai sensi e per gli effetti della normativa succitata, che ha disposto il trasferimento ex lege al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti del solo personale con rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, in servizio alla data del 31 maggio 2012. Fa notare, peraltro, che su tale decisione, ad ogni modo, il Ministero, al quale è attribuita la vigilanza tecnico-operativa su Anas, ha avviato una verifica, interessando anche il Dipartimento della funzione pubblica e il Ministero dell’economia e delle finanze in qualità di azionista unico.
Osserva, quindi, che tutti i contratti in questione erano stati stipulati a tempo determinato per esigenze di carattere tecnico, produttivo ed organizzativo, ai sensi dell’articolo 1, comma 368 del 2001; in particolare, di questi 23 1, del decreto legislativo n. rapporti di lavoro, 21 di essi avevano una durata contrattuale dal 9 novembre 2010 all’8 novembre 2012, uno aveva una durata contrattuale dal 2 aprile 2012 al 1o marzo 2013 e un altro aveva una durata contrattuale iniziale dal 1o giugno 2010 al 31 maggio 2012, prorogato poi per un ulteriore anno, sino alla data del 31 maggio 2013. In merito a quanto dichiarato dal deputato Muro nella precedente seduta, precisa poi che delle 23 risorse citate, 21 avevano avuto un precedente contratto di somministrazione nel periodo dal 9 febbraio 2009 all’8 novembre 2010 (per un totale di mesi 21); una aveva avuto un precedente contratto di somministrazione nel periodo dal 1o agosto 2007 al 31 luglio 2009 (per un totale di mesi 24) ed un successivo contratto di lavoro a termine nel periodo dal 15 dicembre 2009 al 14 dicembre 2011 (per un totale di mesi 24); una non aveva mai avuto rapporti di lavoro con Anas precedenti a quello in questione. Segnala, infine, per completezza di informazione, che l’articolo 4, comma 4, del Decreto Ministeriale del 1o ottobre 2012 – citato in precedenza – prevede che la Struttura per la vigilanza sulle concessionarie autostradali ha la facoltà di avvalersi, nei limiti della normativa vigente, del personale di cui all’articolo 163, comma 3, lettere b) e c), del decreto legislativo 12 163: si riferisce, nello specifico, alla facoltà del Ministero, aprile 2006, n. ove non vi siano specifiche professionalità interne, di poter «assumere, per esigenze della struttura medesima, personale di alta specializzazione e professionalità, previa selezione, con contratti a tempo determinato di durata non superiore al quinquennio rinnovabile per una sola volta», e «avvalersi, quali advisor, di società specializzate nella progettazione e gestione di lavori pubblici e privati».
Fa notare, tuttavia, che allo stato sussistono rilevanti limiti all’utilizzo di personale a tempo determinato, con convenzioni o con contratti di collaborazione coordinata e continuativa per la Pubblica Amministrazione, ai sensi dell’articolo 9, comma 28, del decreto-legge 78 del 2010; inoltre, l’incremento ulteriore del personale del Ministero n. delle infrastrutture e dei trasporti non sarebbe in linea con le misure di riduzione e razionalizzazione della spesa pubblica contenute nel decreto-legge 95 del 2012 (cosiddetto « n.Spending Review»). In merito alla problematica della definitiva stabilizzazione di detto personale, dunque, rileva che essa prescinde dalle disposizioni contenute nell’articolo 36 prima ripetutamente citato, derivando dagli effetti della normativa varata nel 2010 in materia di assunzioni nelle Amministrazioni dello Stato: nei confronti del personale in questione, dunque, non trovano applicazione neanche le nuove 92 del disposizioni introdotte in materia di contratti a termine dalla legge n. 2012, in quanto i relativi contratti sono stati stipulati antecedentemente alla data di entrata in vigore del citato disposto normativo (18 luglio 2012).
Per le ragioni esposte, ritiene che – in ragione del mutato contesto normativo e soprattutto in considerazione dell’assorbente circostanza che trasferire al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti anche i dipendenti ex IVCA già titolari di contratto a tempo determinato, in assenza di una esplicita disposizione normativa in tal senso, determinerebbe la violazione delle disposizioni sull’accesso al pubblico impiego tramite concorso pubblico, contenute nell’articolo 97 della Costituzione e nell’articolo 35 del decreto 165 del 2001, oltre che delle previsioni secondo cui non è più legislativo n. consentito procedere alla stabilizzazione del personale a termine – la risoluzione possa essere accolta solo se riformulata, nella parte dispositiva, nel senso di impegnare il Governo, nell’ambito dell’espletamento delle attività e delle attribuzioni della predetta Struttura di vigilanza sulle concessioni autostradali, istituita con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei 341 del 1 trasporti n.o ottobre 2012, a considerare l’ipotesi che la stessa si avvalga – nei limiti della normativa vigente e ove non si individuino specifiche professionalità interne – di personale alla stregua delle disposizioni di cui all’articolo 163, comma 3, lettera b), del decreto 163 del 2006, ricomprendendo in tale ambito le 23 unità di legislativo n. personale ex IVCA già titolari, nel settembre 2012, di contratto a tempo determinato.
Aldo DI BIAGIO (FLpTP), cofirmatario della risoluzione in titolo, preso atto che non sembrerebbero esservi margini per giungere a impegni più stringenti dell’Esecutivo sulla tematica in discussione, dichiara di accettare la proposta di riformulazione testé avanzata dal rappresentante del Governo, che, a suo avviso, rappresenta comunque un segnale di attenzione, seppur parziale, nei confronti dei lavoratori interessati. Intende in ogni caso svolgere talune considerazioni generali sulla vicenda, richiamando la Commissione a svolgere un ruolo di garanzia dei diritti di tutti i lavoratori, anche quando sia in gioco la sorte occupazionale di un numero esiguo di soggetti, come nel caso in esame. Osserva, infatti, che alla base della fiducia accordata dai cittadini al Parlamento vi è anche la capacità di quest’ultimo di prendere in considerazione le istanze di ciascun membro della collettività, considerate tutte meritevoli di tutela nell’ambito del libero svolgimento della dialettica democratica.
Quanto al merito dell’atto d’indirizzo in discussione, osserva che, alla luce del riordino di Anas SpA, si è originariamente stabilita la costituzione di un nuovo organismo (un’agenzia addetta allo svolgimento delle competenze svolte dall’Ispettorato di vigilanza sulle concessionarie autostradali (IVCA) e da altri uffici di Anas), prevedendosi l’assorbimento del personale in servizio presso il predetto IVCA con contratto a tempo indeterminato: tale situazione è divenuta ancor più grave, nel momento in cui il nuovo organismo è stato successivamente soppresso e le sue funzioni sono state trasferite ad una apposita struttura del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Fa notare, quindi, che sono stati sostanzialmente licenziati in anticipo rispetto alle scadenze contrattuali fissate con Anas e sono, pertanto, rimasti esclusi da qualsiasi ipotesi di stabilizzazione 23 lavoratori con contratto a tempo determinato, che svolgevano un ruolo essenziale nell’ambito delle mansioni di manutenzione e controllo della sicurezza stradale.
Giudica, dunque, inaccettabile che si sia inteso fornire garanzie e tutele solo ai lavoratori a tempo indeterminato, come se questi ultimi fossero soggetti privilegiati rispetto alle altre categorie. Rileva, inoltre, che alla base del licenziamento dei lavoratori coinvolti vi è una violazione delle norme di legge, considerato che, a fronte delle plurime e reiterate proroghe dei contratti a tempo, tali soggetti avevano ormai acquisito – a suo avviso – il diritto all’assunzione a titolo definitivo. Richiamata l’esigenza di fare applicare la normativa vigente in materia, in modo da porre al riparo i giovani precari dall’ipotesi di utilizzo improprio delle tipologie contrattuali flessibili, osserva che la stabilizzazione dei predetti lavoratori determinerebbe, peraltro, conseguenze onerose molto inferiori rispetto a quelle a cui la Pubblica Amministrazione andrebbe incontro per sostituirli, dovendo in tal caso provvedere ad indire appositi concorsi.
In ogni caso, si dichiara fiducioso che il Governo, in interlocuzione con le parti sociali e istituzionali interessate, possa adottare le opportune misure per superare le criticità relative all’assorbimento del personale precario dell’IVCA, consentendo, in tal modo, anche di supplire alle carenze di organico presenti in tale settore: ritiene che la tutela di questi lavoratori non sia demagogica, ma sia semplicemente mirata a salvaguardare la loro professionalità, anche in vista di un miglior funzionamento della «cosa pubblica». Per tali ragioni e pur a fronte di talune delle considerazioni critiche sinora svolte, presenta una nuova versione della sua risoluzione, con la quale conferma l’intenzione di recepire la proposta di riformulazione prospettata dal rappresentante del Governo.
Silvano MOFFA, presidente, alla luce della novità testé intervenuta, avverte che si procederà ora alla votazione – con l’orientamento favorevole del Governo – della nuova versione della risoluzione in discussione, la quale non può che fare opportunamente riferimento, nella parte premissiva, anche alle novità legislative nel frattempo succedutesi in materia.
Massimiliano FEDRIGA (LNP) esprime perplessità su talune delle considerazioni svolte dal deputato Di Biagio, giudicando inaccettabile giustificare la stabilizzazione dei lavoratori con argomentazioni che richiamano possibili risparmi di spesa derivanti dalla mancata organizzazione dei concorsi pubblici. Osserva che in tal modo si rischierebbe di introdurre gravi forme di discriminazione tra lavoratori, dal momento che si escluderebbero taluni cittadini – potenzialmente altrettanto preparati e titolati – dalla possibilità di accedere alla Pubblica Amministrazione per concorso, a favore della stabilizzazione di quei lavoratori assunti, al contrario, con criteri di dubbia trasparenza. Stigmatizza, peraltro, la tendenza dei dirigenti pubblici a procedere al rinnovo dei contratti a tempo senza porsi il problema dell’onerosità di certe scelte e della possibile violazione delle norme di legge vigenti in materia, comportamento che, a suo avviso, finisce per agevolare l’instaurazione di un contenzioso giudiziario suscettibile di condurre alla generale stabilizzazione del personale precario. Osservato che simili atteggiamenti non sono rinvenibili nel settore privato, dove il proprietario di un’azienda ha interesse alla scelta oculata del proprio personale, prende atto che la riformulazione proposta dal rappresentante del Governo, in ogni caso, non sembra dettare impegni sotto il profilo dell’assunzione a titolo definitivo del predetto personale, richiamando soltanto principi generici di collaborazione che, non essendo particolarmente stringenti, non si prestano a possibili censure di incostituzionalità: per tale ragione, preannuncia che il suo gruppo si asterrà nella votazione della nuova versione della risoluzione in titolo.
Maria Grazia GATTI (PD), rilevato che non appare possibile, anche a causa della ristrettezza dei tempi a disposizione, valutare compiutamente l’incidenza che la riformulazione proposta dal rappresentante del Governo potrà avere rispetto ai più generali principi vigenti in materia di lavoro pubblico, dichiara che il suo gruppo si asterrà nella votazione della nuova versione della risoluzione in titolo.
La Commissione approva, quindi, la nuova versione della risoluzione in discussione, che assumere il numero 8-00211.
La seduta termina alle 13.30.
SEDE REFERENTE
Giovedì 8 novembre 2012. — Presidenza del presidente Silvano MOFFA.
La seduta comincia alle 13.30.
Norme concernenti i ruoli e le carriere del personale del Corpo di polizia penitenziaria.
C. 1022 Carlucci, C. 1137 Samperi, C. 1542 Tassone, C. 1768 Cassinelli, C. 2486 Catanoso, C. 2961 Vitali, C. 4627 Girlanda, C. 5455 Paglia.
(Seguito dell’esame e rinvio).
La Commissione prosegue l’esame dei provvedimenti in titolo, rinviato nella seduta dell’8 novembre 2011.
Silvano MOFFA, presidente, ricorda che nella seduta del 2 febbraio 2010 è stato nominato un Comitato ristretto per il seguito dell’istruttoria legislativa dei provvedimenti in titolo e che lo scorso 8 novembre 2011 la presidenza ha dato notizia dell’avvenuto abbinamento di ulteriori proposte di legge presentate su analogo argomento. In proposito, fa presente che, essendo nel frattempo stata assegnata alla Commissione anche la proposta di legge C. 5455 Paglia, vertente su materia analoga a quella recata dai progetti di legge in esame, la presidenza ne ha disposto l’abbinamento, ai sensi dell’articolo 77, comma 1, del Regolamento.
Avverte, pertanto, che – anche a seguito di una richiesta formulata in tal senso dal presidente del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo e attesa l’esigenza di valutare i profili di onerosità finanziaria delle diverse proposte di legge abbinate, che ne hanno sinora rallentato l’iter di esame – l’Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi dovrà valutare, in una prossima riunione, l’esigenza di tornare a convocare il citato Comitato ristretto, affinché si possano svolgere gli opportuni approfondimenti sull’argomento; al riguardo, segnala peraltro che tale valutazione potrà più opportunamente essere svolta dopo che la Commissione avrà concluso l’esame dello schema di regolamento per la determinazione dei profili professionali dei ruoli tecnici del Corpo di polizia penitenziaria, programmato a partire dalla prossima settimana e il cui termine per l’espressione del parere è fissato al 20 novembre 2012.
La Commissione prende atto.
Silvano MOFFA, presidente, rinvia, quindi, il seguito dell’esame ad altra seduta.
Modifiche dell’ordinamento e della struttura organizzativa degli enti previdenziali.
C. 5463 Moffa, C. 5503 Cazzola, C. 5539 Motta.
(Seguito dell’esame e rinvio).
La Commissione prosegue l’esame dei provvedimenti in titolo, rinviato nella seduta del 31 ottobre 2012.
Silvano MOFFA, presidente, prende atto che non risultano ancora assegnate alla Commissione le proposte di legge, preannunciate da diversi rappresentanti di gruppo, vertenti sull’analoga materia oggetto dei provvedimenti in titolo.
Luigi FABBRI (Misto-ApI) preannuncia la presentazione di una proposta di legge del suo gruppo sulla materia entro gli inizi della prossima settimana.
Massimiliano FEDRIGA (LNP) fa presente che il suo gruppo – anche a causa del sovrapporsi degli impegni parlamentari relativi all’esame del disegno di legge di stabilità – non è stato ancora in condizione di procedere alla presentazione di una propria proposta di legge, per la quale dichiara di necessitare di un ulteriore lasso di tempo, ai fini dello svolgimento dei necessari approfondimenti di merito. Assicura, in ogni caso, che la predetta proposta di legge potrà essere depositata tempestivamente, anche per evitare di imporre un ritardo nei lavori della Commissione.
Silvano MOFFA, presidente, nell’invitare i gruppi a procedere sollecitamente alla presentazione dei propri progetti di legge in materia, avverte che – risultando il provvedimento, allo stato, iscritto nel programma dei lavori dell’Assemblea per il mese di dicembre – sarà inevitabile prevedere che, ove la presentazione di detti progetti di legge non avvenisse in tempi brevi, la Commissione concluda comunque l’esame preliminare e il dibattito di carattere generale – salvo diversi orientamenti della Conferenza dei presidenti di gruppo in relazione al calendario di dicembre – entro gli inizi dello stesso mese di dicembre, anche al fine di proseguire con le successive fasi di esame in tempi utili per poter riferire all’Assemblea.
Rinvia, quindi, il seguito dell’esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 13.40.
UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
Mercoledì 7 novembre 2012.
L’ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.25 alle 15.35.
INTERROGAZIONI
Martedì 6 novembre 2012. — Presidenza del presidente Silvano MOFFA. — Interviene il viceministro del lavoro e delle politiche sociali Michel Martone.
La seduta comincia alle 13.05.
5-08116 Mattesini: Sul rischio di licenziamento di lavoratrici di una cooperativa con sede a Corbetta.
Il viceministro Michel MARTONE risponde all’interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato.
Barbara POLLASTRINI (PD), cofirmataria dell’interrogazione in titolo, alla luce della risposta del rappresentante del Governo, che giudica interlocutoria, ritiene di non potersi dichiarare né soddisfatta né insoddisfatta, facendo presente che, seppur sia da valutare positivamente la disponibilità del Ministero ad affrontare la questione in oggetto, si sarebbe aspettata l’indicazione di misure concrete tese alla soluzione di un fenomeno grave, che riguarda donne lavoratrici in maternità, sottoposte a procedure di licenziamento in violazione delle norme di legge e di un preciso accordo sindacale. Auspica, pertanto, un maggior sostegno da parte del Governo, che, agendo presso la prefettura, possa condurre alla convocazione di un tavolo con le parti interessate (inclusi gli enti territoriali e le parti sociali), teso a fare chiarezza sulla vicenda.
Osservato che l’accordo tra sindacati e rappresentanti dei consorzi e società interessati prevedeva, oltre che il passaggio di proprietà tra le stesse cooperative, anche il «trasferimento» di tutti i dipendenti da una società all’altra, comprese le lavoratrici in maternità, fa notare che ciò non è avvenuto, con forte pregiudizio della dignità delle dipendenti coinvolte. Fatto presente che nel caso di specie è in gioco il rispetto di fondamentali principi costituzionali, di cui la Commissione non può non tenere conto, osserva che la vicenda descritta – che ha visto, peraltro, il coinvolgimento di personaggi risultati poi implicati in vicende di corruzione a livello locale – è emblematica della situazione di crisi, non solo occupazionale e produttiva, ma anche morale del Paese e richiede la massima attenzione da parte del Governo. Si augura, in conclusione, che l’Esecutivo adotti misure concrete per garantire il diritto al lavoro, in osservanza delle leggi esistenti, giudicando parziale e insufficiente rinviare semplicemente la risoluzione della questione alle sedi giurisdizionali.
5-08121 Zucchi: Applicazione delle deroghe previdenziali per i soggetti «deboli» o esposti all’amianto.
Il viceministro Michel MARTONE risponde all’interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato.
Angelo ZUCCHI (PD), nel ringraziare il rappresentante del Governo per la risposta fornita, prende atto con favore della disponibilità dell’Esecutivo ad affrontare la questione, pur precisando che si sarebbe aspettato maggiori indicazioni circa le modalità con cui coniugare il diritto dei lavoratori coinvolti con le recenti innovazioni legislative introdotte in materia previdenziale. Fa notare, infatti, che appare necessario un 257 del coordinamento tra le disposizioni previdenziali di cui alla legge n. 1992, a tutela dei lavoratori esposti all’amianto, e le norme della recente «riforma Fornero», che, determinando un complessivo innalzamento dei requisiti di accesso ai trattamenti pensionistici, mal si coniugano con le aspettative di vita di tali lavoratori. Dopo avere annunciato l’avvenuta presentazione di suoi specifici emendamenti al disegno di legge di stabilità, tesi ad affrontare tale questione, auspica l’assunzione celere da parte del Governo di iniziative normative volte a chiarire le categorie deboli aventi diritto alle deroghe rispetto al regime pensionistico generale, al fine di salvaguardare l’accesso anticipato alla pensione dei lavoratori più svantaggiati, quantomeno quelli colpiti da una specifica patologia come il mesotelioma.
5-08172 Bellanova: Sull’esiguità dei fondi destinati alla regione Puglia per la cassa integrazione.
Il viceministro Michel MARTONE risponde all’interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato.
Teresa BELLANOVA (PD), espressa una profonda preoccupazione legata all’esiguità dei fondi destinati alla Puglia per la cassa integrazione, a fronte di una crisi economica che non accenna a dare tregua, rileva l’esigenza di stanziare ulteriori risorse al fine di avviare processi formativi che garantiscano un ricollocamento dei lavoratori coinvolti, soprattutto nei settori più colpiti dalla recessione, come quello tessile e calzaturiero (nell’ambito del quale risulta prevalente l’occupazione femminile). Dichiara, pertanto, di non potersi ritenere soddisfatta della risposta fornita dal rappresentante del Governo, atteso che tale risposta, oltre a non prospettare l’attivazione di un tavolo permanente e operativo di confronto tra soggetti istituzionali, enti previdenziali e parti sociali per il sostegno dei lavoratori coinvolti, nulla ha indicato circa le nuove risorse per il sostegno al reddito e l’avvio di politiche di sviluppo nei territori meridionali interessati, che giudica decisive ai fini di una ripresa economica di quei territori.
Dopo avere osservato che appare iniquo far pagare il prezzo della crisi ai soli lavoratori dipendenti, rileva che la regione Puglia è in attesa di ulteriori risorse per coprire le necessità delle imprese e dei lavoratori pugliesi, considerato che le somme assegnate a tale regione appaiono largamente insufficienti, essendo esaurite ormai da tempo. Auspica, in conclusione, che il Governo possa finalmente affrontare con serietà il tema del sostegno all’occupazione nel territorio pugliese, evitando di ignorare la condizione di difficoltà in cui versano i lavoratori e approntando misure concrete che mirino ad una forte riqualificazione professionale, oltre che al rilancio dei settori più in crisi.
Silvano MOFFA, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all’ordine del giorno.
La seduta termina alle 13.35.
RISOLUZIONI
Martedì 6 novembre 2012. — Presidenza del presidente Silvano MOFFA. — Interviene il viceministro del lavoro e delle politiche sociali Michel Martone.
La seduta comincia alle 13.35.
7-00635 Codurelli: Indennità di buonuscita dei dipendenti di Poste Italiane SpA.
(Seguito della discussione e conclusione 8-00208). – Approvazione della risoluzione n.
La Commissione prosegue la discussione della risoluzione in titolo, rinviata nella seduta del 31 ottobre 2012.
Silvano MOFFA, presidente, avverte che, sulla base degli elementi forniti dal Governo nella precedente seduta, è stata presentata una ulteriore nuova versione della risoluzione in discussione.
Il viceministro Michel MARTONE fa presente che il Governo esprime un parere favorevole sull’ulteriore nuova versione della risoluzione in discussione, manifestando soddisfazione per l’intesa raggiunta con i presentatori dell’atto di indirizzo, in vista dell’individuazione delle iniziative più idonee da adottare per la soluzione del problema.
Lucia CODURELLI (PD), nel ringraziare il rappresentante del Governo per la disponibilità manifestata, esprime soddisfazione per l’assunzione da parte dell’Esecutivo di impegni importanti, volti alla salvaguardia dei lavoratori coinvolti, che attendono da tempo risposte certe e definite. Ritiene fondamentale, in particolare, che il Governo abbia accettato di vincolare ad una data certa l’assunzione delle proprie iniziative, per consentire il diritto alla corretta corresponsione della buonuscita di detti lavoratori.
Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva l’ulteriore nuova versione della risoluzione in discussione, che assume il numero 8-00208.
La seduta termina alle 13.40.
SEDE CONSULTIVA
Martedì 6 novembre 2012. — Presidenza del presidente Silvano MOFFA. — Interviene il viceministro del lavoro e delle politiche sociali Michel Martone.
La seduta comincia alle 13.40.
Delega al Governo per l’istituzione del Servizio nazionale militare di volontari per la mobilitazione e della riserva nazionale qualificata delle Forze armate.
Testo unificato C. 2861 Paglia e abb.
(Parere alla IV Commissione).
(Esame e rinvio).
La Commissione inizia l’esame del provvedimento in titolo.
Amalia SCHIRRU (PD), relatore, osserva che la XI Commissione è chiamata a esprimere il parere, per quanto di propria competenza, sul testo unificato delle proposte di legge C. 2861 e abbinate, recante delega al Governo per l’istituzione del Servizio nazionale militare di volontari per la mobilitazione e della riserva nazionale qualificata delle Forze armate. Segnala preliminarmente che il testo in questione è il frutto di un articolato esame svolto presso la IV Commissione, che, avendo avuto ad oggetto più proposte legislative d’iniziativa parlamentare tra di loro abbinate, ha condotto all’elaborazione (in sede di Comitato ristretto) di un testo unificato al quale è stata apportata un’unica modifica nel corso dell’esame degli emendamenti. Valutando le finalità complessive del provvedimento, fa presente che esso, recando una delega al Governo per la realizzazione di un Servizio nazionale militare di volontari per la mobilitazione (SNM) e della riserva nazionale qualificata delle Forze armate (RNQ), mira ad individuare un modello di difesa più flessibile alle esigenze del Paese in cui, accanto a unità composte da personale in servizio permanente, si collochi un bacino di personale appositamente addestrato, al quale attingere per assolvere incarichi particolari e per periodi di tempo determinati, selezionando il relativo personale dalla società civile. Al contempo, segnala che la proposta di legge tiene conto del considerevole numero di cittadini italiani che, pur avendo fatto una scelta professionale diversa da quella militare, intendono mettere la propria disponibilità al servizio della Nazione, concorrendo alla difesa delle sue istituzioni, della collettività e dei suoi beni, sia sul territorio nazionale che all’estero.
Fatto notare, quindi, che il SNM è costituito su base regionale e organizzato in reparti aggregati a reparti già esistenti, periodicamente addestrati e composti da ufficiali, da sottufficiali e da personale di truppa di sesso maschile e femminile, rileva che ad esso vengono conferite funzioni di concorso alle attività della protezione civile deliberate dal Governo, anche ad istanza dei presidenti delle regioni interessate, da rivolgere alla Presidenza del Consiglio. Osserva, poi, che il compito primario attribuito al RNQ (il cui organico è complementare all’organico complessivo delle Forze armate) è quello di sopperire a particolari esigenze di carattere temporaneo ed esclusivamente militare a supporto delle attività delle Forze armate, purché non connesse a vacanze nella dotazione organica e nei volumi organici dell’Esercito, della Marina militare e dell’Aeronautica.
Con riferimento ai profili di più diretta competenza dalla XI Commissione, segnala, innanzitutto, che il Governo è delegato ad emanare norme di coordinamento relative alla contestuale partecipazione al SNM e al RNQ, con particolare riferimento allo status giuridico dei relativi appartenenti e alla loro partecipazione ai corsi di aggiornamenti professionale (articolo 2, lettera c), del testo unificato). Sottolinea, quindi, le disposizioni che, nel dettare principi e criteri direttivi in materia di istituzione e funzionamento del SNM e del RNQ (sostanzialmente ricompresi negli articoli 3 e 4 del provvedimento), conferiscono al Governo la delega a regolamentare le modalità di arruolamento e il regime del relativo personale, soprattutto per quanto concerne la disciplina dei diritti degli arruolati rispetto al mantenimento del posto di lavoro e del rispettivo trattamento economico e previdenziale, durante i periodi di addestramento o di richiamo (ove si verifichino situazioni di emergenza), sia nel settore provato che pubblico. Evidenzia, altresì, le disposizioni di delega dirette a prevedere agevolazioni fiscali in favore dei datori di lavoro, proporzionali alla durata delle assenze dei loro dipendenti arruolati nel SNM e RNQ, nonché in favore dei professionisti o lavoratori autonomi arruolati.
Segnala, inoltre, quei principi e criteri direttivi che intervengono sul trattamento economico e previdenziale relativo ai periodi di addestramento o di richiamo dei volontari arruolati che sono lavoratori dipendenti (totalmente posto a carico delle amministrazioni pubbliche di appartenenza o del datore di lavoro, il quale ne chiede il rimborso all’istituto di previdenza cui il lavoratore è iscritto), soprattutto laddove si prevede che gli oneri derivanti dal rimborso delle retribuzioni dei lavoratori dipendenti arruolati siano posti a carico dello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, che versa annualmente agli enti previdenziali gli importi da questi rimborsati ai datori di lavoro ai sensi della citata disposizione. Infine, pone in risalto la norma che delega il Governo a prevedere che ai volontari arruolati, sia lavoratori autonomi sia privi di occupazione al momento del richiamo, sia corrisposta un’indennità, relativamente ai periodi di addestramento o richiamo, corrispondente alla retribuzione prevista per il grado militare di inquadramento.
In conclusione, preso atto del contenuto del testo in esame, ritiene che vi siano diversi profili di merito, che giudica problematici, da approfondire in ordine alle materie di competenza della XI Commissione: si riserva, quindi, di predisporre una proposta di parere solo dopo che sarà stato avviato il dibattito, anche al fine di acquisire spunti ed elementi di riflessione dai gruppi.
Silvano MOFFA, presidente, nessuno chiedendo di intervenire e preso atto del percorso istruttorio prospettato dal relatore, rinvia il seguito dell’esame ad altra seduta.
Norme generali sulla partecipazione dell’Italia alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione europea.
C. 2854-2862-2888-3055-3866-B, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
(Parere alla XIV Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).
La Commissione inizia l’esame del provvedimento in titolo.
Elisabetta RAMPI (PD), relatore, osserva che la Commissione è chiamata a esprimere il parere di competenza alla XIV Commissione sul provvedimento in titolo (recante norme generali sulla partecipazione dell’Italia alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione europea), già approvato dalla Camera e modificato dal Senato: l’esame in sede consultiva, dunque, dovrà concentrarsi esclusivamente sulle parti, di competenza della XI Commissione, modificate dall’altro ramo del Parlamento. Prima di passare all’illustrazione delle novità apportate dal Senato, ricorda in linea generale che il progetto di legge, modificando la legge 11 del 2005, interviene sul processo di formazione degli atti dell’Unione n. europea, con l’obiettivo di garantire, in relazione alla fase di predisposizione degli atti dell’Unione europea, un’adeguata informazione alle Camere circa la posizione italiana nell’ambito dei negoziati e, con riguardo alla fase del recepimento della normativa comunitaria, di conseguire più celermente l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea. Fa notare che il provvedimento rappresenta il risultato di un’approfondita riflessione sulle modalità di raccordo tra procedure legislative parlamentari interne e processo normativo della medesima Unione e risponde all’esigenza di rafforzare la partecipazione del Parlamento nazionale nel processo di formazione della normativa e delle politiche dell’Unione (cosiddetta «fase ascendente»), nonché di attuare più speditamente sul piano interno la normativa europea (cosiddetta «fase discendente»). Osserva infatti che, nella fase ascendente, il Governo dovrà informare le Camere su tutti gli atti preparatori dell’Unione europea (non limitandosi a quelli legislativi), fornendo anche una valutazione circa il loro impatto sull’ordinamento interno, e, mediante la previsione di ulteriori obblighi di informazione in capo all’esecutivo nei confronti del Parlamento, quest’ultimo potrà svolgere un ruolo da protagonista rispetto alle vicende europee; attraverso le informative del Governo si instaurerà un rapporto già a partire dalla fase ascendente della formazione del diritto comunitario con il vantaggio di agevolare la fase discendente e di ridurre il contenzioso e le procedure di infrazione. Rileva inoltre che, nella fase discendente, per velocizzare l’adeguamento dell’ordinamento interno a quello dell’Unione, la legge comunitaria verrà scorporata in due strumenti, diversi tra loro per contenuto e natura, ossia la legge di delegazione europea, con cui si conferiranno al Governo le deleghe di attuazione delle norme comunitarie, e la legge europea, atta a modificare o abrogare le disposizioni statali non compatibili con gli atti dell’Unione europea.
Sottolinea che con tale riforma l’Italia adegua il proprio ordinamento alle riforme dei trattati europei, in particolare al Trattato di Lisbona, modernizzando il suo apparato funzionale, migliorando i flussi informativi e ridefinendo i rapporti fra Esecutivo, Parlamento e Rappresentanza permanente italiana a Bruxelles, con ricadute positive nell’esercizio del suo ruolo e della sua partecipazione in sede europea, anche al fine di realizzare una migliore integrazione tra gli Stati membri e rafforzare il ruolo delle Camere nella formazione del diritto comunitario e nelle procedure decisionali dell’Unione europea. Rileva che il provvedimento in esame, inoltre, ha anche l’obiettivo di valorizzare, sia a livello nazionale che nelle rispettive amministrazioni di provenienza, l’esperienza maturata in sede europea dai funzionari italiani. In particolare, osserva che esso punta al potenziamento delle strutture delle amministrazioni ministeriali coinvolte nel processo normativo europeo, nonché dell’istruttoria compiuta dalle stesse su tale aspetto, sulle modalità di designazione dei rappresentanti italiani in seno al Comitato delle regioni, sulle modalità di recepimento del diritto comunitario e, soprattutto, sul rafforzamento del ruolo del Parlamento nella fase conoscitiva e preparatoria delle decisioni, dettando, tra l’altro, un generale obbligo di comunicazione del Governo alle Camere concernente il processo normativo comunitario.
Per quanto concerne i profili di più diretto interesse della XI Commissione, rileva anzitutto che il provvedimento trasmesso dal Senato ha modificato l’articolo 2, il quale prevede che, al fine di concordare le linee politiche del Governo nel processo di formazione della posizione italiana nella fase di predisposizione degli atti dell’Unione europea e consentire il puntuale adempimento dei compiti del presente provvedimento, operi un apposito Comitato interministeriale per gli affari europei (CIAE), operante presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. In questo contesto, fa notare che le modifiche introdotte dal Senato riguardano l’inserimento dei commi da 7 a 9 all’interno del citato articolo 2, i quali dispongono che, ai fini del funzionamento del CIAE, la Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per le politiche europee può avvalersi, entro un contingente massimo di venti unità, di personale appartenente alla terza area o qualifiche equiparate, in posizione di comando, proveniente da altre amministrazioni, nonché, entro un limite massimo di sei unità, di personale delle regioni o delle province autonome appartenente alla terza area o qualifiche equiparate, designato dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome, secondo criteri da definire d’intesa con il Presidente del Consiglio dei ministri o con il Ministro per gli affari europei.
Osserva, quindi, che l’articolo 17 – che impone al Governo di informare le Camere circa tutte le nomine o designazioni da proporre in ambito comunitario – prevede che tale informativa dia conto, in particolare, della procedura seguita per addivenire alla proposta o alla designazione, delle motivazioni della scelta, nonché del curriculum vitae delle persone proposte o designate, con l’indicazione degli eventuali incarichi dalle stesse svolti o in corso di svolgimento; le Commissioni competenti possono anche procedere all’audizione dei rispettivi candidati. Evidenzia, infine, le modifiche – esclusivamente di natura formale – all’articolo 28, che disciplina le modalità per la partecipazione delle parti sociali e delle categorie produttive alle decisioni relative alla formazione di atti dell’Unione europea.
In conclusione, preso atto delle positive modifiche apportate dal Senato al testo, sia in riferimento a quelle di competenza specifica della XI Commissione sia in riferimento al suo contenuto complessivo, propone di esprimere un parere favorevole sul provvedimento in esame.
Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.
La seduta termina alle 13.55.
COMITATO RISTRETTO
Martedì 6 novembre 2012.
78 del 2010, Modifiche all’articolo 12 del decreto-legge n. 122 del 2010, in materia di convertito, con modificazioni, dalla legge n. ricongiunzione onerosa dei contributi previdenziali.
C. 3693 Gnecchi, C. 5215 Santelli, C. 5219 Fedriga.
Il comitato ristretto si è riunito dalle 13.55 alle 14.05.
COMITATO RISTRETTO
Martedì 6 novembre 2012.
Disposizioni in materia di totalizzazione dei periodi assicurativi e di estensione del diritto alla pensione supplementare.
C. 3871 Gnecchi, C. 4260 Cazzola, C. 4384 Poli.
Il comitato ristretto si è riunito dalle 14.05 alle 14.10.


























