“Una conferma della gravità del quadro sociale che il Paese ha drammaticamente di fronte da combattere anche attraverso l’adozione di un piano nazionale di contrasto alla povertà non più rinviabile”. E’ il commento del segretario confederale della Cgil, Vera Lamonica, ai dati diffusi oggi dall’Istat.
Dai dati dell’istituto statistico la sindacalista osserva che “i costi della crisi li stanno pagando i lavoratori, i disoccupati, i precari e le fasce più deboli della società che permangono in una situazione di povertà assoluta. Il dato preoccupante è il progressivo impoverimento di ampi strati di famiglie operaie, un fatto che rende evidente quanto si stia colpendo il lavoro e, allo stesso tempo, quanto del lavoro esistente è caratterizzato da redditi miseri, da discontinuità, da irregolarità e da salari troppo bassi”.
Ma dalla lettura dei dati Istat Lamonica rileva come emerge “con evidenza quanto incida la realtà di nuclei monoreddito per la persistente esclusione delle donne dal lavoro, in particolare nel Mezzogiorno dove, da sempre, si concentra l’aggregato di povertà più elevato e dove il tasso di disoccupazione femminile non ha eguali in Europa”. Inoltre, prosegue, “anche i tagli al welfare, che si succedono l’uno dopo l’altro, riducono le possibilità di risposta alla crisi di chi è più in difficoltà e sono una delle vie attraverso cui si determinano scivolamenti progressivi nella povertà. E’ necessario invertire la rotta e cambiare le politiche economiche, sociali e fiscali del governo per orientarle alla crescita e alla creazione di lavoro, nonché ad un rilancio di politiche di welfare efficaci, a partire da un piano nazionale di contrasto alla povertà che non è più rinviabile”. (LF)


























