“L’attaccamento emotivo al proprio Paese come produttore va ripensato. E questo non significa tradirlo, significa crescere, come quando i ragazzi escono di casa”. A dirlo è l’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, in un intervista rilasciata al Wall Street Journal in cui il manager spiega che, dopo la fusione con Chrysler, “sia Auburn Hill sia Torino sono in grado di ospitare il quartier generale del gruppo”. C’è anche l’alternativa America Latina.
La fusione completa tra Fiat e Chrysler non avverrà prima del 2015: un periodo necessario anche per ‘crescere’ un successore alla guida del colosso automobilistico e per completare il collocamento in Borsa del costruttore americano rilevato dal Lingotto, ha detto l’amministratore delegato in un’intervista al Detroit Free Press. Nell’intervista al giornale di Detroit Marchionne ha confessato che la riemersione di Chrysler dal fallimento è avvenuta più velocemente delle sue previsioni: nel 2011 le vendite di Chrysler negli Stati Uniti sono aumentate del 26%, il maggior incremento tra i grandi costruttori. E in poche settimane – scrive la testata Usa – Chrysler renderà noto un utile di bilancio che si avvicinerà ai 600 milioni di dollari, il primo utile semestrale dal 2005. Motivi che hanno indotto la testata Usa ad assegnare a Marchionne il titolo di vincitore del suo premio nella categoria della leadership dirigenziale. (FRN)


























