“Ci siamo cascati, ci hanno diviso ed è miseramente fallita la grande prova espressa dai sindacati a giugno, durata solo una manciata di giorni, al punto che neanche all’opinione pubblica è stato dato il tempo, e nemmeno il modo, di comprendere la svolta innovativa e simbolica che quel documento può imprimere allo sviluppo del Paese e alle relazioni sindacali e industriali”. Lo scrive Giovanni Centrella, segretario generale dell’Ugl, parlando dell’articolo 8 della manovra in una lettera pubblicata oggi sul Riformista, dalle cui colonne lancia un appello all’unità dei sindacati.
Secondo il sindacalista l’accordo interconfederale del 28 giugno è importante “per noi dell’Ugl più che per le altre organizzazioni perché, siglando quell’intesa, abbiamo accettato di misurare con nuove e stringenti regole la rappresentatività della nostra organizzazione”. “È tutta colpa del governo, si sostiene, se quell’intesa si è spezzata – aggiunge – perché ha introdotto nella manovra-bis con il famigerato articolo 8 le deroghe sulle norme ai licenziamenti. Anche a noi non è piaciuta quella forzatura, che non porterà nulla nelle casse dello Stato. Ma non dovevamo cascarci, dovevamo restare uniti e scegliere una strategia comune con cui contrastare non solo l’articolo 8, che in verità è stato modificato e in parte sterilizzato, ma tutto ciò che di più iniquo c’è in quel testo, a parte la tassazione sulle rendite finanziarie”.
“È in gioco la nostra credibilità – conclude – di tutto il sindacato intendo, in primo luogo davanti ai lavoratori e pensionati, le persone che per noi vengono al primo posto. Dimentichiamo il passato, i colori e le bandiere, poiché, sì, partiamo da posizioni diverse ma alla fine dobbiamo arrivare tutti allo stesso punto. Per favore, non caschiamoci più”. (LF)
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