Non è legata alla costituzione di parte civile nel processo di Torino la ricollocazione dei lavoratori della ThyssenKrupp di Torino in cassa integrazione. A precisarlo fonti della direzione del personale, dopo l’appello rivolto al Presidente della Repubblica dagli ultimi operai non ancora ricollocati in seguito al trasferimento a Terni della filiale subalpina della multinazionale. Questi ultimi dal prossimo primo luglio verranno inseriti nelle liste di mobilità.
Le fonti fanno presente che “all’atto della chiusura dello stabilimento di Torino, la forza lavoro era costituita da 385 unità, che, nel frattempo, grazie anche alla collaborazione di aziende di ‘outplacement’, sono state in buona parte ricollocate, con eccezione di quelle che hanno avuto accesso alla pensione. Va precisato, peraltro – sottolineano – che ai fini della ricollocazione, l’eventuale costituzione di parte civile nel processo non ha assolutamente rappresentato elemento di discriminazione, tant’è vero che buona parte dei dipendenti ricollocati sono stati parte civile nel processo”.
“Le unità rimaste – precisano le stesse fonti – dal prossimo primo luglio verranno collocate nelle liste di mobilità, a seguito di un accordo tra la società e la Regione Piemonte, siglato il 27 dicembre 2010, che prevedeva la proroga di altri sei mesi della cassa integrazione in deroga. In virtù dell’ulteriore prolungamento previsto da tale accordo, ognuno di questi lavoratori, pertanto, ha usufruito, complessivamente, di 40 mesi di cassa integrazione, anch’essi col supporto di società di ricollocazione”.

























