“Fino a quando non saranno attuati impegni concreti e condivisi di riconversione delle strutture interessate maggiormente alla crisi non ci sarà da parte nostra alcun avallo a licenziamenti o tagli dell’occupazione”. Lo dice il ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani in un’intervista al Mattino a proposito del piano di Fincantieri.
“Parliamo di una crisi di ordini, non di qualità o di scarsa affidabilità dei lavoratori – aggiunge – e probabilmente per com’è fatto il mercato della cantieristica si confermerà anche a medio termine la tendenza che vede il Far east avvantaggiato nella produzione di navi per effetto di costi più bassi”. Questo, per il ministro, non porterà però all’Italia di perdere “la costola caratteristica della nostra filiera industriale”. Romani sottolinea che “la decisione di anticipare al 3 giugno l’incontro per la situazione di Fincantieri già convocato per il 6 giugno è il segnale che il governo ha deciso di intervenire”. L’ipotesi “da approfondire – dice – è quella puntare alla specificità della collocazione geografica dei cantieri italiani, ognuno con una missione produttiva”.
Intervistato anche dal Secolo XIX, il ministro ribadisce che per i piani che ha visto “non si è mai avuta la sensazione che si parlasse della chiusura di Sestri. Non c’è scritto che Genova diventa un cantiere di riparazioni, c’è scritto come vengono spesi i 300 milioni complessivi e come la città, Regione, l’Autorità portuale siano interessate a un cambiamento totale della geografia della cantieristica a Genova”. Castellammare, aggiunge, “ha una possibile continuità della propria attività cantieristica ma sicuramente nel processo di riordine e ristrutturazione la situazione è molto diversa”. “Allo stato attuale – assicura – stiamo parlando con Regione Campania per capire gli eventuali processi di rilancio secondo i nuovi livelli di mercato”. La firma all’accordo di programma “sta per esserci”, dice Romani, “noi siamo pronti. Ho parlato anche con il commissario europeo Tajani che vedrà se potrà esserci anche un coinvolgimento europeo”. (LF)
Chiudono i cantieri, scoppia la protesta da nord a sud
Le chiusura annunciate da Fincantieri incendiano la protesta dei lavoratori. Scontri tra manifestanti a polizia a Genova, a Castellammare di Stabia devastato il municipio.