L’accordo sull’organizzazione del lavoro allo stabilimento Fiat di Melfi è “trasparente” e “poteva e doveva essere firmato”. Così gli 11 delegati della Fiom di Melfi (su 18 nel complesso) in una lettera inviata oggi al segretario generale della Fiom, Maurizio Landini ma anche al numero uno della Cgil, Susanna Camusso. I delegati, che contestano la linea dell’organizzazione, hanno chiesto di convocare una riunione per chiarire la posizione da tenere nello stabilimento sull’accordo Ergo-Uas (sui tempi e le pause).
L’intesa, in un primo momento firmata anche dalle Rsu Fiom, è stata successivamente disdetta dal gruppo dirigente della federazione. I delegati di Melfi contestano “l’atteggiamento contraddittorio tenuto sulla vicenda dal gruppo dirigente locale e nazionale della Fiom, atteggiamento che ha messo in forte difficoltà la Rsu al cospetto dei lavoratori”. “Si tratta di un accordo trasparente, perfettibile certo, ma è un accordo che poteva e doveva essere firmato e che la Rsu ha deciso responsabilmente di firmare anche perché legittimata a farlo, salvo poi subire la ritirata tattica imposto dal gruppo dirigente Fiom che non si capisce bene a chi risponda”. “Spiace ammettere, si legge nella lettera, che ancora una volta ha vinto la logica del no a prescindere dal merito delle questioni e, fatto ancora più grave, la dirigenza della Fiom ha di fatto esautorato la sua Rsu, violando il principio democratico della rappresentanza”.
I delegati ricordano a Landini che la Rsu alla Sata “si elegge e non si nomina e che i delegati rispondono soprattutto ai lavoratori-elettori”.
Infine i delegati hanno ribadito la richiesta di firmare l’accordo. “Landini e la Fiom – si legge nella lettera – non hanno sempre sostenuto che è la base quella che decide? È bene ricordare che ben 11 Rsu su 18 hanno dato indicazione contrarie a quello che è stato sostenuto nelle assemblee. Se è questa la democrazia che oggi viene indicata rifletteremo sul nostro futuro”. (FRN)



























