SEDE CONSULTIVA
Giovedì 21 ottobre 2010. – Presidenza del presidente Silvano MOFFA.
La seduta comincia alle 10.40.
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2011.
C. 3778 Governo.
Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013.
C. 3779 Governo.
Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n 4: Stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali per l’anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013 (limitatamente alle parti di competenza).
(Parere alla V Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).
La Commissione inizia l’esame congiunto dei provvedimenti in titolo.
Silvano MOFFA, presidente, ricorda anzitutto che, poiché nella giornata di ieri sono stati assegnati i disegni di legge in titolo, secondo quanto previsto dall’articolo 119, comma 6, del Regolamento, la Commissione dovrà sospendere ogni attività legislativa, fatte salve le attività dovute, finché non avrà riferito alla V Commissione sui predetti disegni di legge; la Commissione potrà, peraltro, procedere all’esame in sede referente e in sede consultiva dei cosiddetti «provvedimenti dovuti».
Fa presente, quindi, che la Commissione è chiamata ad esaminare i predetti disegni di legge, ai sensi dell’articolo 120, comma 3, del Regolamento, per le parti di propria competenza; l’esame si concluderà con la trasmissione alla V Commissione (Bilancio) di una relazione per ciascuno degli stati di previsione esaminati e delle connesse parti del disegno di legge di stabilità, e con la nomina di un relatore, il quale potrà partecipare alle sedute di quella Commissione. Ricorda che la Commissione potrà esaminare, inoltre, gli eventuali emendamenti riferiti alle parti di sua competenza. Per quanto riguarda gli emendamenti al disegno di legge di bilancio, ai sensi dell’articolo 121, comma 1, del Regolamento, segnala che gli emendamenti proponenti variazioni compensative all’interno dei singoli stati di previsione devono essere presentati presso le Commissioni in sede consultiva; gli emendamenti approvati saranno inseriti nella relazione della Commissione, mentre gli emendamenti respinti potranno essere successivamente ripresentati, ai sensi dell’articolo 121, comma 4, del Regolamento, nel corso dell’esame in Assemblea. Potranno inoltre essere presentati e votati in Commissione anche emendamenti concernenti variazioni non compensative ovvero variazioni compensate non all’interno del medesimo stato di previsione. Anche tali emendamenti, ove approvati, saranno inseriti nella relazione della Commissione; nel caso in cui tali ultimi emendamenti fossero respinti, è invece necessario che gli stessi vengano ripresentati alla V Commissione, anche al solo fine di consentire a quest’ultima di respingerli ai fini della ripresentazione in Assemblea.
Fa notare che analoghe regole di esame si applicano anche agli eventuali emendamenti riferiti alle parti di competenza della Commissione del disegno di legge di stabilità. Nelle Commissioni in sede consultiva potranno dunque essere presentati e votati emendamenti per le parti del disegno di legge di stabilità di rispettiva competenza: tali emendamenti, ove approvati, saranno inseriti nella relazione della Commissione; ove respinti, è invece necessario che gli stessi vengano ripresentati alla Commissione Bilancio. Fa peraltro presente che, anche in questo caso, è comunque ammissibile la presentazione degli emendamenti direttamente in V Commissione.
Ricorda, inoltre, che la valutazione circa l’ammissibilità degli emendamenti presentati nell’ambito dell’esame in sede consultiva sarà effettuata dal presidente della Commissione, prima che gli stessi vengano esaminati e votati, secondo le previsioni del Regolamento della Camera e della legislazione vigente in materia.
Da ultimo, per quanto attiene all’organizzazione dei lavori, ricorda che la Commissione dovrebbe concludere il proprio esame dei documenti di bilancio entro la giornata di martedì 26 ottobre 2010; alla luce delle intese intercorse nella giornata di ieri, tuttavia, l’Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha definito le modalità di organizzazione dei propri lavori prevedendo, in particolare, che il dibattito di carattere generale prosegua nelle sedute di oggi e di martedì 26 ottobre e che il termine per la presentazione di eventuali emendamenti ai documenti di bilancio sia fissato per la stessa giornata di martedì 26 ottobre, alle ore 15, con l’intesa che l’esame degli emendamenti e le definitive deliberazioni di competenza della Commissione abbiano luogo nella mattina di mercoledì 27 ottobre. Riguardo alla presenza del Governo, segnala, infine, che si è convenuto che – svolta l’odierna seduta introduttiva, in cui si avvia il dibattito di carattere generale – essa sia assicurata nella prossima settimana, con la partecipazione di un rappresentante del Governo alle sedute già programmate.
La Commissione prende atto.
Michele SCANDROGLIO (PdL), relatore, osserva che, con la legge n. 196 del 2009, è stata adottata una articolata riforma della contabilità e della finanza pubblica, che persegue molteplici finalità: da una parte, si definiscono strumenti più funzionali al perseguimento dei vincoli di bilancio derivanti dall’ordinamento comunitario, disciplinando nel contempo le attività di pianificazione e controllo della spesa; dall’altra, si adegua la disciplina contabile all’assetto dei rapporti economici e finanziari tra Stato ed enti territoriali delineato dal Titolo V della parte seconda della Costituzione, per una ulteriore attuazione, sul versante degli strumenti e delle procedure finanziarie, del principio – già sancito nella legge delega per l’attuazione del federalismo fiscale (legge n. 42 del 2009) – del concorso dei diversi livelli di governo (centrale, regionale e locale) al perseguimento degli obiettivi di finanza pubblica. Sottolinea che la legge di riforma ha esteso il perimetro delle norme quadro di contabilità – rispetto a quanto in precedenza previsto dalla abrogata legge n. 468 del 1978 – al complesso delle amministrazioni pubbliche, sia intervenendo sull’armonizzazione dei sistemi contabili delle pubbliche amministrazioni, sia dettando nuove norme in ordine alla procedure di definizione degli obiettivi di finanza pubblica. Fa notare che innovazioni sono altresì previste per i documenti di finanza pubblica – dei quali viene tra l’altro ampliato il contenuto informativo – , per il monitoraggio dei conti ed il sistema dei controlli, anche a posteriori, della qualità e della correttezza della gestione, nonché in ordine alle modalità di copertura finanziaria delle leggi ed alla struttura del bilancio statale. Segnala che viene inoltre stabilito il principio della programmazione finanziaria su base triennale e della corrispondente impostazione della manovra di finanza pubblica: ciclo e strumenti della programmazione sono conseguentemente rivisti, nei contenuti e nelle procedure di formazione, tenendo conto del ruolo dei diversi livelli istituzionali nel perseguimento degli obiettivi finanziari, anche attraverso una armonizzazione dei sistemi contabili per la quale è prevista una specifica delega al Governo.
Osserva che la manovra di bilancio si compone, pertanto, del disegno di legge di stabilità, presentato annualmente dal Governo alle Camere entro il 15 ottobre, che sostituisce il disegno di legge finanziaria, e del disegno di legge di approvazione del bilancio di previsione dello Stato, presentato annualmente dal Governo alle Camere entro il 15 ottobre, che illustra le entrate e le spese dello Stato relative al triennio della manovra finanziaria.
Fa notare che il disegno di legge di stabilità per il 2011 non produce effetti correttivi sui saldi di finanza pubblica, in quanto la manovra per il triennio 2011-2013 è stata effettuata con il decreto-legge n. 78 del 2010, approvato la scorsa estate, che ha anticipato la correzione dei saldi per assicurare il rispetto degli obiettivi programmatici già fissati in sede di aggiornamento del Patto di stabilità e crescita europeo. Evidenzia poi che il disegno di legge di stabilità comporta esclusivamente un impatto sul saldo netto da finanziare, pari ad 1 miliardo nel 2011, 3 miliardi nel 2012 e 9,5 miliardi nel 2013, derivante – sulla base di quanto esposto nella Nota tecnico-illustrativa al provvedimento – da alcune rimodulazioni della parte tabellare concernenti il Fondo aree sottoutilizzate ed il finanziamento della quota nazionale del Fondo di rotazione per le politiche comunitarie.
Per quanto concerne le disposizioni di interesse della XI Commissione, nell’ambito dell’articolo unico che compone il provvedimento, segnala i commi da 2 a 4, riguardanti gli importi da trasferire all’INPS da parte dello Stato. Rileva che il comma 2 determina l’adeguamento, per l’anno 2011, dei trasferimenti dovuti dallo Stato alla GIAS (Gestione degli interventi assistenziali e di sostegno alle gestioni previdenziali), a favore di alcune specifiche gestioni pensionistiche, quali il Fondo pensioni lavoratori dipendenti (FPLD), la Gestione dei lavoratori autonomi, la Gestione speciale minatori e l’ENPALS. Al riguardo, ricorda brevemente che la GIAS è stata istituita presso l’INPS, nel 1989, ai fini della progressiva separazione tra previdenza e assistenza e della correlativa assunzione a carico dello Stato delle spese relative a quest’ultima. È a carico della GIAS una quota parte delle pensioni erogate dal Fondo pensioni lavoratori dipendenti (FPLD), dalla gestione dei lavoratori autonomi, dalla gestione speciale minatori e dall’ENPALS. La somma a ciò destinata è incrementata annualmente, con la legge finanziaria, in base alla variazione – maggiorata di un punto percentuale – dell’indice nazionale annuo dei prezzi al consumo per le famiglie degli operai e degli impiegati calcolato dall’ISTAT. A decorrere dal 1997 è stato previsto un ulteriore trasferimento dello Stato alle gestioni pensionistiche, in favore del Fondo pensioni dei lavoratori dipendenti, della gestione artigiani e della gestione esercenti attività commerciali, incrementato annualmente in base ai medesimi criteri sopra indicati.
Mette in evidenza che gli incrementi dei trasferimenti disposti per il 2011, ai sensi di quanto contenuto nell’Allegato 2 al disegno di legge in esame, pari complessivamente a 542,07 milioni di euro, sono determinati, nella misura di 434,67 milioni di euro, in favore del Fondo pensioni lavoratori dipendenti (FPLD), delle gestioni dei lavoratori autonomi, della gestione speciale minatori e dell’ENPALS; e nella misura di 107,40 milioni di euro in favore del Fondo pensioni lavoratori dipendenti (ad integrazione) e delle gestioni artigiani ed esercenti attività commerciali. Pertanto, come previsto dal successivo comma 3, gli importi complessivamente dovuti dallo Stato per l’anno 2011 sono determinati in 18,55 miliardi di euro (per l’anno 2010 l’importo era stato di 18.12 miliardi di euro) in favore del Fondo pensioni lavoratori dipendenti (FPLD), delle gestioni dei lavoratori autonomi, della gestione speciale minatori e dell’ENPALS. Di tale importo 787,29 milioni sono dovuti ad integrazione annuale degli oneri di pensione per i coltivatori diretti, i mezzadri e i coloni, 2,78 milioni di euro sono dovuti per la gestione previdenziale speciale minatori e 64,57 milioni sono dovuti per l’ENPALS. Gli importi complessivamente dovuti dallo Stato per l’anno 2011 in favore del Fondo pensioni lavoratori dipendenti (FPLD) (ad integrazione) e delle gestioni artigiani ed esercenti attività commerciali sono invece determinati in 4,58 miliardi di euro (per l’anno 2010 l’importo era stato di 4,47 miliardi di euro).
Infine, osserva che il comma 4 prevede l’utilizzo di specifiche risorse, individuate anch’esse dall’Allegato 2, ai fini del finanziamento dei maggiori oneri a carico della Gestione per l’erogazione delle pensioni, assegni e indennità agli invalidi civili, ciechi e sordomuti, valutati in 462 milioni di euro per il 2009 ed in 120 milioni di euro per il 2010.
Per quanto attiene alle tabelle allegate al disegno di legge di stabilità, fa presente che nella tabella A (Fondo speciale di parte corrente, per la copertura degli oneri di parte corrente derivanti da provvedimenti legislativi che si prevede possano essere approvati nel triennio) non vi sono stanziamenti per il 2011 relativamente al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, mentre per gli anni 2012 e 2013 è previsto uno stanziamento di 40 milioni di euro per ciascun anno. Osserva che nella relazione illustrativa si specifica come l’accantonamento in questione sia preordinato all’applicazione delle sentenze della Corte costituzionale nn. 306 del 2008 e 11 del 2009, che hanno dichiarato illegittime le norme che, per gli stranieri extracomunitari, escludono il riconoscimento dell’indennità di accompagnamento e della pensione di inabilità, nel caso in cui non sussistano specifici requisiti di reddito, nonché per gli oneri derivanti dalla proposta di legge n. 2424 – primo firmatario Antonino Foti, licenziata dalla Commissione per l’Assemblea lo scorso 6 ottobre – la quale prevede una serie di interventi per il sostegno dei lavoratori che, fruendo dei trattamenti di sostegno al reddito in seguito alla perdita del posto di lavoro, abbiano intenzione di avviare un’attività d’impresa.
Rileva che nella medesima Tabella A, relativamente al Ministero dell’economia e delle finanze, è inoltre previsto uno stanziamento pari a 74,55 milioni di euro per il 2012 e a 122,65 milioni di euro per il 2013, mentre non sono previsti stanziamenti per il 2011. Nella relazione illustrativa si specifica come l’accantonamento in questione sia preordinato a una pluralità di interventi, tra cui figurano l’adozione dei provvedimenti attuativi del cosiddetto «collegato lavoro» (A.C. 1441-quater-F, approvato in via definitiva dalla Camera dei deputati il 19 ottobre 2010 e in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale) e l’approvazione del progetto di legge recante norme in favore dei lavoratori che assistono familiari gravemente disabili (A.S. 2206, attualmente all’esame della Commissione Lavoro del Senato e già approvato dalla Camera dei deputati il 19 maggio 2010, in un testo risultante dall’unificazione delle proposte di legge n. 82 e abbinate). Infine, sempre nella Tabella A, relativamente al Ministero della difesa, è previsto uno stanziamento pari a 5 milioni di euro per il 2012 e il 2013, mentre non sono previsti stanziamenti per il 2011. Nella relazione illustrativa si specifica come l’accantonamento in questione sia anch’esso preordinato al «collegato lavoro».
Fa presente che nella tabella B (Fondo speciale in conto capitale, per la copertura degli oneri in conto capitale derivanti da provvedimenti legislativi che si prevede possano essere approvati nel triennio) non sono previsti stanziamenti relativamente al Ministero del lavoro e delle politiche sociali per gli anni 2011 e 2012, mentre per l’anno 2013 è previsto uno stanziamento di 50 milioni di euro. Nella relazione illustrativa si evidenzia che tale stanziamento è preordinato per la stabilizzazione dei lavoratori impiegati in attività socialmente utili nella città di Napoli.
Segnala che la tabella C reca una serie di stanziamenti relativi a disposizioni di legge la cui quantificazione annua è demandata alla legge finanziaria. In particolare, per quanto concerne i provvedimenti di interesse per il bilancio di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, si segnalano gli stanziamenti relativi alla vigilanza sui fondi pensione (di cui all’articolo 13 della legge n. 335 del 1995, di riforma del sistema pensionistico obbligatorio e complementare); per la formazione professionale (di cui all’articolo 80, comma 4, della legge n. 448 del 1998 e all’articolo 1, comma 1163, della legge n. 296 del 2006); per il funzionamento della Commissione di garanzia per l’attuazione della legge sullo sciopero dei servizi pubblici essenziali; e, infine, per il fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità (di cui all’articolo 19, comma 3, del decreto legge n. 223 del 2006).
Fa notare che la tabella D, che reca i definanziamenti delle autorizzazioni di spesa della sola parte corrente, non reca norme incidenti sullo stato di previsione a legislazione vigente del Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
Segnala che la tabella E, che accorpa i dati delle precedenti Tabelle D, E (per le spese di conto capitale) ed F, reca il rifinanziamento di 8 milioni di euro, per il solo 2011, del Fondo per l’occupazione (di cui all’articolo 1, comma 7, della legge n. 236 del 1993).
Con riferimento al bilancio di previsione per il 2011 e al bilancio pluriennale per il triennio 2011-2013, ricorda che la XI Commissione è chiamata ad esaminare, per le parti di competenza, lo stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali (Tabella n. 4) e, con riferimento a specifiche e limitate voci, anche lo stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze (Tabella n. 2).
Per quanto riguarda lo stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali (Tabella n. 4), fa notare che nella Nota integrativa si osserva innanzitutto che le misure adottate dal Governo sul contenimento delle spese in materia di pubblico impiego hanno determinato l’attuazione di «un modello organizzativo in grado di migliorare gli standard di efficienza, attraverso la semplificazione e la reingegnerizzazione dei processi». L’Amministrazione, quindi, si trova, in prospettiva di una razionalizzazione della spesa pubblica e di una maggiore efficienza dell’azione amministrativa, nella necessità di provvedere, nel prossimo triennio, alla revisione dei propri modelli organizzativi, anche attraverso la costruzione di poli logistici integrati, al fine di gestire in modo integrato le funzioni e le prestazioni erogate dal Ministero e dagli enti previdenziali ed assicurativi. Riguardo l’attuazione delle politiche, la Nota evidenzia l’intenzione del Ministero di programmare la propria azione promuovendo una «crescita inclusiva», rafforzando la governance sugli enti territoriali per lo sviluppo della domanda occupazionale. Allo stesso tempo, sono stati previsti interventi di sostegno al reddito, nonché misure per lo sviluppo delle opportunità di lavoro, avendo particolare riguardo alle donne ed ai giovani. Oltre a ciò l’Amministrazione ha svolto un’attività di mediazione tra le parti sociali nelle vertenze collettive di lavoro, ha sviluppato percorsi di formazione professionale, ha pianificato azioni di contrasto del lavoro irregolare attraverso un potenziamento dell’attività ispettiva, ha previsto misure di sostentamento delle pensioni, nonché di vigilanza sulla sostenibilità finanziaria del sistema pensionistico obbligatorio. Infine, l’Amministrazione ha predisposto misure di contrasto alla povertà ed ogni altra forma di emarginazione: in tale ambito è stato considerato particolarmente importante il ruolo del terzo settore, che il Ministero intende valorizzare.
Rileva che, per quanto attiene più specificamente agli aspetti organizzativi, la Nota sottolinea che le riduzioni intervenute sulle dotazioni finanziarie in applicazione dei decreti-legge n. 112 del 2008 e n. 78 del 2010 hanno sollecitato un ammodernamento della struttura amministrativa, al fine di conseguire maggiore efficacia dell’azione amministrativa nei confronti dei cittadini. Al riguardo, evidenzia come il contenimento dei costi fissi amministrativi ed una riallocazione delle risorse umane e finanziarie comporti una generale riqualificazione delle politiche e delle funzioni. Ciò ha portato all’elaborazione di uno schema di regolamento di organizzazione del Ministero, deliberato in via preliminare dal Consiglio dei ministri il 20 maggio 2010 (ma non ancora emanato in via definitiva) che, ottemperando alle disposizioni di cui all’articolo 74 del decreto-legge n. 112 del 2008, riduce le dotazioni organiche della dirigenza di livello generale e non, attraverso una revisione dei centri di responsabilità amministrativa ed una riconfigurazione dell’articolazione degli uffici presenti nel territorio. L’amministrazione, inoltre, con il decreto ministeriale 31 marzo 2010, ha operato una diversa articolazione di alcune strutture di primo livello, al fine dell’adeguamento dell’apparato ai richiamati interventi normativi.
Osserva che nello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali (Tabella n. 4) le due principali Missioni riguardanti il settore del lavoro e della previdenza sociale sono la numero 25 (Politiche previdenziali) e la numero 26 (Politiche per il lavoro). In tale ambito segnala, in particolare, i Programmi «Previdenza obbligatoria e complementare, sicurezza sociale» (25.3), «Politiche attive e passive del lavoro» (26.6), «Politiche di regolamentazione in materia di rapporti di lavoro (26.8) e «Servizi e sistemi informativi per il lavoro» (26.10) e «Servizi territoriali per il lavoro» (26.11). Altre Missioni di interesse sono la numero 24 (Diritti sociali, politiche sociali e famiglia), la numero 27 (Immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti), la numero 32 (Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche) e la numero 33 (Fondi da ripartire).
Sottolinea che le previsioni di spesa in termini di competenza dello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali nell’esercizio finanziario 2011 risultano complessivamente pari a 80,14 miliardi di euro, di cui 79,2 miliardi per spese correnti e 935 milioni per spese in conto capitale. La consistenza dei residui passivi presunti al 1o gennaio 2010 è stata valutata complessivamente in 5,97 miliardi di euro, di cui 4,44 miliardi di parte corrente e 1,53 miliardi in conto capitale. A fronte di una previsione assestata 2010 pari a 9,6 miliardi di euro (di cui 6,17 di parte corrente e 3,42 in conto capitale) è stato proposto un decremento pari a 1.9 miliardi di euro (di cui 1,37 di parte corrente e 0,52 in conto capitale), per cui l’importo per il 2011 è pari a 7,7 miliardi di euro, di cui 4,8 di parte corrente e 2,9 in conto capitale.
Passando alle più significative variazioni di bilancio, segnala, nell’ambito della Missione n. 25 (Politiche previdenziali), il Programma 25.3 (Previdenza obbligatoria e complementare, sicurezza sociale – trasferimenti agli enti ed organismi interessati), che presenta, con una previsione assestata per il 2010 di 53,9 miliardi ed una riduzione di 3,67 miliardi, una previsione di 50,22 miliardi di euro per il 2011, di 51,3 per il 2012 e di 51,61 per il 2013.
Nell’ambito del macroaggregato «Interventi» evidenzia, in particolare, i seguenti capitoli di spesa: il cap. 4331, recante «Finanziamento degli istituti di patronato e di assistenza sociale», che a fronte di una previsione assestata 2010 di 494,34 milioni di euro, presenta una riduzione di 206,76 milioni di euro, con la conseguente previsione per il 2010 di 287,58 milioni di euro; il cap. 4339, recante «Somme da trasferire all’INPS a titolo di anticipazioni di bilancio sul fabbisogno finanziario delle gestioni previdenziali nel loro complesso», che a fronte di un previsione assestata 2010 di 1,31 miliardi, presenta una riduzione di 437 milioni di euro, con la conseguente previsione per il 2011 di 874,37 milioni di euro; il cap. 4351, recante «Quote di mensilità di pensione a carico della gestione degli interventi assistenziali di sostegno alle gestioni previdenziali da finanziarsi dallo Stato», che a fronte di un previsione assestata 2010 di 16,5 miliardi di euro, presenta un incremento di 716 milioni di euro, con la conseguente previsione per il 2011 di 17,22 miliardi di euro; il cap. 4356, recante «Rivalutazione delle pensioni e altri oneri previdenziali», che a fronte di una previsione assestata 2010 di 3,16 miliardi di euro, presenta una riduzione di 756,8 milioni di euro, per cui la previsione per il 2011 è di 2,41 miliardi di euro; il cap. 4364, recante «Agevolazioni contributive, sottocontribuzioni ed esoneri», che a fronte di una previsione assestata 2010 di 12,44 miliardi di euro, presenta un aumento di 233 milioni di euro, per cui la previsione per il 2011 è di 12,67 miliardi di euro.
Nell’ambito della Missione n. 26 (Politiche per il lavoro) si sofferma, quindi, sui Programmi «Politiche attive e passive del lavoro» (26.6), «Politiche di regolamentazione in materia di rapporti di lavoro (26.8) e «Servizi e sistemi informativi per il lavoro» (26.10) e «Servizi territoriali per il lavoro» (26.11). Il programma 26.6 (Politiche attive e passive del lavoro), a fronte di una previsione assestata 2010 pari a 4,76 miliardi di euro, presenta un riduzione di 472 milioni di euro, per cui la previsione 2011 risulta pari a 4,29 miliardi di euro. Il programma 26.8 (Politiche di regolamentazione in materia di rapporti di lavoro), a fronte di una previsione assestata 2010 pari a 53,92 milioni di euro, presenta un incremento di 32,22 milioni di euro, per cui la previsione 2011 è pari a 21,69 milioni di euro. Il programma 26.10 (Servizi e sistemi informativi per il lavoro), a fronte di una previsione assestata 2010 pari a 69,70 milioni di euro, presenta una riduzione di 44,82 milioni di euro, per cui la previsione 2011 è pari a 24,88 milioni di euro. Il programma 26.11 (Servizi territoriali per il lavoro), infine, a fronte di una previsione assestata 2010 pari a 313,63 milioni di euro, presenta una riduzione di 19,17 milioni di euro, per cui la previsione 2011 è pari a 294,45 milioni di euro.
Nell’ambito della Missione n. 24 (Diritti sociali, politiche sociali e famiglia), segnala il programma 24.12 (Trasferimenti assistenziali a enti previdenziali, finanziamento nazionale spesa sociale, promozione e programmazione politiche sociali, monitoraggio e valutazione interventi), che a fronte di una previsione assestata 2010 pari a 24,99 miliardi di euro, prevede un incremento di 163,27 milioni di euro, per cui la previsione 2011 è di 25.16 miliardi di euro.
Nell’ambito della Missione n. 27 (Immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti), pone in evidenza il programma 27.6 (Flussi migratori per motivi di lavoro e politiche di integrazione sociale delle persone immigrate), che a fronte di una previsione assestata 2010 pari a 16,32 milioni di euro, prevede una riduzione di 14,54 miliardi di euro, per cui la previsione 2011 è di 1,79 milioni di euro.
Per quanto riguarda, infine, le parti di interesse della XI Commissione all’interno dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze (Tabella n. 2), sottopone all’attenzione della Commissione i seguenti programmi: nell’ambito della Missione n. 17 (Diritti sociali, politiche sociali e famiglia) i programmi 24.5 (Protezione sociale per particolari categorie), 24.6 (Garanzia dei diritti dei cittadini), 24.7 (Sostegno alla famiglia), e 24.8 denominato (Promozione e garanzia dei diritti e delle pari opportunità); nell’ambito della Missione n. 18 (Politiche previdenziali), il programma 25.2 (Previdenza obbligatoria e complementare, sicurezza sociale – trasferimenti agli enti ed organismi interessati); infine, nell’ambito della Missione n. 19 (Politiche per il lavoro), il programma 26.2 (Infortuni sul lavoro).
In conclusione, dichiara di attendere gli spunti e gli elementi di riflessione che potranno provenire dal dibattito.
Amalia SCHIRRU (PD) chiede chiarimenti in ordine al riferimento che il relatore ha effettuato circa i fondi da destinare al testo unificato delle proposte di legge A.C. 82 e abbinate, relative al pensionamento anticipato per i familiari che assistono disabili, paventando il rischio che i lavori della competente Commissione del Senato possano essere bloccati per carenza di idonea copertura finanziaria.
Silvano MOFFA, presidente, osserva che i fondi per la copertura del provvedimento appena segnalato, già approvato dalla Camera, sono correttamente richiamati all’interno dei documenti di bilancio; ritiene, pertanto, che sull’argomento non sussistano particolari problemi, dovendo la competente Commissione del Senato soltanto attendere l’espressione del parere da parte della Commissione Bilancio, che – sulla base delle risorse indicate – non dovrebbe incontrare difficoltà nel concludere l’iter in termini positivi.
Elisabetta RAMPI (PD) esprime forti perplessità sul disegno di legge di stabilità per il 2011, sia per ragioni di metodo che di merito. Soffermandosi sul metodo, stigmatizza la decisione del Governo di assumere tale provvedimento nell’arco di pochi minuti e, peraltro, ancor prima che fosse concluso l’esame della decisione di finanza pubblica presso il Senato: giudica quest’ultimo un pericoloso precedente, potenzialmente suscettibile di minare alla base i principi costituzionali nonché le prerogative del Parlamento e ritiene grave che il Governo abbia già annunciato l’intenzione di porre la fiducia sul provvedimento, manifestando in modo palese la sua volontà di comprimere la discussione sulle materie economico-finanziarie. Del resto, la poca fiducia nel dialogo da parte della maggioranza, a suo avviso, è testimoniata dalla ridottissima presenza alla seduta odierna dei deputati appartenenti ai gruppi che sostengono il Governo, a differenza di quanto avviene da parte dell’opposizione.
Entrando poi nel merito del provvedimento, esprime una profonda preoccupazione per la politica dei tagli che traspare dai documenti di bilancio in esame, suscettibile di determinare una diminuzione dei servizi a livello locale ed un decremento degli investimenti nei settori economici strategici (come quelli della scuola e dell’università), con conseguente stagnazione a livello economico e crescita del disagio sociale. Riterrebbe indispensabile, al contrario, intraprendere un’ azione straordinaria di abbattimento del debito nonché una riforma fiscale seria – non quella demagogica ed irrealistica annunciata dal Governo – volta a prevedere un decremento di tasse per il lavoro e l’impresa a cui corrisponda un incremento per le rendite finanziarie e patrimoniali. Occorre, a suo avviso, invertire la rotta sul versante dello sviluppo delle innovazioni tecnologiche, della ricerca e delle infrastrutture, ponendo al centro dell’agenda politica il lavoro, attraverso una estensione dei termini di efficacia della CIG e dell’ambito di applicazione degli strumenti di sostegno al reddito, a favore dei giovani precari. Constata con amarezza, al contrario, che il Governo in carica dimostra poca attenzione su tali tematiche, come testimonia la recente approvazione del provvedimento collegato alla manovra di finanza pubblica in materia di lavoro, vera e propria «controriforma» suscettibile di ridurre il grado delle tutele per i lavoratori.
In conclusione, ritiene che il provvedimento in esame riveli lo spirito demagogico del Governo in carica, che, attraverso la voce dei suoi ministri e del Presidente del Consiglio, parla di misure pensate per un sostegno all’intera collettività, ma, in concreto, si preoccupa di colpire soltanto le fasce sociali più deboli e disagiate, attraverso una politica di riduzione delle risorse che incide, infatti, sulla pubblica amministrazione, sul sistema previdenziale e sull’occupazione delle donne.
Lucia CODURELLI (PD), nel riservarsi di approfondire i dati esposti dal relatore, si associa alle considerazioni svolte dal deputato Rampi, chiedendo chiarimenti in ordine allo stanziamento previsto dal Governo in materia di politiche sociali e per il lavoro, dal momento che, da una prima lettura dei documenti, sembrerebbe desumersi, a suo avviso, una pericolosa riduzione di risorse, coincidente con quella già prevista per il 2010. Manifesta, pertanto, preoccupazione per le ripercussioni che tale politica dei tagli potrà determinare sullo sviluppo delle politiche per le categorie disagiate, in particolare per i giovani e per le donne, valutate sempre più penalizzate in materia di conciliazione e pari opportunità sul lavoro. A dispetto di quanto deliberato dalla Commissione in ordine ad un atto di indirizzo formulato sulla materia, l’Esecutivo dimostra di non voler puntare sulle politiche di genere in vista di un rilancio del sistema economico italiano, relegando le donne ad un ruolo subordinato nella società.
Esprime, da ultimo, il proprio rammarico per il metodo di lavoro intrapreso dal Governo, che ha, in sostanza, imposto un provvedimento all’intera maggioranza, annunciando peraltro in anticipo di voler comprimere l’esame parlamentare ponendo la questione di fiducia.
Cesare DAMIANO (PD), nel riservarsi di approfondire gli elementi introduttivi forniti dal relatore, intende da subito esprimere perplessità in ordine alla parte del provvedimento concernente la missione sulle politiche previdenziali, dalla quale sembra potersi desumere una netta diminuzione di risorse. Giudica tale trend finanziario – confermato ieri in Commissione dallo stesso presidente dell’INPS, che ha parlato di una inversione di tendenza nel campo delle entrate previdenziali – molto pericoloso per il mantenimento dello Stato sociale. Fa riferimento, in proposito, a misure pericolose introdotte «a colpi di decreto» e ritenute suscettibili di mettere a repentaglio la posizione previdenziale dei lavoratori anche in presenza di una contribuzione effettiva di 40 anni e di una situazione di mobilità: si smentisce in modo forte, pertanto, quanto declamato da alcuni esponenti della maggioranza all’inizio della legislatura, quando addirittura si parlò di valutare la possibilità di compiere una indicizzazione delle pensioni, tenuto conto del costo della vita. Nei fatti, a suo avviso, il Governo dimostra unicamente di voler puntare a risparmi di gestione, senza preoccuparsi di salvaguardare le posizioni previdenziali dei soggetti più a rischio.
In conclusione, intende soffermarsi su profili di opportunità politica, ponendo in evidenza come l’inizio del dibattito su una materia delicata come quella in esame sia segnato dalla quasi totale assenza di deputati dei gruppi di maggioranza: auspica, al riguardo, che la presidenza si faccia carico di richiamare tali parlamentari ad un maggiore impegno in Commissione, in prospettiva di un confronto più serio ed equilibrato tra i gruppi.
Silvano MOFFA, presidente, ritiene condivisibile l’osservazione svolta da ultimo dal deputato Damiano, convenendo sulla scarsa partecipazione di taluni esponenti della maggioranza alle sedute della Commissione. Si tratta, a suo avviso, di un comportamento da stigmatizzare con forza, che rientra in un malcostume particolarmente ricorrente nelle ultime legislature, a prescindere dal «colore» delle diverse maggioranze succedutesi al Governo. Dichiara, pertanto, che sarà sua cura richiamare i componenti dei gruppi della maggioranza in Commissione ad un comportamento consono alla loro funzione.
Lucia CODURELLI (PD), intervenendo per una precisazione, fa notare che il suo gruppo ha sempre partecipato attivamente ai lavori della Commissione, anche nelle passate legislature.
Silvano MOFFA, presidente, fa presente di aver espresso una considerazione personale, alla luce della sua precedente esperienza parlamentare maturata presso un’altra Commissione, non intendendo in alcun modo fare riferimento ai componenti dei gruppi di opposizione della XI Commissione. Intende, in ogni caso, assicurare che – a prescindere dal grado di partecipazione alle sedute – la maggioranza presta la massima attenzione al contributo offerto nel merito dei provvedimenti dai gruppi di minoranza, nella consapevolezza che il Parlamento sia prima di tutto un luogo di confronto civile e democratico, da valorizzare e sostenere.
Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia, quindi, il seguito dell’esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 11.45.
SEDE REFERENTE
Mercoledì 20 ottobre 2010. – Presidenza del presidente Silvano MOFFA.
La seduta comincia alle 9.35.
Disposizioni concernenti la sospensione e la revoca del trattamento pensionistico per i soggetti sottoposti a misure restrittive della libertà personale o condannati per reati di terrorismo o di criminalità organizzata.
C. 3541 Fedriga.
(Seguito dell’esame e rinvio).
La Commissione prosegue l’esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta di ieri.
Silvano MOFFA, presidente, comunica che sono pervenuti i pareri delle competenti Commissioni sul nuovo testo del provvedimento in titolo, come risultante dagli emendamenti approvati: la I Commissione ha espresso parere favorevole con condizioni, la V Commissione ha espresso parere favorevole con condizioni e osservazione, mentre la II Commissione e la XII Commissione hanno espresso parere favorevole con osservazioni.
Avverte pertanto che il relatore, in accoglimento dei rilievi posti nei citati pareri, ha predisposto taluni emendamenti riferiti al nuovo testo del progetto di legge (vedi allegato).
Massimiliano FEDRIGA (LNP), relatore, illustra sinteticamente le proprie proposte emendative, rilevando che gli emendamenti 1.100 e 2.100 sono stati predisposti per recepire alcune osservazioni formulate nel parere della II Commissione, mentre l’emendamento 1.101 è diretto ad accogliere gli analoghi rilievi posti nei pareri della I e della II Commissione. Quanto al profilo della omogeneità di definizione tra il comma 1 e il comma 3 dell’articolo 1, fa presente di avere presentato l’emendamento 1.102, che dovrebbe essere in grado di accogliere i conformi rilievi formulati dalla I e dalla XII Commissione nei rispettivi pareri; al contempo, l’emendamento 2.101 è finalizzato a rispondere alle questioni sollevate dalla stessa I Commissione in ordine all’articolo 2. Segnala, infine, che il suo emendamento 3.100 intende recepire la condizione posta dalla V Commissione per assicurare il rispetto dell’articolo 81, quarto comma, della Costituzione, rilevando con favore che il parere espresso da tale Commissione ha chiaramente escluso la possibilità che il provvedimento in esame possa recare oneri per il bilancio dello Stato.
Marialuisa GNECCHI (PD) osserva, in premessa, che il suo gruppo ha preso atto a malincuore della compressione dei tempi di esame impressa dalla presidenza nella seduta di ieri, a fronte di una richiesta di maggiore approfondimento proveniente dall’opposizione: ciò, tuttavia, non ha impedito di svolgere una interlocuzione informale con taluni gruppi di maggioranza in vista del raggiungimento di un possibile punto di mediazione. Entrando nel merito del provvedimento, nel riconoscere che al testo sono stati apportati significativi miglioramenti, fa notare che le ulteriori misure introdotte dal relatore non aggiungerebbero molto rispetto a quanto già previsto dall’ordinamento vigente. In proposito, infatti, rileva che l’INPS già provvede a svolgere gli accertamenti necessari a identificare eventuali posizioni previdenziali controverse e, eventualmente, a revocare le prestazioni fondate su rapporti di lavoro fittizi: ciò, in sostanza, renderebbe, di fatto, meramente rafforzativo di un sistema di controllo già esistente quanto previsto dal provvedimento in questione.
Al fine di sgombrare il campo da eventuali equivoci, che potrebbero sorgere in una materia delicata come quella in esame, intende in ogni caso precisare che il suo gruppo non può che schierarsi a favore di qualsiasi misura tesa a negare prestazioni previdenziali o assistenziali nei confronti di soggetti condannati per reati di terrorismo o di criminalità organizzata. Soffermandosi sull’articolo 2 del provvedimento, ritiene peraltro necessario che la Commissione rifletta sull’esigenza di evitare che i familiari dei soggetti condannati – qualora non siano coinvolti in alcun illecito penale – vengano colpiti seppur indirettamente da tali provvedimenti di revoca dei trattamenti previdenziali o assistenziali, soprattutto laddove il soggetto condannato, destinatario di tali misure, sia l’unico percettore di reddito all’interno del nucleo familiare.
In conclusione, auspica che i gruppi possano tornare a dialogare sul provvedimento con serenità e pacatezza, senza inutili forzature o accelerazioni dell’iter.
Maria Grazia GATTI (PD), nell’associarsi alle considerazioni testé espresse, invita la Commissione a riflettere sull’opportunità di introdurre una modifica al testo, affinché siano rispettati gli ambiti di competenza degli organi chiamati ad intervenire sulla materia. Si riferisce, in particolare, all’esigenza di rimettere all’INPS la decisione definitiva della revoca dei trattamenti previdenziali o assistenziali, eventualmente a seguito dell’accertamento in sede giudiziaria e di una comunicazione specifica rivolta dallo stesso giudice all’Istituto previdenziale. Ritiene che tale soluzione potrebbe rafforzare il sistema di controllo già previsto dall’ordinamento, senza stravolgerne l’impianto complessivo. Al fine di accogliere una precisa condizione espressa dalla I Commissione, che non sembra sia stata recepita dal relatore con gli emendamenti presentati, evidenzia la necessità di individuare nel testo in modo tassativo e certo quali trattamenti possano essere revocati in presenza di una responsabilità penale, sollecitando anche un riflessione circa le sorti della posizione assicurativa del condannato, una volta scontata la pena.
Ivano MIGLIOLI (PD) stigmatizza, in primo luogo, l’atteggiamento della presidenza che, oltre ad avere impresso una accelerazione innaturale all’esame del provvedimento, ha di recente reso difficoltoso il confronto in Commissione, ad esempio in ordine al provvedimento collegato alla manovra di finanza pubblica in materia di lavoro, laddove ha espresso discutibili valutazioni sull’ammissibilità di taluni emendamenti presentati dall’opposizione. In proposito, ritiene necessario assicurare un andamento dei lavori che sia il più possibile rispettoso dei diritti delle minoranze, al fine di garantire un confronto serio e pacato che possa contribuire alla qualità dei testi legislativi esaminati.
Entrando nel merito del provvedimento, fa notare al relatore che un atteggiamento meno ideologico sulla materia avrebbe garantito un esito più favorevole e sollecito dell’iter di esame, considerato, peraltro, che nessun componente della Commissione potrebbe dichiararsi a favore del riconoscimento di trattamenti previdenziali maturati illecitamente. Si tratta, a suo avviso, semplicemente di intervenire sul testo al fine di migliorarlo e renderlo compatibile con i principi costituzionali, recependo in modo pieno le osservazioni e le condizioni espresse dalle Commissioni in sede consultiva, soprattutto in presenza di una indeterminatezza delle fattispecie e di una inefficace tutela dei familiari superstiti dei soggetti condannati.
In conclusione, pur a fronte di talune significative modifiche migliorative, ritiene il testo in esame ancora inadeguato, auspicando che l’esame del provvedimento possa proseguire nei tempi ritenuti necessari, in vista dell’elaborazione di un progetto di legge condiviso.
Giuliano CAZZOLA (PdL) osserva che il testo del provvedimento in esame, a seguito dell’approvazione di diversi emendamenti, non è più quello iniziale, poiché è stato ampiamente corretto anche grazie alla forte disponibilità del relatore. Nel rilevare che tale testo, pertanto, non contiene nulla di ideologico, fa notare come esso stia per essere ulteriormente migliorato sulla base delle condivisibili proposte emendative presentate dallo stesso relatore.
Sottolinea, quindi, che sul piano tecnico non sembrano sussistere i problemi segnalati dai deputati sinora intervenuti, i quali, peraltro, nella giornata di ieri – nel corso della discussione in Assemblea del provvedimento collegato alla manovra di finanza pubblica, definitivamente approvato dalla Camera – hanno, a suo avviso, fatto i «buchi nella schiena» al relatore, sostenendo che i giudici devono essere gli unici competenti a tutelare i diritti dei lavoratori. Giudica tale circostanza alquanto bizzarra, se è vero che oggi gli stessi deputati sostengono che un diritto fondamentale come la pensione è revocabile in via amministrativa: fa presente, infatti, che non è l’INPS a poter pronunciare una parola definitiva su qualsiasi tipo di trattamento pensionistico, bensì il giudice, chiamato a dirimere le eventuali controversie che insorgano tra il lavoratore e l’ente previdenziale competente.
Segnalato, poi, che le polemiche circa il ruolo dei familiari appaiono deboli, considerato che il provvedimento in esame si limita ai soli trattamenti assistenziali, che non sono – per loro natura – suscettibili di essere trasferiti ai parenti, ritiene che un ulteriore tentativo di intesa tra i gruppi sul merito della proposta di legge possa essere rappresentato dalla possibile esclusione, dall’ambito di applicazione del provvedimento, delle prestazioni assistenziali che derivano da infermità.
In conclusione, manifesta il proprio stupore per l’atteggiamento assunto sull’argomento da taluni gruppi di opposizione, considerato anche che gli stessi gruppi si accingono ad approvare in maniera entusiastica in Assemblea un provvedimento, il cui esame è stato concluso serenamente dalla XI Commissione, relativo all’esclusione dei familiari superstiti condannati per omicidio del pensionato o dell’iscritto a un ente di previdenza dal diritto alla pensione di reversibilità o indiretta.
Ivano MIGLIOLI (PD), intervenendo per una precisazione, fa notare che nessun rappresentante del suo gruppo ha mai pensato di fare i «buchi nella schiena» al relatore nel corso della discussione in Assemblea del provvedimento collegato alla manovra di finanza pubblica. Giudica, pertanto, le dichiarazioni testé rese dal deputato Cazzola lesive della reputazione dei gruppi di opposizione e non consone ad un confronto parlamentare, pur comprendendo la posizione difficile di colui che, di fatto, è costretto a difendere da solo i provvedimenti della maggioranza.
Giulio SANTAGATA (PD) dichiara di non comprendere la ratio dei primi due articoli del provvedimento, laddove sembrerebbe riconoscersi ai soggetti condannati per reati gravissimi un trattamento più favorevole rispetto a quello riservato ai loro familiari, in tema di revoca dei trattamenti previdenziali.
Giuliano CAZZOLA (PdL), in relazione alle diverse precisazioni appena svolte, fa notare anzitutto che i primi due articoli del provvedimento seguono una logica coerente e razionale, sviluppando quei principi già indicati nel suo intervento; tiene, altresì, a rimarcare che, con le sue espressioni precedenti, non intendeva offendere nessuno, tanto meno i deputati del gruppo del Partito Democratico.
Giovanni PALADINI (IdV) giudica condivisibile il provvedimento in esame, che ritiene possa fornire alla magistratura uno strumento aggiuntivo nella lotta contro la criminalità organizzata, nel presupposto fondamentale che non si possano riconoscere trattamenti previdenziali maturati illegittimamente. Ritiene peraltro che il provvedimento, che regolamenta una fattispecie molto specifica, potrà essere significativamente migliorato e reso compatibile con la Carta costituzionale, anche alle luce dei pareri resi dalle competenti Commissioni, meritando per questo il pieno sostegno di tutti i gruppi. Quanto alla questione posta dall’articolo 2 in materia di familiari superstiti, fa notare che si tratta di un falso problema, dal momento che il reato di favoreggiamento, in base al codice penale vigente, non può essere imputato ai familiari, se non in presenza di condizioni molto specifiche e circoscritte.
Silvano MOFFA, presidente, avverte che è imminente l’inizio dei lavori dell’Assemblea e che risultano ancora iscritti a parlare numerosi deputati. Avendo, peraltro, compreso che sul provvedimento in titolo, anche alla luce degli emendamenti proposti dal relatore, potrebbe crearsi un clima favorevole, in grado di superare atteggiamenti di pregiudiziale ostilità, ritiene utile prospettare alla Commissione l’opportunità di approfondire con maggiore serenità i residui elementi di riflessione. Poiché, dunque, il provvedimento risulta iscritto nel calendario dei lavori dell’Assemblea – ove concluso dalla Commissione – per il prossimo 26 ottobre e atteso che i tempi di esame del testo saranno a breve condizionati dall’avvio della discussione dei documenti di bilancio in Commissione, rappresenta l’esigenza di comunicare tale situazione al Presidente della Camera, indicando una possibile soluzione alternativa, che auspica possa essere condivisa da tutti i gruppi.
In tal senso, nel prendere atto che la Commissione non è nelle condizioni di deliberare sul conferimento del mandato al relatore prima dell’assegnazione dei documenti di bilancio, con ciò determinando l’impossibilità (ai sensi dell’articolo 119, comma 6, del Regolamento) di riconvocare la Commissione stessa prima della conclusione dell’esame di tali documenti e, dunque, di rispettare la data fissata dal calendario dei lavori dell’Aula, propone di concludere l’esame in sede referente del provvedimento – con la votazione degli emendamenti del relatore e la deliberazione sul conferimento del mandato – nella mattina di mercoledì 27 ottobre, dopo la votazione di competenza sui documenti di bilancio, in modo da poter riferire all’Assemblea già nel pomeriggio dello stesso mercoledì 27 ottobre. Fa presente, peraltro, che tale proposta non comprometterebbe la possibilità di apportare ulteriori correzioni migliorative al testo, nel corso della discussione in Assemblea, previo esame all’interno del Comitato dei nove, che andrà nominato dopo la deliberazione sul conferimento del mandato al relatore.
Resta fermo che una tale determinazione – a suo avviso – non potrà che essere assunta all’unanimità dei gruppi in Commissione: in caso contrario, infatti, sarebbe costretto a porre in termini decisamente differenti la questione alla presidenza della Camera.
Cesare DAMIANO (PD) si domanda se, in caso di assenso rispetto alla proposta appena formulata dal presidente, sarà comunque assicurato lo svolgimento degli interventi dei deputati ancora iscritti a parlare nella giornata di oggi.
Silvano MOFFA, presidente, fa presente che la presidenza assicurerà nella preannunciata seduta di mercoledì 27 ottobre lo svolgimento di tutti gli interventi previsti, a condizione che vi sia un impegno unanime dei gruppi nel garantire la deliberazione sul conferimento del mandato al relatore nella mattina dello stesso 27 ottobre.
Cesare DAMIANO (PD) torna a ribadire che sul testo in esame è stata inizialmente compiuta un’inutile forzatura in relazione all’organizzazione dei lavori, in spregio ai diritti delle opposizioni di far valere le proprie ragioni; fa notare, peraltro, che la natura complessa dei pareri espressi dalle Commissioni ha confermato la ragionevolezza della richiesta di approfondimento proveniente dalle minoranze e l’esigenza di migliorare il testo. Esprime quindi soddisfazione per il mutamento di orientamento della presidenza e dichiara di condividere la scelta di rinviare il seguito dell’esame alla prossima settimana, precisando che il suo gruppo si impegnerà a concludere l’iter nella mattina di mercoledì 27 ottobre, a condizione che vi siano adeguati tempi di riflessione e, soprattutto, sia garantito il diritto di intervento a tutti i deputati che ne avevano fatto richiesta nella giornata di oggi.
Silvano MOFFA, presidente, per non generare equivoci, intende anzitutto precisare che la XI Commissione è una sede nella quale è sempre stato garantito il diritto di intervento dei gruppi di opposizione; sottolinea, al contempo, che – pur a fronte dell’incomprimibile diritto al dibattito – vi è anche il dovere, da parte dei gruppi di opposizione, di non ostacolare in modo strumentale le deliberazioni di competenza della Commissione stessa.
In tal senso, ribadisce la proposta formulata in precedenza, nel senso di concludere l’esame in sede referente del provvedimento – con la votazione degli emendamenti del relatore e la deliberazione sul conferimento del mandato – nella mattina di mercoledì 27 ottobre, dopo la votazione di competenza sui documenti di bilancio, in modo da poter riferire all’Assemblea già nel pomeriggio dello stesso mercoledì 27 ottobre.
La Commissione conviene.
Silvano MOFFA, presidente, preso atto che si è registrato l’unanime consenso dei gruppi in ordine alla sua proposta, avverte che prospetterà rapidamente i termini della stessa alla presidenza della Camera.
Rinvia, quindi, il seguito dell’esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 10.30.
AUDIZIONI INFORMALI
Mercoledì 20 ottobre 2010.
Audizione di rappresentanti dell’INPS nell’ambito dell’esame del Libro verde: Verso sistemi pensionistici adeguati, sostenibili e sicuri in Europa (COM(2010)365 def.).
L’audizione informale è stata svolta dalle 14.10 alle 15.40.
ATTI DEL GOVERNO
Mercoledì 20 ottobre 2010. – Presidenza del presidente Silvano MOFFA.
La seduta comincia alle 15.40.
Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2005/47/CE del Consiglio, del 18 luglio 2005, concernente l’accordo tra la Comunità delle ferrovie europee (CER) e la Federazione europea dei lavoratori dei trasporti (ETF) su taluni aspetti delle condizioni di lavoro dei lavoratori mobili che effettuano servizi di interoperabilità transfrontaliera nel settore ferroviario.
Atto n. 277.
(Esame e rinvio).
La Commissione inizia l’esame dello schema di decreto legislativo in titolo.
Silvano MOFFA, presidente, avverte che la Commissione inizia oggi l’esame del provvedimento in titolo, il cui seguito sarà comunque rinviato alla prossima settimana. Avverte, inoltre, che la V Commissione ha già espresso i rilievi di competenza sulle conseguenze di carattere finanziario, valutando positivamente lo schema di decreto.
Guido BONINO (LNP), relatore, osserva che lo schema di decreto legislativo in esame è emanato in attuazione della direttiva 2005/47/CE del Consiglio, del 18 luglio 2005, a sua volta attuativa dell’Accordo del 27 gennaio 2004 tra la Comunità delle ferrovie europee (CER) e la Federazione europea dei lavoratori dei trasporti (ETF), riguardante taluni aspetti delle condizioni di lavoro dei lavoratori mobili che effettuano servizi di interoperabilità transfrontaliera svolti da imprese ferroviarie. Fa notare che il provvedimento ha lo scopo di porre fine alla procedura di infrazione n. 2008/0678, avviata dalla Commissione europea per la mancata attuazione della direttiva entro il termine, da essa stabilito per il suo recepimento, del 27 luglio 2008: la procedura si è conclusa con la presentazione, da parte della Commissione, del ricorso per inadempimento (ex articolo 258 TFUE), attualmente pendente davanti alla Corte di giustizia dell’Unione europea (Causa C-2.91/10 – Commissione c. Repubblica italiana).
Evidenzia che, per quanto concerne la Direttiva, essa fissa esclusivamente requisiti minimi di protezione dei lavoratori, lasciando agli Stati membri la facoltà di adottare misure più favorevoli (articolo 2). Rileva che la direttiva prevede, poi, una relazione della Commissione al Consiglio ed al Parlamento europeo sull’attuazione della direttiva medesima, in considerazione dell’evoluzione del settore ferroviario europeo, da presentarsi entro i tre anni successivi al termine per il recepimento delle disposizioni nell’ordinamento degli Stati membri (articolo 3). Infine, sottolinea che la direttiva impone agli Stati membri l’introduzione di sanzioni efficaci, proporzionali e dissuasive in caso di violazione delle norme adottate (articolo 4).
Passando ai contenuti dell’Accordo, allegato alla direttiva, fa presente che esso ha inteso garantire un’adeguata protezione della salute e della sicurezza dei lavoratori mobili che effettuano servizi di interoperabilità transfrontaliera nel settore ferroviario, senza per questo pregiudicare la necessaria flessibilità nella gestione delle imprese di trasporti ferroviari, nella prospettiva di uno spazio ferroviario europeo integrato; in particolare, nell’Accordo si evidenzia che la fissazione in ambito comunitario di regole comuni relative alle tutele minime da assicurare al personale mobile in questione si rende necessaria al fine di proteggere la salute dei lavoratori e di garantire un traffico transfrontaliero sicuro, evitando una concorrenza che faccia leva sulla differenza delle condizioni lavorative. Osserva che l’Accordo, pertanto, è sostanzialmente improntato al principio che, di norma, debbano essere assicurati ai lavoratori in questione periodi di riposo e di pausa superiori alle prescrizioni minime fissate dalla disciplina generale in materia di orario di lavoro (di cui alle direttive 1993/104/CE e 2000/34/CE).
Segnala che, per quanto riguarda il contenuto dello schema di decreto legislativo in esame, si dispone innanzitutto che i contratti collettivi nazionali, stipulati dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative dei lavoratori e dei datori di lavoro, possano mantenere o introdurre disposizioni più favorevoli di quelle previste dal provvedimento: come evidenziato nella relazione illustrativa al provvedimento, tale disposizione è stata formulata in ottemperanza alla clausola di non regresso, di cui all’articolo 2 della direttiva ed alla clausola 9 dell’Accordo, in considerazione del fatto che il vigente contratto collettivo nazionale di lavoro delle attività ferroviarie reca disposizioni più favorevoli per i lavoratori rispetto a quelle dell’Accordo medesimo, con riferimento a taluni istituti dell’orario di lavoro.
Fa presente che l’articolo 2, in relazione alla clausola 1 dell’Accordo, definisce l’ambito soggettivo di applicazione del provvedimento e le relative eccezioni. Mette in evidenza poi che l’articolo 3 reca alcune definizioni: in particolare, in relazione alla clausola 2 dell’Accordo, si definisce lavoratore mobile che effettua servizi di interoperabilità transfrontoliera ogni lavoratore membro dell’equipaggio di un treno, addetto a servizi ferroviari e complementari a bordo treno di interoperabilità transfrontaliera per più di un’ora sulla base di una prestazione giornaliera (comma 1, lettera b)), e si definisce come tempo di guida la durata di un’attività programmata nel corso della quale il macchinista è responsabile della guida di una macchina di trazione, comprese le interruzioni programmate nel corso delle quali il macchinista resta responsabile della guida della macchina in trazione (comma 1, lettera i)). Osserva quindi che l’articolo 4, in relazione alla clausola 3 dell’Accordo, disciplina il riposo giornaliero in residenza, mentre l’articolo 5, in relazione alla clausola 4 dell’accordo, disciplina il riposo giornaliero fuori residenza, prevedendo, in particolare, che i contratti collettivi possano ammettere un secondo riposo consecutivo fuori residenza.
Segnala che gli articoli 6 e 7 disciplinano le modalità di fruizione delle pause (clausola 5 dell’Accordo) e del riposo settimanale (clausola 6 dell’Accordo), mentre l’articolo 8 disciplina il tempo di guida, che, in ottemperanza alla clausola 7 dell’Accordo, non deve superare 9 ore per una prestazione diurna e 8 ore per una prestazione notturna tra due riposi giornalieri. In ogni caso, la durata massima del tempo di guida per ogni periodo di 2 settimane è limitata a 80 ore. Sottolinea, quindi, l’articolo 9, che, in relazione alle disposizioni della clausola 8 dell’Accordo, prevede la custodia – per almeno un anno – di una scheda di servizio indicante le ore quotidiane di lavoro e i periodi di riposo del personale mobile. Segnala, infine, l’articolo 10, che reca l’apparato sanzionatorio. Al riguardo, fa notare che la relazione illustrativa evidenzia che gli importi delle sanzioni amministrative sono stati modulati secondo quantificazioni già previste, con riferimento a fattispecie analoghe, dalla disciplina vigente e, in particolare: dal decreto legislativo n. 234 del 2007, attuativo della direttiva 2002/15/CE, concernente l’organizzazione dell’orario di lavoro delle persone che effettuano operazioni mobili di autotrasporti; dal decreto legislativo n. 285 del 1992, recante il nuovo Codice della strada, e dalla disciplina contenuta all’articolo 7 del disegno di legge n. 1441-quater-F (cosiddetto «collegato lavoro», appena approvato dalla Camera in settima lettura), che introduce nuove norme in materia di orario di lavoro e relative sanzioni.
Pone in evidenza che al provvedimento sono allegate la relazione illustrativa, la relazione tecnica (da cui risulta che il provvedimento non comporta oneri per la finanza pubblica) e le schede sull’analisi tecnico-normativa (ATN) e sull’impatto della regolamentazione (AIR). Poiché il provvedimento in esame si limita a tradurre nell’ordinamento nazionale le norme dell’Accordo del 27 gennaio 2004 tra la Comunità delle ferrovie europee (CER) e la Federazione europea dei lavoratori dei trasporti (ETF), recepito dalla Direttiva 2005/47/CE, rispetto alla quale è stata aperta una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia, propone sin d’ora che la Commissione esprima un parere favorevole.
Silvano MOFFA, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell’esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 15.50.
UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
Mercoledì 20 ottobre 2010.
L’ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.50 alle 15.55.
ERRATA CORRIGE
Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 383, del 19 ottobre 2010, a pagina 152, prima colonna, dodicesima riga, la parola «rinvio» deve intendersi sostituita dalla parola «approvazione».
SEDE REFERENTE:
Disposizioni concernenti la sospensione e la revoca del trattamento pensionistico per i soggetti sottoposti a misure restrittive della libertà personale o condannati per reati di terrorismo o di criminalità organizzata. C. 3541 Fedriga (Seguito dell’esame e rinvio) … 153
AUDIZIONI INFORMALI
Martedì 19 ottobre 2010.
Audizione di rappresentanti di Assogestioni nell’ambito dell’esame del Libro verde: Verso sistemi pensionistici adeguati, sostenibili e sicuri in Europa (COM(2010)365 def.).
L’audizione informale è state svolta dalle 13.15 alle 13.50.
COMITATO DEI NOVE
Martedì 19 ottobre 2010.
Deleghe al Governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione di enti, misure contro il lavoro sommerso e disposizioni in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro.
Emendamenti C. 1441-quater-F (rinviato alle Camere dal Presidente della Repubblica, approvato dalla Camera e modificato dal Senato).
Il comitato dei nove si è riunito dalle 13.50 alle 13.55.
INTERROGAZIONI
Martedì 19 ottobre 2010. – Presidenza del presidente Silvano MOFFA. – Interviene il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento, Laura Ravetto.
La seduta comincia alle 14.
5-03327 Bellanova: Cassa integrazione in deroga all’azienda Labor Srl.
Il sottosegretario Laura RAVETTO risponde all’interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).
Teresa BELLANOVA (PD) si interroga su quale sia l’orientamento del Governo in ordine alla questione posta nell’interrogazione, atteso che il sottosegretario, nella sua risposta, non ha fatto altro che ripercorrere le vicende in oggetto, già descritte con dovizia di particolari, peraltro, nello stesso atto di sindacato ispettivo.
Ritiene importante che il Ministro interrogato intervenga con urgenza per chiarire l’equivoco che ha portato l’INPS a decurtare l’indennizzo spettante ai lavoratori interessati, considerato che l’azienda in questione ha già usufruito per 24 mesi di un trattamento di CIGS e ha ottenuto per la prima volta un trattamento di cassa integrazione in deroga, fattispecie alla quale non è riconducibile alcuna decurtazione dell’indennizzo, prevista, al contrario, in caso di proroga. In conclusione, si dichiara insoddisfatta per la risposta fornita dal rappresentante del Governo, auspicando che possano essere fornite maggiori delucidazioni sulla vicenda, quantomeno in via informale.
5-03384 Schirru: Collocamento obbligatorio dei disabili e delle vittime del terrorismo e della criminalità.
Il sottosegretario Laura RAVETTO risponde all’interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).
Amalia SCHIRRU (PD) preso atto positivamente che il Ministero competente ha convenuto sulla necessità di individuare una soluzione alla problematica posta nell’interrogazione, anche attraverso la convocazione di un tavolo tecnico, ribadisce l’esigenza di intervenire sulla materia con urgenza, considerate le gravi difficoltà a cui sono sottoposte le persone disabili, soprattutto nel campo della vita professionale. Si tratta, a suo avviso, di chiarire l’esatta portata dell’articolo 5, comma 7, del decreto-legge n. 102 del 2010, convertito dalla legge n. 126 del 2010, nel senso di fornirne una corretta interpretazione che contemperi sia gli interessi dei disabili sia quelli delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata, al fine di evitare un’inutile «guerra tra poveri» per quanto riguarda l’accesso al lavoro. Osserva che la norma in discussione rappresenta l’ennesimo atto di ingiustizia compiuto in danno dei soggetti disabili, l’ultimo di una serie di provvedimenti lesivi degli interessi di tale categoria di persone, tra i quali cita, ad esempio, l’abrogazione del certificato di ottemperanza ai fini del collocamento obbligatorio o il blocco del turn over nella pubblica amministrazione. Fa notare, peraltro, che l’applicazione della disposizione in oggetto ha portato alla paralisi dei centri per l’impiego e reso impossibile l’assunzione di nuovo personale, creando ulteriore disagio ad un mercato del lavoro già penalizzato dalla crisi economica. Ritiene, pertanto, che il Governo in materia di tutela dei soggetti disabili sia gravemente inadempiente, come dimostra il fatto che non abbia ancora presentato in Parlamento la relazione sullo stato di attuazione della legge n. 68 del 1999. Chiede, in conclusione, che si intervenga al più presto con una norma di interpretazione autentica affinché venga precisato che i diritti dei familiari delle vittime del terrorismo non pregiudichino quelli dei disabili, sollecitando, in alternativa, la calendarizzazione di una proposta di legge presentata dal suo gruppo proprio per affondare tale problematica.
5-03522 Borghesi: Vicende relative a dipendenti cassaintegrati dell’Alitalia.
Il sottosegretario Laura RAVETTO risponde all’interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).
Antonio BORGHESI (IdV) prende atto della risposta del rappresentante del Governo, osservando, tuttavia, che si sarebbe potuto intervenire in tempi molto più rapidi con misure tese a facilitare il sollecito reingresso dei lavoratori interessati nel mercato del lavoro, anche realizzando risparmi di spesa nell’ambito della gestione dell’INPS. Al riguardo, stigmatizza il comportamento inerte delle competenti strutture territoriali, che si sono mostrate per diverso tempo indisponibili ad individuare una soluzione per i lavoratori della provincia di Milano, facendo notare che in altre parti del territorio le amministrazioni si sono rivelate molto più attrezzate e solerti. In conclusione, auspica che si dia quanto prima possibilità anche ai dipendenti Alitalia cassintegrati della regione Lombardia di sottoscrivere il patto di servizio, in vista di un loro pieno reinserimento nel mercato del lavoro.
Silvano MOFFA, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all’ordine del giorno.
La seduta termina alle 14.25.
SEDE LEGISLATIVA
Martedì 19 ottobre 2010. – Presidenza del presidente Silvano MOFFA. – Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri, Alfredo Mantica.
La seduta comincia alle 15.05.
Disposizioni concernenti la definizione della funzione pubblica internazionale e la tutela dei funzionari italiani dipendenti da organizzazioni internazionali.
C. 3241 Pianetta.
(Seguito della discussione e rinvio).
La Commissione prosegue la discussione del provvedimento in titolo, rinviata nella seduta del 14 ottobre 2010.
Silvano MOFFA, presidente e relatore, ricorda che, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento, la pubblicità delle sedute per la discussione in sede legislativa è assicurata anche tramite impianti audiovisivi a circuito chiuso: ne dispone, pertanto, l’attivazione.
Ricorda che la Commissione, nella seduta del 14 ottobre scorso, ha proseguito la discussione del nuovo testo della proposta di legge, approvando una serie di emendamenti in linea di principio ed accantonando gli articoli ai quali questi sono riferiti. Avverte che, in data odierna, le Commissioni I, III, V e X hanno espresso parere favorevole sugli emendamenti approvati in linea di principio, dando lettura dei rispettivi pareri.
Fa presente, infine, che la V Commissione ha formulato – in relazione al nuovo testo della proposta di legge in discussione – una condizione per il rispetto dell’articolo 81, quarto comma, della Costituzione: in ordine a tale condizione, fa presente che occorre pertanto predisporre una proposta emendativa finalizzata a recepire la predetta condizione.
Alessia Maria MOSCA (PD) chiede chiarimenti in ordine ai riflessi che la condizione formulata dalla V Commissione può avere sul testo del provvedimento.
Silvano MOFFA, presidente e relatore, rileva che si tratta esclusivamente di adeguarsi ad un rilievo della V Commissione diretto a evitare il prodursi di eventuali oneri.
Giulio SANTAGATA (PD) osserva che la condizione citata sembrerebbe diretta ad impedire nuove assunzioni nel comparto scuola a seguito del collocamento in aspettativa degli interessati.
Cesare DAMIANO (PD) ritiene opportuno approfondire il parere della V Commissione, evitando di procedere sin d’ora alla votazione di proposte emendative non meditate.
Silvano MOFFA, presidente e relatore, fa presente che, per poter approfondire la questione, vi è soltanto l’alternativa tra il sospendere brevemente la seduta e riprenderla prima dell’inizio delle votazioni in Aula ovvero il concluderla e riconvocarla per il termine delle votazioni della seduta pomeridiana dell’Assemblea.
Cesare DAMIANO (PD) fa notare che il suo gruppo preferisce il rinvio del seguito della discussione ad altra seduta, che potrebbe essere anche convocata per il termine delle votazioni della seduta pomeridiana dell’Assemblea.
Silvano MOFFA, presidente, non essendovi obiezioni, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta, che sarà convocata per il termine delle votazioni della seduta pomeridiana dell’Assemblea.
Sui lavori della Commissione.
Massimiliano FEDRIGA (LNP), atteso che la Commissione tornerà a riunirsi al termine delle votazioni in Assemblea, prospetta l’esigenza di anticipare alla giornata odierna anche il seguito dell’esame della proposta di legge n. 3541: risulta, infatti, che tutte le Commissioni competenti in sede consultiva abbiano concluso o siano in procinto di concludere l’esame per l’espressione dei prescritti pareri.
Silvano MOFFA, presidente, giudica accettabile la proposta formulata dal deputato Fedriga, considerato anche che – essendo possibile che le Commissioni competenti esprimano i pareri entro la giornata odierna – la XI Commissione potrebbe concluderne l’esame prima dell’assegnazione dei documenti di bilancio, in tempo utile per riferire all’Assemblea nei termini previsti dal calendario.
Cesare DAMIANO (PD) fa presente che, a giudizio del suo gruppo, non risulterebbe ininfluente avere piena cognizione dei pareri espressi sul progetto di legge n. 3541 dalle competenti Commissioni, attesa anche la delicatezza della materia. Preannuncia, quindi, l’intenzione di approfondire adeguatamente i predetti pareri, soprattutto ove questi fossero trasmessi alla XI Commissione in tempi eccessivamente ristretti.
Silvano MOFFA, presidente, preso atto delle considerazioni appena svolte, avverte che la Commissione sarà convocata al termine della prevista seduta in sede legislativa, per il seguito dell’esame della proposta di legge n. 3541, in modo da verificare se vi siano le condizioni per deliberare – prima dell’inizio dell’esame dei documenti di bilancio – sul conferimento del mandato al relatore e, in particolare, sull’eventuale recepimento dei pareri nel frattempo espressi.
La seduta termina alle 15.15.
SEDE LEGISLATIVA
Martedì 19 ottobre 2010. – Presidenza del presidente Silvano MOFFA. – Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri, Alfredo Mantica.
La seduta comincia alle 19.30.
Disposizioni concernenti la definizione della funzione pubblica internazionale e la tutela dei funzionari italiani dipendenti da organizzazioni internazionali.
C. 3241 Pianetta.
(Seguito della discussione e rinvio).
La Commissione prosegue la discussione del provvedimento in titolo, rinviata nella precedente seduta odierna.
Silvano MOFFA, presidente e relatore, ricorda che, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento, la pubblicità delle sedute per la discussione in sede legislativa è assicurata anche tramite impianti audiovisivi a circuito chiuso: ne dispone, pertanto, l’attivazione.
Comunica che, a seguito del parere espresso oggi dalla V Commissione, è stato predisposto l’emendamento 5.200 del relatore (vedi allegato 4), in relazione al quale non sono stati presentati subemendamenti. Chiarisce, in proposito, che l’emendamento – che recepisce una condizione della V Commissione diretta ad assicurare il rispetto dell’articolo 81, quarto comma, della Costituzione – è esclusivamente diretto ad assicurare che, per il comparto della scuola, non operi la facoltà per l’amministrazione di procedere a nuove assunzioni decorso un anno dal collocamento in aspettativa del soggetto interessato.
Avverte, quindi, che si passerà all’esame dell’articolo 3, ricordando che la Commissione ha già approvato, in linea di principio, l’emendamento Mosca 3.1.
La Commissione approva, con distinte votazioni, l’emendamento Mosca 3.1 e l’articolo 3, come modificato dall’emendamento approvato.
Silvano MOFFA, presidente e relatore, avverte che si passerà all’esame dell’articolo 5, ricordando che la Commissione ha già approvato, in linea di principio, l’emendamento Fedriga 5.4 (Nuova formulazione), l’emendamento 5.100 del relatore, nonché l’emendamento Fedriga 5.5 (Nuova formulazione). Ricorda, altresì, di avere presentato, in qualità di relatore, l’emendamento 5.200, diretto al recepimento della condizione posta nel parere della V Commissione, del quale raccomanda l’approvazione.
Il sottosegretario Alfredo MANTICA esprime parere favorevole sull’emendamento 5.200 del relatore.
La Commissione, con distinte votazioni, approva l’emendamento 5.200 del relatore, l’emendamento Fedriga 5.4 (Nuova formulazione), già approvato in linea di principio, l’emendamento 5.100 del relatore, già approvato in linea di principio, nonché l’emendamento Fedriga 5.5 (Nuova formulazione), già approvato in linea di principio.
Giovanni PALADINI (IdV) dichiara, motivandone le ragioni, il voto favorevole del suo gruppo sull’articolo 5, come opportunamente modificato nel corso della discussione, preannunciando un orientamento favorevole sul complesso del provvedimento.
La Commissione approva l’articolo 5, come modificato dagli emendamenti approvati.
Silvano MOFFA, presidente, dopo avere dato conto delle sostituzioni, avverte che la presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo.
Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva, con votazione nominale finale, il nuovo testo della proposta di legge n. 3241, come risultante dagli emendamenti approvati.
La seduta termina alle 19.40.
SEDE REFERENTE
Martedì 19 ottobre 2010. – Presidenza del presidente Silvano MOFFA.
La seduta comincia alle 19.40.
Disposizioni concernenti la sospensione e la revoca del trattamento pensionistico per i soggetti sottoposti a misure restrittive della libertà personale o condannati per reati di terrorismo o di criminalità organizzata.
C. 3541 Fedriga.
(Seguito dell’esame e rinvio).
La Commissione prosegue l’esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 6 ottobre 2010.
Silvano MOFFA, presidente, avverte che sul nuovo testo del provvedimento, come risultante dagli emendamenti approvati, sono pervenuti i pareri delle Commissioni V e XII, mentre sono in corso le sedute in sede consultiva delle Commissioni I e II.
Cesare DAMIANO (PD) chiede alla presidenza di valutare l’opportunità di rinviare il seguito dell’esame ad altra seduta, attesa l’esigenza di svolgere i necessari approfondimenti sul testo, anche alla luce di quanto sarà indicato dalle Commissioni nei rispettivi pareri di competenza, alcuni dei quali non ancora espressi.
Silvano MOFFA, presidente, fa notare che l’esame in sede referente del provvedimento in titolo appare condizionato dall’imminente inizio della sessione di bilancio, suscettibile di bloccare l’attività legislativa della Commissione sino alla conclusione del proprio compito di riferire, per quanto di competenza, alla V Commissione sui documenti di bilancio. Considerato, infatti, che il provvedimento è iscritto – sia pure ove concluso dalla Commissione – nel calendario dei lavori dell’Assemblea dalla prossima settimana, ritiene utile procedere con l’iter di esame, dichiarandosi in ogni caso disponibile a riconvocare la Commissione alle ore 9.30 della giornata di domani, prima dell’inizio dei lavori d’Assemblea, ai fini dello svolgimento di una ulteriore seduta, nella quale potranno essere affrontate le questioni ancora sul tappeto.
Cesare DAMIANO (PD) fa notare che il suo gruppo non ritiene accettabile l’accelerazione impressa all’esame del provvedimento, giudicando ragionevole proseguire l’analisi del testo secondo quanto previsto nel calendario dei lavori della Commissione ovvero riconvocando la Commissione alle ore 14 della giornata di domani.
Silvano MOFFA, presidente, ribadisce che la tempistica di esame del provvedimento appare particolarmente stringente, alla luce dell’imminente assegnazione dei documenti di bilancio, che renderebbe impossibile convocare la Commissione per le ore 14 di domani.
Massimiliano FEDRIGA (LNP), relatore, ritiene che la presidenza, dichiarando la propria disponibilità a riconvocare la Commissione per domani mattina, sia andata incontro alle condivisibili esigenze di approfondimento dei gruppi di opposizione, dietro alle quali, tuttavia, si augura non si celi un atteggiamento meramente ostruzionistico e dilatorio. Chiede, quindi, al gruppo del Partito Democratico di comprendere anche le esigenze della maggioranza di proseguire con celerità nell’esame del provvedimento, facendo presente che, in caso contrario, il comportamento dell’opposizione non potrà che essere interpretato come teso unicamente ad ostacolare la normale prosecuzione dell’iter. Fa notare, da ultimo, che giudicherebbe un orientamento del genere legittimo dal punto di vista regolamentare, ma non consono a quel clima di dialogo e collaborazione declamato a più riprese dai gruppi di minoranza.
Cesare DAMIANO (PD) fa presente che non esiste alcun intento ostruzionistico da parte del suo gruppo, ma solo la volontà di svolgere le opportune riflessioni su una proposta normativa particolarmente complessa e delicata. Ritiene opportuno, pertanto, dedicare all’esame del provvedimento in questione un tempo congruo, eventualmente rinviando il seguito dell’esame anche ad una fase successiva allo svolgimento della sessione di bilancio. Del resto, fa notare che non è la prima volta che la Commissione è costretta a rinviare la conclusione dell’esame di un provvedimento, caso che si verifica con frequenza quando si tratta di proposte normative presentate dall’opposizione.
Teresa BELLANOVA (PD) fa presente che il suo gruppo non ha alcuna intenzione di rallentare l’iter di esame del provvedimento, ma chiede semplicemente che sia rispettato il calendario dei lavori della Commissione, in base al quale il seguito dell’esame del provvedimento in questione era originariamente previsto per la giornata di domani, non prima delle ore 14. Ritiene, quindi, che la presidenza – ove ritenesse di convocare nuovamente la Commissione per domattina – dovrebbe assumersi le proprie responsabilità, evitando di nascondere una tale decisione dietro un presunto consenso dei gruppi di opposizione, che in realtà non vi è mai stato, come chiaramente dimostrato dall’intervento svolto dal deputato Damiano a conclusione dell’odierna seduta in sede legislativa, prima dell’inizio dei lavori dell’Aula.
Silvano MOFFA, presidente, ribadisce che nella seduta testé richiamata si è deciso di inserire il provvedimento all’ordine del giorno della seduta odierna, al termine delle votazioni in Assemblea, facendo seguito a quanto correttamente richiesto dal relatore.
Cesare DAMIANO (PD) ritiene di avere già espresso con chiarezza l’esigenza del suo gruppo di non imprimere incomprensibili accelerazioni all’esame del provvedimento.
Silvano MOFFA, presidente, rileva di avere interpretato l’intervento del deputato Damiano, richiamato in precedenza, come una sostanziale disponibilità ad affrontare l’esame del provvedimento, pur con i dovuti approfondimenti di merito, che ritiene possano essere svolti tra stasera e la mattina di domani, prima dell’inizio della seduta che si riserva di convocare.
Massimiliano FEDRIGA (LNP), relatore, invita i gruppi di opposizione a riflettere sull’opportunità di concludere entro domattina – dopo una attenta analisi dei pareri espressi – l’esame del provvedimento in sede referente, assicurando la massima buona fede nell’affrontare nel corso della discussione in Assemblea eventuali questioni che dovessero rimanere irrisolte.
Cesare DAMIANO (PD) ritiene che la presidenza possa interpretare come crede le dichiarazioni oggi rese dal suo gruppo, ma giudica importante precisare, per l’ennesima volta, che non vi è alcuna disponibilità a concludere in tempi rapidi l’esame della proposta di legge in titolo, vista l’esigenza di approfondire un testo complesso e articolato. Preannuncia, peraltro, che d’ora in poi il suo gruppo – per evitare equivoci – non sarà più disposto ad accettare proposte di modifica dell’ordine del giorno della Commissione.
Silvano MOFFA, presidente, preso atto delle considerazioni sinora svolte, avverte che la Commissione sarà nuovamente convocata per domattina, alle ore 9.30, per proseguire l’esame della proposta di legge in titolo.
Rinvia, quindi, il seguito dell’esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 19.55.
ALLEGATO 1
5-03327 Bellanova: Cassa integrazione in deroga all’azienda Labor Srl.
TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA
Con riferimento all’atto ispettivo dell’onorevole Bellanova, inerente la tematica degli ammortizzatori sociali concessi in deroga alla normativa vigente in materia, passo ad illustrare gli elementi informativi acquisiti presso i competenti uffici del Ministero del lavoro e delle politiche sociali nonché quelli forniti dalla Regione Puglia e dall’Inps.
Preliminarmente ritengo opportuno ricordare che la società Labor srl, con sede legale in Patù (Lecce), ha usufruito, ai sensi dell’articolo 1, comma 5, della legge n. 223/91, del trattamento straordinario di integrazione salariale per crisi aziendale conseguente alla cessazione dell’attività produttiva dello stabilimento di Casarano (Lecce), relativamente al periodo 2 gennaio 2008-1o gennaio 2010.
Ricordo altresì che, ai sensi dell’articolo 2, comma 138, della legge n. 191/2009, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze, ha autorizzato – con decreto n. 53243 del 12 luglio scorso – la concessione del trattamento di Cassa Integrazione Guadagni in deroga in favore dei lavoratori dipendenti presso lo stabilimento di Casarano della società Labor srl, per un numero massimo di 119 unità lavorative nel periodo dal 2 gennaio 2010 al 31 maggio 2010 e di 120 unità lavorative per il periodo dal 1o giugno 2010 al 1o gennaio 2011.
I predetti periodi costituiscono quindi una proroga del periodo precedente in quanto intervenuti senza soluzione di continuità rispetto ad esso, non essendovi stata alcuna ripresa dell’attività produttiva.
L’articolo 2, comma 138, della legge n. 191/2009 ha infatti stabilito che la misura dei trattamenti di cassa integrazione guadagni, di mobilità e di disoccupazione speciale concessi, anche senza soluzione di continuità, in deroga alla normativa vigente è ridotta del 10 per cento in caso di proroga, del 30 per cento nel caso di seconda proroga è del 40 per cento nel caso di proroghe successive.
In virtù di tale circostanza, al trattamento di CIG in deroga – concesso per il periodo dal 2 gennaio 2010 al 1o gennaio 2011 – l’Inps ha operato l’abbattimento prescritto dalla normativa vigente.
ALLEGATO 2
5-03384 Schirru: Collocamento obbligatorio dei disabili e delle vittime del terrorismo e della criminalità.
TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA
L’Onorevole Schirru, nell’atto ispettivo che passo a discutere, richiama l’attenzione sul recente intervento legislativo (articolo 5, comma 7, del decreto-legge 6 luglio 2010 n.102), relativo alle missioni internazionali, che svincola le assunzioni, per le vittime del terrorismo e la criminalità organizzata, dalla quota di riserva di cui all’articolo 18, comma 2, della legge n. 68 del 1999, sul collocamento obbligatorio.
Da una prima lettura combinata di tali disposizioni parrebbe discendere che il diritto al collocamento obbligatorio, previsto a favore delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata, nonché dei loro familiari, sia preminente rispetto ad analoghi diritti previsti a favore di altre categorie di soggetti.
Considerata la recente approvazione delle nuove disposizioni sul collocamento delle vittime del terrorismo e del dovere e rilevata altresì l’opportunità di verificarne il concreto impatto che esse possono avere sull’impianto della disciplina speciale prevista in favore delle persone con disabilità, la questione è stata portata all’attenzione di un apposito Tavolo tecnico per l’attuazione della normativa a favore delle vittime del dovere, istituito presso il Segretariato Generale – Dipartimento per il Coordinamento Amministrativo – della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che avrà il compito di trovare le soluzioni più idonee a garantire l’uniforme applicazione e l’operatività della disciplina in materia di collocamento obbligatorio.
In questa prospettiva il Governo, nelle sue diverse componenti, è sicuramente disponibile a svolgere un ruolo attivo per sostenere ogni possibile iniziativa che conduca alla soluzione della vicenda, con l’obiettivo di scongiurare inopportune contrapposizioni tra persone che, seppure a diverso titolo, vivono quotidianamente una condizione di fragilità.
ALLEGATO 3
5-03522 Borghesi: Vicende relative a dipendenti cassaintegrati dell’Alitalia.
TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA
Con riferimento all’interrogazione parlamentare presentata dall’Onorevole Borghesi, inerente la posizione dei lavoratori cassaintegrati dell’Alitalia della Regione Lombardia, con particolare riferimento all’integrazione retributiva del Fondo speciale per il sostegno del reddito e dell’occupazione e per la riqualificazione del personale del trasporto aereo, passo a riferire gli elementi informativi trasmessi dai competenti uffici del Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
Il comitato amministratore del Fondo Trasporto Aereo, con delibera n. 22 del 16 marzo 2009, ha disciplinato le modalità di compatibilità delle prestazioni integrative del Fondo stesso con le prestazioni di attività lavorative da parte dei lavoratori beneficiari. In particolare ha previsto che:
a) la prestazione a carico del Fondo resti immutata nel caso in cui i proventi derivanti da una nuova attività lavorativa di tipo autonomo o la retribuzione derivante da un nuovo rapporto di lavoro dipendente, purché a tempo determinato, sia inferiore o pari al trattamento di integrazione salariale;
b) la prestazione a carico del Fondo venga ridotta in misura pari alla differenza tra i proventi/retribuzioni relativi alla nuova attività e l’integrazione salariale, nel caso in cui essi siano superiori al trattamento di integrazione salariale, purché inferiori all’80 per cento della retribuzione di riferimento.
Inoltre, è previsto che la contribuzione figurativa spetti esclusivamente nel caso in cui residui almeno una parte del trattamento di integrazione salariale.
Con la Circolare n. 130 del 4 ottobre 2010, l’Inps ha fornito le istruzioni per le fattispecie di compatibilità e cumulabilità tra le integrazioni salariali e i redditi derivanti da nuova attività lavorativa. In particolare al punto 7 della predetta circolare sono stati disciplinati i casi di specie previsti dalla delibera n. 22/2009 del Comitato del Fondo Trasporto aereo anche relativamente all’accredito dei contributi figurativi.
Successivamente lo stesso Istituto nazionale di previdenza ha predisposto il messaggio con le istruzioni operative per l’applicazione della delibera n. 22/2009 e della circolare n.130 che consentirà di dar corso ai relativi aggiornamenti procedurali.
Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha ricevuto dall’Inps l’espressa rassicurazione sul fatto che entro la fine dell’anno in corso la procedura consentirà di dare piena ed integrale applicazione alle disposizioni in questione.
L’articolo 19, comma 10, del decreto-legge 29 novembre 2008 n. 185, convertito con modificazioni, con legge 28 gennaio 2009, n. 2, ha subordinato l’erogazione di tutti i trattamenti di sostegno al reddito alla dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro o ad un percorso di riqualificazione professionale dei lavoratori destinatari di tali trattamenti.
In caso di rifiuto a sottoscrivere la dichiarazione di immediata disponibilità, ovvero – una volta sottoscritta la dichiarazione – in caso di rifiuto di un percorso di riqualificazione professionale o di un lavoro congruo, ai sensi dell’articolo 1-quinquies del decreto-legge 5 ottobre 2004 n. 249, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 dicembre 2004, n. 291, e successive modificazioni, il lavoratore destinatario dei trattamenti di sostegno del reddito perde il diritto a qualsiasi erogazione di carattere retributivo e previdenziale, anche a carico del datore di lavoro, fatti salvi i diritti già maturati.
Le modalità di applicazione di tale comma sono state precisate con un apposito decreto interministeriale n. 46441 del 19 maggio 2009 del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 22 luglio 2009).
L’articolo 11 di tale decreto interministeriale ha stabilito che la dichiarazione di immediata disponibilità (cosiddetto DID) deve essere nota all’Inps all’atto della domanda del trattamento, secondo le modalità precisate dall’Istituto con propria circolare n. 73 del 26 maggio 2009.
Sicché per le prestazioni di Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria – Straordinaria ed in deroga il lavoratore compila la dichiarazione di immediata disponibilità (DID) sul modello denominato SR.105 e la consegna al datore di lavoro che ne cura la conservazione presso l’azienda. Nella banca dati percettori, verranno inseriti unicamente i nominativi dei lavoratori che il datore di lavoro indicherà mediante la compilazione dei modelli denominati SR. 41/SR.42.
Invece, per la mobilità e la disoccupazione tale dichiarazione è resa direttamente dal lavoratore nella compilazione della domanda presso il centro per l’impiego e all’Inps; a conclusione dell’istruttoria al momento dell’erogazione della prestazione il nominativo del lavoratore sarà inserito all’interno della banca dati percettori.
Passando agli aspetti più direttamente connessi al caso sollevato dall’interrogante, riferisco che la Provincia di Milano ha fatto sapere che, con propria circolare del 25 febbraio 2010 inoltrata a tutti i centri per l’impiego della provincia, aveva già provveduto a precisare le modalità operative innanzi descritte, stabilendo, nell’attesa che Alitalia ottemperasse a quanto previsto, che i centri per l’impiego della Provincia di Milano dovessero attivarsi per la predisposizione ed il rilascio della dichiarazione di disponibilità al lavoro nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici di Alitalia; ad oggi, infatti, stando ai dati forniti dalla stessa Provincia di Milano si Sono presentati ai Centri per l’impiego della Provincia di Milano 70 lavoratori Alitalia per i quali si è proceduto ai sensi della medesima circolare.
ALLEGATO 4
Disposizioni concernenti la definizione della funzione pubblica internazionale e la tutela dei funzionari italiani dipendenti da organizzazioni internazionali (C. 3241 Pianetta).
EMENDAMENTI APPROVATI DALLA COMMISSIONE
ART. 3.
Al comma 1, sostituire la parola: mirata con le seguenti: e l’aggiornamento formativo mirati.
3. 1.Mosca, Rampi, Codurelli.
ART. 5.
Al comma 1, aggiungere, in fine, il seguente periodo: Al personale del comparto scuola non si applica l’articolo 4 della legge 12 febbraio 1980, n. 26.
5. 200.Il relatore.
Al comma 2, primo periodo, sostituire le parole: cinque anni con le seguenti: tre anni, nel corso dei quali i medesimi soggetti non hanno diritto al trattamento economico.
5. 4. (Nuova formulazione) Fedriga, Munerato.
Al comma 3, aggiungere, in fine, il seguente periodo: La disposizione di cui al presente comma si applica esclusivamente alle imprese private con un numero di dipendenti non inferiore a cinquanta, nei limiti di un collocamento in aspettativa per ogni cinquanta dipendenti.
5. 100.Il relatore.
Al comma 4, aggiungere, in fine, le seguenti parole: e massima di tre anni.
5. 5. (Nuova formulazione) Fedriga, Munerato.