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Home - Senato - Commissione Lavoro, previdenza sociale (Dai Resoconti Sommari)

Commissione Lavoro, previdenza sociale (Dai Resoconti Sommari)

20 Ottobre 2010
in Senato

179ª Seduta

Presidenza del Vice Presidente
MORRA

La seduta inizia alle ore 15,50.

ESAME DI ATTI PREPARATORI DELLA LEGISLAZIONE COMUNITARIA

Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio sull’anno europeo dell’invecchiamento attivo 2012 (n. COM (2010) 462 definitivo)
(Seguito e conclusione dell’esame, ai sensi dell’articolo 144 del Regolamento, dell’atto comunitario sottoposto al parere motivato sulla sussidiarietà. Approvazione di una risoluzione: Doc. XVIII, n. 58)

Prosegue l’esame, sospeso nella seduta di ieri.

Il presidente MORRA ricorda che nella seduta precedente la relatrice Spadoni Urbani ha illustrato una bozza di risoluzione favorevole.

La senatrice CARLINO (IdV) dichiara il proprio voto favorevole sulla proposta, sottolineando che, a causa dell’innalzamento dell’aspettativa di vita e del calo dei tassi di natalità, nei prossimi anni si determinerà la fuoriuscita dal mercato di un numero ingente di lavoratori; mantenersi attivi nella seconda metà di vita rappresenta pertanto un problema fondamentale. Qualunque riforma del lavoro e del sistema pensionistico non può prescindere da un patto generazionale che permetta la formazione e il reingresso nel mondo del lavoro in caso di disoccupazione e che dia sicurezza e protezione sociale ai giovani. Avanza comunque perplessità per il fatto che l’atto non prevede nessun finanziamento supplementare per la copertura delle attività previste a livello dell’Unione, nazionale, regionale e locale.

La senatrice GHEDINI (PD), nell’anticipare il favore del suo Gruppo nei confronti del documento, rileva che esso muove dall’assunto dell’identificazione del 2012 come anno europeo dell’invecchiamento attivo e mira all’obiettivo, pienamente condivisibile, di accompagnare con politiche attive la permanenza nel mondo del lavoro degli ultracinquantenni. Il differenziale sarebbe tuttavia rappresentato dalle misure con le quali si giunge al 2012. La proposta beninteso non impone vincoli ai Paesi, ma si limita a chiederne l’adesione all’obiettivo, dando talune indicazioni sulle modalità con le quali giungere alla scadenza; le considerazioni ivi contenute prendono tuttavia le mosse da una valutazione delle condizioni generali dell’economia dei Paesi dell’Unione precedente alla attuale fase di crisi. L’occasione offerta dall’anno europeo dell’invecchiamento attivo 2012 rappresenta quindi un elemento di snodo per riflettere concretamente in ordine agli avvenuti cambiamenti della condizione degli ultracinquantenni ed ai mutamenti intercorsi nel loro stesso orizzonte previdenziale. Ciò impone l’adozione di misure concrete per affrontare la definizione della qualità e dei modi di partecipazione al lavoro, con un occhio particolare alla ulteriore penalizzazione che la criticità ha determinato ai danni delle donne. A tale riguardo assume particolare rilievo il disegno di legge n. 1110, all’ordine del giorno della Commissione, che tra l’altro contiene una serie di preziosi strumenti finalizzati a favorire la formazione permanente e ad accompagnare la riqualificazione dei lavoratori. L’impegno dovrebbe dunque consistere nel giungere al 2012 non soltanto attraverso l’analisi e l’indicazione di buone pratiche, ma con la definizione di iniziative concrete, onde evitare che l’atto in esame resti una mera affermazione di principio; e in questo senso ella auspica che la proposta della relatrice possa essere integrata con una specifica raccomandazione. Coglie altresì l’occasione per segnalare la prossima scadenza dei tempi destinati alla consultazione sul Libro Verde, dedicato alla individuazione dei sistemi pensionistici adeguati, sostenibili e sicuri in Europa, ritenendo importante che il Governo ne illustri i contenuti alla Commissione, favorendone pertanto la riflessione ed il dibattito.

Il senatore CASTRO (PdL) prende atto delle considerazioni della senatrice Ghedini, sottolineando tuttavia l’esigenza di una contestualizzazione: il richiamo a politiche concrete rischia altrimenti di impattare con la grave situazione economico-sociale che anche l’Italia sta vivendo. Non riterrebbe comunque corretto, nel momento in cui è in corso il dibattito sul disegno di legge n. 1110, che la Commissione sta esaminando congiuntamente al disegno di legge n. 2261, e che contiene spunti di straordinario interesse, assumerne anticipatamente i contenuti all’interno della risoluzione sull’atto in esame. Concorda invece sulla possibilità di inserire nel dispositivo una raccomandazione contenente un riferimento esplicito alla contestualizzazione delle misure contenute nella proposta di decisione alle concrete dinamiche socio-economiche indotte nei singoli Paesi dalla attuale fase di crisi.

La senatrice GHEDINI (PD) interviene brevemente per precisare che, ferme restando le diversità esistenti nelle rispettive impostazioni culturali e politiche tra maggioranza e opposizione, il riferimento al disegno di legge n. 1110 intendeva evocare una serie di contenuti normativi che sono strettamente correlati al tema cui l’atto comunitario in esame ha riguardo.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la relatrice SPADONI URBANI (PdL) riformula la propria bozza di risoluzione, integrandola con una raccomandazione che raccoglie i contenuti del dibattito (vedi allegato).

Il presidente MORRA assicura che rappresenterà al presidente Giuliano la sollecitazione in ordine alla opportunità di riflessione della Commissione sul cosiddetto Libro Verde; constatata la presenza del prescritto numero dei senatori, mette quindi ai voti la proposta di risoluzione favorevole con raccomandazione, precedentemente illustrata.

La Commissione approva.

La seduta termina alle ore 16,20.

RISOLUZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE
SULL’ATTO COMUNITARIO n. COM (2010) 462 definitivo
SOTTOPOSTO AL PARERE MOTIVATO SULLA
SUSSIDIARIETA’
(Doc. XVIII, n. 58)

La Commissione lavoro, previdenza sociale,
esaminata ai sensi dell’articolo 144, comma 1, del Regolamento, la proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa all’anno europeo dell’invecchiamento attivo 2012,
premesso che la proposta di direttiva si adegua ai cambiamenti demografici dell’Unione a 27, che ha registrato un tasso di occupazione delle persone d’età compresa tra i 55 e i 64 anni del 46 per cento nel 2009;
considerato che la Comunicazione della Commissione “Europa 2020 – Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva” ha sottolineato l’importanza della promozione dell’invecchiamento sano e attivo al fine di contribuire ad un tasso di occupazione elevato e ad una riduzione della povertà, che per le persone di età superiore ai 64 anni arriva ad un tasso del 19 per cento;
osservato che l’invecchiamento attivo rientra già in numerosi programmi dell’Unione, quali il Fondo sociale europeo, il programma sull’apprendimento permanente, i programmi specifici sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione;
valutato positivamente che la Commissione sta attuando un piano europeo a favore dei disabili, che prevede iniziative pertinenti anche per gli anziani, vista la correlazione tra invecchiamento e disabilità;
considerato che la proposta è conforme ai principi di sussidiarietà e che, pur lasciando ampi margini di autonomia, vincola gli Stati membri al raggiungimento degli obiettivi in essa contenuti, attraverso criteri e procedure ben definite;
rilevato che la proposta è conforme al principio di proporzionalità,
si esprime in senso favorevole, raccomandando che ogni relativa valutazione sia adeguatamente contestualizzata nelle concrete dinamiche socio-economiche indotte nei singoli Paesi dall’effetto della cosiddetta “grande crisi”.


178ª Seduta

Presidenza del Presidente
GIULIANO

La seduta inizia alle ore 15,15.

ESAME DI ATTI PREPARATORI DELLA LEGISLAZIONE COMUNITARIA

Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio sull’anno europeo dell’invecchiamento attivo 2012 (n. COM (2010) 462 definitivo)
(Seguito dell’esame, ai sensi dell’articolo 144 del Regolamento, dell’atto comunitario sottoposto al parere motivato sulla sussidiarietà e rinvio)

Prosegue l’esame, sospeso nella seduta del 28 settembre scorso.

La relatrice SPADONI URBANI (PdL) illustra uno schema di risoluzione favorevole (allegato al resoconto della seduta).

Il seguito dell’esame è quindi rinviato.

IN SEDE CONSULTIVA

Schema di decreto legislativo recante: “Recepimento della direttiva 2007/59/CE relativa alla certificazione dei macchinisti addetti alla guida dei locomotori e treni sul sistema ferroviario della comunità” (n. 278)
(Osservazioni alla 8a Commissione. Esame e rinvio)

Introduce l’esame il presidente relatore GIULIANO (PdL), il quale osserva che la direttiva 2007/59/CE intende innalzare i livelli di sicurezza del trasporto ferroviario tramite un sistema di controlli periodici e favorire sia la libera circolazione dei lavoratori sia la libera prestazione dei servizi nell’ambito di una politica comune dei trasporti, evitando al contempo distorsioni nella concorrenza. Tale direttiva avrebbe dovuto essere recepita entro il 4 dicembre 2009, ed il ritardo conseguito ha determinato l’apertura di una procedura d’infrazione da parte della Commissione europea.
Si sofferma quindi in particolare sui capi III e VI, nei quali ravvisa aspetti di competenza della Commissione, sottolineando che negli articoli da 8 a 12 sono indicate le condizioni per il rilascio della licenza e del certificato, con particolare attenzione ai requisiti minimi, mentre gli articoli da 20 a 22 contengono le disposizioni riguardanti la formazione dei macchinisti.

Dopo un quesito del senatore NEROZZI (PD), riguardante l’effettuazione di un incontro con le parti sociali sul tema oggetto della direttiva, il seguito dell’esame è rinviato.

IN SEDE CONSULTIVA SU ATTI DEL GOVERNO

Schema di decreto legislativo recante: “Attuazione della direttiva 2005/47/CE concernente l’accordo tra la Comunità delle ferrovie europee (CER) e la Federazione europea dei lavoratori dei trasporti (ETF) su taluni aspetti delle condizioni di lavoro dei lavoratori mobili che effettuano servizi di interoperabilità transfrontaliera nel settore ferroviario” (n. 277)
(Parere al Ministro per i rapporti con il Parlamento, ai sensi dell’articolo 1, comma 3, della legge 4 giugno 2010, n. 96. Esame e rinvio)

Il relatore ZANOLETTI (PdL) rileva chelo schema di decreto legislativo è inteso a recepire la direttiva 2005/47/CE del Consiglio, che attua un accordo – concluso tra alcune parti sociali a livello comunitario il 27 gennaio 2004 – sull’orario di lavoro dei lavoratori mobili che effettuano servizi di interoperabilità transfrontaliera nel settore ferroviario, onde definire le regole sugli standard minimi per tali soggetti summenzionati, ad integrazione della disciplina generale comunitaria in materia di orario di lavoro, e superare conseguentemente le disomogeneità esistenti tra gli Stati membri.
Il termine di recepimento della direttiva – attuabile anche mediante accordi tra le parti sociali – è scaduto il 27 luglio 2008. La Commissione europea, con la procedura di infrazione n. 2008/0678, ha sostenuto il mancato recepimento dell’Italia; la causa è attualmente pendente dinanzi alla Corte di giustizia dell’Unione europea.
La normativa risulta parzialmente sostitutiva della disciplina generale in materia di orario di lavoro, di cui al decreto legislativo 8 aprile 2003, n. 66. L’articolo 1, comma 2, dello schema fa salve le disposizioni più favorevoli eventualmente stabilite dai contratti collettivi nazionali. Dall’ambito di applicazione della disciplina vengono escluse dall’articolo 2, comma 2, alcune fattispecie, corrispondenti a quelle per le quali l’applicazione della normativa comunitaria da parte degli Stati membri è facoltativa.
L’articolo 3 definisce, tra l’altro, i servizi di interoperabilità transfrontaliera come quelli “effettuati oltre 15 chilometri al di là della frontiera e per i quali le imprese ferroviarie necessitano di almeno due certificati di sicurezza” e il lavoratore mobile come “ogni lavoratore membro dell’equipaggio di un treno, addetto a servizi ferroviari e complementari a bordo treno di interoperabilità transfrontaliera per più di un’ora sulla base di una prestazione giornaliera”.
L’articolo 4 disciplina il riposo minimo giornaliero nella normale sede di residenza del lavoratore, stabilendone la durata pari a dodici ore consecutive nel corso di un periodo di ventiquattro ore e ne rende possibile la riduzione a nove ore consecutive, per una volta nell’arco temporale di sette giorni, secondo le condizioni e i criteri di cui ai commi 2 e 3. In particolare, il comma 3 esclude che il riposo possa essere ridotto ove si collochi tra due riposi giornalieri fuori residenza, mentre la corrispondente norma comunitaria pone il divieto con riguardo alle riduzioni “significative” (e quindi non solo, almeno letteralmente, con riguardo alle riduzioni al limite minimo di nove ore).
L’articolo 5 concerne il riposo minimo giornaliero fuori residenza, che deve avere una durata pari ad otto ore consecutive nel corso di un periodo di ventiquattro ore. Tale riposo deve esser sempre seguito da un riposo giornaliero in residenza, fatta salva l’ammissione, da parte dei contratti collettivi, di un secondo riposo consecutivo fuori residenza. Al riguardo, il relatore rileva che in questo caso – almeno letteralmente e a differenza del precedente articolo 1, comma 2 – il riferimento non è circoscritto ai contratti collettivi nazionali, stipulati dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative dei lavoratori e dei datori di lavoro.
L’articolo 6 disciplina le pause minime durante la prestazione lavorativa, distintamente per il personale di accompagnamento e per il personale macchinista. Per quest’ultima categoria, le norme non si applicano qualora sia presente un secondo macchinista. In particolare, il relatore osserva che l’articolo 6 richiede lo svolgimento di pause qualora la durata dell’orario di lavoro superi le 6 ore, mentre, limitatamente al personale macchinista, non è chiaro se la corrispondente norma comunitaria comprenda anche i casi in cui la durata dell’orario di lavoro sia pari a 6 ore.
L’articolo 7 riconosce, nell’arco di un anno, 104 periodi di riposo settimanale di ventiquattro ore consecutive, da fruire secondo i criteri e le modalità ivi definiti. Ai sensi dell’articolo 8, il tempo di guida non deve superare le nove ore per una prestazione diurna, le otto ore per una prestazione notturna tra due riposi giornalieri e le 80 ore per ogni periodo di due settimane. L’articolo 9 concerne il controllo del rispetto delle prescrizioni, prevedendo, tra l’altro, la redazione e la custodia di una scheda di servizio, indicante le ore quotidiane di lavoro e i periodi di riposo del personale. Infine, l’articolo 10, in materia di sanzioni pecuniarie amministrative per le violazioni della presente disciplina, esclude esplicitamente l’applicazione della procedura di diffida; procedura che, in ogni caso, non può concernere le violazioni in materia di orario di lavoro, in quanto esse sono, per definizione, “non sanabili”.

Il seguito dell’esame è quindi rinviato.

IN SEDE REFERENTE

(1110) FINOCCHIARO ed altri. – Norme per un lavoro stabile, sicuro e di qualità; misure per il contrasto alla precarietà del lavoro, nonchè deleghe in materia di apprendimento permanente, apprendistato e contratto di inserimento
(2261) SPADONI URBANI. – Disposizioni in materia di riduzione dell’orario di lavoro, nonché delega al Governo in materia di apprendimento permanente e di autoaggiornamento
(Seguito dell’esame congiunto e rinvio)

Riprende l’esame congiunto, sospeso nella seduta del 20 luglio scorso.

Il senatore ROILO (PD) ritiene importante acquisire sui provvedimenti il punto di vista del Governo.

Il senatore CASTRO (PdL) anticipa il proprio intento di intervenire sui disegni di legge in una prossima seduta.

Il seguito dell’esame congiunto è quindi rinviato.

La seduta termina alle ore 15,45.

SCHEMA DI RISOLUZIONE PROPOSTO DALLA RELATRICE
SULL’ATTO COMUNITARIO N. COM (2010) 462 definitivo
SOTTOPOSTO AL PARERE MOTIVATO SULLA
SUSSIDIARIETA’

La Commissione lavoro, previdenza sociale,
esaminata ai sensi dell’articolo 144, comma 1, del Regolamento, la proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa all’anno europeo dell’invecchiamento attivo 2012,
premesso che la proposta di direttiva si adegua ai cambiamenti demografici dell’Unione a 27, che ha registrato un tasso di occupazione delle persone d’età compresa tra i 55 e i 64 anni del 46 per cento nel 2009;
considerato che la Comunicazione della Commissione “Europa 2020 – Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva” ha sottolineato l’importanza della promozione dell’invecchiamento sano e attivo al fine di contribuire ad un tasso di occupazione elevato e ad una riduzione della povertà, che per le persone di età superiore ai 64 anni arriva ad un tasso del 19 per cento;
osservato che l’invecchiamento attivo rientra già in numerosi programmi dell’Unione, quali il Fondo sociale europeo, il programma sull’apprendimento permanente, i programmi specifici sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione;
valutato positivamente che la Commissione sta attuando un piano europeo a favore dei disabili, che prevede iniziative pertinenti anche per gli anziani, vista la correlazione tra invecchiamento e disabilità;
considerato che la proposta è conforme ai principi di sussidiarietà e che, pur lasciando ampi margini di autonomia, vincola gli Stati membri al raggiungimento degli obiettivi in essa contenuti, attraverso criteri e procedure ben definite;
rilevato che la proposta è conforme al principio di proporzionalità,
si esprime in senso favorevole.

 

 

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