143ª Seduta
Presidenza del Presidente
GIULIANO
La seduta inizia alle ore 16.
SULLA COMPOSIZIONE DELLA COMMISSIONE
Il PRESIDENTE rivolge un caloroso benvenuto al senatore Zanoletti, entrato a far parte della Commissione, ed un sentito ringraziamento al senatore Longo, che ha invece cessato di appartenervi.
IN SEDE REFERENTE
(998) LUSI ed altri. – Indennizzo del danno biologico nell’ambito dell’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, fatto proprio dal Gruppo del Partito Democratico ai sensi dell’articolo 79, comma 1, del Regolamento
(Seguito dell’esame e rinvio)
Riprende l’esame, sospeso nella seduta del 18 marzo 2009.
Il relatore CASTRO (PdL) ricorda che l’iter del disegno di legge n. 998 si è interrotto essendo pervenuta dal Governo una relazione tecnica sulla quantificazione degli oneri recati dal provvedimento, di segno negativo. Ritiene tuttavia opportune alcune precisazioni, al fine di promuovere una nuova valutazione tecnica del provvedimento da parte del Governo. Al riguardo, nota che l’articolo 1 del disegno di legge modifica l’articolo 13 del decreto legislativo n. 38 del 2000, prevedendo l’abbassamento dal 16 per cento all’11 per cento del grado di menomazione indennizzabile in rendita, con conseguente variazione del grado massimo di menomazione indennizzabile dall’attuale 15 per cento al 10 per cento. Le consistenze degli indennizzi in capitale e delle rendite sono stimate, sulla base di dati INAIL, in termini di spesa in 242 milioni di euro per gli indennizzi in capitale e 340 milioni di euro per le rendite per l’anno 2009, con una previsione fino al 2013. La necessità della modifica dell’articolo 13 ai fini dell’adeguamento della Tabella indennizzo danno biologico, di cui al Decreto ministeriale 12 luglio 2000, nasce dal fatto che la norma non stabilisce né i criteri di adeguamento degli importi, né le decadenze ed è perciò rimasta fino ad oggi inattuata, determinando così una progressiva riduzione del livello di tutela dei lavoratori e una “immobilizzazione” degli importi degli indennizzi ai valori del 2000. Questa mancata previsione ha determinato che gli indennizzi del danno biologico continuino ad essere calcolati sulla base della Tabella del 2000, e che le rendite per eventi ricadenti nel regime precedente il danno e le quote di rendita che indennizzano le conseguenze patrimoniali del danno siano riliquidate ogni anno sulla base delle variazioni dei prezzi al consumo, ai sensi dell’articolo 11 del decreto legislativo n. 38. Recentemente l’articolo 1, commi 23-24, della legge n. 247 del 2007 ha disposto un aumento in via straordinaria degli indennizzi del danno biologico, non prevedendo però l’adeguamento delle relative tabelle, in attesa dell’introduzione di un meccanismo di rivalutazione automatica. Tale aumento, fissato nella misura dell’8,68 per cento e pari a 50 milioni di euro, ha solo permesso di recuperare in parte il valore dell’indennità risarcitoria del danno, tenendo conto della variazione dei prezzi al consumo intervenuta tra il 2000 e il 2007.
In merito all’articolo 2, che contiene una delega al Governo per la ridefinizione della disciplina dell’indennizzo del danno biologico, il relatore osserva che la previsione relativa alla modifica della base di calcolo delle quote integrative spettanti all’infortunato, di cui all’articolo 28 del Testo Unico sulle assicurazioni obbligatorie (decreto del Presidente della Repubblica n. 1124 del 1965), contrasta con la ratio dell’articolo 13, comma 10, del decreto legislativo n. 38 del 2000, secondo la quale le suddette quote non possono essere applicate alla quota di rendita che indennizza il danno biologico, il quale prescinde dalla capacità di produzione del reddito del danneggiato. Riguardo alla revisione della tabella dei coefficienti, di cui alla lettera b), si possono sviluppare più ipotesi di lavoro con la stima dei relativi oneri: una prima ipotesi può contenere una tabella articolata su 5 classi di grado di uguale ampiezza; una seconda può includere una tabella più dettagliata, con l’indicazione per ogni grado di menomazione del relativo coefficiente, comportando un incremento di spesa del 15 per cento e del 20 per cento. Infine, la previsione della media giornaliera del settore industria, ai fini della liquidazione delle rendite spettante ai prestatori d’opera che non percepiscono una retribuzione fissa o accertabile, determinerebbe una disparità di trattamento tra questi lavoratori e quelli che percepiscono una retribuzione fissa. Infatti, in base alle previsioni di cui all’articolo 116 del citato Testo Unico, questi lavoratori avrebbero un trattamento meno favorevole. Dopo aver illustrato i dati contenuti in una tabella redatta dall’INAIL relativa agli importi degli indennizzi secondo la nuova articolazione, il relatore propone conclusivamente, anche alla luce di essi, di richiedere al Governo, ai sensi dell’articolo 76-bis, comma 3 del Regolamento, una nuova relazione tecnica, nell’auspicio che tali ulteriori considerazioni possano contribuire al superamento delle precedenti perplessità e condurre pertanto ad una valutazione di segno favorevole.
Dopo un intervento del presidente GIULIANO, che concorda con il relatore, la Commissione conviene di richiedere al Governo una nuova relazione tecnica sul disegno di legge n. 998, ai sensi dell’articolo 76-bis, comma 3, del Regolamento.
Il seguito dell’esame è quindi rinviato.
La seduta termina alle ore 16,15.
144ª Seduta
Presidenza del Presidente
GIULIANO
Intervengono, ai sensi dell’articolo 48 del Regolamento, in rappresentanza della CIA, il dottor Attilio Motta, consulenza specialistica “Agricoltura è vita”; in rappresentanza della COPAGRI, il dottor Mario Serpillo, vice presidente, accompagnato dal dottor Federico Sesti, addetto stampa; in rappresentanza della CNA, il dottor Marco Capozi, ufficio mercato del lavoro, accompagnato dall’onorevole Sergio Gambini, responsabile relazioni istituzionali; in rappresentanza della CLAAI, la dottoressa Rita Balzoni, assistente della segreteria generale, accompagnata dal dottor Paolo Sebaste, funzionario; in rappresentanza della CASARTIGIANI, il dottor Danilo Barduzzi, responsabile economico; in rappresentanza della CONFARTIGIANATO, il dottor Giacomo Curatolo, responsabile settore previdenziale, accompagnato dalla dottoressa Daniela Polimeni, settore rapporti con il Parlamento e dalla dottoressa Lorenza Manessi, responsabile dell’ufficio stampa; in rappresentanza della LEGACOOP, il dottor Carlo Marignani, responsabile relazioni industriali, accompagnato dal dottor Flavio Casetti, responsabile del Fondo Cooperlavoro; in rappresentanza dell’UNCI, la dottoressa Tiziana Pentassuglia, capo ufficio studi legislativo e sindacale, accompagnata dalla dottoressa Sara Agostini, collaboratrice; in rappresentanza della CONFCOOPERATIVE, la dottoressa Sabina Valentini, responsabile relazioni industriali, accompagnata dal dottor Matteo Bettoli, segreteria generale; in rappresentanza dell’AGCI, il dottor Giuseppe Gizzi, ufficio relazioni industriali; in rappresentanza della COLDIRETTI, il dottor Romano Magrini, responsabile lavoro, accompagnato dal dottor Federico Borgoni, area organizzazione-lavoro; in rappresentanza della CONFEDILIZIA, la dottoressa Alessandra Meucci Egidi, funzionario; in rappresentanza della CIDEC, il dottor Massimo Zanoncelli, delegato; in rappresentanza della FIDALDO, la dottoressa Teresa Benvenuto, delegata rapporti con le istituzioni, accompagnata dall’avvocato Filippo Breccia, delegato rapporti con le istituzioni.
La seduta inizia alle ore 15.
SULLA PUBBLICITA’ DEI LAVORI
Il presidente GIULIANO comunica che, ai sensi dell’articolo 33, comma 4, del Regolamento del Senato, sono state chieste l’attivazione dell’impianto audiovisivo a circuito chiuso e la trasmissione radiofonica e che la Presidenza del Senato ha fatto preventivamente conoscere il proprio assenso.
Poiché non vi sono osservazioni, tale forma di pubblicità è dunque adottata per il prosieguo dei lavori.
Il PRESIDENTE avverte altresì che la pubblicità della seduta sarà assicurata anche attraverso la resocontazione stenografica, che sarà resa disponibile in tempi rapidi.
La Commissione prende atto.
PROCEDURE INFORMATIVE
Seguito dell’indagine conoscitiva sulla disciplina delle forme pensionistiche complementari: audizione di rappresentanti di CIA, COPAGRI, CNA, CLAAI, CASARTIGIANI, CONFARTIGIANATO, LEGACOOP, UNCI, CONFCOOPERATIVE, AGCI, COLDIRETTI, CONFEDILIZIA, CIDEC e FIDALDO
Riprende l’indagine conoscitiva, sospesa nella seduta del 3 marzo scorso.
Il dottor MOTTA e il dottor SERPILLO, a nome rispettivamente, della CIA e della COPAGRI, dichiarano di rinunciare ad intervenire, rimettendosi a memorie scritte che consegnano alla Commissione.
Il dottor CURATOLO illustra congiuntamente il punto di vista della CNA, della CLAAI, della CASARTIGIANI e di CONFARTIGIANATO sul tema della previdenza complementare, segnalando che la scarsa conoscenza in materia è addebitabile tra l’altro ad un’eccessiva polverizzazione sul territorio delle imprese artigiane e ad una conseguente difficoltà a far loro comprendere che di qui a qualche anno le coperture da previdenza obbligatoria saranno largamente insufficienti. Segnala la necessità di un intervento finalizzato a rilanciare una forte iniziativa informativa per la diffusione e lo sviluppo della previdenza complementare, l’istituzione di strumenti che agevolino l’accesso al credito per i datori di lavoro che hanno conferito il TFR dei propri dipendenti ad un fondo di previdenza complementare, il miglioramento delle misure vigenti di compensazione di natura contributiva e fiscale per i datori di lavoro ed i lavoratori dipendenti, nonché l’adozione di soluzioni condivise che consentano ai fondi pensione di diversificare gli investimenti.
Il dottor CASETTI, intervenendo a nome di LEGACOOP, CONFCOOPERATIVE e AGCI, che sono state attive protagoniste del processo di riforma del sistema pensionistico italiano e che sono soci fondatori di ASSOFONDIPENSIONE, si sofferma in particolare sull’esigenza di rilanciare le adesioni ai fondi pensione negoziali, anche attraverso una campagna di informazione sul nuovo assetto del sistema. E’ a suo avviso necessario comunque sostenere l’equilibrio finanziario delle imprese, per le quali l’adesione dei lavoratori alla previdenza complementare costituisce un incremento dei costi, e semplificarne le relazioni con la previdenza complementare. Dopo essersi soffermato sul tema della portabilità, a suo avviso eccessivamente enfatizzata nei suoi aspetti problematici, tratteggia alcune proposte di miglioramento del sistema, che vanno dall’eliminazione del sistema di tassazione delle prestazioni, oggi soggette a regimi impositivi diversificati in ragione dei periodi di maturazione, alla riduzione del prelievo fiscale sui rendimenti ed al decremento del contributo di solidarietà sulla contribuzione a carico del datore di lavoro, nonché all’assoggettamento ad IVA in regime di esenzione dei servizi di gestione amministrativa e contabile forniti da soggetto terzo, come riconosciuto ai fondi comuni di investimento dalla Corte di giustizia europea.
A nome dell’UNCI, la dottoressa PENTASSUGLIA, premessa una valutazione positiva dell’attuale impianto normativo, avanza rilievi critici in particolare sulla irreversibilità della scelta del conferimento alla previdenza complementare del TFR. Ritiene quindi che il limite alla possibilità di dedurre il contributo andrebbe ancorato ad una qualche forma di indicizzazione inflattiva. Si sofferma quindi sulle difficoltà di un decollo della previdenza complementare all’interno delle piccole e medie imprese, che versano in una situazione di difficoltà sotto il profilo della liquidità; sollecita pertanto l’adozione di strumenti di compensazione, del tipo dei fondi di garanzia. Infine, caldeggia l’opportunità di prevedere la possibilità di mantenere in azienda, per le cooperative sociali e i loro consorzi, le quote di TFR “inoptate” e quelle ove sia espressamente manifesto l’assenso a tenerle in azienda con almeno 50 dipendenti.
A nome di CONFEDILIZIA, la dottoressa MEUCCI EGIDI evidenzia l’esigenza di una vera cultura previdenziale che faccia giungere il lavoratore preparato al momento della pensione ed alla conseguente brusca riduzione di reddito che normalmente ne consegue. Reputa pertanto opportuna la promozione di campagne informative capillari sul sistema pensionistico. Evidenzia inoltre una disparità di trattamento tra il datore di lavoro non impresa – qual è appunto il condominio – e quello costituito in forma di impresa, auspicando che la totalità dei contributi versati e una percentuale dell’ammontare del TFR possano essere dedotti anche dai singoli condomini in proporzione della loro quota millesimale, come già adesso accade per le detrazioni fiscali spettanti in caso di ristrutturazioni edilizie di parti comuni.
Il dottor BORGONI, a nome di COLDIRETTI, si sofferma diffusamente su Agrifondo, fondo pensione negoziale di riferimento per il settore agricolo, evidenziandone le caratteristiche e lo stato delle adesioni.
In rappresentanza di CIDEC, il dottor ZANONCELLI ritiene che, al fine di ridare corpo alla previdenza complementare, occorra una semplificazione degli adempimenti da parte del datore di lavoro, stimolando una reale concorrenza tra i fondi, anche attraverso la libertà di cambiare gestore in qualsiasi momento, nonché offrendo al lavoratore la possibilità di gestire il fondo in relazione alle proprie necessità.
A nome di FIDALDO, la dottoressa BENVENUTO, dopo essersi soffermata sulle peculiarità del lavoro domestico, sottolinea che l’estensione della previdenza complementare a tale comparto rappresenterebbe un onere sia per il datore di lavoro, che non è un’impresa, che per il lavoratore.
Nessun senatore ponendo quesiti, il presidente GIULIANO ringrazia conclusivamente gli intervenuti, dichiara conclusa l’audizione e toglie la seduta.
La seduta termina alle ore 16,05.


























