ATTI DEL GOVERNO
Mercoledì 23 settembre 2009. – Presidenza del presidente della XI Commissione Silvano MOFFA. – Interviene il Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione, Renato Brunetta.
La seduta comincia alle 15.15.
Schema di decreto legislativo recante attuazione della legge 4 marzo 2009, n. 15, in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni.
Atto n. 82.
(Seguito dell’esame e rinvio).
Le Commissioni proseguono l’esame dello schema di decreto legislativo in titolo, rinviato, da ultimo, nella seduta di ieri.
Silvano MOFFA, presidente, ricorda che nella seduta di ieri si è convenuto che oggi si svolgano le repliche dei relatori e del Governo. Al riguardo, prospetta l’opportunità che – anche per un più ordinato svolgimento della seduta – possa da subito svolgere le proprie considerazioni il Ministro Brunetta, per poi procedere alle repliche dei relatori.
Il Ministro Renato BRUNETTA, nel far presente di aver seguito con molta attenzione il dibattito svoltosi in Parlamento, desidera far conoscere alle Commissioni riunite l’orientamento del Governo sulle varie questioni poste, riservandosi comunque di consegnare ai deputati una documentazione più specifica ed analitica. Giudica innanzitutto meritevoli di accoglimento le richieste di modificare la disposizione relativa alla proroga per un triennio delle rappresentanza sindacali unitarie e di rafforzare l’indipendenza e l’autonomia dell’organismo di valutazione, previa valutazione collegiale. Nel precisare, in ordine a quest’ultimo punto, che la Commissione di cui si tratta nel provvedimento in esame possiede tutte le caratteristiche di un’autorità indipendente, a partire dalla nomina e proseguendo con l’organizzazione stessa, osserva, comunque, che ogni suggerimento volto a rafforzare tale organismo sarà ben accolto, anche ai fini di una valutazione collegiale del Governo. Giudica, poi, suscettibili di accoglimento le richieste di modificare l’articolo 39, comma 1, lettera e), in tema di rinnovo degli incarichi esterni (purché formalizzata nel parere e con la precisazione che gli incarichi saranno conferiti agli «esterni» solo in mancanza di analoghe professionalità all’interno dell’amministrazione), di introdurre il principio della territorialità dei concorsi pubblici, di estendere la disciplina speciale in materia di valutazione prevista per il docente delle scuole, accademie, conservatori ed enti di ricerca, anche ai soli tecnologi degli enti di ricerca, specificando che tale estensione non sembra invece necessaria per il SSN, dal momento che la sanità è materia regionale e rientra nella clausola di salvaguardia già prevista dall’articolo 72, comma 2, dello schema di decreto legislativo.
Giudica, al contrario, non accoglibili le richieste di modificare l’impianto generale del sistema di valutazione delle performance e di rivedere il tema delle sanzioni disciplinari, ritenendo parimenti non accettabili e non condivisibili quelle istanze che fanno riferimento ad una presunta «ottica centralistica» del provvedimento – che si scontrerebbe con lo spirito del federalismo fiscale e del codice delle autonomie – e ad uno scarso coinvolgimento dei dirigenti nel processo di riforma. Dichiara, altresì, di non poter recepire la richiesta di incrementare le percentuali con cui conferire gli incarichi ai soggetti esterni, in quanto non in linea con un preciso criterio di delega, nonché quella di modificare la disciplina dell’ARAN, introducendo procedure di concertazione per la definizione delle risorse per il rinnovo dei contratti collettivi nazionali (tema già discusso in sede di Conferenza unificata, che ritiene non rientri nella disponibilità del suo dicastero, ma in quella del Ministro dell’economia e delle finanze).
Fa, quindi, notare che alcune osservazioni formulate nel corso della discussione investono tematiche e principi già contenuti nel provvedimento, non richiedendo, pertanto, alcuna ulteriore specificazione nel testo. Si riferisce, in particolare, all’esigenza – prospettata da taluni – di adeguare la disciplina del sistema di valutazione alle specificità delle singole pubbliche amministrazioni, di valorizzare la sfera di autonomia della dirigenza e di prevedere la possibilità di derogare al sistema delle tre fasce di merito del salario accessorio da parte della contrattazione collettiva, elemento già contenuto nel testo. Ritiene, inoltre, che il testo attuale sia già pienamente rispondente alle esigenze – evidenziate durante il dibattito – di differenziare le procedure di valutazione del personale in base alla dimensione centrale o territoriale dell’amministrazione, di valorizzare pienamente la contrattazione territoriale, di prevedere criteri oggettivi per una selezione meritocratica dei dipendenti e di operare un coordinamento con le già esistenti agenzie di valutazione interne ad alcune amministrazioni. Nel ribadire che su tali punti il provvedimento appare già adeguato e non suscettibile di modificazioni, osserva che sarà comunque sua cura offrire tutti i chiarimenti necessari, al fine di evitare inutili fraintendimenti su questioni che appaiono sostanzialmente condivise da tutti.
Nel dichiararsi soddisfatto del clima di collaborazione emerso dal dibattito svoltosi presso i due rami del Parlamento, che ritiene sia stato interessante e ricco di spunti, e in attesa di conoscere il contenuto della proposta di parere dei relatori, ribadisce la sua completa disponibilità a recepire tutte quelle osservazioni che saranno ritenute in armonia con i principi e i criteri della legge di delegazione e suscettibili di apportare un miglioramento all’attuale formulazione del testo. Pur prendendo atto che permangono, allo stato, alcune posizioni divergenti, connesse più a questioni di tipo «filosofico-ideologico» che di merito – a suo avviso rispettabili, ma non condivisibili – auspica che il lavoro presso le Commissione parlamentari possa proseguire nella direzione di tale proficua collaborazione tra i gruppi, ritenendo che il lavoro puntuale del Parlamento possa rafforzare la posizione del Ministro all’interno del Consiglio dei ministri e legittimare ulteriormente la sua attività di riforma, che deve mantenersi in linea con i principi della legge n. 15 del 2009. In conclusione, come già preannunciato in premessa del suo intervento, ritiene doveroso mettere a disposizione delle Commissioni riunite una documentazione, nella quale viene dato puntuale riscontro alle questioni illustrate sinteticamente nel corso della sua esposizione odierna.
Michele SCANDROGLIO (PdL), relatore per la XI Commissione, ritiene anzitutto opportuno rivolgere un doveroso ringraziamento a tutti i componenti delle Commissioni riunite I e XI, che ritiene abbiano partecipato attivamente alla discussione dello schema di decreto legislativo attuativo della legge n. 15 del 2009, fornendo spunti interessanti che hanno arricchito il dibattito di elementi di alto valore conoscitivo, attraverso un confronto articolato e costruttivo tra i gruppi. D’intesa con il relatore per la I Commissione, si riserva, in sede di formulazione della proposta di parere, di tenere in debito conto le osservazioni formulate, laddove esse saranno valutate migliorative del testo in esame ed in linea con i principi e i criteri direttivi della «legge delega». Ritiene, comunque, di poter ragionevolmente affermare che dalla discussione di carattere generale appena conclusasi sia emersa una tendenziale conferma della validità dell’impianto innovativo dello schema di decreto legislativo in esame, che si propone di riaffermare la prevalenza del principio meritocratico nell’ambito del rapporto di pubblico impiego, in un’ottica di miglioramento dell’efficienza e della qualità dell’azione amministrativa e in un quadro di sempre maggiore convergenza tra settore pubblico e privato. Fa notare, infatti, che è giunto il momento di ricondurre l’azione della pubblica amministrazione entro i binari tracciati dai più adeguati criteri di razionalizzazione, ottimizzazione e trasparenza, contenuti nel presente provvedimento, nel rispetto del diritto della cittadinanza di fruire di servizi qualitativamente all’altezza e di esercitare un controllo sulla loro corretta erogazione, anche in vista di un ridimensionamento della spesa pubblica.
Tra le diverse osservazioni formulate durante la discussione, che giudica meritevoli di un adeguato approfondimento nel prosieguo dell’iter di formazione del provvedimento in esame, ritiene particolarmente rilevante quella tesa a sottolineare l’esigenza di prevedere nel testo un rafforzamento del legame tra organi di indirizzo politico e organi di gestione amministrativa – questione che si era personalmente incaricato di proporre all’attenzione delle Commissioni riunite – con conseguente potenziamento del sistema dello spoil system, a garanzia dell’attuazione del programma di Governo. Dichiara di essere sempre stato fermamente convinto – lo era già prima dell’inizio di tale discussione e lo è, a maggior ragione, ora che ulteriori rilievi critici sono stati mossi in tal senso – che, ai fini di una moderna riforma dell’amministrazione pubblica, sia necessario, oltre che dotare il dirigente pubblico di effettivi poteri di controllo e di sanzione nei confronti dei suoi sottoposti, garantire anche ai competenti organi di indirizzo la possibilità di revocare quegli amministratori, posti in posizioni apicali, che si dimostrino inadempienti rispetto al raggiungimento dei risultati prefissati. Rileva, a tal proposito, che il presente schema di decreto legislativo promuove, all’articolo 39, una razionalizzazione in senso restrittivo dell’istituto dello spoil system, più che una sua vera implementazione, non in piena coerenza con uno specifico criterio direttivo contenuto nella legge n. 15 del 2009 (all’articolo 6, comma 1), che appare rivolto, invece, proprio a garantire una maggiore rispondenza dell’azione amministrativa con l’indirizzo politico governativo: si introdurrebbero, pertanto, secondo l’attuale formulazione del testo in esame, forti limitazioni al rinnovo degli incarichi dei dirigenti pubblici, circoscrivendo, pertanto, la discrezionalità nelle nomine da parte degli organi politici di vertice.
In conclusione, nel ringraziare ancora una volta tutti i componenti della Commissione per l’apprezzabile lavoro svolto, ribadisce la sua disponibilità a valutare con la massima attenzione tutti i contributi dei gruppi tesi a contribuire alla stesura di un testo che sia il più possibile rispondente alle esigenze di una pubblica amministrazione al servizio dei cittadini, riservandosi di presentare ulteriori proposte di modifica in sede di formulazione della proposta di parere, d’intesa con il relatore per la I Commissione.
Giorgio Clelio STRACQUADANIO (PdL), relatore per la I Commissione, nell’unirsi ai ringraziamenti formulati dal deputato Scandroglio a tutti gli intervenuti nel dibattito, richiama quanto evidenziato nella seduta di ieri da alcuni deputati dei gruppi di opposizione – che hanno fatto presente come gli elementi di criticità già presenti nella legge n. 15 del 2009 siano tuttora riscontrabili nel provvedimento delegato – da cui si evince che il Governo ha fatto un buon lavoro nel recepire puntualmente i princìpi e criteri di delega recati dalla legge n. 15 del 2009, se perfino i rappresentanti dei gruppi di opposizione riconoscono tale coerenza. Sottolinea, inoltre, come la discussione parlamentare finora svolta sull’atto in oggetto abbia riguardato essenzialmente i princìpi di delega – riproducendo in gran parte il dibattito già svolto sulla legge n. 15 – piuttosto che il merito delle questioni affrontate dallo schema di decreto legislativo e il suo rapporto con i criteri di delega.
Si sofferma, quindi, sugli interventi svolti da taluni deputati delle Commissioni riunite – appartenenti sia a gruppi di maggioranza sia di opposizione – ritenendo, in particolare, un utile stimolo per il dibattito quanto evidenziato sulla presenza di un minore rigore nella capacità riformatrice dello schema di decreto rispetto alla legge di delegazione. Si riserva, in proposito, di svolgere specifiche riflessioni in sede di presentazione della proposta di parere, d’intesa con il relatore per la XI Commissione, così da dare compiute risposte alle varie questioni sollevate. Auspica, dunque, che nel parere che le Commissioni approveranno possano essere formulati rilievi migliorativi del testo, tenendo conto anche di quanto evidenziato nella seduta odierna dal Ministro Brunetta in ordine agli aspetti che non potranno essere richiamati nel parere parlamentare, in quanto non aderenti rispetto ai criteri di delega.
Il Ministro Renato BRUNETTA, intervenendo per una ulteriore precisazione, si riferisce alla questione posta dal deputato Cazzola nel corso del dibattito, relativa alle ricadute previdenziali della retribuzione di risultato in relazione ad alcune tipologie di pubblici dipendenti. Osserva, in proposito, che il Governo si riserva di valutare ed approfondire le indicazioni che la Commissione intenderà sottoporre sul punto, pur precisando che tale problematica sembrerebbe porsi al di fuori dei criteri previsti dalla legge di delegazione.
Silvano MOFFA, presidente, essendosi così concluso il dibattito di carattere generale e preso atto delle richieste pervenute, per le vie brevi, da diversi gruppi parlamentari, avverte che, d’intesa con il Presidente della I Commissione, si è convenuto – anche al fine di consentire ai relatori di approfondire adeguatamente gli elementi emersi dal dibattito, ai fini della predisposizione della proposta di parere – che la seduta delle Commissioni riunite, già fissata per domani, non abbia luogo.
Fa presente, pertanto, che le stesse Commissioni riunite saranno nuovamente convocate nella mattina di martedì 29 settembre, per procedere alla presentazione della proposta di parere dei relatori e delle eventuali proposte alternative, nonché alla loro illustrazione ed al relativo dibattito; il seguito del dibattito e la votazione di tali proposte avrà luogo nella seduta pomeridiana di mercoledì 30 settembre, a partire dalle ore 14.15.
Rinvia, quindi, il seguito dell’esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 15.40.
UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
Mercoledì 23 settembre 2009.
L’ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.20 alle 14.25.
Mercoledì 23 settembre 2009. – Presidenza del presidente Silvano MOFFA. – Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali, Pasquale Viespoli.
La seduta comincia alle 14.25.
Contributo previdenziale integrativo dovuto dagli esercenti attività libero-professionali iscritti in albi ed elenchi.
C. 1524 Lo Presti.
(Seguito dell’esame e rinvio).
La Commissione prosegue l’esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 30 luglio 2009.
Silvano MOFFA, presidente, avverte che sono stati presentati emendamenti riferiti alla proposta di legge in titolo (vedi allegato 1).
Giuliano CAZZOLA (PdL), relatore, fa presente che sono stati presentati taluni emendamenti di iniziativa parlamentare, rispetto ai quali si è incaricato di predisporre, in qualità di relatore, propri emendamenti finalizzati a recepire le istanze sottese alle predette proposte emendative, migliorandone tuttavia il contenuto formale. Con riferimento, in particolare, al suo emendamento 1.2, fa presente di avere preferito prevedere che il tetto del 5 per cento riferito al contributo integrativo possa valere almeno per il primo triennio di applicazione della nuova normativa.
Il sottosegretario Pasquale VIESPOLI informa la Commissione che, presso il suo dicastero, è stato aperto – nella scorsa settimana – un Tavolo di confronto con i rappresentanti delle casse previdenziali private, per affrontare le criticità emerse dopo la prima fase di attuazione della normativa che disciplina tali enti. Sottolinea, quindi, che il Governo giudica in termini estremamente positivi la proposta di legge in esame, unitamente alle finalità delle proposte emendative presentate; tuttavia, prima di entrare nel merito di tali proposte, il suo dicastero prospetta l’opportunità di un breve rinvio dell’esame delle stesse, in attesa di verificare le eventuali soluzioni condivise che potranno emergere dal Tavolo testé richiamato.
Giulio SANTAGATA (PD) reputa corretto attendere gli esiti del Tavolo di confronto, poiché ritiene che le condivisibili finalità della proposta di legge in esame debbano essere inserite all’interno di un quadro complessivo di «tenuta» dell’intero sistema delle casse previdenziali private. Rileva, infatti, che quasi tutti questi enti, soprattutto se di recente istituzione, si trovano oggi in una situazione apparentemente invidiabile; tuttavia, siccome tale situazione deriva dalla pressoché assoluta mancanza di pensionati, vi è il rischio che, proseguendo nella gestione, si possa registrare un significativo peggioramento dei bilanci, nel momento in cui tali casse dovranno cominciare ad erogare un numero significativo di prestazioni. Segnala, peraltro, che tale rischio potrà presentarsi in misura ancor più marcata per quelle casse che, attualmente, non sono transitate ad un regime di natura contributiva.
Giuliano CAZZOLA (PdL), relatore, ritiene che gli argomenti addotti dal Governo per motivare la richiesta di una breve sospensione dell’esame degli emendamenti riferiti alla proposta di legge in titolo siano plausibili e, in quanto tali, legittimino la possibilità per la Commissione di accogliere la richiesta formulata. Intende, peraltro, rilevare che il Governo, con argomenti assolutamente fondati, ha tuttavia invocato – anche nella giornata di ieri – una pausa di riflessione da parte della Commissione su importanti provvedimenti di iniziativa parlamentare, con ciò contraddicendo, di fatto, una serie di prese di posizione assunte a sostegno dell’autonomia dell’iniziativa parlamentare. Pur rendendosi conto che il Parlamento deve fare i conti anche con problemi di natura finanziaria, raccomanda comunque al rappresentante del Governo di lavorare in modo efficace, per consentire alla Commissione di giungere alla soluzione delle questioni poste dal provvedimento in esame. In proposito, peraltro, nell’auspicare che il Tavolo di confronto con le casse previdenziali possa risultare utile, esprime talune riserve sulla possibilità che il metodo individuato dal Governo sia sufficiente a risolvere i problemi che caratterizzano tali enti.
Giulio SANTAGATA (PD), intervenendo per una precisazione, rileva che molte casse previdenziali hanno presentato da mesi specifiche proposte di revisione organizzativa, senza tuttavia ricevere alcuna risposta dal Governo. Nel ribadire pertanto la condivisione del suo gruppo rispetto alle finalità del provvedimento in esame, intende limitarsi a segnalare che un eventuale aumento delle aliquote potrebbe risultare un intervento estemporaneo, mentre il Governo sta lavorando su misure di natura più complessiva.
Giuliano CAZZOLA (PdL), relatore, ricorda che l’intento della proposta di legge in esame è soltanto quello di rimuovere il limite che la legge pone nei confronti delle richiamate casse previdenziali private, vietando loro di innalzare oltre il 2 per cento il contributo integrativo: senza questo intervento, pertanto, qualsiasi tipo di ulteriore proposta proveniente dalle casse risulterebbe inutile.
Silvano MOFFA, presidente, alla luce degli elementi emersi, ritiene che si possa accogliere la richiesta di un ulteriore approfondimento delle proposte emendative formulata dal rappresentante del Governo, sottolineando che il rinvio dell’esame degli emendamenti non potrà prolungarsi oltre un limite temporale ben definito.
Il sottosegretario Pasquale VIESPOLI, nell’assicurare che la richiesta di rinvio testé formulata parte dall’esigenza di verificare eventuali profili di condivisione che potranno emergere dal confronto con le casse previdenziali private, invita anche la Commissione ad evitare di personalizzare l’interlocuzione con il Governo, che è fortemente impegnato a risolvere i problemi esistenti.
Giuliano CAZZOLA (PdL), relatore, preso atto dei chiarimenti appena resi dal rappresentante del Governo e ribadito che il contenuto delle proposte emendative presentate era già stato oggetto di un confronto informale con il dicastero competente, auspica che il seguito dell’esame del provvedimento possa essere nuovamente calendarizzato in tempi brevi.
Silvano MOFFA, presidente, rinvia, quindi, il seguito dell’esame ad altra seduta.
Interventi per agevolare la libera imprenditorialità e per il sostegno del reddito.
C. 2424 Antonino Foti.
(Seguito dell’esame e rinvio).
La Commissione prosegue l’esame del provvedimento in titolo, rinviato, da ultimo, nella seduta del 30 luglio 2009.
Silvano MOFFA, presidente, comunica che sono stati presentati emendamenti e articoli aggiuntivi riferiti al progetto di legge in esame (vedi allegato 2). Al riguardo, avverte che l’articolo aggiuntivo Barani 6.01 presenta profili di dubbia ammissibilità, atteso che esso intende modificare la vigente disciplina normativa relativa alla gestione e all’esercizio delle farmacie, intervenendo, dunque, su una materia estranea al contenuto del provvedimento in titolo. Invita, pertanto, i presentatori a ritirare il citato emendamento, avvertendo che esso non potrà – in ogni caso – essere posto in votazione.
Giuliano CAZZOLA (PdL), preso atto delle valutazioni espresse dalla presidenza in ordine ai profili di ammissibilità, ritira l’articolo aggiuntivo Barani 6.01, di cui è cofirmatario.
Antonino FOTI (PdL), relatore, nel dichiararsi disponibile sin d’ora ad esprimere il parere sulle proposte emendative presentate, ritiene utile acquisire preliminarmente l’orientamento del Governo.
Il sottosegretario Pasquale VIESPOLI dichiara che il Governo condivide l’impostazione della proposta di legge in esame, come testimoniato dalla circostanza per cui taluni provvedimenti adottati dall’Esecutivo, successivamente alla presentazione del progetto di legge in titolo, ma ormai in vigore, già contengono disposizioni di analogo tenore. Segnala, peraltro, che proprio l’esistenza di tali disposizioni rende opportuno un coordinamento normativo tra i diversi testi, al fine di assicurare una omogeneità con i profili di natura tecnica e finanziaria recati dal decreto-legge n. 78 del 2009.
In ogni caso, preannuncia che tutti gli emendamenti presentati dai gruppi di opposizione, che mirano a mettere in discussione l’impianto del provvedimento in esame, trovano la ferma contrarietà del Governo.
Antonino FOTI (PdL), relatore, prospetta l’opportunità di conoscere i tempi tecnici dei quali il Governo necessita per proporre le modifiche di coordinamento normativo testé richiamate.
Il sottosegretario Pasquale VIESPOLI ritiene che non sia difficile individuare, in tempi brevi, modifiche di carattere tecnico atte a coordinare in modo organico la proposta di legge in esame con la legislazione vigente, eliminando ogni possibile rischio di contraddizione normativa.
Ivano MIGLIOLI (PD), nel dichiarare la disponibilità del suo gruppo ad esaminare sin d’ora le proposte emendative presentate sul provvedimento, rileva che dall’esame in sede referente dei provvedimenti all’ordine del giorno dell’odierna seduta emerga una difficoltà della maggioranza a proseguire il normale svolgimento dei lavori parlamentari, testimoniata dalla richiesta del rappresentante del Governo di svolgere ulteriori accertamenti di natura tecnica. Ritiene che ciò confermi l’esistenza di profonde contraddizioni in seno alla stessa maggioranza, di natura anche politica, che ritiene possano pregiudicare il buon esito dell’iter di approvazione dei provvedimenti all’esame della Commissione.
Michele SCANDROGLIO (PdL), nel manifestare apprezzamento per l’orientamento espresso dal Governo sul provvedimento in discussione, che ritiene abbia sostanzialmente confermato l’impianto positivo delle disposizioni in esso contenute, ritiene condivisibile lo svolgimento di una ulteriore istruttoria tecnica, vista la natura capillare e particolarmente articolata di tali norme. Intende in ogni caso precisare che non esiste alcuna difformità di visione con il rappresentante del Governo legata a contenuti di merito, dal momento che la richiesta di approfondimento deriva semplicemente da una diversa interpretazione circa il coordinamento degli aspetti finanziari recati dal provvedimento con il contenuto del decreto-legge n. 78 del 2009.
Massimiliano FEDRIGA (LNP), nel rilevare come oggi siano state evocate improbabili divisioni tra il Governo e la sua maggioranza, ritiene invece necessario sottolineare la serietà dell’atteggiamento del rappresentante del Ministero del lavoro, che ha opportunamente evidenziato l’esigenza di definire un percorso in grado di costruire un provvedimento ampiamente condiviso, anche sotto il profilo tecnico. Fa notare, infatti, che sarebbe molto più semplice, per i gruppi di maggioranza, approvare oggi gli emendamenti presentati e trasferire in altre sedi – come la Commissione Bilancio o l’Assemblea – quelle problematiche che, al contrario, il Governo ha dichiarato di volere risolvere. Giudica, pertanto, in termini positivi la proposta di un breve rinvio dell’esame delle proposte emendative.
Lucia CODURELLI (PD) ritiene che il dibattito odierno abbia dimostrato l’esistenza di un serio problema politico, atteso che tutti i provvedimenti all’esame della Commissione finiscono per bloccarsi nella fase emendativa, quando emergono problemi di natura finanziaria. Invita, pertanto, i gruppi di maggioranza a un maggiore senso di responsabilità e a fare chiarezza in ordine alla programmazione dei lavori della Commissione.
Silvano MOFFA, presidente, preso atto delle questioni sollevate, ritiene di poter accogliere la richiesta di un breve rinvio della votazione delle proposte emendative riferite al provvedimento in titolo, impegnandosi sin d’ora a calendarizzare il progetto di legge entro la prima settimana di ottobre. Osserva, infatti, che non si registrano ostacoli di natura politica, ma soltanto l’esigenza di un approfondimento tecnico, ricordando come anche diversi esponenti dei gruppi di opposizione, nel corso del dibattito di carattere generale, abbiano evidenziato l’opportunità di un’armonizzazione del testo con gli interventi previsti dal cosiddetto «decreto anti-crisi». Rileva, peraltro, come una conclusione affrettata del provvedimento, priva di adeguate valutazioni sui profili di copertura finanziaria, potrebbe recare un danno all’intero procedimento di approvazione del testo.
Rinvia, quindi, il seguito dell’esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 14.50.



























