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Il Diario del Lavoro

Quotidiano online del lavoro e delle relazioni industriali

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Home - Senato - Commissione Lavoro, previdenza sociale

Commissione Lavoro, previdenza sociale

22 Ottobre 2009
in Senato

(Dal Resoconto Sommario)


Presidenza del Presidente
ZANOLETTI


Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Sacconi.

IN SEDE REFERENTE

(848-B) Delega al Governo in materia di occupazione e mercato del lavoro, approvato dal Senato e modificato dalla Camera dei deputati
(Seguito e conclusione dell’esame)

Si riprende l’esame sospeso nella seduta del 21 gennaio scorso.

Il PRESIDENTE avverte che si riprenderà la votazione degli emendamenti all’articolo 8 del disegno di legge.

Dopo la reiezione dell’emendamento 8.39, il senatore RIPAMONTI annuncia il voto favorevole del proprio Gruppo sull’emendamento 8.23, sottolineando la necessità che il Governo garantisca che non ci sarà alcun abbassamento dei livelli di tutela dei lavoratori salvaguardandone anche l’ambiente di lavoro, aspetto questo particolarmente importante.

Posto in votazione l’emendamento 8.23 è respinto dalla Commissione che, con successive e separate votazioni, respinge poi gli emendamenti 8.26, 8.27, 8.25, 8.40 e 8.41.

Sull’emendamento 8.67 (identico all’emendamento 8.42) annunciano il voto favorevole il senatore BATTAFARANO per il Gruppo Democratici di Sinistra-l’Ulivo e il senatore MONTAGNINO per il Gruppo Margherita-DL-l’Ulivo.

Posti congiuntamente ai voti, in quanto di identico contenuto, gli emendamenti 8.67 e 8.42 sono quindi respinti.

Il senatore RIPAMONTI dichiara voto favorevole sull’emendamento 8.24 richiamando la necessità di una forma di controllo parlamentare sugli schemi di decreti legislativi di cui al comma 1 dell’articolo 8.

L’emendamento 8.24 posto ai voti è quindi respinto dalla Commissione che, con separate e successive votazioni, respinge altresì gli emendamenti 8.44, 8.45, 8.68, 8.46, 8.47, 8.48, 8.49 e 8.50.

Il PRESIDENTE avverte che si passerà alla votazione degli emendamenti riferiti all’articolo 9, ricordando altresì che su di essi hanno già espresso parere contrario il Relatore ed il rappresentante del Governo.

Il senatore BATTAFARANO interviene per dichiarazione a favore dell’emendamento 9.1 (di identico contenuto agli emendamenti 9.120, 9.123 e 9.11), rilevando criticamente che le modifiche introdotte dall’altro ramo del Parlamento sono state suggerite probabilmente dalla fretta e hanno con ciò determinato soluzioni incongrue. Osserva altresì che è mancata ogni forma di consultazione con le organizzazioni sindacali dei lavoratori, che hanno anche chiesto – inutilmente, a causa dell’incomprensibile diniego del Governo e della maggioranza politica che lo sostiene – di esporre le loro ragioni alla Commissione, e pertanto invita il Relatore e il Governo a modificare il parere espresso sugli emendamenti soppressivi in esame.

Si associa il senatore MONTAGNINO, il quale rileva a sua volta che il testo in esame risente della mancanza di approfondimenti e della necessaria interlocuzione con le cooperative e con il sindacato. Inoltre, le norme ora in esame alterano il difficile equilibrio tra le parti che era stato realizzato con la legge n. 142 del 2001. La soppressione dell’articolo 9 proposta negli emendamenti in votazione costituirebbe pertanto un miglioramento del testo in esame.

Anche il senatore RIPAMONTI dichiara il proprio voto a favore della soppressione dell’articolo 9, il cui contenuto costituisce un arretramento sul piano della tutela dei lavoratori rispetto al sistema giuridico costruito già nella scorsa legislatura.

Il senatore VIVIANI interviene per dichiarazione di voto in dissenso dal Gruppo. Annuncia infatti che non parteciperà al voto in segno di protesta, per la grave incoerenza del testo in esame, sul quale il Senato non può neanche incidere in modo decisivo, a causa della pregiudiziale difesa del testo licenziato dall’altro ramo del Parlamento, da parte del Governo e della maggioranza.

Posti congiuntamente ai voti, in quanto di identico contenuto, gli emendamenti 9.1, 9.120, 9.123 e 9.11 sono respinti dalla Commissione.
Sono altresì posti congiuntamente ai voti e respinti gli emendamenti 9.124, 9.2 e 9.12, di identico contenuto.
Con distinte e successive votazioni, sono altresì respinti gli emendamenti 9.17, 9.18, 9.30, 9.19, 9.20, 9.21, 9.22, 9.23, 9.24, 9.25, 9.16, 9.26, 9.27, 9.29, 9.28, 9.15, 9.14 e 9.13.

Sull’emendamento 9.125 (di identico contenuto agli emendamenti 9.3 e 9.31), il senatore BATTAFARANO dichiara il voto a favore del proprio Gruppo, sottolineando la formulazione fortemente ambigua della lettera b) del comma 1 dell’articolo 9.

Anche il senatore RIPAMONTI dichiara il voto a favore, osservando che la formulazione della lettera b) in esame limita fortemente i diritti sindacali previsti dagli articoli 1, 8, 14 e 15 dello Statuto dei lavoratori, stravolgendo quindi l’importante normativa attualmente in vigore.

Si associa il senatore MONTAGNINO, il quale solleva dubbi di costituzionalità in merito alla lettera b) comma 1 dell’articolo 9. Osserva poi che tale articolo non reca alcuna delega, come invece risulta dal titolo del disegno di legge in esame: in realtà introduce direttamente modifiche alla legge n. 142 del 2001. Sarebbe opportuno pertanto che venisse modificato il titolo del disegno di legge in esame, per non ingenerare incertezze interpretative.

Posti congiuntamente ai voti, in quanto di identico contenuto, gli emendamenti 9.125, 9.3 e 9.31, sono respinti dalla Commissione che con separate e successive votazioni respinge altresì gli emendamenti 9.32, 9.33, 9.40, 9.34, 9.35, 9.41, 9.37, 9.38, 9.39, 9.42, 9.4 (al quale il senatore RIPAMONTI dichiara di aggiungere la propria firma) e 9.5.

Il senatore RIPAMONTI interviene per dichiarazione a favore sull’emendamento 9.43, osservando che la lettera c) del comma 1 dell’articolo 9, della quale si propone la soppressione, non garantisce il trattamento economico dei socio-lavoratori.

L’emendamento 9.43 è quindi posto in votazione e respinto dalla Commissione che, con successive separate votazioni respinge poi gli emendamenti 9.50, 9.51, 9.45, 9.52, 9.53, 9.54, 9.44, 9.55, 9.46, 9.56, 9.57, 9.58, 9.59, 9.60, 9.61, 9.62, 9.63, 9.64, 9.65, 9.66, 9.67, 9.48, 9.68 e 9.69.

Il senatore BATTAFARANO annuncia il voto favorevole del Gruppo Democratici di Sinistra-l’Ulivo sull’emendamento 9.6 (di identico contenuto agli emendamenti 9.122, 9.126 e 9.70) invitando il Governo a riflettere sulle proposte emendative in esame. Osserva che la sottrazione al giudice del lavoro delle controversie concernenti il rapporto di lavoro del socio di cooperativa è particolarmente grave poiché la tutela di questi ultimi viene notevolmente ridotta e ingiustamente diversificata rispetto a quella di lavoratori appartenenti ad altri settori.

Il senatore TREU osserva che la norma contenuta nella lettera d) del comma 1 dell’articolo 9, letta senza alcun pregiudizio, potrebbe essere considerata inutile. Tuttavia, rimane l’incertezza se nel concetto di controversia fra socio-lavoratore e cooperativa possa essere ricompreso anche ciò che non attiene meramente al rapporto associativo. Se infatti la sottrazione al giudice del lavoro comprendesse anche le controversie in materia di rapporto di lavoro, allora la questione si porrebbe in tutta la sua gravità. E’ quindi necessario che il Governo chiarisca compiutamente la portata normativa del testo in esame.

Il senatore RIPAMONTI esprime l’avviso che nel testo all’esame le controversie sottratte al giudice del lavoro non siano solo quelle concernenti il rapporto associativo fra socio-lavoratore e cooperativa, ma anche il rapporto di lavoro. Pertanto la norma incide in modo fortemente negativo sul piano della tutela dei lavoratori.

Il sottosegretario SACCONI, fornendo i richiesti chiarimenti sulla lettera d) del comma 1 dell’articolo 9, richiama l’attenzione sulla lettera a) del comma 1 dell’articolo 9, per effetto della quale il rapporto di lavoro del socio di cooperativa viene definito ulteriore, ma non più distinto, rispetto al rapporto associativo. In tal senso, la norma proposta tende a dare vita ad un rapporto complesso, nel quale spetterebbe comunque al giudice ordinario la competenza a pronunciarsi sulle controversie nelle quali prevale il rapporto mutualistico. Quindi le controversie di lavoro fra socio-lavoratori e cooperative non verrebbero sottratte al giudice giuslavoristico.

Il senatore TREU osserva che il chiarimento testè esposto dal rappresentante del Governo contiene una dichiarazione assai grave, poiché conferma non solo l’assoluta incertezza interpretativa del testo in esame, ma anche lo stravolgimento dell’attuale normativa sulle controversie di lavoro.

Il relatore TOFANI osserva a sua volta di aver interpretato il concetto di prestazione mutualistica, di cui alla lettera d) come riferito al rapporto associativo ed è in questo senso che egli ha svolto la relazione illustrativa.

Sono posti congiuntamente ai voti, in quanto di identico contenuto, gli emendamenti 9.6, 9.122, 9.126 e 9.70 che risultano respinti dalla Commissione, la quale, con successive separate votazioni, respinge poi gli emendamenti 9.80, 9.81, 9.82, 9.83, 9.78, 9.84, 9.79, 9.85, 9.75, 9.71, 9.7, 9.72, 9.74, 9.73, 9.76, 9.9 (che viene posto in votazione congiuntamente all’identico emendamento 9.86), 9.88, 9.89, 9.90, 9.91, 9.92, 9.94, 9.95, 9.96, 9.97, 9.98, 9.105, 9.106, 9.107, 9.108. 9.109, 9.110, 9.111, 9.112, 9.113, 9.114, 9.115, 9.116 e 9.87.

Il senatore MONTAGNINO annuncia il voto a favore del Gruppo Margherita-DL-l’Ulivo sugli emendamenti 9.121, 9.127 e 9.99 (di identico contenuto), osservando che la modifica che il testo in esame introduce all’articolo 6 comma 2 della legge n. 142 è gravemente lesiva delle garanzie concernenti il trattamento economico dei socio-lavoratori, con ciò dimostrando il disinteresse del Governo per questa categoria, non considerata alla pari delle altre. Peraltro, ricorda che in molte occasioni le forze politiche di centro-destra sono state sensibili alle sollecitazioni provenienti dalla Confindustria riguardanti la necessità di favorire la libera concorrenza: tuttavia, in questo caso, la norma in esame viola palesemente anche la pari dignità delle imprese, oltre al sistema delle tutele per i socio-lavoratori.

Il senatore VIVIANI sottolinea a sua volta la gravità della normativa in esame che abbassa notevolmente il livello della tutela dei diritti dei socio-lavoratori, dato che l’unica garanzia ad essi riconosciuta riguarda i minimi contrattuali. D’altra parte, sono evidenti gli interessi non certamente di carattere generale che hanno indotto le modifiche in esame, e pertanto invita il Governo a un’attenta riflessione, in modo da non stravolgere il sistema di garanzie previsto dalla legge n. 142.

Il senatore RIPAMONTI giudica in modo particolarmente negativo le disposizioni del testo in esame, poiché costituiscono un grave pregiudizio per i lavoratori e incidono pesantemente anche sui principi di leale e paritaria concorrenza che devono regolare il mercato. Si associa quindi alle preoccupazioni espresse da altri oratori circa lo stravolgimento del sistema delle garanzie costruito con la legge n. 142.

Il sottosegretario SACCONI, rispondendo alle obiezioni del senatore Montagnino osserva che la normativa in esame non ha poi effetti così dirompenti e drammatici. Essa tende in realtà a conferire un certo margine di flessibilità al contenuto del regolamento di cui all’articolo 6 della legge n. 142, in rapporto alle previsioni contrattuali, fatto comunque salvo il principio della salvaguardia del trattamento economico minimo.

Il senatore RIPAMONTI, recependo la condizione posta dalla Commissione bilancio, integra l’emendamento 9.103 con una disposizione relativa all’invarianza degli oneri a carico della finanza pubblica.

Gli emendamenti 9.121, 9.127 e 9.99, di identico contenuto, sono posti congiuntamente in votazione e respinti dalla Commissione che, con successive e separate votazioni, respinge poi gli emendamenti 9.117, 9.118, 9.119, 9.10 (che viene posto in votazione congiuntamente agli identici emendamenti 9.128 e 9.100), 9.101, 9.102, 9.103 (nuovo testo) e 9.104.

Il PRESIDENTE avverte che si passerà all’esame degli emendamenti riferiti all’articolo 10, sui quali hanno già espresso parere contrario il Relatore ed il rappresentante del Governo.

Il senatore RIPAMONTI annuncia il voto favorevole agli emendamenti soppressivi dell’articolo 10, osservando che già in sede di discussione generale era stata segnalata l’incongruenza della disposizione in esame, non comprendendosi le ragioni che hanno indotto il Governo a penalizzare le imprese artigiane, commerciali e del turismo.

Il senatore MONTAGNINO, nel dichiarare il voto favorevole della sua parte politica agli emendamenti soppressivi dell’articolo 10, osserva che le disposizioni in esso contenute appaiono pletoriche e di difficile applicabilità, poiché, a suo avviso, si riferiscono a norme che hanno cessato di avere efficacia.

Posti congiuntamente ai voti, in quanto entrambi soppressivi dell’articolo 10, gli emendamenti 10.1 e 10.16 sono respinti.

Con distinte e successive votazioni, sono quindi respinti tutti i restanti emendamenti riferiti all’articolo 10.

Il PRESIDENTE avverte che la votazione degli emendamenti è conclusa e che si passerà alle dichiarazioni di voto.

Il senatore BATTAFARANO osserva che le ragioni della contrarietà del Gruppo Democratici di Sinistra-l’Ulivo al disegno di legge in titolo sono state più volte esplicitate nel corso dei quattordici mesi durante i quali esso è stato esaminato dai due rami del Parlamento, e verranno ulteriormente riproposte nella discussione in Assemblea. Pertanto, egli si limiterà a svolgere alcune brevi considerazioni, a partire dalla constatazione che gran parte degli oltre quattrocento emendamenti presentati dai senatori della sua parte politica ha sollevato questioni cruciali, ponendo in luce le numerose incongruenze del testo, sulle quali più volte si è potuto registrare una certa difficoltà ed un certo imbarazzo da parte del rappresentante del Governo e dei Gruppi politici della maggioranza. Al di là delle divergenze politiche di fondo che separano le forze politiche della maggioranza e dell’opposizione sul tema del riordino del mercato del lavoro, nel corso della discussione sono stati infatti messi in evidenza gli aspetti più marcatamente contraddittori del disegno di legge che la Commissione si appresta a licenziare per l’Assemblea: giova ricordare, tra questi, la discutibile modalità di elencazione dei soggetti che possono essere autorizzati a svolgere attività di intermediazione di manodopera, l’ambigua revisione della disciplina del trasferimento di ramo d’azienda, nonché gli articoli introdotti dalla Camera dei deputati in materia di riordino delle funzioni ispettive dell’amministrazione centrale e degli enti previdenziali, e di revisione della legge n. 142 del 2001. Su questi temi, i Gruppi politici dell’opposizione hanno sollecitato il rappresentante del Governo ed il Relatore a concordare poche e qualificate modifiche, che avrebbero senz’altro migliorato il profilo attuativo e la qualità della delega all’esame, ma purtroppo si sono scontrati con un atteggiamento di chiusura pregiudiziale. E’ auspicabile che un tale atteggiamento possa venire meno nel corso della discussione in Assemblea, e che, fermo restando il diritto del Governo e della maggioranza politica che lo sostiene, ad attuare il suo programma, si possano apportare i necessari correttivi alle parti più deficitarie del provvedimento. Annuncia pertanto il voto contrario del Gruppo democratici di sinistra l’Ulivo sul disegno di legge n. 848-B.

Secondo il senatore MONTAGNINO occorre valutare attentamente la qualità delle riforme che il Governo intende varare, e soprattutto la loro idoneità a dare vita ad un mercato del lavoro più efficiente, ad assicurare l’aumento dell’occupazione ed a rafforzare la tutela dei diritti dei lavoratori. Nel disegno di legge in titolo, infatti, non tutti questi elementi risultano presenti in modo sufficiente, malgrado l’accoglimento da parte della Camera dei deputati di alcuni emendamenti, già presentati, purtroppo senza successo, dai Gruppi politici dell’opposizione durante la prima lettura al Senato.
Senza mettere in discussione la piena legittimità dell’impegno profuso dal Governo per perseguire i propri obiettivi strategici, occorre sottolineare che nella delega che sta per passare all’esame dell’Assemblea prevale un atteggiamento parziale, che si caratterizza per un eccesso di tutela della parte imprenditoriale, a scapito dei diritti dei lavoratori; sarebbe stato possibile, invece, operare le necessarie semplificazioni e ridurre i vincoli a carico delle imprese, senza indulgere in posizioni che considerano tali diritti un ostacolo alla crescita economica.
D’altra parte – prosegue il senatore Montagnino – anche il rappresentante del Governo ed il Relatore hanno dovuto prendere atto di alcune incongruenze del testo originariamente presentato al Senato, ed hanno agito di conseguenza, ad esempio, in occasione della soppressione di una consistente parte dell’articolo 1, avendo constatato che la riforma del collocamento ivi prospettata era già stata attuata in larga misura nella passata legislatura.
Malgrado l’impegno dei gruppi politici dell’opposizione per la soppressione o la revisione di norme pericolosamente ambigue, come quelle riguardanti la nuova disciplina del trasferimento di ramo d’azienda, permane nel testo all’esame il fallace convincimento che la flessibilità sia una sorta di panacea, lo strumento privilegiato per attuare l’auspicata riforma del mercato del lavoro: in proposito, occorre ricordare che l’incremento dell’occupazione registratosi a partire dalla fine degli anni ’90 è stato prodotto, nella tredicesima legislatura, dal varo di misure caratterizzate da un elevato grado di flessibilità, attuate, però, innovando e non riducendo le tutele, in stretto raccordo con l’evoluzione del mercato del lavoro. Perseguendo la strada tracciata dal disegno di legge all’esame, si rischia invece di legittimare un modello sociale ingiusto e squilibrato, presentando inoltre impropriamente come iniziative riformatrici dell’attuale Governo, quelle che furono invece le riforme attuate dai Governi di centro-sinistra, ad opera dei quali è stato soppresso il monopolio pubblico del collocamento, con la conseguente apertura agli operatori privati, ed è stato introdotto il lavoro interinale.
In conclusione, dopo aver auspicato che nella discussione in Aula venga meno l’atteggiamento di pregiudiziale chiusura del Governo nei confronti di qualsiasi proposta intesa a migliorare il testo del disegno di delega – del quale occorrerebbe peraltro anche modificare il titolo, poiché vi sono anche articoli che modificano direttamente la legislazione vigente – il senatore Montagnino annuncia il voto contrario del Gruppo Margherita DL-l’Ulivo sul disegno di legge n. 848-B.

Il senatore RIPAMONTI osserva che al di là delle promesse del Governo, spesso riprese dal presidente della Confindustria, sugli effetti benefici per l’occupazione che potranno derivare dall’attuazione della riforma all’esame, il dato positivo che si continua a registrare per quel che riguarda l’aumento dei posti di lavoro è il risultato delle riforme attuate dai governi di centro-sinistra, riforme che continuano a produrre effetti apprezzabili anche in una fase negativa della congiuntura economica. Sarebbe stato pertanto preferibile intervenire sulle strozzature del mercato del lavoro agendo non solo nel senso di aumentarne la flessibilità, ma anche estendendo le tutele e le garanzie per i lavoratori. Purtroppo, le proposte del Governo si muovono nella direzione opposta, e probabilmente non daranno luogo ad alcun incremento dell’occupazione.
I ritardi nell’iter parlamentare di approvazione del disegno di legge non sono poi da attribuire all’azione ostruzionistica dei Gruppi politici dell’opposizione, bensì alla pretesa del Governo di aggiungere nuovi e rilevanti articoli nel corso dell’esame presso l’altro ramo del Parlamento che, pure, aveva accolto alcuni emendamenti già presentati senza successo dalle forze politiche d’opposizione, durante l’esame in prima lettura presso il Senato. Ciò ovviamente ha aggiunto nuovi elementi di perplessità a quelli già manifestati dalla sua parte politica su misure da considerare ambigue e pericolose, come quelle relative all’elencazione dei soggetti autorizzabili allo svolgimento dell’attività di intermediazione di manodopera ed al trasferimento di ramo d’azienda.
Infine, occorre rimarcare un uso spregiudicato e strumentale dell’istituto della delega legislativa da parte dell’attuale maggioranza, e pertanto, il Gruppo Verdi l’Ulivo esprimerà un voto contrario sul provvedimento.

Il senatore VANZO esprime soddisfazione per l’imminente conclusione dell’iter parlamentare del disegno di legge delega, rilevando al tempo stesso che il fermo atteggiamento ostruzionistico e conflittuale dei Gruppi politici dell’opposizione ha evidenziato le profonde divergenze tra questi e il Governo sui temi del mercato del lavoro e dell’occupazione. Peraltro, l’opinione che la flessibilità sia esclusivamente uno strumento a disposizione dell’imprenditore per una gestione arbitraria della forza lavoro dimostra la persistenza di un atteggiamento pregiudiziale da parte dell’opposizione, volto a misconoscere il reale progetto riformatore del Governo, finalizzato ad una riforma complessiva del welfare e degli ammortizzatori sociali, in grado di ridurre i vincoli gravanti sulle imprese, garantendo al tempo stesso la posizione del lavoratore sul mercato del lavoro. Per tali motivi, e con l’auspicio che in futuro si verifichino condizioni di maggiore dialogo tra forze politiche di diversa ispirazione, il senatore Vanzo annuncia il voto favorevole del Gruppo Lega Padana sul disegno di legge n. 848-B.

Il senatore FABBRI, nell’annunciare il voto favorevole del Gruppo Forza Italia sul disegno di legge, sottolinea che l’atteggiamento fortemente conflittuale adottato dai Gruppi politici dell’opposizione ha prolungato oltre modo i tempi dell’iter parlamentare di approvazione della delega all’esame. Tale iter, peraltro, è stato segnato da eventi drammatici, come l’omicidio del professor Marco Biagi, nonché da un elevato grado di conflittualità sociale, che ha dato luogo a scioperi e a conseguenti e consistenti perdite di ore di lavoro. Non si è voluto tenere conto, però, che il disegno riformatore in discussione si pone per molti versi in un rapporto di continuità con le misure di flessibilità varate dai Governi di centro-sinistra e, soprattutto, accoglie pressanti richieste di cambiamento provenienti dall’Unione Europea. In una tale prospettiva, la flessibilità stessa non va intesa come una panacea, bensì come un elemento forte nell’ambito di un processo di costruzione di un nuovo e più efficiente mercato del lavoro. Un atteggiamento ostruzionistico in alcuni casi strumentale ha, pertanto, impedito di varare in tempi ragionevoli riforme necessarie ad aumentare l’occupazione e a fornire risposte in positivo ai giovani in cerca di lavoro.

Il PRESIDENTE esprime, a sua volta, compiacimento per il proficuo lavoro svolto dalla Commissione e rivolge un sentito ringraziamento al relatore Tofani, per l’impegno profuso, al sottosegretario Sacconi per l’assidua e costante partecipazione ai lavori della Commissione ed a tutti i senatori intervenuti, per l’elevato contributo al dibattito.

Il sottosegretario SACCONI si associa al ringraziamento rivolto dal Presidente al Relatore e a tutti i senatori impegnati in una discussione che, al di là delle divergenze, ha dato vita ad un serrato e proficuo confronto sul merito del provvedimento.

La Commissione conferisce quindi al relatore Tofani il mandato di riferire all’Assemblea in senso favorevole sul disegno di legge n. 848-B, nel testo trasmesso dalla Camera dei deputati, e di richiedere l’autorizzazione a svolgere la relazione orale.






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