È da poco iniziata la direzione del Partito democratico nella sede di S.Andrea delle Fratte. All’ordine del giorno, la riforma del lavoro, che dopo il varo in Consiglio dei Ministri deve approdare in Parlamento, ma anche le elezioni amministrative di maggio.
Il partito è unito nel sostenere la necessità di modifiche all’intervento governativo, in particolare per quanto riguarda l’art.18 sui licenziamenti. Nel Pd, però, ci sono diverse sfumature. «L’intervento governativo sull’art.18 – sottolinea entrando il senatore e giuslavorista Pietro Ichino – va nella direzione giusta, con delle imperfezioni che vanno corrette».
Secondo Stefano Fassina, d’altra parte, va corretta la norma riguardante i licenziamenti per cause economiche: «Se vengono riconosciuti illegittimi dal giudice, va previsto il reintegro». «C’è una larghissima condivisione – sottolinea – anche nell’opinione pubblica, che la norma, così com’è, non va».
Il capogruppo del Pd in commissione Lavoro, Cesare Damiano, osserva tra l’altro che «anche Monti ha riconosciuto la possibilità di cambiare la riforma» e dunque «ci stiamo sforzando per apportare correzioni». Il partito, come sottolinea anche Tiziano Treu, guarda al ‘modello tedescò.
Sullo sfondo, anche quanto proposto dal presidente del Pd, Rosy Bindi, sull’ipotesi che il partito organizzi manifestazioni per spiegare la propria posizione sul lavoro.
«Ciascuno – commenta in proposito Beppe Fioroni – se evita di parlare quando non serve, fa un’opera di bene, il Pd deve migliorare il testo in Parlamento, è un errore dare fuoco alle polveri».
D’accordo con Bindi, invece, Fassina: «C’è un confronto in Parlamento – evidenzia – ma può essere utile anche avere un momento di incontro con i nostri elettori per dire chiare le nostre proposte non solo su questo».