di Aldo Amoretti, consigliere Cnel
E’ tempo di molti interventi a proposito di lavoro straordinario. Da molte parti viene sollecitata una misura di detassazione, in modo che il povero Cipputi, disponibile a lavorare oltre il normale, si trovi un poco di soldi in più dentro la busta paga di ogni mese. Per taluni questa sarebbe la soluzione brillante al problema dei bassi salari. Le risposte di chi è contrario, specie dal fronte sindacale, sono imbarazzate. E’ sorprendente che non si tiri fuori un argomento che io trovo importante e che è la ragione principale per la quale le imprese sollecitano tale soluzione: il lavoro straordinario paga meno e costa meno di quello ordinario. Quindi per le aziende c’è una convenienza doppia: è una flessibilità in più a minor costo. Molti restano stupefatti e scettici di fronte a questa affermazione, perché è molto diffusa l’opinione contraria.
Allora abbiamo fatto un po’ di conti sulla situazione meglio conosciuta, cioè il contratto del commercio, assumendo il caso del quarto livello, cioè una figura centrale quale l’addetto/a alle vendite.
I conti del lavoro ordinario si fanno individuando la retribuzione annua come segue:
– retribuzione tabellare 9.257,52
– indennità di contingenza 6.290,64
– E.D.R. 24,84
– festività non godute (due) 99,83
– tredicesima mensilità 1.297,75
– quattordicesima mensilità 1.297,75
– trattamento di fine rapporto 1.353,21
– rivalutazione TFR (media 3 anni) 128,06
– fondo sanitario integrativo 120,00
– fondo previdenza complementare 283,16
Totale retribuzione annua 20.152,76
Diviso 1.639 ore lavorate nell’anno
Retribuzione di un’ora ordinaria 12,34
Su questo importo l’azienda paga oneri sociali Inps e Inail per un importo di euro 3,81. Quindi un COSTO ORARIO del lavoro ordinario pari a euro 16,15
Il lavoratore, simulando un monoreddito senza carichi familiari, pagherà un importo Irpef medio di euro 1,72 e subirà trattenute previdenziali per un importo medio di euro 1,14; e quindi gli resteranno in tasca: netti euro 9,48 per ora ordinaria.
Può non risultare esattissimo il calcolo del TFR perché esso viene fatto a fine carriera sulla base di parametri soggetti a variazione.
Come abbiamo calcolato le ore effettivamente lavorate?
Quelle teoriche, pari a 2.088, meno quelle mediamente non lavorate così suddivise:
– ferie 173
– festività 72
– riduzione orario ed ex festività 104
– assemblee e permessi sindacali 12
– malattie, infortuni,
maternità (6,5%) 73
– formazione, permessi 626 7
Nel conto della retribuzione annua siamo stati moderati, perché non abbiamo considerato il premio annuo, che esiste nelle aziende dove si fa contrattazione decentrata, o altre voci minori quali la mensa.
Il conto sul lavoro straordinario è molto più semplice.
Le tre voci della retribuzione mensile:
– retribuzione tabellare 771,46
– indennità di contingenza 542,22
– E.D.R. 2,07
Totale retribuzione mensile 1.297,75
Questa cifra si fraziona per il divisore convenzionale, che è 168. Se ne ricava l’importo 7,72 sul quale va applicata la maggiorazione per lavoro straordinario. Del 15% (fino alla 48° ora perché oltre è il 20%). Se ne ricava che
La retribuzione di un’ora straordinaria è di euro 8,88.
Su questo l’azienda paga oneri pari a 2,75. Quindi un COSTO ORARIO del lavoro straordinario pari a euro 11,64.
Il lavoratore a sua volta pagherà all’Inps il 9,49% pari a 1,00 euro e di Irpef l’aliquota marginale del 27% pari a Euro 2,13 ed una addizionale pari a 0,15, per un totale di euro 3,28; e quindi gli resteranno in tasca: Netti euro 5,60 per ora straordinaria.
La retribuzione netta di un’ora straordinaria (euro 5,60) è esattamente il 60% di quella di una ora di lavoro ordinario (euro 9,48).
Quindi anche nel corso degli anni passati la lagna delle aziende che lamentavano un eccesso di contributi sociali sul lavoro straordinario non aveva fondamento, in ragione del suo costo complessivo che era comunque inferiore a quello ordinario. La loro richiesta è stata comunque accolta e gli oneri sociali sono stati parificati. Adesso fanno mostra della loro sensibilità al tema della retribuzione netta, che rimarrebbe comunque inferiore anche se gli togliamo le tasse.
Mi sembra ragionevole porre la questione che paghino il lavoro straordinario almeno quanto il lavoro ordinario. Per i lavoratori sarebbe un progresso pagare sullo straordinario l’equivalente dell’aliquota media, e sarebbe un bel risparmio per lo Stato alla luce delle proposte che sono adesso in circolazione.
Perché i sindacati non sollevano la questione? Perché temono che si toglierebbe qualsiasi freno alla disponibilità dei lavoratori a lavorare oltre l’orario normale. Non ho mai visto situazioni dove si facciano ore straordinarie se non c’è l’esigenza e la convenienza per l’impresa. Se ne aumentasse il costo la convenienza sarebbe ridotta.
Differente può essere il discorso per i dipendenti pubblici, per i quali in passato si è attribuito ai lavoratori quote di straordinario che non venivano in realtà lavorate, come maniera per mascherare aumenti della retribuzione. Ma ho l’impressione che questo metodo sia stato superato nella grande parte delle amministrazioni.
Mi sembra comunque un bene chiarire la realtà dei conti.


























