“Adesione media del 75%, con punte del 90% in alcuni territori”. È questo il dato che Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti comunicano in merito al primo sciopero della storia di Amazon Italia.
“È una protesta riuscita – spiegano le tre organizzazioni sindacali – anche oltre le nostre aspettative considerando che mole lavoratrici e molti lavoratori si sentono “ricattabili” perché hanno contratti atipici e quindi hanno visto la protesta come un rischio per il loro posto di lavoro precario. Torniamo a ribadire le ragioni della protesta: Amazon si è arricchita enormemente grazie al boom del commercio online in tempo di pandemia ed è giusto che redistribuisca parte di questa ricchezza anche in termini di diritti ai suoi dipendenti. L`azienda ad oggi si è sempre rifiutata di discutere con i sindacati la verifica dei turni, dei carichi e dei ritmi di lavoro imposti, la riduzione dell`orario di lavoro dei driver, la clausola sociale e la continuità occupazionale per tutti in caso di cambio appalto o cambio fornitore, la stabilizzazione dei tempi determinati e dei lavoratori interinali ed il rispetto delle normative sulla salute e la sicurezza”.
Concludono Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti: “Ci aspettiamo da Amazon una convocazione in tempi brevissimi, in modo da non essere costretti a proseguire la protesta”.
Di diverso avviso l’azienda. In una nota il colosso dell’ecommerce afferma: “il tasso adesione allo sciopero in Amazon è stato inferiore al 10%, mentre quello riferito dai nostri fornitori dei servizi di consegna intorno al 20%. La nostra priorità è consegnare ai clienti mantenendo le promesse fatte: per questo continuiamo a lavorare come sempre, nel rispetto dei nostri dipendenti e dei loro diritti” si legge nel comunicato.