L’edilizia non ha agganciato la ripresa. Il settore delle costruzioni infatti nel 2017 non tiene il passo della ripresa del Pil. Secondo l’Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni dell’Ance, la stima per l’anno in corso degli investimenti è pari a un +0,2% “aumento del tutto trascurabile per parlare di effettiva risalita”. Le stime per il Pil prevedono invece un +1,4% secondo Banca d’Italia e un +1,3% secondo Confindustria.
Nei primi 5 mesi dell’anno inoltre la produzione del settore ha registrato un -0,3%, con un andamento altalenante: ad aprile ad esempio l’indice della produzione ha segnato un -4,6% mentre a maggio un aumento del 2,9%.
Gli investimenti in nuove abitazioni sono stati pari al -1,5%, quelli in opere pubbliche hanno segnato un +0,2% e +0,5% quelli in riqualificazione, laddove, sottolinea l’Ance, “il settore della riqualificazione rimane l’ancora di salvezza dell’edilizia”.
Una ripresa più solida, con effetti concreti sulla tenuta delle imprese, sarà possibile nel 2018.
Sulla base delle misure della Legge di bilancio 2017, le stime per il 2018, secondo l’Ance, sono di un aumento degli investimenti in costruzioni dell`1,5%.
Per quanto riguarda le opere pubbliche l’Ance sottolinea che “le ultime manovre economiche del 2016 e 2017 hanno stanziato per le opere pubbliche 100 miliardi di euro distribuiti in 15 anni. “A fronte di tali stanziamenti nel Def era previsto per il 2016 un aumento degli investimenti in infrastrutture pari al 2%. Ma all`inizio dell`anno – rileva l’Osservatorio – l`Istat a consuntivo ha certificato un calo del 4,5% corrispondente a una riduzione di 1,6 miliardi di euro di investimenti rispetto al 2015”.
Il presidente dell’Ance, Giuliano Campana, Il settore delle costruzioni è in “una situazione di stallo” in controtendenza con l`andamento dell`economia. “Per il settore delle costruzioni – ha aggiunto – siamo stati costretti a rivedere al ribasso le stime e la crescita, che quest`anno avevamo previsto dello 0,8%, si ferma a un misero 0,2%”.
Il presidente chiede di “intervenire in modo efficace per rendere effettivo quel processo di semplificazione delle procedure urbanistiche ed edilizie” e di promuovere “adeguati strumenti legislativi in grado di attivare quel processo di sostituzione edilizia che ancora nel nostro paese rappresenta un tabù”. Infine nel settore delle opere pubbliche – sottolinea Campana – “fa male vedere che, di un Piano da oltre 100 miliardi a disposizione, solo poche centinaia di milioni di euro sono state spese finora”.


























