Scritto nel 2017 e riproposto nel 2025 da Cacucci Editore, Appunti su Gino Giugni, riformista di Franco Liso (109 pagine, 13,00€) è un saggio per ravvivare la memoria del padre del diritto del lavoro italiano. Un “maestro”, come scrive l’autore, di cui era appunto ammirato discepolo e dal quale ha assorbito l’influenza per la sua formazione politica e istituzionale. Inizialmente concepito per essere essere pubblicato in un volume a cura di Enzo Bartocci e Claudio Torneo su socialisti e sindacato negli anni ’60, per ragioni editoriali il saggio di Liso è stato dapprima ospitato sul Giornale di diritto del lavoro e delle relazioni industriali e, successivamente, a puntate (nel 2021 e nel 2023) sulla Rivista storica del socialismo diretta dallo storico Paolo Bagnoli. È quest’ultima versione che viene ripresa nell’edizione Cacucci del 2025, con l’aggiunta di qualche marginale integrazione.
Il saggio analizza l’attività di Giugni fino agli anni ’70, in un arco temporale che va tra la sua formazione scientifica e il periodo successivo all’approvazione dello Statuto dei lavoratori. La struttura in due capitoli scandisce la cronologia: “Politica e diritto nel pensiero e nell’esperienza di Giugni”, e “L’impegno di Giugni sul versante della politica legislativa negli anni del centro-sinistra”, focalizzando in particolare i suoi rapporti con la Cisl e la Cgil nella temperie di questi anni, che videro l’approvazione di due importanti leggi fondamentali per il diritto del lavoro (quella sui licenziamenti individuali e il cosiddetto Statuto dei lavoratori). Anni di grande conflitto ma anche di consenso, in cui il benessere materiale era in volata dopo le devastazioni belliche e, contemporaneamente, si lavorava per un riequilibrio sociale poi effettivamente raggiunto.
È all’interno di questa cornice che Liso inscrive l’azione di Giugni – colui il quale, nelle parole di Silvana Sciarra, «ha seguito e in gran parte determinato i passaggi più rilevanti per l’innovazione del diritto del lavoro» -, ripercorrendone i fondamentali non come nostalgico esercizio di memoria, ma piuttosto come lettura ermeneutica. In questo senso e alla luce di una contemporaneità sempre più frastagliata e incerta, leggere gli Appunti su Gino Giugni diventa ancora più decisivo. Così i curatori editoriali Marco Barbieri, Vito Leccese, Vito Pinto e Roberto Voza nella prefazione al libro: «Le riflessioni di Franco Liso, pertanto, meritano di essere diffuse e studiate perché attengono a uno snodo fondamentale, a un momento di speranza e di costruzione nel nostro Paese, nel quale il lavoro e la sua disciplina legislativa e contrattuale hanno avuto grande parte nello sforzo evolutivo della collettività; o, se si preferisce, perché propongono un inquadramento del contributo di un grande giurista a un altrettanto grande sforzo politico sindacale e collettivo. E, come pure è stato scritto, “la memoria, se così interpretata, non è un esercizio di stile, ma una costruzione continua di nuove idee». In quest’ottica, quello che Liso definisce “un limite” dei suoi Appunti in realtà è un punto di forza: il suo scritto si rivolge non solo ai giuslavoristi – anche se viene ospitato nella collana giuridica Diritto e processo del lavoro -, ma a uno spettro potenziale di lettori più ampio anche grazie a un linguaggio diretto ed efficace. Francesco Liso – rilevano ancora Barbieri, Leccese, Pinto e Vozza – del Maestro «sottolinea sia il metodo, volto a investigare il diritto del lavoro nel suo farsi contrattuale collettivo e nel concreto svolgimento nei luoghi di lavoro […] e, quindi, aperto all’apporto di altre discipline, principalmente sociologiche, e alla comparazione; sia il significato politico dell’approccio “riformistico” (se si depura questa parola dalle improprie e improbabili attribuzioni correnti nella politica italiana attuale, tanto diversa da quella frequentata e praticata da Giugni e anche da Liso) e “pragmatico” – quantomeno nel senso di antidogmatico – costantemente seguito da Giugni».
Quello di Liso, dunque, è un punto di osservazione privilegiato che si distacca dalle numerose rievocazioni su Giugni che si sono succedute negli anni: è, infatti, una «testimonianza resa preziosa dal peculiare rapporto che lo ha sempre legato” al Maestro, del quale ha ereditato il metodo e condiviso posizioni politiche. Come ebbe a dire Umberto Romagnoli: Francesco Liso è stato “il più giugnano, forse, degli allievi diretti di Giugni».
Elettra Raffaela Melucci
Titolo: Appunti su Gino Giugni, riformista. Dagli anni ’50 allo Statuto dei lavoratori
Autore: Francesco Liso
Editore: Cacucci – Collana Diritto e processo del lavoro
Anno di pubblicazione: 2025
Pagine: 109 pp.
ISBN: 979-12-5965-494-6
Prezzo: 13,00€