“Si è svolto il tavolo automotive presso il Ministero dello Sviluppo Economico presieduto dal Ministro Giancarlo Giorgetti. Riteniamo importante il fatto che il tavolo sia stato convocato. Abbiamo proposto un tavolo specifico per costruire le condizioni per un accordo con il Governo e le imprese, in modo che il processo di transizione industriale ed ecologica garantisca l’occupazione in tutta filiera produttiva dell`automotive attraverso l`innovazione ecologica e tecnologica, a partire da Stellantis. Le risorse del PNRR devono servire ad un piano nazionale di politica industriale che raggiunga l`obiettivo di governare la transizione provando a recuperare il ritardo rispetto agli altri Paesi europei. L’accordo per la transizione deve coinvolgere anche il Ministero del Lavoro in quanto si dovranno mettere in atto gli strumenti per la formazione, per la staffetta generazione attraverso incentivi ai pensionamenti e alla assunzione di giovani, per la riduzione dell`orario per favorire la redistribuzione del lavoro”. Lo dichiarano in una nota congiunta Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile automotive e Simone Marinelli, coordinatore nazionale automotive per la Fiom-Cgil.
“Bisogna tagliare la distanza tra Roma e i lavoratori nelle fabbriche e negli uffici che rischiano il posto di lavoro come alla Denso di Chieti in cui sono stati dichiarati circa 200 esuberi o alla Bosch di Bari stabilimento che produce il diesel dove a rischiare il posto sono 600 lavoratrici e lavoratori – proseguono – fino alle aziende che producono motori e cambi nel gruppo Stellantis, a tutte aziende della componentistica che soffrono del calo dei volumi produttivi, e alla Marelli che produce sistemi di scarico o sospensioni per le auto endotermiche. A questo si aggiungono le preoccupazioni per la Blutec di Termini Imerese su cui non abbiamo ancora informazioni e per la crisi dei conduttori e l`aumento dei costi delle materie prime che stanno generando un forte ricorso agli ammortizzatori sociali in tutta la filiera dell`automotive”.
“Il confronto tra Governo, aziende e sindacati deve proseguire riconvocando in tempi certi il tavolo su Melfi e su gli tutti gli altri stabilimenti di Stellantis e occorre aprire il confronto anche con il Ministero della Transizione Ecologica sulla allocazione della Gigafactory. Noi chiediamo che si faccia in Italia, c`è una candidata naturale che è Torino, perchè a Mirafiori c’è già un hub. C’è bisogno di un piano che garantisca i veicoli ibridi ed elettrici su tutti gli stabilimenti, quindi chiediamo un patto di 5 anni sull’occupazione, perchè siamo alla fine del piano industriale di Fca e all’inizio del piano di Stellantis. Vogliamo un accordo che garantisca la piena occupazione e no i licenziamenti ed un sostegno al reddito dei lavoratori. Il futuro della mobilità si costruisce con l’innovazione e l`occupazione” concludono.
“Siamo in una fase di profonda trasformazione di un settore trainante della nostra industria ed dell’economia nazionale. Per questo è necessario coinvolgere tutti i produttori e tutte le aziende della filiera dell’auto. E’ fondamentale mettere in atto tutti gli interventi necessari ad accompagnare la transizione: dall’ incentivazione per la riconversione industriale, a partire dalla filiera della componentistica, passando per le batterie, cuore della nuova mobilità, insieme alla riorganizzazione dell’econsistema di ricarica elettrica”. Lo ha detto il Segretario nazionale della Fim Cisl Ferdinando Uliano.
“Bisognerà sostenere e investire su giga factory nazionali che riforniscano i produttori evitando dipendenze dall’estero e soprattutto sarà fondamentale investire per rafforzare le competenze professionali necessarie a gestire la transizione.
Bene quindi la partenza del tavolo sul settore, a patto che non sia l’ennesimo tavolo di cerimonia, li abbiamo già visti nei precedenti governi, ora non possiamo più perdere tempo, bisogna fare presto”.
“Molti grossi produttori del settore della componentistica dei motori endotermici – ha aggiunto – fanno già prefigurare nel brevissimo periodo esuberi occupazionali. Sono multinazionali come Denso, Bosch, Vitesco. Il governo su queste importanti realtà tecnologiche e lavorativi presenti in Italia deve svolgere un ruolo importante, mettere in campo un patto forte per governare questo processo riducendo al massimo le ricadute occupazionali.
I fondi europei del PNRR sono una grande opportunità per gestire la transizione che non devono essere sprecati, ma utilizzati dentro una strategia complessiva che utilizzi le risorse per attuare un vero e piano di riconversione industriale sia dal punto di vista tecnologico che dal punto di vista delle competenze. Per noi al centro di ogni scelta nella gestione di questa transizione deve esserci la compatibilità sociale. Il processo di cambiamento in atto del settore, a partire del cambio delle motorizzazioni, non può determinare costi sociali”.
“L`incontro del Tavolo automotive al Mise è stato interlocutorio. Il Ministro Giorgetti ha voluto raccogliere i suggerimenti di tutte le parti coinvolte per arrivare entro dieci giorni alla formulazione di ipotesi e a un tavolo di lavoro, che tenga conto delle posizioni espresse, per avviare una discussione completa sul futuro dell`automotive. Questo settore rappresenta una parte fondamentale dell`industria italiana, con 350 miliardi di produzione all`anno, 20% del Pil nazionale e un milione e 250 mila lavoratori coinvolti complessivamente. È indispensabile affrontare l`importante tema della transizione ecologica avendo come priorità la salvaguardia occupazionale, il futuro produttivo degli stabilimenti italiani e di tutto l`indotto nazionale”. Lo dichiara Rocco Palombella, Segretario Generale Uilm.
“Il Governo deve indicare gli obiettivi che si vogliono raggiungere e con quali strumenti si vogliono perseguire – sottolinea il leader Uilm – avviando una discussione seria e approfondita che superi posizioni ideologiche o slogan del momento per evitare che il problema ci scoppi tra le mani”.
“Ad oggi il nostro Paese non è in grado di programmare i tempi e le modalità delle transizione ecologica – aggiunge Palombella – i primi segnali di questi cambiamenti li stiamo vedendo con la riorganizzazione del sito di Melfi da parte di Stellantis”.
“Per questo è necessaria la partecipazione di tutte le parti coinvolte nella ricerca delle migliori soluzioni per questo settore – conclude – se la transizione ecologica non verrà governata nel modo giusto si rischieranno pesanti ricadute occupazionali, industriali ed economiche”.
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