Assemblea e sciopero di due ore oggi all’Italtel di Carini, a partire dalle 14.30. In tutte le sedi dell’azienda scatta a partire da oggi la prima iniziativa nazionale di protesta indetta da Fiom, Fim e Uilm dopo che l’azienda ha annunciato a fine anno, con una comunicazione apparsa su Intranet, la disdetta di tutti gli accordi di secondo livello.
I 197 dipendenti dello stabilimento di Carini, di cui 37 in cassa integrazione a rotazione, oggi si riuniranno assemblea e terranno due ore di sciopero a fine turno, mentre domani è prevista un’uscita collettiva alle 16.30 e venerdì sciopero per l’intera giornata, con presidio alla sede di Assolombarda.
“Fin dall’inizio della trattativa Italtel ha chiesto, per ridurre il costo del lavoro, la disdetta di tre accordi: il terzo elemento della retribuzione, il taglio di una voce di premio aziendale mensile di circa 36 euro e il taglio della quota accantonata del mese di luglio, di circa 500-600 euro lorde. Adesso annunciano un taglio di tutti gli istituti di secondo livello – spiega il delegato della Fiom Cgil, Filippo Lupo – Siamo ancora in attesa di una comunicazione ufficiale da parte dell’azienda quindi non conosciamo l’entità delle riduzioni, ma l’intento è di riportare la nostra contrattazione al contratto nazionale dei metalmeccanici. I tagli potrebbero riguardare l’intero pacchetto di istituti contrattuali guadagnati dopo anni di lotte, come i giorni di ferie aggiuntive, il trattamento trasferte, la reperibilità, i viaggi. Al momento non siamo dunque in grado di quantificare la perdita economica”.
Il Coordinamento Nazionale delle Rsu Italtel e le segreterie nazionali hanno così proclamato le tre giornate di lotta al rientro dalle ferie. “Venerdì, dopo il primo incontro nella sede di Assolombarda, decideremo le altre iniziative da intraprendere – aggiunge Filippo Luna – Chiediamo il ritiro della disdetta degli accordi. Questa è la nostra unica richiesta, e non siamo disponibili a trattare. È un atto gravissimo, al quale i lavoratori di tutte le sedi italiane rispondono reagendo in maniera compatta e annunciando scioperi, presidi e azioni legali”.
F.P.