Si è tenuto questa mattina al ministero dello Sviluppo Economico l’incontro per la vertenza della Ball Beverage Packaging Italia, azienda che produce lattine per bevande.
Il gruppo ha presentato circa un mese fa una procedura di licenziamento collettivo di tutti i lavoratori per la chiusura del sito di S. Martino Marrucina, comune della provincia di Chieti, e spostando tutte le l’attività del sito abruzzese in Serbia, sostenendo che successivamente quest’ultime sarebbero rientrate nella sede italiana di Verona.
Una decisione, per i sindacati di categoria, “drastica e senza precedenti” quella della chiusura del sito abruzzese, motivata dal minor costo del lavoro e senza avvisi ne interventi sulla gestione sociale dei 70 lavoratori coinvolti.
“Per quanto ci riguarda, ma lo stesso ha espresso anche il governo – ha dichiarato Mirco Rota della Fiom nazionale – la richiesta dell’azienda è inaccettabile, sia nelle modalità che nei tempi.”
“Non è comprensibile che si chiuda lo stabilimento di Chieti e non si faccia chiarezza sulle prospettive di quello di Nogara spostando per circa un anno la produzione in Serbia. È un’operazione violenta, sia per i tempi che per l’impatto sociale, che non ci convince affatto e deve essere rivista.”
“Insieme ai rappresentanti del ministero abbiamo chiesto di utilizzare ammortizzatori sociali, andando anche oltre i 75 giorni previsti, con l’obiettivo di mantenere lo stabilimento di San Martino e la salvaguardia degli occupati.”
Nell’incontro di oggi al Ministero, ha spiegato il segretario nazionale Fim Cisl Michele Zanocco, “abbiamo chiesto all’azienda di ritirare immediatamente i licenziamenti e avviare un confronto in sede ministeriale, per consentire una gestione non traumatiche per il lavoratori, ma anche i dettagli del piano di riorganizzazione del gruppo in Italia. E’ necessario capire le reali intenzioni della multinazionale in Italia e permettere al Ministero e alla Regione di attivarsi per l’eventuale la reindustrializzazione dell’area, consentendo ai lavoratori di poter avere un futuro lavorativo ed un reddito per le loro famiglie.”
“Abbiamo invitato il Ministero a favorire l’utilizzo degli ammortizzatori sociali necessari aggiuntivi a questo percorso – prosegue Zanocco – per garantire il tempo necessario ad evitare il dramma della chiusura e del licenziamento che avverrebbe il 25 dicembre prossimo, giorno di Natale.”
“Il Ministero ha sostenuto le posizioni del sindacato – sottolinea il sindacalista – e garantito il sostegno necessario per la reindustrializzazione e per gli ammortizzatori sociali, stigmatizzando la scelta della delocalizzazione temporanea in Serbia e ha chiesto all’azienda di valutare le richieste e rispondere entro qualche giorno, per poi poter riconvocare le parti in un nuovo incontro in sede ministeriale.”
“L’azienda, attraverso l’associazione degli industriali, ha comunicato telefonicamente durante l’incontro l’indisponibilità a soluzioni diverse da quelle del licenziamento. Qualora questo fosse confermato, ci troveremmo di fronte ad un no, non solo alle ragionevoli richieste sindacali, ma ad un no al Governo Italiano.”
“Chiediamo pertanto al Ministero – conclude Zanocco – di verificare i fatti e di provvedere a convocare immediatamente la multinazionale esercitando anche il proprio ruolo politico nei confronti anche dell’ambasciatore americano in Italia. E’ impensabile che questi gruppi possano continuare a distruggere il lavoro nel nostro paese continuando a beneficiare degli introiti derivati dalla vendita dei loro prodotti in Italia mettendo sul lastrico decine di famiglie in un territorio già pesantemente martoriato come quello di Chieti che recentemente è stato colpito dalla chiusura di Honeywell.”
“L’azienda – precisa Mirco Rota della Fiom nazionale – si è riservata di dare una risposta alle richieste di sindacati e governo alla riconvocazione del tavolo che si terrà fra una decina di giorni al ministero.”