Il debitio pubblico italiano ha superato anche il precedente massimo raggiunto a maggio 2015: a marzo sale a 2.228,7 mld. Lo fa sapere Bankitalia con la pubblicazione del Supplemento al bollettino statistico “Finanza pubblica, fabbisogno e debito”.
A marzo, spiega Bankitalia, l`incremento del debito è stato inferiore al fabbisogno del mese, grazie alla riduzione di 4,7 miliardi delle disponibilità liquide del Tesoro e all`effetto complessivo dell`emissione di titoli, della rivalutazione dei titoli indicizzati all`inflazione e del deprezzamento dell`euro (2,9 miliardi). Con riferimento ai sottosettori, secondo il rapporto di Bankitalia, il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 13,9 miliardi; quello delle Amministrazioni locali e degli Enti di previdenza è rimasto sostanzialmente invariato.
Nel primo trimestre del 2016 le entrate tributarie sono state complessivamente pari a 89,6 miliardi, superiori di 3,9 miliardi, 4,6 per cento, rispetto a quelle relative allo stesso trimestre dell`anno precedente. Al netto di alcune disomogeneità contabili e temporali, riguardanti principalmente l`Irpef, l`Iva e il canone Rai, si può stimare che la crescita sia stata significativamente più modesta.
Al di là delle variazioni mensili, il trend, in linea con la politica di gestione del debito, resta caratterizzato da un aumento della vita residua del debito stesso che viaggia ora sui 7 anni, nel 2014 orbitava a quota 6,8 anni. Nel mese di febbraio il debito pubblico in mano a soggetti e istituzioni non residenti in Italia è salito a 745 miliardi rispetto ai 741,3 miliardi del mese di gennaio.