Un boomerang pericoloso. In un intervento uscito oggi sul quotidiano Avvenire Roberto Benaglia, segretario generale della Fim-Cisl, definisce il salario minimo. L’introduzione di una soglia minimo oraria di retribuzione stabilita per legge, come voglio le opposizioni, se da un lato si presenta come una proposta mediaticamente appetibile, spiega il numero uno dei metalmeccanici della Cisl, dall’altro, per chi conosce e ha a cuore il mondo del lavoro, appare come pericolosa e debole. Per questo si dice sorpreso che la Confindustria di Bonomi abbia dato luce verde al salario minimo, in discontinuità con il passato e i propri interessi.
Nove euro lordi all’ora, comprensivi di tutti gli istituti differiti come 13esima e scatti di anzianità, prosegue Benaglia, è ormai una soglia superata praticamente da tutti i contratti collettivi in vigore. Dunque, prosegue il sindacalista, un buon contratto vale molto di più di un minimo tabellare stabilità per legge. E’ questa la vera ricchezza del sistema contrattuale italiano.
Per il numero uno della Fim i numerosi problemi del mercato del lavoro devono essere affrontati con soluzioni mirate e concrete, e non con un unico strumento che potrebbe apparire come la panacea di tutti i mali.
Per chi è intrappolato in un part time involontario occorre un rafforzamento del mercato del lavoro. Contro il lavoro nero maggiori controlli e un percorso semplificato per le denunce da parte dei lavoratori. Gli oltre 5 milioni di lavoratori che guadagnano meno di 10mila euro all’anno, continua Benaglia, svolgono lavori discontinui, nell’agricoltura o nel turismo. Il tema è dunque la discontinuità lavorativa e la risposta non può stare nel salario minimo.
Il sistema contrattuale italiano è davanti a una polarizzazione. Da un lato l’industria, che rinnova i contratti e vede crescere il salario, dall’altro il terziario che vede crescere l’occupazione ma non le retribuzioni. Per questo, conclude Benaglia, a 30 anni dagli accordi che nel luglio del 1993 riscrissero le regole delle relazioni industriali serve un rafforzamento del modello contrattuale.
tn