• Chi siamo
  • Abbonamenti
  • Contatti
lunedì, 18 Agosto 2025
  • Accedi
No Result
View All Result
Il Diario del Lavoro

Quotidiano online del lavoro e delle relazioni industriali

Il Diario del Lavoro

Direttore responsabile: Massimo Mascini
Vicedirettrice: Nunzia Penelope
Comitato dei Garanti: Mimmo Carrieri, Innocenzo Cipolletta, Irene Tinagli, Tiziano Treu

  • Rubriche
    • Tutti
    • Poveri e ricchi
    • Giochi di potere
    • Il guardiano del faro
    • Giurisprudenza del lavoro
    Surrogata, la grande ipocrisia

    Il congedo di paternità alla prova dell’uguaglianza: la Corte Costituzionale riconosce il diritto anche alle madri in coppie omogenitoriali

    La trappola dei dazi

    La trappola dei dazi

    La calamità Trump nel disinteresse americano

    La calamità Trump nel disinteresse americano

    Clima, Cgil: domani a Roma Landini in piazzi con i ragazzi Fridays for Future

    Tra “disastri e stagnazione delle politiche” la Bce tira le somme dell’età degli estremi

    Il decreto Cura Italia non impedisce il licenziamento per superamento del periodo di comporto

    Piccole imprese, grandi rischi: la Corte Costituzionale alza il prezzo dei licenziamenti illegittimi

    Giorgia, la capa tribù

    Riforme al palo, populismo penale in gran salute

  • Approfondimenti
    • Tutti
    • I Dibattiti del Diario
    • L'Editoriale
    • Diario delle crisi
    • La nota
    • Interviste
    • Analisi
    Ponte Stretto, Cgil: non si autorizzi senza certificazioni, il Governo chiarisca dopo le dichiarazioni di Ingv

    Tebe dalle Sette Porte e il Ponte sullo Stretto: nell’edilizia in crisi di manodopera, forse solo aumentando gli immigrati si coprirebbero i 120 mila nuovi occupati annunciati da Salvini

    Scioperare per rilanciare l’industria: tutte le (buone) ragioni dell’iniziativa dei metalmeccanici

    L’ex Ilva e il “gioco dei tre cantoni”

    A Genova sciopero dei lavoratori del porto: bloccati i varchi

    Genova, i camalli bloccano un carico di armi diretto in Medio Oriente. Poggi (Filt-Cgil): il governo e la politica trovino gli strumenti per tutelare lavoratori e cittadini

    Industria Cina perde colpi mentre eurozona mantiene slancio

    Le importazioni cinesi potrebbero impattare su 29 milioni di lavoratori europei. A dirlo uno studio contenuto nel bollettino della Bce

    Banche, sindacati: torni l’obbligo di appuntamento per entrare in filiale

    Uilca, 13 milioni di cittadini esposti alla desertificazione bancaria

    Ilva, sbloccata la trattativa

    Ex Ilva, prime adesioni dei gruppi parlamentari per l’incontro del 29 agosto. Sindacati: respingiamo le polemiche

  • Fatti e Dati
    • Tutti
    • Documentazione
    • Contrattazione
    Spiedì, Fai-Cisl: sottoscritto accordo di secondo livello. Premio di risultato dal 400 euro

    Spiedì, Fai-Cisl: sottoscritto accordo di secondo livello. Premio di risultato dal 400 euro

    20mila posti a rischio nelle Tlc, i sindacati lanciano la mobilitazione

    Telecomunicazioni, riaperta la trattativa per il rinnovo del contratto

    Il report della Fisac-Cgil sul settore assicurativo

    Colacem, siglata l’ipotesi di accordo integrativo di secondo livello

    Edilizia, sottoscritta l’ipotesi di rinnovo del contratto provinciale per l’edilizia industria di Roma e provincia

    Il capitano Margherito

    P.A., firmati i contratti per dirigenti di polizia e forze armate

    L’analisi Confcommercio sulle spese obbligate – Anni 1995-2025

  • I Blogger del Diario
  • Biblioteca
    Con la testa e con le mani. Quando la classe si fa racconto. Edizioni Alegre

    Con la testa e con le mani. Quando la classe si fa racconto. Edizioni Alegre

    L’armonia degli sguardi, di Emiliano Manfredonia. Edizioni: San Paolo

    L’armonia degli sguardi, di Emiliano Manfredonia. Edizioni: San Paolo

    Appunti su Gino Giugni, riformista, di Francesco Liso. Editore Cacucci

    Appunti su Gino Giugni, riformista, di Francesco Liso. Editore Cacucci

    Il Progetto, Rivista di cultura del lavoro. Editore Fondazione Ezio Tarantelli

    Il Progetto, Rivista di cultura del lavoro. Editore Fondazione Ezio Tarantelli

    Attraversare i confini, di Valerio Nicolosi. Editore Utet

    Attraversare i confini, di Valerio Nicolosi. Editore Utet

    Crimini e caporali, di AA.VV. a cura di Stefano Becucci e Vincenzo Scalia

    Crimini e caporali, di AA.VV. a cura di Stefano Becucci e Vincenzo Scalia

  • Appuntamenti
Il Diario del Lavoro
  • Rubriche
    • Tutti
    • Poveri e ricchi
    • Giochi di potere
    • Il guardiano del faro
    • Giurisprudenza del lavoro
    Surrogata, la grande ipocrisia

    Il congedo di paternità alla prova dell’uguaglianza: la Corte Costituzionale riconosce il diritto anche alle madri in coppie omogenitoriali

    La trappola dei dazi

    La trappola dei dazi

    La calamità Trump nel disinteresse americano

    La calamità Trump nel disinteresse americano

    Clima, Cgil: domani a Roma Landini in piazzi con i ragazzi Fridays for Future

    Tra “disastri e stagnazione delle politiche” la Bce tira le somme dell’età degli estremi

    Il decreto Cura Italia non impedisce il licenziamento per superamento del periodo di comporto

    Piccole imprese, grandi rischi: la Corte Costituzionale alza il prezzo dei licenziamenti illegittimi

    Giorgia, la capa tribù

    Riforme al palo, populismo penale in gran salute

  • Approfondimenti
    • Tutti
    • I Dibattiti del Diario
    • L'Editoriale
    • Diario delle crisi
    • La nota
    • Interviste
    • Analisi
    Ponte Stretto, Cgil: non si autorizzi senza certificazioni, il Governo chiarisca dopo le dichiarazioni di Ingv

    Tebe dalle Sette Porte e il Ponte sullo Stretto: nell’edilizia in crisi di manodopera, forse solo aumentando gli immigrati si coprirebbero i 120 mila nuovi occupati annunciati da Salvini

    Scioperare per rilanciare l’industria: tutte le (buone) ragioni dell’iniziativa dei metalmeccanici

    L’ex Ilva e il “gioco dei tre cantoni”

    A Genova sciopero dei lavoratori del porto: bloccati i varchi

    Genova, i camalli bloccano un carico di armi diretto in Medio Oriente. Poggi (Filt-Cgil): il governo e la politica trovino gli strumenti per tutelare lavoratori e cittadini

    Industria Cina perde colpi mentre eurozona mantiene slancio

    Le importazioni cinesi potrebbero impattare su 29 milioni di lavoratori europei. A dirlo uno studio contenuto nel bollettino della Bce

    Banche, sindacati: torni l’obbligo di appuntamento per entrare in filiale

    Uilca, 13 milioni di cittadini esposti alla desertificazione bancaria

    Ilva, sbloccata la trattativa

    Ex Ilva, prime adesioni dei gruppi parlamentari per l’incontro del 29 agosto. Sindacati: respingiamo le polemiche

  • Fatti e Dati
    • Tutti
    • Documentazione
    • Contrattazione
    Spiedì, Fai-Cisl: sottoscritto accordo di secondo livello. Premio di risultato dal 400 euro

    Spiedì, Fai-Cisl: sottoscritto accordo di secondo livello. Premio di risultato dal 400 euro

    20mila posti a rischio nelle Tlc, i sindacati lanciano la mobilitazione

    Telecomunicazioni, riaperta la trattativa per il rinnovo del contratto

    Il report della Fisac-Cgil sul settore assicurativo

    Colacem, siglata l’ipotesi di accordo integrativo di secondo livello

    Edilizia, sottoscritta l’ipotesi di rinnovo del contratto provinciale per l’edilizia industria di Roma e provincia

    Il capitano Margherito

    P.A., firmati i contratti per dirigenti di polizia e forze armate

    L’analisi Confcommercio sulle spese obbligate – Anni 1995-2025

  • I Blogger del Diario
  • Biblioteca
    Con la testa e con le mani. Quando la classe si fa racconto. Edizioni Alegre

    Con la testa e con le mani. Quando la classe si fa racconto. Edizioni Alegre

    L’armonia degli sguardi, di Emiliano Manfredonia. Edizioni: San Paolo

    L’armonia degli sguardi, di Emiliano Manfredonia. Edizioni: San Paolo

    Appunti su Gino Giugni, riformista, di Francesco Liso. Editore Cacucci

    Appunti su Gino Giugni, riformista, di Francesco Liso. Editore Cacucci

    Il Progetto, Rivista di cultura del lavoro. Editore Fondazione Ezio Tarantelli

    Il Progetto, Rivista di cultura del lavoro. Editore Fondazione Ezio Tarantelli

    Attraversare i confini, di Valerio Nicolosi. Editore Utet

    Attraversare i confini, di Valerio Nicolosi. Editore Utet

    Crimini e caporali, di AA.VV. a cura di Stefano Becucci e Vincenzo Scalia

    Crimini e caporali, di AA.VV. a cura di Stefano Becucci e Vincenzo Scalia

  • Appuntamenti
No Result
View All Result
Il Diario del Lavoro
No Result
View All Result

Home - Approfondimenti - Analisi - Blandi gli effetti della cosiddetta “Riforma Biagi”

Blandi gli effetti della cosiddetta “Riforma Biagi”

4 Febbraio 2005
in Analisi

di Aris Accornero – Professore emerito di Sociologia industriale all’Università di Roma – La Sapienza)

(L’Opinione)
L’Isae (Istituto di studi e analisi economica) ha presentato il 2 febbraio il consueto Rapporto Le previsioni per l’economia italiana, che dà conto dei risultati di una interessante e ampia inchiesta in merito ai canali di reclutamento e alle modalità d’impiego della mano d’opera a cui ricorrono gli imprenditori dopo il varo della legge n. 30 (la cosiddetta ‘riforma Biagi’) e del relativo decreto legislativo n. 276, sempre del 2003. Circa 6.200 imprese sono state interpellate nel mese di dicembre 2004 sul consuntivo 2004 e sulle previsioni 2005, mentre 5.800 erano state interpellate nel dicembre 2003 sulle previsioni di assunzione 2004. Il confronto fra le informazioni ottenute in queste due occasioni consente una prima valutazione sugli effetti delle misure che hanno drasticamente riformato il mercato del lavoro e il collocamento della mano d’opera.

Vediamo dapprima i canali di reclutamento, che per il 30% sono quelli formali e per il 70% quelli informali. Fra quelli formali il più usato restano le ex agenzie di lavoro interinale tipo Manpower e Adecco, cui nel 2004 si è rivolto il 22,8% delle imprese. Rispetto alle previsioni formulate alla fine del 2003 (il 18,4%), questo canale è stato dunque utilizzato in misura sensibilmente maggiore, e in esso le imprese ripongono notevoli speranze anche per l’anno prossimo.

Seguono a notevole distanza le agenzie private, oggi autorizzate a effettuare alla luce del sole un collocamento che ieri non era consentito: a loro si è rivolto il 5,3% delle imprese. Dal confronto con le previsioni emerge una notevole delusione, accompagnata – come i successivi soggetti – da qualche speranza per il 2005. Seguono a ruota le agenzie pubbliche, cioè i Centri per l’impiego, cui si è rivolto il 4,6% delle imprese; considerate le modeste aspettative, la delusione è stata poca. A distanza viene poi la somministrazione di mano d’opera a tempo indeterminato (il cosiddetto ‘staff leasing’), che è affidato alle stesse agenzie ex interinali, cui si è rivolto appena l’1,4% delle imprese; rispetto alle previsioni, questo canale ha dato notevoli delusioni. In coda con lo 0,9% sono i nuovi soggetti, cioè comuni, scuole, università, enti bilaterali e associazioni di rappresentanza, verso i quali c’è moltissima delusione.   


Due notazioni. La prima è l’indiscutibile riconferma del successo realizzato dal lavoro interinale, le cui agenzie (salvo marginali eccezioni) sono ormai un canale dominante, assestato e affidabile. L’interinale è una via di accesso e una modalità d’impiego che alle imprese costa più del lavoro normale, ma che consente loro di tamponare le falle impreviste e di mettere ‘in prova’ futuri dipendenti; infatti circa un quarto viene assunto in via stabile. (Si veda la ricerca di G. Altieri e C. Oteri, ‘Il lavoro interinale come sistema. Bilancio di un quinquennio’, Roma, Ediesse, 2004). Come si ricorderà, il lavoro interinale è stato introdotto in Italia da una legge che, nell’ambito del ‘pacchetto Treu’, contempera bene le esigenze degli imprenditori e dei lavoratori. Il suo successo spicca sia se si tien conto delle forti opposizioni incontrate all’inizio (che riemergono quando qualcuno sfascia le vetrine di un’agenzia); sia se si considerano le anomalie rispetto agli altri paesi (attestate anche dalla quota di assunzioni). Questi risultati si devono soprattutto a una circostanza: nonostante talune lagnanze delle imprese, l’interinale garantisce la selezione del personale che il vecchio collocamento pubblico non aveva mai fatto; e che non credo faccia ancora in modo diffuso e soddisfacente.


La seconda notazione è questa. Sette imprese su dieci reclutano la mano d’opera attraverso canali informali. E non c’è finora nessun indizio che questa situazione stia venendo migliorata dalla ‘riforma Biagi’. In ciò, l’inchiesta dell’Isae non fa che confermare i dati dell’ultima indagine Excelsior, condotta presso ben 100 mila imprese private ed enti pubblici: nel 2003, oltre il 63% delle assunzioni è stato effettuato attraverso conoscenze dirette o segnalazioni varie. Ciò dà un’idea di polverizzazione, di atomizzazione del mercato del lavoro, a cui contribuiscono l’elevata e crescente selettività della domanda e anche dell’offerta di lavoro, così come l’elevata e crescente nati-mortalità delle imprese e dei mestieri stessi. Si dirà: questa è la solita Italia. No, perché questo succede anche negli Stati Uniti, dove il 53% delle assunzioni avviene per canali informali, fra i quali ci sono ovviamente i cartelli ‘Help wanted’, ma soprattutto c’è il ‘passaparola’ delle imprese che si rivolgono ai loro stessi dipendenti…


Vediamo ora le modalità d’impiego. Le notizie sono queste. Nelle assunzioni c’è stato innanzitutto un balzo del part-time, ‘inatteso’ rispetto alle previsioni – sottolinea l’Isae – e che potrebbe derivare dalle modifiche introdotte rispetto alle norme del ‘pacchetto Treu’. Oggi infatti l’impresa può chiedere ore straordinarie alle lavoratrici part-time, anche se per molte di loro la disponibilità oraria è rigidamente vincolata dai ‘doveri’ domestici. Può essere che questo peggioramento accresca il part-time? In proposito bisogna sapere che la nuova serie continua dell’Istat sulle forze di lavoro ha fatto emergere una crescita del part-time da anni superiore a quella finora conosciuta, e tale da spiegare gran parte della maggiore occupazione femminile ricalcolata per il periodo 1992-2003. Questi nuovi dati ci dicono che l’Italia è meno distante dall’Europa proprio per le donne e per il part-time. Il governo non lo sapeva, e potremmo scoprire che era inutile rendere il part-time ancora più appetibile per le imprese, perché così rischiamo che possa essere accettato da una quota minore di donne.


Nelle assunzioni c’è poi una quota di collaborazioni coordinate e continuative non molto superiore al passato. Quindi non sembra profilarsi il ‘boom’ che qualcuno temeva dopo la loro trasformazione in ‘contratti a pro­getto’ atti a individuare i para-subordinati veri ed a ricondurre quelli finti, entro un determinato periodo, al lavoro subordinato a tempo indeterminato. Fa eccezione il pubblico impiego, esentato dalla riforma anche perché questa modalità è la scappatoia che resta alle amministrazioni che si sono viste tagliare o bloccare i fondi dal governo: il risparmio si fa sulla pelle dei finti co.co.co. Del resto è un rapporto conveniente per chi lo utilizza per lucrare sulla paga e sui contributi di dipendenti camuffati. Una parte di questi si annida fra i 500-600 mila attivi che non sono né amministratori, né professionisti, né doppio-lavoristi, né pensionati. Sono quindi meno dei 2.875.186 para-subordinati iscritti all’Inps a fine 2003, ma sulle loro spalle continua una specie di ‘dumping sociale’.


Questi co.co.co. sono il simbolo di una via bassa alla flessibilità perché mette insieme un lavoro MENO costoso e PIU’ flessibile: una specie di ‘optimum alla Catalano’… Gli interinali sono invece il simbolo della via alta alla flessibilità perché mette insieme un lavoro PIU’ costoso e PIU’ flessibile. Altri sondaggi mostrano che per ora le trasformazioni in ‘contratti a progetto’ sono abbastanza poche benché decreti e circolari attuative le abbiano rese più facili. Nel frattempo, una serie di accordi sin­dacali ha mostrato invece che il fenomeno co.co.co. può essere altrimenti disciplinato e ristretto.


In breve le altre modalità. Dati deludenti sul ‘job-on-call’, anche rispetto alle caute previsioni di fine 2004. ‘Irrisorio’ – dice l’Isae – il contributo del ‘job sharing’. Meglio delle previsioni l’apprendistato, ma con un 2005 in calo. Deludente anche il contratto di inserimento, che comunque dovrebbe calare nel 2005 perché assai meno conveniente del vecchi contratti di formazione e lavoro.


Anche altri indizi ci dicono che lo sventagliamento delle modalità d’impiego e dei soggetti d’intermediazione non paga. La riforma ci porta dalla flessibilità normata alla flessibilità generalizzata sulla base di un presupposto ingenuo e fallace: più modalità e soggetti ci sono, più posti si creano. Ma non è così, anzi. Si riscontra invece che gli strumenti portanti di un mercato del lavoro flessibile restano quelli del ‘pacchetto Treu’, che poi corrispondono alla situazione generale: anche negli Stati Uniti le modalità d’impiego che contano sono cinque o sei, e i soggetti di intermediazione quattro o cinque. Noi ne abbiamo una pletora e, come se non bastasse, abbiamo anche l’atipico più atipico che si conosca: gli ex co.co.co. Un profilo che, pur non essendo stato creato dal centro-si­nistra, e tanto meno dal centro-destra, il primo non ha saputo disciplinare e il secondo non sembra saper raddrizzare.


Naturalmente non dobbiamo essere ingenerosi. Bisogna dare tempo a una riforma fin troppo complessa, oltretutto accompagnata da circolari che interpretano le norme nel modo più vantaggioso per le imprese. (L’ultima, sul ‘job-on-call’, consente ‘piena libertà sul fronte dell’orario’, come scrive soddisfatto il quotidiano della Confindustria). Tuttavia non credo sia scorretto dire che questi primi risultati ridimensionano l’ap­prezzamento per la riforma che è venuto dalla Commissione europea e dall’Ocse. Organismi che peraltro hanno testé criticato l’Italia perché le misure della ‘Biagi’ rischiano di ‘aumentare una segmentazione del mercato già pronunciata’. (Stranamente, su Il Sole-24 Ore del 28 gennaio Michele Tiraboschi ha citato quegli elogi ma ha omesso queste critiche.)


Del resto, bisogna onestamente dire che né il centro-sinistra né il centro-destra hanno saputo approntare tutele all’altezza delle novità introdotte. Tutele, dico, non ‘ammortizzatori sociali’: com’è possibile che una definizione così pelosa e penosa possa delineare i cambiamenti che il post-fordismo impone alla sicurezza sociale?

redazione

redazione

In evidenza

A Genova sciopero dei lavoratori del porto: bloccati i varchi

Genova, i camalli bloccano un carico di armi diretto in Medio Oriente. Poggi (Filt-Cgil): il governo e la politica trovino gli strumenti per tutelare lavoratori e cittadini

8 Agosto 2025
Recapitata lettera Ue, governo risponderà entro domani

Pnrr, la Commissione versa all’Italia la settima rata da 18,3mld

8 Agosto 2025
Tpl Napoli, Garante scioperi sanziona i sindacati per 40mila euro

Tpl Napoli, Garante scioperi sanziona i sindacati per 40mila euro

8 Agosto 2025
Marcinelle, Cgil: memoria necessaria per evitare altre tragedie

Marcinelle, sessantanove anni fa la tragedia che costò la vita a 262 minatori, 136 italiani. Mattarella: la tutela dei lavoratori resta un’urgente necessità

8 Agosto 2025
Fiom e Cgil: la doppia primogenitura

Ex Ilva, Fiom: fallito l’accordo interistituzionale tra governo e enti locali, mobilitati per impedire che a pagare siano i lavoratori

7 Agosto 2025
Ulteriori informazioni

Quotidiano online del lavoro e delle relazioni industriali

Direttore responsabile: Massimo Mascini
Vicedirettrice: Nunzia Penelope
Comitato dei Garanti: Mimmo Carrieri,
Innocenzo Cipolletta, Irene Tinagli, Tiziano Treu

© 2024 - Il diario del lavoro s.r.l.
Via Flaminia 287, 00196 Roma

P.IVA 06364231008
Testata giornalistica registrata
al Tribunale di Roma n.497 del 2002

segreteria@ildiariodellavoro.it
cell: 349 9402148

  • Abbonamenti
  • Newsletter
  • Impostazioni Cookies

Ben Tornato!

Accedi al tuo account

Password dimenticata?

Recupera la tua password

Inserisci il tuo nome utente o indirizzo email per reimpostare la password.

Accedi
No Result
View All Result
  • Rubriche
    • Poveri e ricchi
    • Giochi di potere
    • Il guardiano del faro
    • Giurisprudenza del lavoro
  • Approfondimenti
    • L’Editoriale
    • La nota
    • Interviste
    • Analisi
    • Diario delle crisi
  • Fatti e Dati
    • Documentazione
    • Contrattazione
  • I Blogger del Diario
  • Appuntamenti
Il Diario del Lavoro

Direttore responsabile: Massimo Mascini
Vicedirettrice: Nunzia Penelope
Comitato dei Garanti: Mimmo Carrieri, Innocenzo Cipolletta, Irene Tinagli, Tiziano Treu

  • Accedi