Gli aumenti salariali devono essere legati agli incrementi di produttività. E’ questo il messaggio lanciato ai sindacati dal presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, in vista dell’apertura del negoziato per riscrivere le regole della contrattazione.
“Consideriamo da sempre lo scambio salario-produttività una questione cruciale – ha detto Boccia nella sua prima relazione all’assemblea di Confindustria – crediamo che la contrattazione aziendale sia la sede dove realizzare questo scambio”. Boccia ha però avvertito i sindacati che “non vogliamo giocare al ribasso” e che “adesso non si può interferire con i rinnovi (contrattuali, ndr) aperti”.
Il neo presidente degli imprenditori ha insistito sul fatto che “gli aumenti retributivi devono corrispondere ad aumenti di produttività. Il contratto nazionale resta per definire le tutele fondamentali del lavoro e offrire una soluzione a chi non desidera affrontare il negoziato in azienda”.
Boccia è convinto che “con i profitti al minimo storico lo scambio salario-produttività è l’unico praticabile”. Per questa ragione serve “una politica di detassazione e decontribuzione strutturali – ha aggiunto – senza tetti di salario e di premio con lo scopo di incentivare i lavoratori e le imprese più virtuosi”.
Boccia ha poi ricordato che le relazioni industriali “devono contribuire in maniera decisiva alla crescita e alla ricchezza e del benessere delle imprese e delle persone. Devono diventare rapporti tra soggetti consapevoli che condividono gli obiettivi di sviluppo aziendale”.
La strada, dunque, è quella di “una più alta produttività per pagare più alti salari”. Il presidente di Confindustria ha affermato che il cambiamento nella contrattazione è stato “messo in moto” grazie agli accordi interconfederali degli anni scorsi che “devono costituire la base per andare oltre. Per questo motivo – ha aggiunto – avevamo chiesto ai sindacati di riscrivere insieme le regole della contrattazione collettiva. Vi erano tutte le condizioni per farlo e favorire così un processo di decentramento della contrattazione, moderno e ordinato, come sta accadendo in Europa”.
Boccia ha lamentato che “a malincuore abbiamo accettato la decisione delle organizzazioni sindacali di arrestare questo processo per dare precedenza ai rinnovi dei contratti nazionali nel quadro delle vecchie regole, lasciando così ai singoli settori il gravoso compito di provare a inserire elementi di innovazione”.