Il tavolo tra Governo e sindacati relativo alla “fase 2”, che si è aperto al ministero del Lavoro, “dalle prime battute non sta parlando dei problemi dei giovani”. Lo ha detto il presidente dell’Inps, Tito Boeri, intervenendo a un convegno sul tema “Il welfare dei millennial”.
Il numero uno dell’istituto di previdenza ha sottolineato che “anche quando si parla di giovani lo si fa in un modo che non va dalla loro parte”. Boeri si è riferito in particolare all’idea di una pensione minima di garanzia per coprire i contributi mancanti, a causa delle carriere lavorative discontinue. “Chi pagherà quei minimi pensionistici? – ha aggiunto – i figli dei nostri figli?”.
Boeri ha ricordato che “fino a ora ci si è occupati di altro, come le quattordicesime che aumentano il fardello del debito sulle generazioni future. Si dice di introdurre i minimi pensionistici, ma chi paga non viene detto”.
Secondo il presidente dell’Inps il “vero problema” riguarda l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro: “Dobbiamo intervenire, non c’è tempo da perdere. Serve un intervento strutturale, basta con manovre temporanee. Bisogna cambiare le aspettative dei giovani”.
Boeri ha rilanciato la proposta di fiscalizzare i contributi sociali attraverso il ricalcolo contributivo dei vitalizi e un prelievo sulle pensioni oltre i 5mila euro. Il numero uno dell’istituto di previdenza ha inoltre definito “impietosi” i dati della disoccupazione delle generazione dei millenial, aggiungendo che “chi entra oggi nel mercato del lavoro lo fa in condizioni molto difficili” e con un salario d’ingresso che è il 20% in meno. Boeri ha anche ricordato che i disoccupati under 35 sono circa un milione, 600mila dei quali (il 60%) senza lavoro da oltre un anno (di questi 250mila sono laureati). “C’è un pessimismo molto forte nel futuro del Paese – ha concluso – è questo il problema. La domanda di lavoro reagisce agli incentivi fiscali e, dunque, da qui bisogna partire”.



























