Alberto Bombassei, vicepresidente e candidato alla guida dell’associazione delle imprese alle prossime elezioni di primavera, critica la presidente Emma Marcegaglia per le dichiarazioni di ieri sull’articolo 18. Durante la registrazione del programma “Otto e mezzo”, Bombassei ha detto di ritenere l’intervento di Marcegaglia un passo falso per “i toni forse esagerati” usati contro i sindacati.
L’imprenditore, pur non essendo d’accordo con il presidente di Confindustria, sull’articolo 18, definendolo “una delle ragioni per cui non si investe in Italia”. “Sono convinto che sia un grande freno alle assunzioni giovanili”, ha detto, aggiungendo di non aver mai avuto nella sua azienda un caso di ricorso alla norma dello Statuto dei lavoratori. Dura la replica alla Cgil: “Quando Susanna Camusso dice che è una questione di civiltà vuol dire che gli altri paesi, che non ce l’hanno, sono incivili. Bisogna discuterne – aggiunge – e una parte del sindacato è disposta a farlo”.
L’obiettivo degli imprenditori, secondo Bombassei, è avere “maggiore flessibilità in uscita”, non “libertà di licenziare”. “Facciamo come la Germania, la Francia e la Spagna dove c’è una certa libertà in uscita”. La ricetta del vicepresidente di Confindustria è quella di “fare un elenco delle ragioni per cui si può licenziare”. Tutti temi già contenuti nella lettera che il patron della Brembo ha inviato agli industriali italiani per lanciare la propria candidatura al vertice: “Confindustria deve cambiare in profondità”, si legge nella lettera, “deve essere efficiente ed autorevole”, dovrà essere “più associazione e meno apparato burocratico”.
“Il mio programma – scrive – non è una critica al passato, ma è una prevenzione ai problemi che si devono risolvere. E’ cambiato tutto il mondo, quindi anche Confindustria deve essere rivista, non tanto rifondata, ma modificata. Confindustria non deve essere considerata soggetto politico, ma deve essere equidistante dalla politica”. Secondo Bombassei, all’inizio del mandato di Emma Marcegaglia, l’associazione aveva “ecceduto nell’adesione troppo intima alla politica. Poi si è allontanata dalla politica con altrettanta volontà. Credo che l’equidistanza sia la posizione più equilibrata”. “Essere filogovernativi è normale – dice Bombassei – perché il nostro interlocutore è il governo e le aperture che sono arrivate a Berlusconi furono date per appoggiare una giusta politica industriale che poi non arrivò mai e dal quale dunque prendemmo le distanze”, conclude. (LF)
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