Con il DL 95/2025, il bonus mamme sostituisce la decontribuzione prevista dalla Legge di bilancio 2025. La misura consiste in un versamento una tantum, a dicembre, di 40 euro per ogni mese lavorato alle lavoratrici madri autonome e dipendenti a tempo determinato con un reddito da lavoro non superiore a 40.000 euro annui – con 2 figli fino al compimento del decimo anno di età del più piccolo e con 3 o più figli fino al compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo. L’erogazione del bonus, per un totale di 480 euro, si otterrà previa domanda all’Inps.
Per Rita Longobardi, segretaria generale della Uil Fpl, si tratta di “disposizioni notevolmente penalizzanti” per le destinatarie, che non rappresentano “in alcun modo un sostegno reale per le madri/lavoratrici, che andrà a pesare soprattutto su chi vive ogni giorno la difficoltà di conciliare lavoro e famiglia, che non risponde al bisogno di politiche concrete di sostegno alla genitorialità e che, rispetto al 2024, costituisce un vero e proprio arretramento: lo scorso anno, infatti, lo sgravio contributivo sperimentale garantiva fino a 3.000 euro annui.”
Anche il passaggio sul cuneo fiscale, prosegue Longobardi, “dimostra i limiti di questa impostazione: nel 2024 la decontribuzione aveva aumentato il netto in busta paga mese per mese, mentre dal 2025 il sistema di detrazioni fiscali riduce questo effetto immediato. In sostanza, meno risorse per le donne, più burocrazia e ancora nessuna misura davvero universale”.