“Continuo a pensare che in realtà il mitico piano Fabbrica Italia non sia niente più che un’affermazione, non c’è nulla di trasparente in questa vicenda”. Ha commetanto il leader della Cgil, Susanna Camusso, sottolineando che per Marchionne “ogni occasione è buona per ribadire che non è detto che rimanga in Italia”. Questo atteggiamento, ha ribadito Camusso, è “insopportabile, è davvero un modo poco rispettoso di stare nel nostro paese”.
“Per l’ennesima volta la Fiat rimette in discussione gli investimenti annunciati, li sospende”, commenta Camusso. “Qualsiasi circostanza viene usata come un alibi per congelare gli investimenti. Sembra che ogni scusa sia buona per nascondere la mano. Questa volta la circostanza viene fornita da una sentenza della magistratura”.
Per la leader della Cgil quella di Torino “è una sentenza positiva per i lavoratori perchè c’è il riconoscimento della loro libertà di iscriversi al sindacato che vogliono e di eleggere, o contribuire a scegliere, i loro rappresentanti sindacali. Tutto questo era stato negato dagli accordi separati”.
Il “modello dell’esclusione”, sottolinea Camusso, “è fallito”, perchè “la sentenza afferma che non si può escludere un sindacato”. Adesso “la via normale è riaprire un negoziato, sulla base delle regole stabilite nell’intesa sindacati-Confindustria. È importante – aggiunge – che ci siano regole condivise come quelle contenute nell’ipotesi di accordo del 28 giugno scorso firmato da Cgil, Cisl , Uil e Confindustria”. (FRN)


























