Non è vero che il Jobs act servirà a ridurre le distanze tra lavoratori tutelati e precari: per il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, l’effetto della normativa voluta dal governo sarà quello contrario. “Ci si può immaginare che questa legge non duri a lungo”, è stato l’auspicio espresso dalla sindacalista durante un convegno dedicato al mercato del lavoro in corso al Palazzo di giustizia di Milano.
“Se resta così com’è – ha aggiunto – il Jobs act determinerà un’ulteriore divergenza fra un mondo del lavoro che può farcela e un mondo a cui restano sottratte le prospettive di stabilizzazione”.
Dito puntato, poi, sulle cosiddette “tutele crescenti” che caratterizzano il provvedimento: “Che sono le tutele crescenti? Io non le vedo. Nel Jobs act – ha insistito – non c’è nessuna idea di percorso di stabilizzazione, la tutela al licenziamento è solo risarcitoria”. Oltretutto, ha denunciato ancora il segretario generale Cgil, “per i lavoratori fare ricorso ha costi esorbitanti. La giustizia che costa si allontana dal principio che la legge è uguale per tutti”.