Il Monte dei Paschi non e’ solo scandali finanziari e indagini giudiziarie, come appare dalle cronache di questi giorni; e’ anche, e soprattutto, “31 mila lavoratori, una grandissima impresa, e la terza banca del paese’’. Lo sottolinea la segretaria della Cgil Susanna Camusso, che aggiunge: “Il fatto che non compaia l’attenzione ai lavoratori in questo momento preoccupa. Secondo: ci sono tanti risparmiatori che hanno grande preoccupazione nel non vedere affrontato il tema che rimetta al centro l’obiettivo di capire cosa succede nella terza banca del Paese”.
“Per noi –spiega Camusso- il problema e’ dare una prospettiva alla banca non metterla in ginocchio con un dibattito infinito. La magistratura deve fare il suo corso, un’attenta indagine, senza processi di piazza ma con processi veri. Bisogna andare a fondo su tutto e chi ha sbagliato paghi”. Con la vicenda Monte Paschi, per il segretario generale della Cgil, “torna il tema della trasparenza”, il sistema finanziario “ha ancora tanti titoli tossici in pancia” e risparmiatori, cittadini, imprese “devono sapere cosa viene loro offerto quando si rivolgono a una banca. Oggi il sistema di regole esistenti non permette sufficiente trasparenza”. E per questo la Cgil sta elaborando una proposta sulla riorganizzazione del sistema creditizio imperniata su trasparenza e chiaro rapporto tra lavoratore e cliente. “E’ giunto il momento – dice Camusso – di cominciare a dire come si lavora nelle banche e che e’ necessaria una ferrea logica di trasparenza con i clienti. Sarebbe bello e utile se in campagna elettorale si parlasse del sistema creditizio e della competitivita’ degli istituti bancari, di una riorganizzazione trasparente del credito e della sua erogazione. Sarebbe un tema che potrebbe ridare fiducia ai cittadini. C’e’ il rischio, invece, di usare il terzo istituto bancario come una clava senza che si intraveda una minima proposta”. Quanto alle responsabilita’ nella gestione del Monte, la segretaria della Cgil invita a tenere fuori dalla contesa elettorale le questioni giudiziarie; anche perche’, osserva, e’ arduo stabilire chi possa scagliare la prima pietra: “ tanti hanno responsabilita’ rispetto a chi non ha governato, o ha governato troppo poco”. (NP)