Dopo la pandemia prende slancio il tasso di occupazione giovanile. Considerando l`andamento dell`occupazione per classi di età sempre su un orizzonte lungo, si osserva che i giovani, in Italia come in altri paesi, sono quelli che risentono maggiormente delle flessioni del ciclo economico. Tra il 2008 e il 2013 il tasso di occupazione si è contratto di ben 12 punti percentuali tra i 25-34enni, arrivando a toccare il 59%, per poi recuperare lentamente e parzialmente verso il 63% a fine 2019. Con la crisi sanitaria, è crollato di ben 4,5 punti percentuali. Con la fine dell`emergenza sanitaria e la ripartenza della domanda di lavoro, il tasso di occupazione è cresciuto per tutte le fasce di età. E’ la fotografia scattata dal Centro Studi di Confindustria negli Scenari economici di primavera.
La risalita è stata particolarmente ampia per i 25-34enni (a 68,9%), il cui tasso di occupazione non ha tuttavia ancora recuperato il livello di inizio 2008 (70,6%). Quello tra i 35-49enni lo ha di poco superato (76,6% da 76,0%), mentre quello degli over 50 ha continuato sul sentiero di espansione innescato dal progressivo aumento dell`età pensionabile.
La dinamica del tasso di occupazione, secondo il Centro Studi di Confindustria, va letta in funzione sia della variazione dell`occupazione sia dell`evoluzione della struttura demografica della popolazione. Per esempio, tra il 2019 e il 2023 l`aumento di 5,4 punti percentuali per i 25-34enni è il risultato di 179mila occupati in più (che valgono 2,5 p.p.
dell`aumento del tasso) e di un calo di 279mila persone nella fascia di età (che valgono 2,9 p.p.). Per i 35-49enni, invece, nello stesso periodo la crescita del tasso di occupazione è solo ascrivibile alla componente demografica (-1,2 milioni), mentre gli occupati sono calati di 600mila unità.
L`opposto vale per gli over 50, per i quali il tasso è aumentato di 2,5 p.p. per effetto di 715mila occupati in più, e una popolazione in crescita di 610mila unità. Dati il declino demografico e l`invecchiamento della popolazione, è cruciale che i tassi di occupazione continuino ad espandersi sospinti da un aumento della partecipazione. “Portare più giovani al lavoro, in particolare, è fondamentale per alzare il potenziale di crescita, e richiede politiche che anticipino e migliorino la transizione tra scuola e lavoro”, concludono gli economisti dell’associazione di viale dell’Astronomia.
E.G.