La Confederazione europea dei sindacati (Ces) sollecita i leader dell’Ue, che riuniranno domani, a concordare proposte e attuarle “senza indugio” per aiutare i lavoratori, le aziende e i servizi pubblici colpiti dalla crisi del coronavirus. Il segretario generale della Ces, Luca Visentini, sottolinea che il protrarsi dei colloqui senza raggiungere un accordo costa vite e posti di lavoro. La Ces stima 40 milioni di nuovi disoccupati in tutto il vecchio continente.
Domani, il consiglio europeo prenderà in considerazione un pacchetto di sostegno da 540 miliardi che include il programma “Sure” per la protezione del lavoro e del reddito e come finanziare la ripresa economica. “Con la perdita di milioni di posti di lavoro ogni settimana e i servizi pubblici sempre più sotto pressione – dice Visentini – i leader dell’Ue hanno la responsabilità di dare un supporto il più presto possibile: lunghi colloqui costano vite e posti di lavoro”.
Secondo i sindacati europei i lavoratori licenziati, le aziende in difficoltà e i servizi sanitari devono ricevere gli aiuti per far fronte a una situazione senza precedenti. “Come ha affermato Angela Merkel – ricorda il leader della Ces – questa pandemia non è colpa di nessuno Stato membro. Quindi la solidarietà non può venire con condizioni che farebbero pagare i Paesi più colpiti due volte attraverso l’austerità. Abbiamo bisogno che tutti gli Stati membri agiscano nell’interesse comune. E’ necessario un piano di risanamento straordinario, con finanziamenti diretti a Paesi, lavoratori e imprese da raccogliere attraverso obbligazioni comuni concordate con urgenza e che devono essere garantite dall’Ue”.
In una lettera inviata ai presidenti delle istituzioni dell’Ue, Visentini precisa che la richiesta della Ces è che i 100 miliardi di euro assegnati a “Sure” siano destinati al sostegno all’occupazione e non all’assistenza sanitaria, che è invece lo scopo del finanziamento del Mes); che questo piano sia attuato nel dialogo sociale con i sindacati; che copra non solo il periodo di crisi, ma anche la ripresa; e che sia accessibile da tutti i lavoratori e le aziende in tutti i paesi dell’Ue. Il segretario generale della Ces chiede inoltre che i datori di lavoro e i sindacati siano pienamente coinvolti a tutti i livelli nella revoca delle misure di contenimento.
E.G.