“Le elezioni amministrative del 3-4 ottobre scorso hanno registrato in tutto il paese e anche a Roma un calo nella partecipazione al voto. Solo il 48,83% degli aventi diritto, nella Capitale, ha esercitato davvero questo diritto: 8 punti percentuali in meno della precedente tornata elettorale. Questo significa che oltre un cittadino su due non si è recato alle urne. In alcuni territori la partecipazione si è attestata intorno al 40%. Questo trend in discesa è un fenomeno che va avanti da tempo e che tocca l’apice nelle cosiddette periferie”. Così, in una nota, il segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio Michele Azzola, il segretario generale della Cisl di Roma Capitale Rieti Carlo Costantini e il segretario generale della Uil del Lazio Alberto Civica.
“La partecipazione agli eventi e alle scelte è sempre un fatto importante nella vita democratica di un Paese – continuano – . Lo è perché le generazioni precedenti alla nostra hanno lottato per conquistare questo diritto, nient’affatto scontato. Lo è perchè ognuno di noi deve essere consapevole che il proprio voto conta. In alcuni momenti la partecipazione diventa un elemento ancora più importante: questo avviene quando le trasformazioni che investono il mondo del lavoro, e dunque la società, portano con sé un peggioramento delle condizioni di vita, uno smarrimento. E nel disorientamento si rischia di perdere anche i riferimenti fondamentali”.
“La scarsa affluenza alle urne – aggiungono – è un dato che ci preoccupa. E’ il sintomo di una disaffezione da parte dei cittadini, di un profondo disagio, figlio, a sua volta, della disillusione. Negli ultimi anni le condizioni di lavoro sono peggiorate. Questo ha fatto venir meno la speranza in un cambiamento, ha fatto ripiegare ognuno nella propria solitudine. Il mondo del lavoro, come l’intera società, è soggetto a grandi cambiamenti. Nel prossimo futuro dovremo fare i conti con la frammentazione dei processi produttivi, dovremo mettere in campo idee e piattaforme per orientare le scelte che le istituzioni saranno chiamate a prendere. Trasformazioni profonde che coinvolgono anche le aree urbane e che rischiano di aumentare le diseguaglianze e il disagio senza il protagonismo e un ruolo attivo di tutti i corpi sociali”.
“Siamo convinti – dicono ancora i segretari – che nessun rilancio delle città, nessun miglioramento della qualità della vita, nessun nuovo modello di sviluppo sostenibile possa realizzarsi senza il coinvolgimento delle lavoratrici e dei lavoratori delle pensionate e dei pensionati. Solo attraverso una grande partecipazione democratica riusciremo a uscire dall’emergenza pandemica e a dare un futuro ai territori in cui viviamo.”
“In queste settimane – concludono – in tutti i territori abbiamo chiesto alle candidate e a candidati di prendere l’impegno di aumentare i momenti di partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori rivendicando il diritto a essere coinvolti. Abbiamo riaffermato soprattutto in questi ultimi giorni come sia indispensabile far vivere e applicare i contenuti di quella straordinaria Carta dei Valori che è la nostra Costituzione. La Costituzione dei diritti, primo tra tutti quello al lavoro, principio su cui si fonda la nostra Repubblica e che all’articolo 48 afferma che il voto è un diritto ma anche un dovere civico. L’esperienza ci insegna che un diritto è tale solo se si esercita. E allora esercitiamo i nostri diritti, partecipiamo tutte e tutti al voto!”
E.G.