La mobilitazione continua. E’ questo lo spirito dell’ordine del giorno approvato ieri dall’Assemblea generale della Cgil. Per il sindacato di Corso d’Italia ci sono ancora tutte le condizioni per dare seguito, insieme a Cisl e Uil, alle iniziative che si sono svolte nel mese di maggio. La convinzione della Cgil di proseguire con la mobilitazione è stata “benedetta” anche dall’esito del congresso della Ces, la Confederazione europea dei sindacati, dove c’è stato un largo appoggio alla risoluzione d’urgenza presentata dalla confederazione guidata da Maurizio Landini contro il ritorno delle politiche di austerità, e dove ogni iniziativa di sciopero nazionale è stata inserita all’interno di una cornice di rivendicazione europea.
Venendo alla situazione interna, per la Cgil c’è un problema di contenuti e di metodo nel confronto con il governo. Il sindacato rivendica l’avvio di un dialogo negoziale, di una trattativa strutturata e non occasionale con l’esecutivo, e non una semplice convocazione formale che, in definitiva, non incide su decisioni già presa.
Per quanto riguarda i temi, le rivendicazione della confederazione partono da una difesa a oltranza della Costituzione. Le scelte della maggioranza, si legge nel documento, si muovono invece nella direzione contraria. La Cgil rifiuta ogni ipotesi che possa compromettere l’architettura istituzionale, dall’autonomia differenziata fino al superamento del modello parlamentare per approdare a un’elezione diretta del presidente della Repubblica o del Consiglio.
La precarietà occupazionale rafforzata con il decreto del Primo maggio, una politica di moderazione salariale e la mancanza di un taglio strutturale del cuneo fiscale, chiesto a gran voce dalla Cgil, sono in contrasto con gli articoli 4 e 36 dalla carta costituzionale che sanciscono il diritto al lavoro e un salario giusto e dignitoso, quest’ultimo da attuare attraverso l’introduzione di una retribuzione minima stabilità per legge.
Preoccupa anche il definanziamento della sanità e dell’istruzione pubbliche, che rischia di alimentare il processo di privatizzazione, mettendo a rischio l’esigibilità degli articoli 32 e 34 della legge fondamentale dello stato. Una forte critica viene mossa, inoltre, alla direzione impressa dal governo alla riforma fiscale, che si basa sulla logica regressiva della flat tax e che non tocca gli extra profitti, le rendite finanziarie e non combatte l’evasione, smentendo la progressività de fisco così come indicata dall’articolo 53 della Costruzione.
Il documento richiama l’attenzione anche sulla situazione di stallo e l’assenza di trasparenza che sta avendo la messa a terra del Pnrr, con il pericolo di compromettere il rilancio dell’intero sistema paese, dall’industria al terziario. Altro tema è la prosecuzione della stagione dei rinnovi contrattuali e l’attuazione dell’articolo 39 della Costituzione attraverso una legge sulla rappresentanza che dia validità ergo omnes degli accordi e metta così all’angolo il dumping contrattuale.
Tommaso Nutarelli