La Cgil condivide le osservazioni della Corte dei Conti in merito alla inderogabile necessità di riformare la governance dell’Inps dando più poteri all’organo politico di indirizzo e vigilanza. La magistratura contabile ha infatti sottolineato la necessità di un intervento finalizzato a ridisciplinare l’intero ordinamento e comunque a riequilibrare la governance dell’Inps, soprattutto nei profili della rappresentanza legale, di indirizzo politico amministrativo e di gestione, oltre che a ridisegnare assetto e attribuzioni dell’organo di controllo interno e della vigilanza ministeriale.
Il segretario confederale di corso d’Italia, Vera Laconica, sottolinea che, gia’ lo scorso anno, “ Cgil Cisl e Uil hanno sottoscritto un avviso comune con Confindustria in merito alla necessità di una riforma del sistema duale con l’intento di attribuire al Consiglio di strategia e vigilanza maggiori ed esigibili poteri di controllo e di vigilanza dell’Istituto. Non bisogna dimenticare, infatti, – precisa – che i lavoratori e le imprese sono i principali finanziatori dell’Inps. Il Governo ed il Parlamento devono farsi carico di questa riforma”.
In merito poi alla necessità sostenuta dalla Corte di garantire un continuo monitoraggio della riforme del mercato del lavoro e delle pensioni firmata Monti-Fornero, in modo da verificare i loro effetti sull’Inps, Lamonica commenta: “anche questa è una cosa condivisibile, anche se il continuo monitoraggio deve guardare, a nostro avviso, anche agli effetti perversi che le due riforme hanno procurato ai diritti delle persone”. Inoltre, secondo la dirigente sindacale, i problemi al bilancio dell’Inps “sono solo un altro degli effetti creati dalla stessa riforma delle pensioni, con l’incorporazione dell’Inpdap nell’Inps: un’unificazione fatta in tutta fretta senza alcun piano industriale, senza progettualità e indicazione operativa”. La sindacalista si chiede infine se dietro questa operazione si nasconda la volontà di mettere in difficoltà l’Inps e di conseguenza il sistema previdenziale pubblico. Ma, conclude, “il dubbio sembra quasi certezza”.