“Ritardi e inefficienze burocratiche nella gestione dell’emergenza, ma anche risorse inadeguate e mancanze da parte di Regioni e Governo”. È la denuncia della Cgil difussa in una nota all’indomani delle tensioni registrate durante l’assegnazione delle ‘casette’ per gli sfollati del sisma del Centro Italia.
Tra le criticità da risolvere, per la confederazione c’è innanzitutto“l’insufficienza” delle risorse stanziate dal Governo, “inadatte a gestire la prima fase in atto della ricostruzione, tanto più se comprendono anche i finanziamenti per l’attuazione del programma preventivo denominato ‘Casa Italia’, allo stato ancora non dettagliato”.
Inoltre, denuncia la Cgil “la destinazione prevista per la spesa, non corrispondente a quanto più volte dichiarato dal Governo, è prevalentemente orientata alle ‘verifiche di vulnerabilità degli edifici, pubblici e privati, di tutti i Comuni della zona sismica, almeno cinque volte più grande dell’area attuale del cratere”.
Gli altri nodi da sciogliere evidenziati dal sindacato consistono nelle azioni svolte finora da Istituzioni locali e nazionali: “Le quattro Regioni, in assenza di enti di area vasta, non svolgono il necessario ruolo di coordinamento fra Comuni di dimensioni troppo piccole per poter corrispondere alle esigenze della popolazione distribuita in numerose frazioni collocate in zone montuose”.
“Il Governo – prosegue – non può esimersi dal definire linee guida per la riorganizzazione dei servizi primari del territorio (educazione, salute, comunicazioni e telecomunicazioni), senza i quali il rischio più probabile e già facilmente avvertibile è quello dell’ulteriore spopolamento e impoverimento delle aree interne del cratere”.
“Per questo – conclude la Cgil – sollecitiamo un ruolo più attivo e responsabile delle istituzioni preposte. Nelle prossime settimane avvieremo confronti vertenziali con i governi territoriali e con il Governo nazionale”.