A tre giorni dal vertice Ue che dovrà ridisegnare i confini istituzionali dell’Unione allargata, un sondaggio di Eurobarometro scopre i cittadini europei più depressi e sfiduciati.
Tra la maggioranza dei 16.082 interrogati tra il primo ottobre e il 7 novembre scorsi, cresce il pessimismo sulle prospettive economiche ed occupazionali, ma ad aumentare è soprattutto la sfiducia nelle istituzioni, partiti e governi nazionali in particolare, ma non solo. A fare le spese di questo sentimento generale di maggiore preoccupazione, sono anche le istituzioni europee, verso le quali cala la fiducia.
Ciò nonostante, il numero dei cittadini che ritengono che l’adesione alla Ue sia “una cosa buona” resta superiore a chi pensa che sia “una cosa cattiva”, anche se i primi calano di sei punti rispetto al sondaggio di sei mesi fa, scendendo al 48%, mentre i secondi aumentano di 4 punti, salendo al 15%. Un terzo dice che è “una cosa nè buona nè cattiva” (+4%), mentre il 6% dichiara di non sapere.
“Questi risultati rilevano una crescita di pessimismo comune a tutta l’Europa”, commenta il presidente della Commissione Ue Romano Prodi. “Mentre il sostegno pubblico per le politiche europee chiave resta generalmente forte, non possiamo ignorare il fatto che questo sostegno è sensibilmente calato negli ultimi sei mesi”. Secondo Prodi, ad influenzare questo risultato hanno contributo anche “dispute amare, come quella sul Patto di stabilità e di crescità”, nonchè “il mercato delle vacche tra i governi nazionali, che distrae dal fare un buon lavoro nella Ue per costruire una società migliore per tutti i cittadini”.
Prodi lancia quindi un appello ai leader dei Quindici che si riuniranno venerdì e sabato a Bruxelles per approvare la nuova Costituzione: “Spero che tengano conto di questo risultato quando si riuniranno per negoziare sul nuovo trattato costituzionale. L’accordo a cui dovremmo puntare è un accordo che tenga in considerazione le preoccupazioni reali dei cittadini”.
In Italia, la fiducia nelle istituzioni europee è più alta rispetto a quanto registrato in altri paesi. Il Parlamento europeo gode di fiducia tra il 69% degli interpellati (contro il 54% a livello europeo), la Commissione Ue tra il 60% (46% nella Ue), il Consiglio dei ministri tra la metà del campione (contro il 38% europeo). Rispetto a sei mesi fa, il numero dei cittadini che dicono di avere “piuttosto fiducia” nella Commissione Ue è calato di un punto, rispetto ai quattro persi a livello Ue, mentre la percentuale degli interpellati che rispondono di avere «piuttosto non fiducia» nell’esecutivo di Prodi è aumentato di sei punti, contro un aumento medio di quattro nella Ue.
Il sostegno all’allargamento resta pressochè stabile a livello generale, anche se con forti differenze tra uno Stato e l’altro: gli italiani, insieme a greci e spagnoli, restano i più convinti, mentre la maggioranza di francesi, tedeschi e inglesi è contraria alla Ue a 25. Resta alto anche il consenso ad una nuova Costituzione, con il 62% a favore e solo il 10% contro. Gli italiani restano tra i più entusiasti: i favorevoli calano di tre punti, ma la percentuale dei favorevole è al 74%, dodici punti in più della media dei Quindici.
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