Al via iniziative di lotta in tutta la regione contro la riorganizzazione di Poste Lombardia, che prevede la chiusura definitiva di 82 uffici postali, l’apertura a singhiozzo di altri 600 e 1.000 esuberi nel recapito breve da qui a fine anno. Lo annuncia il sindacato delle Poste Cisl della Lombardia, denunciando che “quotidianamente decine di uffici postali vengono chiusi, senza nessun preavviso alla cittadinanza, per mancanza di personale o semplicemente per far frequentare corsi di formazione al poco personale presente”. “Ormai – si legge in una note – l’obiettivo fisso dell’amministratore delegato di Poste è tagliare i costi senza preoccuparsi delle conseguenze sui lavoratori e dell’impatto sui servizi di cui sarà privata la collettività”. “Oltre agli uffici postali da chiudere e/o razionalizzare – prosegue il comunicato – sta per cominciare la riorganizzazione dei servizi postali e del recapito, che senza un accordo sindacale produrrà ulteriori tagli di posti di lavoro a breve: circa 1.000 entro l’anno”. Secondo Cisl, “la più grande azienda della Lombardia (oltre 21mila dipendenti) sembra stia abbandonando il presidio del territorio e la qualità del servizio pur in presenza di importanti utili di bilancio da 9 anni (846 milioni di euro nel 2011)”. “E’ assurdo che nella difficile fase economica, congiunturale ed occupazionale, un’azienda con forti utili di bilancio e che eroga importanti servizi di pubblica utilità – conclude riduca gli organici nel recapito e nella logistica e poi chiuda uffici postali e servizi per carenza di personale”. (LF)
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