“Il Governo si fermi e convochi il sindacato prima di ipotizzare ulteriori quote di privatizzazioni di aziende importanti come le Ferrovie o le Poste”. E’ l’appello del Segretario Confederale della Cisl, Giovanni Luciano responsabile del dipartimento servizi e terziario.
“Le notizie riportate oggi da alcuni giornali relative al rilancio delle privatizzazioni di Poste e Ferrovie ci lasciano molto perplessi” sottolinea il Luciano.
Per quanto riguarda Ferrovie, “a noi sembra evidente come sia sbagliato pensare di porre sul mercato quote del cosiddetto “segmento a mercato”, cioè solo di ciò che produce guadagni. Se l’unico settore che fa utili cospicui viene venduto, il resto, il trasporto delle merci e le tratte locali peraltro in rosso, costeranno ancora di più alle tasche dei cittadini”.
“Per quanto riguarda le Poste- continua il sindacalista nella nota- francamente pensavamo che la saggezza avesse prevalso quando il Governo Renzi congelò il processo. Ora leggiamo che si pensa di mettere sul mercato la residua parte del 30% ancora in possesso del Mef, dopo il 35,5% già alienato e il 30% ora in possesso di Cassa Depositi e Prestiti. Ribadiamo, anche qui, che questa è una operazione in perdita. Fare cassa subito rinunciando ai dividendi di aziende che producono utili riteniamo che sia sbagliato”.
“Tra Enav, Poste e Ferrovie, dati resi noti mesi fa dallo stesso Governo, al massimo la stima di incasso di queste privatizzazioni era intorno agli 8 miliardi di euro, cioè neanche lo 0,4% del debito pubblico. Ne vale la pena, o non è meglio, invece, concentrarsi sul livello di qualità del servizio ai cittadini del core business di questi “gioielli di famiglia”? È una domanda che poniamo al Governo Gentiloni – conclude – al quale chiediamo di fermarsi e convocare il Sindacato su questa tematica così importante”.