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Home - La biblioteca del diario - Codice Rosso, di Milena Gabanelli e Simona Ravizza. Editore Fuori Scena

Codice Rosso, di Milena Gabanelli e Simona Ravizza. Editore Fuori Scena

di Elettra Raffaela Melucci
8 Novembre 2024
in La biblioteca del diario
Codice Rosso, di Milena Gabanelli e Simona Ravizza. Editore Fuori Scena

“Codice Rosso” è un segnale d’allarme: una situazione di estrema gravità, un livello di pericolo molto elevato che mette a repentaglio la vita delle persone. Codice Rosso è anche per segnalare lo stato di incolumità di un sistema, quello Sanitario Nazionale, arrivato allo stremo della sua tenuta. Anni di mala gestione, piazza di traffici per interessi privati, strumento di raccolta consensi di questo o quel governo in carica: tutto condotto sulle spalle di medici, infermieri, operatori sanitari, pazienti. Tutti lo sanno, alcuni fanno finta di niente. Come il proverbiale elefante nella stanza, che però adesso si sta muovendo e tutta la preziosa cristalleria del modello più virtuoso al mondo sta andando in frantumi. Impossibile non accorgersi delle schegge che stanno ferendo la dignità di un Paese e dei suoi cittadini. Milena Gabanelli e Simona Ravizza lo scrivono in un necessario volume – titolato per l’appunto Codice Rosso (Fuori Scena, 256 pagine, 18,00€) – che in pratica è la cartella clinica del paziente più grave: la Sanità pubblica. Un viaggio che parte da lontano, condotto con la sapienza di due giornaliste di razza che mettono insieme report editi e inediti, dati, testimonianze e storie per restituire un’analisi lucida e neutrale dello stato di salute del nostro Ssn. E le cose non vanno per niente bene.

Tutti noi abbiamo fatto esperienza, diretta o indiretta del purgatorio della sanità pubblica: liste d’attesa infinite, pronto soccorso al collasso, medici di base pochi e sbrigativi, discontinuità dei trattamenti, rimpalli da una struttura pubblica a una convenzionata. Ma l’inchiesta di Gabanelli e Ravizza va molto più in profondità, fino alla radice del problema, e individua colpevoli e conniventi di un grande tradimento che si scarica interamente a svantaggio della cittadinanza: quello dell’articolo 32 della nostra Costituzione. «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti». Probabilmente uno dei dettami più belli della nostra Carta, sicuramente – oggi – il più disatteso. La tutela della salute è smentita dal fatto che potrebbero passare mesi, forse anni, per ricevere le cure necessarie da parte di uno specialista nonostante si paghino per questo le tasse, l’interesse della collettività è disatteso dal fatto che se si ammala un individuo innesca un pericoloso effetto domino che investe strutture e famiglie, la garanzia delle cure agli indigenti dal fatto che non si investe abbastanza per la dignità delle persone già afflitte da conflitti socio-economici sempre più invalidanti. Il malfunzionamento della sanità è il malfunzionamento di un’intera società.

Tra medici di base trasformati in grigi burocrati, lo scarso appeal per la medicina d’urgenza e assenza di personale, l’invasione dei gettonisti, la mano rapace delle cooperative che interviene a tappare buchi con professionisti non adeguatamente formati eppure pagati profumatamente, assicurazioni che si affacciano sul business della salute; stipendi non adeguati al carico di lavoro e la fuga degli specializzandi verso branche molto più remunerative e svincolate dal contratto pubblico che contribuiscono all’eutanasia di una professione con la connivenza dei nostri governanti. La gente si ammala, muore, non riesce a programmare nemmeno la tanto sbandierata prevenzione mentre i privati – cliniche, cooperative, ambulatori, farmacie e assicurazioni – banchettano per spolpare la carcassa del Ssn. Mancano i professionisti? Si attinge dal privato, con gettonisti pagatati profumatamente che accorpano turni. Mancano le strutture puramente pubbliche? Si va in convenzione, ma solo se il tetto dei rimborsi da parte dello Stato non è esaurito, sennò buona fine d’anno e ci rivediamo quello venturo. Devi operati alla tiroide o un’ernia alla colonna vertebrale in un ospedale o clinica convenzionati? Facciamo le cose in grande: asportiamo l’intera ghiandola, sistemiamo anche le vertebre sane, così il rimborso per la struttura è più ghiotto. Si chiama malagestione impastata con l’interesse, e i meccanismi sono davvero sordidi. «Tutte le altre questioni irrisolte da troppo tempo, e indispensabili a risollevare da molte difficoltà l’intero Servizio sanitario nazionale, portano dritto all’urgenza di una programmazione sanitaria corretta», avvertono le due autrici. «Per colmare il buco di medici e infermieri che mancano, occorre stabilire di quali figure ci sarà bisogno nel prossimo futuro, e in che numero. Poi vanno incentivati a lavorare nei luoghi e nei reparti dove servono alzando i loro stipendi. A tal fine, è indispensabile reclutare teste pensanti, cioè professionisti della programmazione, non gli improvvisati fedeli al partito o governo di turno». Si tratta di una vera e propria responsabilità politica dell’intera filiera, «dai ministeri fino agli assessori regionali».

Impossibile sintetizzare in poco spazio i contenuti di questa inchiesta – lontana da ogni possibile accusa di populismo – che a diritto è la più completa sulla sanità italiana, ma l’obiettivo è chiaro: far sì che i cittadini acquisiscano consapevolezza, che abbiano bene a mente il perché della via crucis che si trovano ad affrontare quando varcano la soglia di un ospedale o studio medico; che sappiano chi sono i responsabili e chi banchetta sulla tovaglia delle loro cartelle cliniche. La politiche e le istituzioni sono richiamate a un inderogabile dovere, anche se purtroppo si teme che – come sempre – non sentano la sveglia. Non è bastata l’ecatombe della pandemia – i medici eroi stremati dalla fatica a cui si promettevano miglioramenti delle loro condizioni professionali, le strutture sguarnite di dotazioni, le migliaia di morti in corsia – e si teme non basterà nemmeno questo libro. Tuttavia qualcosa ancora si può fare, come suggerisce il fortunato esergo del libro: «Non puoi tornare indietro e cambiare l’inizio, ma puoi iniziare dove sei e cambiare il finale» (C.S. Lewis).

Elettra Raffaela Melucci

Titolo: Codice Rosso. Come la sanità pubblica è diventata un affare privato

Autore: Milena Gabanelli, Simona Ravizza

Editore: Fuori Scena

Anno di pubblicazione: 2024

Pagine: 256 pp.

ISBN: 979-12-225-0025-6

Prezzo: 18,00€

Elettra Raffaela Melucci

Elettra Raffaela Melucci

Redattrice de Il diario del lavoro

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