Sarà la competizione il segno distintivo del sindacato nel futuro prossimo. Non con gli imprenditori, come pure sarebbe naturale, ma tra di loro. Cgil, Cisl e Uil tenderanno sempre più a competere tra loro per avere il consenso dei lavoratori. Il che non dovrebbe troppo stupire, dal momento che il sindacato ha sempre convissuto con una forte dose di competizione. Le campagne di tesseramento delle grandi confederazioni sono sempre state momento di concorrenza con le altre organizzazioni. Ma adesso sarà diverso, sarà la contrattazione il vero campo di battaglia.
Del resto, è abbastanza normale che ciò avvenga. Perché le tre organizzazioni una volta competevano in ragione del riferimento partitico che le caratterizzava. I democristiani con la Cisl, i laici minori con la Uil assieme a una spruzzata di socialisti, i comunisti e il grosso dei socialisti con la Cgil. Poi i partiti del passato sono finiti e il legame tra confederazioni e iscritti è stato per lo più determinato dalle ideologie, ma anche queste sono cadute, almeno sono state dimenticate e adesso si passa a competere sulla base dei buoni accordi che ciascuna organizzazione porta a casa.
Ormai l’unità di fatto sta diventando una cosa abbastanza dimenticata, tanto che fa rumore una piattaforma unitaria, come quella che hanno fatto gli alimentaristi, tra i quali sono peraltro molti ad assicurare che comunque l’accordo poi sarà separato. E allora, se ciascuno va per conto suo, ecco che si giustifica l’idea di chiedere il conforto dei lavoratori, e magari l’adesione al tesseramento sulla base degli accordo che ciascuna parte riesce a portare a casa.
Fa scuola l’esempio Piaggio, dove il sindacato di riferimento era la Cgil, ma poi l’accordo che la Cgil non ha voluto firmare è stato accettato dalla maggioranza, nemmeno tanto risicata, dei lavoratori. L’esempio si potrebbe ripetere e alla luce di questa realtà si spiega anche perché le confederazioni potrebbero presto arrivare a un accordo sulla rappresentanza e rappresentatività, ma soprattutto sulla democrazia sindacale. Una volta stabilite le regole su come si arriva a una piattaforma o un accordo e su come si va ai referendum per verificare il consenso dei lavoratori, la competizione può cominciare davvero. E a chiederlo non è solo la Cgil, come si penserebbe, considerando che spesso è il sindacato più forte, le regole le vogliono per lo stesso motivo anche Cisl e Uil, che adesso vogliono scendere in campo e sfidare la Cgil sul voto dei lavoratori.
E allora, via alla competizione, per stabilire chi ha ragione, chi decide sulla base di ragionamenti solo politici, chi fa meglio gli interessi dei lavoratori. A giudicare saranno i lavoratori.
Massimo Mascini
2 aprile 2009
























