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Home - Senato - Commissione Lavoro, previdenza sociale

Commissione Lavoro, previdenza sociale

22 Ottobre 2009
in Senato

(Dal Resoconto Sommario)

Presidenza del Presidente
ZANOLETTI
Interviene il ministro del lavoro e delle politiche sociali Maroni.

La seduta inizia alle ore 15,10.

IN SEDE REFERENTE
(2058) Delega al Governo in materia previdenziale, misure di sostegno alla previdenza complementare e all’ occupazione stabile e riordino degli enti di previdenza e assistenza obbligatoria, approvato dalla Camera dei deputati
(421) MAGNALBO’. –Modifiche e integrazioni all’ articolo 71 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, in materia di totalizzazione dei periodi di iscrizione e contribuzione
(1393) VANZO ed altri. –Abrogazione delle disposizioni concernenti il divieto di cumulo tra redditi di pensione e redditi di lavoro autonomo
– e petizioni nn. 66, 84, 200, 255, 393 e 574 ad esso attinenti
(Seguito dell’esame congiunto e rinvio)

Si riprende l’esame congiunto sospeso nella seduta del 29 ottobre scorso.

Il PRESIDENTE ricorda che nella seduta del 29 ottobre scorso il ministro Maroni si è già soffermato su quanto previsto dall’emendamento governativo 1.0.1, rispondendo altresì ai quesiti postigli in tale occasione da taluni senatori. Attesa la complessità della disciplina contenuta nell’ambito della sopracitata proposta emendativa, nella seduta odierna sarà possibile porre al Ministro eventuali ed ulteriori richieste di chiarimento.

Il senatore BATTAFARANO (DS-U) esprime il proprio disappunto per la scelta di porre la fiducia in ordine al testo normativo in esame, prefigurata recentemente dall’Esecutivo, evidenziando che tale ipotesi risulta del tutto incongrua e per taluni aspetti paradossale, atteso che l’iter procedimentale in ordine al disegno di legge n. 2058 è ancora alle fasi iniziali e che, tra l’altro, tale circostanza è imputabile esclusivamente all’incertezza e ai conflitti interni insorti nell’ambito della compagine governativa.
Occorre peraltro considerare che la disciplina prefigurata nell’ambito del testo normativo in questione richiede tempi adeguati di esame, essendo stata elaborata a prescindere dall’attivazione di congrui moduli concertativi con le parti sociali.
Le misure contemplate nell’ambito dell’emendamento 1.0.1 – in particolare all’articolo 1-ter – relative alla modifica del diritto di accesso al trattamento pensionistico di anzianità a decorrere dal 1° gennaio 2008, si pongono in contraddizione con la linea di tendenza riscontrabile in altri Paesi europei, nei quali l’elevamento dell’età di accesso al pensionamento è avvenuta secondo moduli improntati a gradualità. Il netto discrimen tra i lavoratori che al 31 dicembre 2007 abbiano maturato i requisiti di età e di anzianità contributiva, previsti dalla normativa vigente ai fini del trattamento pensionistico di anzianità, e i restanti lavoratori, che non rientrino in tale tipologia, risulta non solo iniquo, ma anche scarsamente funzionale sul piano concreto, rendendo comunque necessario un ulteriore futuro intervento da parte dell’Esecutivo in carica nell’anno 2006.

Il senatore MALABARBA (Misto-RC), nell’associarsi alle considerazioni espresse dal senatore Battafarano relativamente alla scelta di porre la questione di fiducia sul testo normativo in esame, sottolinea che in tal tal modo si pregiudicherebbero le prerogative del Parlamento, comprimendo ingiustificatamente il processo decisionale delle Assemblee legislative.
A suo avviso, inoltre, l’ipotesi dell’introduzione di misure di condono in ordine ai contributi pensionistici dovuti e non versati, emersa recentemente nell’ambito delle forze politiche di maggioranza, risulta del tutto incongrua ed iniqua, in quanto l’evasione contributiva si attesta attualmente su livelli elevati, comportando la sottrazione indebita di risorse all’erario pubblico. Tale grave fenomeno, che è suscettibile di ingenerare anche forme di concorrenza sleale fra le imprese, andrebbe fronteggiato attraverso un potenziamento dei servizi ispettivi del Ministero del lavoro e degli enti previdenziali, prefigurato anche in un ordine del giorno recentemente accolto dall’Assemblea, all’unanimità.

Il senatore RIPAMONTI (Verdi-U) dichiara di condividere i profili critici, sollevati nel corso dei precedenti interventi, in relazione alla scelta di ricorrere alla questione di fiducia sul testo normativo in esame, reputando la stessa del tutto incongrua e inaccettabile, in quanto l’iter procedimentale inerente ai disegni di legge in titolo è attualmente ancora in fase iniziale.
In relazione alla tematica attinente al posticipo del pensionamento, contemplato nell’ambito dell’emendamento governativo 1.0.1 – in particolare all’articolo 1-quater – pur essendo discutibili le concrete modalità con cui è stata configurata tale misura, risultano tuttavia incomprensibili i motivi per i quali il Governo non abbia provveduto ad inserire tale disciplina nell’ambito di un apposito decreto-legge, in modo tale da conferire alla stessa immediata operatività.
Inoltre la cumulabilità di pensione e redditi da lavoro, contemplata nell’articolo 1, comma 1, lettera d) del disegno di legge n. 2058, risulta incompatibile con le misure di incentivazione prospettate nell’ambito dell’emendamento governativo, essendo suscettibile di vanificare l’efficacia delle stesse.
La riforma previdenziale prevista dal disegno di legge n. 2058, peraltro, non risulta affatto necessaria, costituendo solamente un espediente mediante il quale l’Esecutivo cerca di porre rimedio alle carenze attinenti alla manovra finanziaria, nell’ambito della quale risultano prevalenti gli interventi una tantum rispetto a quelli strutturali.
Riguardo alla tematica della previdenza dei lavoratori esposti all’amianto, è ravvisabile una interferenza tra la disciplina di cui all’articolo 47 del decreto-legge n. 269 e la normativa contenuta nell’emendamento governativo 1.0.1, con conseguente grave pregiudizio delle posizioni e dei diritti di tale categoria di lavoratori.
L’oratore conclude il proprio intervento chiedendo al Ministro chiarimenti in ordine alle modalità con cui verranno utilizzate le maggiori risorse finanziarie disponibili a partire dal 2008, conseguenti all’adozione delle misure previste dall’emendamento in questione.

Il senatore MONTAGNINO (Mar-DL-U) ravvisa preliminarmente una contraddittorietà tra le esigenze di urgenza prospettate dal Governo in relazione all’iter di approvazione del disegno di legge n. 2058 e le linee politiche prefigurate nell’ambito del Documento di programmazione economico-finanziaria per gli anni 2004-2007, atte a prospettare l’opportunità di conseguire l’obiettivo dell’elevazione dell’età media di accesso al pensionamento attraverso misure incentrate su moduli di tipo volontario. La proiezione al 2008 dell’efficacia delle misure previste dall’emendamento governativo – in particolare all’articolo 1-ter – costituisce un chiaro indice della mancanza di effettive esigenze di urgenza in relazione alla riforma previdenziale, prospettata dall’Esecutivo al solo scopo di rendere accettabile, in ambito comunitario, una manovra finanziaria del tutto incongrua e priva di significativi profili strutturali.
Sono inoltre ravvisabili elementi di contraddittorietà tra la disposizione normativa contemplata all’articolo 1, comma 1, lettera c) del disegno di legge n. 2058, relativa alla liberalizzazione dell’età pensionabile, e la disposizione contenuta nell’emendamento governativo, all’articolo 1-ter.
Inoltre la disciplina prevista in questione risulta incompatibile con le esigenze di semplificazione normativa, essendo volta a conferire una serie di deleghe, suscettibili di complicare eccessivamente il quadro normativo di riferimento relativo alla materia previdenziale.
Sulla delega al Governo contemplata dall’articolo 1-ter, comma 3, che prefigura l’elaborazione di soluzioni alternative sulla base di eventuali proposte formulate dalle parti sociali – atte a configurare diverse modalità di attuazione degli obiettivi di sostenibilità finanziaria indicati al comma 1 – va rilevato che i rigidi principi e criteri direttivi contenuti nel testo normativo in questione rendono di fatto impossibile l’elaborazione di qualsivoglia proposta ad opera delle parti sociali.
L’oratore conclude il proprio intervento esprimendo forti perplessità in ordine alla disciplina previdenziale prevista per i lavoratori “precoci”.

Il senatore TREU (Mar-DL-U) chiede un chiarimento in ordine all’effettivo valore giuridico della certificazione del diritto al conseguimento della pensione.
Inoltre la relazione tecnica presentata dal Governo in relazione alla proposta emendativa in questione risulta incompleta, prendendo in considerazione esclusivamente i profili di convenienza connessi agli incentivi di cui all’articolo 1-quater – in ordine ai quali peraltro sono ravvisabili dubbi e perplessità – senza tuttavia soffermarsi sull’incidenza dissuasiva al posticipo del pensionamento indotta dalla brusca modifica del regime previdenziale a decorrere dal 1° gennaio 2008.
Risultano inoltre discrasie tra i dati contenuti nella sopracitata relazione tecnica e quelli prospettati dall’INPS, relativamente alla quantificazione dei risparmi conseguiti a seguito dell’entrata in vigore del provvedimento in esame. In particolare le valutazioni effettuate dall’INPS prospettano la possibilità di conseguire risparmi solo fino al 2030, in quanto l’elevazione dell’età media di accesso al pensionamento comporta in prospettiva il conseguimento di un diritto a prestazioni pensionistiche più elevate, sminuendo quindi il carattere strutturale della riforma in questione.
La delega al Governo per l’elaborazione di soluzioni alternative, a seguito della presentazione di eventuali proposte predisposte ad opera delle parti sociali, risulta in concreto priva di qualsivoglia incidenza, atteso che la decorrenza delle sopracitate soluzioni alternative è fissata a partire dal 2008, con conseguente oggettiva impossibilità di proporre moduli improntati a gradualità.

La senatrice PILONI (DS-U), dopo aver preliminarmente espresso apprezzamento per la scelta del Ministro di seguire personalmente l’iter di approvazione dei disegni di legge in titolo, esprime forti perplessità in ordine alle esigenze di urgenza prospettate dal Governo in relazione alla riforma previdenziale, atteso peraltro che le misure proposte espletano la propria incidenza solo a partire dal 1° gennaio del 2008. D’altra parte l’approvazione entro il 31 dicembre 2003 del disegno di legge in titolo, risulta oggettivamente impossibile, attesi i numerosi provvedimenti iscritti all’ordine del giorno di Commissione e Assemblea in tale periodo.
Sarebbe opportuno inserire nell’ambito di un decreto-legge le misure in incentivo al posticipo del pensionamento nonché quelle relative all’aumento dell’indennità di disoccupazione – prefigurate nel disegno di legge n. 848-bis – in modo tale da consentire un’immediata operatività delle stesse.
La delega al Governo per l’elaborazione di soluzioni alternative, a seguito di eventuali proposte formulate dalla parti sociali, risulta priva di una concreta valenza, in quanto i rigidi criteri e principi direttivi di delega rendono oggettivamente impossibile l’elaborazione di proposte alternative. Risulta inoltre incongrua la disposizione normativa sui lavoratori precoci.
Conclude chiedendo al Ministro di chiarire se per il Governo rivesta una valenza prioritaria l’approvazione del disegno di legge n. 2058, recante una delega per la riforma del sistema previdenziale, oppure l’approvazione del disegno di legge n. 848-bis, recante una delega in materia di ammortizzatori sociali.

Il ministro MARONI in relazione al quesito posto dal senatore Pizzinato nella seduta del 29 ottobre 2003, volto a ottenere chiarimenti in ordine al numero di lavoratori che hanno usufruito delle misure di incentivazione all’occupazione dei lavoratori anziani, previste dall’articolo 75 della legge n. 388 del 2000, rileva che una precisa quantificazione risulta nel caso di specie oggettivamente impossibile, per motivi tecnici inerenti agli archivi dell’INPS, precisando tuttavia che la platea dei lavoratori che hanno usufruito di siffatte tipologie di incentivo risulta piuttosto ridotta, come emerge anche dalle verifiche effettuate in talune realtà territoriali, come quella inerente alla provincia di Bergamo, nella quale solamente 50 lavoratori hanno usufruito di tali misure.
Riguardo ai quesiti prospettati da diversi Senatori, relativi al ricorso alla questione di fiducia sul testo normativo in questione, va precisato che tale possibilità risulta meramente teorica, atteso che il Governo non ha alcuna intenzione di utilizzare tale strumento nel corso dell’iter di approvazione del disegno di legge n. 2058.
E’ auspicabile comunque che l’esame dei disegni di legge in titolo venga completato in tempi rapidi – in modo tale da consentire ai lavoratori interessati la possibilità di usufruire degli incentivi al posticipo del pensionamento – anche se l’esatta determinazione della tempistica dell’iter di esame costituisce una prerogativa del Parlamento.
Il rilievo, sollevato da alcuni Senatori, circa la contraddittorietà tra le esigenze di celerità sottolineate dal Governo e il ritardo con cui – sempre secondo taluni – è stata prospettata la questione inerente alla riforma previdenziale, risulta del tutto erroneo ed infondato, in quanto il disegno di legge n. 2058 è già stato approvato in prima lettura dalla Camera dei deputati, ed inoltre il Governo ha istituito fin dal mese di settembre 2001 un apposito organo collegiale – presieduto dal sottosegretario Brambilla – volto ad analizzare i profili attinenti alla materia in questione. Gli ostacoli insorti in seno alla compagine governativa, sono stati superati, restando aperta solo la questione relativa al confronto con le parti sociali.
Relativamente ai rilievi sollevati nel corso di taluni interventi, riguardanti la pretesa impossibilità per le parti sociali di formulare proposte alternative compatibili con il quadro finanziario prospettato dal Governo, è opportuno rilevare che sono prospettabili nel caso di specie diverse soluzioni alternative.
D’altra parte, il problema della garanzia della sostenibilità finanziaria dei sistemi pensionistici è emerso non solo in Italia, ma anche in altri Paesi europei, tra i quali va citato a titolo esemplificativo la Gran Bretagna, che ha innalzato l’età minima pensionabile delle donne, a partire dal 2004, senza alcuna modulazione graduale.
Il supposto effetto dissuasivo alla permanenza in servizio derivante dal cambiamento di regime a decorrere dal 1° gennaio 2008, evidenziato dal senatore Treu, risulta in realtà infondato, in quanto i lavoratori che al 31 dicembre 2007 abbiano maturato i requisiti di anzianità di età e contributiva, previsti dalla normativa vigente, accedono alla prestazione pensionistica secondo il regime pregresso. La certificazione del diritto al conseguimento della pensione espleta una valenza ricognitiva del diritto spettante alla sopracitata categoria di lavoratori, configurabile come un vero e proprio diritto soggettivo, spettante agli stessi a seguito della maturazione dei requisiti e a prescindere quindi dell’effettivo rilascio della certificazione.
Riguardo al quesito prospettato dal senatore Malabarba, va precisato che il Governo non intende adottare nessuna misura di condono in riferimento ai contributi previdenziali versati e non dovuti. E’ inoltre sicuramente utile coprire i posti previsti in pianta organica in relazione ai servizi ispettivi, anche se tale misura costituisce una deroga al blocco delle assunzioni prefigurato nell’ambito della manovra finanziaria, che, in quanto tale, dovrà essere concordata con il Ministro dell’economia. D’altra parte la stessa legge n. 30 del 2003, prevede una riforma dei servizi ispettivi del Ministero del lavoro, orientata nell’ottica di un miglior coordinamento dell’attività degli stessi e del rafforzamento degli apparati attualmente esistenti.
Il fenomeno del lavoro nero è stato fronteggiato anche attraverso l’istituzione, in ambito territoriale provinciale, di appositi comitati locali. Riguardo all’esigenza di inserire nell’ambito di un decreto-legge le misure di incentivo al posticipo del pensionamento, prospettata dal senatore Ripamonti, la stessa sarà segnalata al Consiglio dei ministri, al fine di consentire un approfondimento dei profili inerenti a tale eventuale scelta.
I rilievi relativi alla supposta incompatibilità tra la cumulabilità tra pensioni e redditi da lavoro e le misure di incentivo al posticipo del pensionamento, sollevati dallo stesso senatore Ripamonti, risultano in realtà infondati in quanto tali due tipologie di interventi non sono contestuali, almeno per un lasso di tempo pari a circa due anni.
Riguardo alla questione attinente alla previdenza dei lavoratori esposti all’amianto, è inopportuno trattare tale materia nel disegno di legge in titolo, essendo la stessa già stata prevista nell’ambito di altri provvedimenti normativi.
Il rilievo sollevato dal senatore Montagnino, inerente a una supposta contraddittorietà tra le linee politiche prefigurate nell’ambito del Documento di programmazione economico-finanziaria e la disciplina contenuta nell’emendamento 1.0.1, risulta priva di fondamento, in quanto le strategie adottate dal Documento di programmazione sono orientate nel senso della incentivazione al posticipo del pensionamento – precludendo quindi per il triennio di riferimento opzioni incentrate su disincentivi – coerentemente quindi a quanto contemplato nell’ambito dell’articolo 1-quater della proposta emendativa governativa.
La ipotizzata contraddittorietà tra i dati prospettati dall’INPS e quelli contenuti nella relazione tecnica elaborata dal Governo, evidenziata dal senatore Treu, costituisce l’implicita conferma della sfera di autonomia che l’Esecutivo opportunamente garantisce a tale Istituto.
In relazione alla questione attinente ai lavoratori precoci, è necessario che il testo normativo in esame venga riformulato, in ordine al profilo in questione.
Infine, è opportuno precisare che, pur rivestendo una notevole importanza sia le misure del disegno di legge n. 2058, recante una delega in materia previdenziale, sia quelle inserite nell’ambito del disegno di legge n. 848-bis relativo agli ammortizzatori sociali, risultano comunque maggiormente pregnanti le esigenze di priorità relativamente al primo dei due sopracitati provvedimenti.

Il seguito dell’esame congiunto è quindi rinviato.

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