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Home - Senato - Commissione Lavoro, previdenza sociale

Commissione Lavoro, previdenza sociale

22 Ottobre 2009
in Senato

(Dal Resoconto Sommario)

256a Seduta

Presidenza del Presidente
ZANOLETTI
Interviene il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Saporito.

La seduta inizia alle ore 15,20.


IN SEDE CONSULTIVA SU ATTI DEL GOVERNO
Schema di decreto legislativo recante: “Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 8 aprile 2003, n. 66 in materia di apparato sanzionatorio dell’orario di lavoro” (n. 362)
(Parere al Presidente del Consiglio dei ministri ,ai sensi degli articoli 1, commi 3 e 4, e 22 della legge 1° marzo 2002, n. 39. Seguito dell’esame e rinvio)

Si riprende l’esame sospeso nella seduta del 5 maggio scorso.

Poiché non vi sono richieste di intervenire nella discussione, il PRESIDENTE propone di conferire al relatore Vanzo il mandato di predisporre uno schema di parere, da sottoporre al voto della Commissione in una delle sedute che verranno convocate per la prossima settimana.

Conviene la Commissione.

Il seguito dell’esame è quindi rinviato.


IN SEDE REFERENTE
(2905) Disposizioni concernenti il trattamento di quiescenza del personale delle Ferrovie dello Stato, approvato dalla Camera dei deputati in un testo risultante dall’unificazione dei disegni di legge di iniziativa dei deputati Battaglia; Piscitello; Molinari; Massidda; Di Giandomenico ed altri; Bocchino e Angela Napoli; Mazzuca; Cento; Innocenti ed altri; Lo Presti; Alfonso Gianni ed altri; Luigi Pepe; Dario Galli
(231) MUZIO ed altri. – Adeguamento delle norme in materia pensionistica dei ferrovieri
(345) CALVI e LONGHI. – Norme relative al trattamento di quiescenza del personale delle Ferrovie dello Stato con contratto collettivo di durata triennale
(386) DATO ed altri. – Riconoscimento al personale in quiescenza delle Ferrovie dello Stato della validità triennale dei contratti stipulati tra il 1981 e il 1995
(471) RONCONI e BERGAMO. – Interpretazione autentica delle norme relative al trattamento di quiescenza del personale delle Ferrovie dello Stato con contratto collettivo di durata triennale (1° gennaio 1981 – 31 dicembre 1995)
(508) BONATESTA e BONGIORNO. – Disposizioni in materia di trattamento di quiescenza del personale delle Ferrovie dello Stato
(515) MANZIONE. – Norme concernenti la vigenza triennale dei contratti collettivi nazionali di lavoro stipulati per il personale delle Ferrovie dello Stato
(765) BASTIANONI. – Norme in materia di trattamento di quiescenza dei lavoratori delle ferrovie
(952) SPECCHIA ed altri. – Norme relative al trattamento di quiescenza del personale delle Ferrovie dello Stato cessato dal servizio dal 1981 al 1995
(1096) TAROLLI. – Norme relative al trattamento di quiescenza del personale delle Ferrovie dello Stato con contratto collettivo di durata triennale
(1132) NOVI. – Disposizioni in materia di trattamento di quiescenza del personale delle Ferrovie dello Stato cessato dal servizio dal 1981 al 1995
(Seguito dell’esame congiunto e rinvio)

Si riprende l’esame congiunto sospeso nella seduta di ieri.

Interviene nella discussione generale il senatore BATTAFARANO (DS-U) il quale, riferendosi ad alcune preoccupazioni espresse dal relatore Tofani nella seduta di ieri, sottolinea preliminarmente l’assenza di qualsiasi atteggiamento di pregiudiziale contrarietà nei confronti del disegno di legge trasmesso dalla Camera dei deputati da parte del Gruppo Democratici di Sinistra – l’Ulivo e degli altri Gruppi dell’opposizione. Gli interventi svolti ieri dal senatore Pizzinato e dal senatore Viviani intendevano porre alcuni problemi e mettere in luce l’esigenza di ottenere dei chiarimenti sul contenuto dei provvedimenti all’esame, senza peraltro ignorare le legittime aspettative delle categorie interessate, o sottovalutare la portata del voto unanime espresso dall’altro ramo del Parlamento. Tale deliberazione, richiamata ieri sia dal relatore che dal rappresentante del Governo, non deve però essere addotta strumentalmente per giustificare una impropria sollecitazione ad accelerare l’iter parlamentare di approvazione da parte del Senato: quest’ultimo non può infatti limitarsi a una mera presa d’atto del testo varato dalla Camera dei deputati, poiché l’autonomia e l’indipendenza di giudizio di ciascuno dei due rami che compongono il Parlamento costituiscono elementi qualificanti del sistema bicamerale.
Occorre altresì considerare che il Senato ha recentemente licenziato in seconda lettura – con il voto contrario delle forze politiche dell’opposizione – un disegno di legge di delega per la riforma del sistema previdenziale, che, pur non essendo ancora stato definitivamente approvato – come ha ricordato nel corso della seduta di ieri il sottosegretario Saporito – esprime però un preciso orientamento politico dell’Esecutivo e ambisce a qualificarsi come norma di carattere strutturale e sistemico, idonea quindi a dare vita ad un generalizzato processo di armonizzazione dei diversi regimi e trattamenti. A pochi giorni dall’approvazione in Senato di tale disegno di legge, ne perviene un altro, sempre in materia pensionistica, avente però carattere settoriale e circoscritto ad una sola categoria. E’ pertanto del tutto legittimo porsi il problema di verificare in via preliminare la compatibilità delle disposizioni in esso contenute con il complesso della riforma previdenziale, e su questo specifico tema – pur apprezzando l’autorevole presenza del sottosegretario Saporito in rappresentanza del Governo – il senatore Battafarano osserva che sarebbe stato anche opportuno acquisire l’avviso del Ministro del lavoro o di un Sottosegretario del medesimo Dicastero. Vale peraltro la pena di ricordare che nel corso dell’esame del disegno di legge n. 2058, di delega per la riforma del sistema previdenziale, il Governo ha respinto interventi di carattere settoriale, di portata minima ma di grande impatto sociale – come quello relativo alle persone affette da talassemia – adducendo tra l’altro l’esigenza di evitare deroghe o normative speciali, suscettibili di compromettere il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica derivanti dalle misure di innalzamento dei requisiti di accesso al pensionamento, di incentivazione del posticipo del pensionamento e di riordino della previdenza integrativa.
Per quanto riguarda invece i disegni di legge all’esame, la relazione tecnica predisposta dal Governo per l’esame presso la Camera dei deputati – richiamata nel documento predisposto dal Servizio del bilancio del Senato – ha individuato preliminarmente in 150.000 unità il numero dei beneficiari e in 31.000 euro l’importo medio annuo delle pensioni in essere al 2001 e interessate dal provvedimento. Lo stesso documento ha quantificato in 42,2 milioni di euro per il 2002, 41 milioni per il 2003 e 40 milioni per il 2004 la stima dei maggiori oneri derivanti dall’attuazione del disegno di legge trasmesso al Senato. Una tabella successivamente fornita dal Governo indica il numero dei beneficiari per il triennio 2002-2004: si tratta di 76.607 pensionati per il 2002, 72.774 pensionati per il 2003 e 69.133 pensionati per il 2004, con un maggiore importo annuo individuale di 572 euro per l’ultimo anno considerato. Si tratta di indicazioni che devono comunque essere ulteriormente verificate e inoltre, poiché si tratta di materia pensionistica, dovrebbero essere integrate con una proiezione almeno decennale degli oneri del provvedimento, conformemente a quanto previsto dalla vigente normativa di contabilità.
Un altro elemento che suscita forte perplessità – prosegue il senatore Battafarano – è l’istituzione del fondo speciale presso la Presidenza del Consiglio, di cui all’articolo 1 del disegno di legge n. 2905. Poiché presso l’altro ramo del Parlamento sono pendenti disegni di legge che prevedono analoghe misure per altre categorie, come i postelegrafonici, che avanzano pretese analoghe a quelle dei ferrovieri, occorre anche interrogarsi sulla opportunità di varare normative speciali, suscettibili di dare luogo a rincorse rivendicative da parte di altri soggetti, con conseguenze potenzialmente molto gravose per l’equilibrio dei conti previdenziali.
Per tali motivi, come peraltro ha opportunamente sottolineato il sottosegretario Saporito nel corso della seduta di ieri, appare necessario procedere ad un esame ponderato e privo di pregiudiziali del disegno di legge trasmesso dalla Camera dei deputati e dei testi abbinati, senza alcuna artificiosa accelerazione e rivolgendo la dovuta attenzione ai legittimi interessi dei ferrovieri, senza però perdere di vista l’interesse generale della collettività.

Il senatore VANZO (LP) osserva che gli elementi informativi, emersi nel corso della discussione generale, evidenziano il contrasto dei disegni di legge in titolo con lo spirito e la lettera del disegno di legge di delega per la riforma previdenziale recentemente licenziato dal Senato. Con tale provvedimento, infatti, si è provveduto ad innalzare i requisiti anagrafici di accesso ai trattamenti per garantire il futuro previdenziale delle giovani generazioni e per assicurare la sostenibilità del sistema. Con il disegno di legge n. 2905 e con i provvedimenti abbinati si prospetta invece un beneficio a favore di una categoria di pensionati, molti dei quali, inoltre, destinatari di interventi di pensionamento anticipato, dovuti all’esigenza di fare fronte alle difficoltà finanziarie di taluni enti, e, conseguentemente, collocati a riposo prima del termine previsto per la generalità dei lavoratori. Si tratta pertanto di misure particolarmente onerose, per le quali il disegno di legge trasmesso dalla Camera dei deputati prevede una copertura finanziaria insufficiente, che, inoltre, sottrae risorse al Fondo per le politiche sociali, con una scelta molto discutibile. Il provvedimento all’esame appare squilibrato anche rispetto alle aspettative dei pensionati più svantaggiati: malgrado le assicurazioni del Governo, infatti, le misure di innalzamento dei minimi pensionistici hanno interessato una platea ancora troppo limitata rispetto all’insieme degli aventi diritto. In tali condizioni, il Gruppo della Lega padana non può pronunciarsi in senso favorevole al testo trasmesso dalla Camera dei deputati.

Il senatore MONTAGNINO (Mar-DL-U) osserva che l’unanime approvazione del disegno di legge n. 2905 da parte della Camera dei deputati e la presentazione in Senato di disegni di legge di analogo tenore, sottoscritti da rappresentanti di tutte le parti politiche, costituiscono elementi non trascurabili per valutare la fondatezza delle esigenze alle quali tali provvedimenti intendono fare fronte, esigenze ampiamente documentate, già nel corso della passata Legislatura, dai circostanziati dossier fatti pervenire dalla Associazione del personale delle ferrovie in pensione a numerosi parlamentari. Si tratta dunque di questioni meritevoli della massima attenzione che, come ha opportunamente sottolineato il senatore Battafarano, non devono essere oggetto di alcuna presa di posizione pregiudiziale. Persistono però degli elementi di perplessità e su taluni punti è necessario fare chiarezza, al fine di evitare che la soddisfazione del diritto di alcuni non si risolva nella lesione del diritto di altri e, conseguentemente, non dia luogo ad ingiustificate disparità di trattamento. La pressione delle categorie interessate è certamente legittima, ma è doveroso accertare preliminarmente che non vi siano altri gruppi titolari di analoghi diritti, e penalizzati solo dalla circostanza di aver goduto di una minore attenzione nelle sedi istituzionali.
Il primo problema, già evidenziato negli interventi precedenti, riguarda la compatibilità delle disposizioni all’esame con gli obiettivi e l’indirizzo di fondo del disegno di legge di delega per la riforma del sistema previdenziale, recentemente licenziato dal Senato, con il voto contrario, peraltro, dei Gruppi politici dell’opposizione. Vi è poi l’esigenza, già sopra richiamata, di garantire la parità di trattamento per chi versa in condizioni analoghe e vanta analoghi diritti: giova ricordare che, a proposito dell’emendamento relativo al pensionamento anticipato per le persone affette da talassemia – che ammontano a poche decine – nel corso della discussione sulla delega previdenziale, il Ministro del lavoro motivò la sua contrarietà anche con l’esigenza di accertare che non si creassero sperequazioni rispetto ad altri soggetti in condizioni analoghe. Non si vede come una tale argomentazione non possa essere riproposta, con maggior ragione, per il provvedimento all’esame, se si considera la ben diversa ampiezza della platea dei soggetti interessati.
Sia il Governo sia la Commissione bilancio dovranno poi rivolgere una particolare attenzione ai profili finanziari del disegno di legge n. 2905, che, come è già stato ricordato, istituisce un fondo speciale presso la Presidenza del Consiglio che utilizza risorse originariamente imputate al fondo per le politiche sociali. Occorrerà altresì indicare con precisione i mezzi per fare fronte alla maggiore spesa derivante dagli incrementi di carattere perequativo, considerato che, secondo quanto previsto dall’articolo 1, comma 6, del disegno di legge n. 2905, essi si sommano ai benefici derivanti dal riconoscimento della validità triennale dei contratti. Quest’ultimo intervento, peraltro, si configura come un ingiustificato privilegio mentre, su un altro versante, appare poco sostenibile la previsione del carattere non retroattivo delle norme dello stesso disegno di legge n. 2905 relative all’integrazione del trattamento di quiescenza. Per questi motivi, appare indispensabile che la Commissione disponga del tempo necessario per chiarire i numerosi punti di criticità del disegno di legge n. 2905.

Il senatore TREU (Mar-DL-U) condivide i dubbi e le riserve espressi sui disegni di legge in titolo nei precedenti interventi. In particolare, appare necessario chiarire le questioni relative ai profili finanziari, questioni già sollevate nel corso della discussione e poste in luce anche dal recente documento prodotto dal Servizio del bilancio del Senato: esse riguardano in primo luogo l’esigenza di disporre di dati aggiornati sulle più recenti variazioni riscontrate nel numero dei beneficiari e relativamente agli importi da corrispondere, procedendo ad aggiornare una relazione tecnica che risale ormai a due anni orsono. In secondo luogo, conformemente alla vigente normativa di contabilità, poiché i disegni di legge in titolo hanno ad oggetto la materia pensionistica, occorre disporre di una proiezione decennale degli oneri. Infine, a decorrere dall’anno 2007, l’articolo 3 comma 1 del disegno di legge n. 2905 prevede che al finanziamento del fondo si provveda ai sensi dell’articolo 11, comma 3, lettera d) della legge n. 468 del 1978. Si tratta, in sostanza, di un rinvio alla tabella C) allegata alla legge finanziaria che, però, come fa notare anche il Servizio del bilancio, non sembra coerente con la tipologia di onere in questione. Anche le modalità di copertura per il triennio 2004-2006 danno adito a numerose perplessità, sia per la sottrazione di risorse al fondo per le politiche sociali, sia per l’incerta disponibilità delle somme facenti capo all’accantonamento relativo al Ministero dell’economia e delle finanze.
Vi è poi l’esigenza di tenere nel dovuto conto la possibilità che altre categorie rivendichino diritti analoghi a quelli vantati dai ferrovieri in pensione. Sarebbe pertanto necessario predisporre una sorta di inventario dei casi analoghi a quello trattato nei disegni di legge all’esame e, comunque, adottare un atteggiamento di maggiore cautela nei confronti dell’introduzione di discipline speciali, suscettibili di rendere più difficoltosi gli interventi di armonizzazione dei diversi regimi e trattamenti e di produrre gravi squilibri nei conti previdenziali. La questione è ancor più rilevante, se si considera che il dibattito sulla triennalità del contratto per il personale delle ferrovie in quiescenza è precedente a quello sul disegno di legge n. 2058 di riforma del sistema previdenziale, e, di conseguenza, le misure proposte dai disegni di legge all’esame tendono a prescindere dalle esigenze di sostenibilità del sistema che il Governo ha richiamato più volte per giustificare l’improcrastinabilità e l’inevitabilità di un intervento a carattere strutturale.

Il sottosegretario SAPORITO, dopo aver affermato di condividere i richiami, presenti in alcuni interventi, sull’autonomia reciproca dei due rami del Parlamento, ricorda che la Camera dei deputati iniziò l’esame dei disegni di legge concernenti il trattamento di quiescenza del personale delle Ferrovie dello Stato dopo aver varato in prima lettura il disegno di legge di delega per la riforma previdenziale: l’altro ramo del Parlamento era quindi ben consapevole dei nessi tra i due provvedimenti e, probabilmente, licenziando il disegno di legge n. 2905, ha inteso adottare una misura di risarcimento del danno subito da una categoria quale presupposto per procedere ad interventi di carattere più generale, di armonizzazione dei regimi e dei trattamenti pensionistici che, per loro natura, riguardano il futuro e non certo le situazioni pregresse.
Per quanto concerne la possibilità che altre categorie rivendichino diritti analoghi a quelli dei ferrovieri, occorre tenere presente che la Camera dei deputati prese in considerazione la posizione dei lavoratori postelegrafonici, concludendo però che essa si differenziava da quella dei ferrovieri, per l’assenza di pregiudizi derivanti dalla mancata applicazione della triennalità del contratto. Anche provvedimenti adottati in passato per il settore della telefonia fanno riferimento a situazioni del tutto diverse da quella dei ferrovieri che, per quanto previsto dai disegni di legge in titolo, presenta un indubbio carattere di unicità.
Peraltro, la questione è dibattuta da molto tempo e dal 2001 il Governo in carica ha inserito in ogni legge finanziaria uno stanziamento per il finanziamento della riliquidazione del trattamento di quiescenza del personale delle Ferrovie dello Stato, nell’ambito dell’accantonamento riferito al Ministero dell’economia. In passato, il mancato utilizzo di tali risorse ha fatto sì che esse venissero dirottate su altre finalità: proprio l’esigenza di salvaguardare la originaria destinazione delle somme residue ha indotto il relatore sui disegni di legge presso l’altro ramo del Parlamento a proporre l’istituzione di un fondo speciale, la cui funzione, pertanto, è proprio quella di impedire tecnicamente l’utilizzazione in difformità delle somme ancora disponibili. Non vi è pertanto alcuna decurtazione dei fondi destinati alle politiche sociali.
In conclusione, il rappresentante del Governo rileva che i disegni di legge in titolo si propongono di sanare una situazione di pregressa ingiustizia e, pertanto, introducono misure che costituiscono la premessa per i successivi interventi di armonizzazione previsti dal disegno di legge delega più volte ricordato nel corso del dibattito. Per queste ragioni, tra i due provvedimenti non si ravvisa alcuna contraddizione.

Il relatore TOFANI (AN) dichiara di condividere le osservazioni del sottosegretario Saporito, alle quali non ritiene di dover aggiungere ulteriori considerazioni.

Il PRESIDENTE propone quindi di fissare per giovedì 17 giugno alle ore 17 il termine per la presentazione degli emendamenti che, secondo la proposta già avanzata dal relatore Tofani, si intenderanno riferiti al disegno di legge n. 2905, che dovrebbe pertanto essere adottato come testo base.

Conviene la Commissione.

Il seguito dell’esame congiunto è quindi rinviato.

La seduta termina alle ore 16,20.




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