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Il Diario del Lavoro

Quotidiano online del lavoro e delle relazioni industriali

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Home - Senato - Commissione Lavoro, previdenza sociale (Dai Resoconti Sommari)

Commissione Lavoro, previdenza sociale (Dai Resoconti Sommari)

5 Giugno 2013
in Senato

6ª Seduta

Presidenza del Presidente

SACCONI 

La seduta inizia alle ore 16.

ESAME DI ATTI PREPARATORI DELLA LEGISLAZIONE COMUNITARIA 

Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 577/98 del Consiglio relativo all’organizzazione di un’indagine per campione sulle forze di lavoro nella Comunità (COM (2013) 155 definitivo)

(Esame, ai sensi dell’articolo 144 del Regolamento, dell’atto comunitario sottoposto al parere motivato sulla sussidiarietà e rinvio)

Riferisce il relatore ICHINO (SCpI), precisando che con l’atto in esame la Commissione europea intende modificare il regolamento (CE) n. 577/98 del Consiglio relativo all’organizzazione di una indagine per campione sulle forze di lavoro nella Comunità. Le indagini per campione sulle forze di lavoro hanno lo scopo di mettere a disposizione informazioni statistiche sul livello, le strutture e l’andamento dell’occupazione e della disoccupazione negli Stati stessi. Per garantire la comparabilità dei dati così raccolti, il regolamento n. 577/98 aveva disposto l’armonizzazione delle indagini, stabilendo dati, parametri e procedure d’indagine comuni e uniformi.

L’atto in esame definisce in particolare i poteri della Commissione europea nell’ambito di riferimento, alla luce del nuovo quadro istituzionale introdotto dal Trattato di Lisbona, con specifico riguardo agli articoli 290, paragrafo 1, TFUE (atti delegati) e 291, paragrafo 2, TFUE (atti di esecuzione). La proposta mira ad attribuire alla Commissione il potere di adottare atti delegati per decidere il contenuto dei moduli ad hoc, le definizioni e l’eventuale adeguamento dell’elenco delle variabili dell’indagine reso necessario dall’evoluzione delle tecniche e dei concetti e per adottare l’elenco delle variabili strutturali, comprese le dimensioni minime del campione e la frequenza delle indagini. Al tempo stesso, la proposta intende conferire alla Commissione il potere di adottare atti di esecuzione, in particolare tramite norme di revisione, la codifica delle variabili e l’elenco dei principi per la formulazione delle domande relative alla situazione lavorativa. In secondo luogo, l’atto introduce la possibilità per la Commissione europea di prevedere a favore degli istituti nazionali di statistica e delle altre autorità nazionali incaricate delle indagini un contributo finanziario a carico del bilancio dell’Unione europea.

A suo avviso l’atto non presenta profili di criticità per l’ordinamento nazionale. L’esercizio da parte della Commissione europea del potere di adottare atti delegati è, infatti, subordinato allo specifico obbligo di assicurare che gli atti non comportino un rilevante ulteriore onere amministrativo per gli Stati membri e per le unità rispondenti. Particolarmente apprezzabile è la proposta di contributo al finanziamento dell’attuazione dei moduli ad hoc dell’indagine sulle forze lavoro, che valorizza la centralità del ruolo degli istituti nazionali di statistica ai fini dello svolgimento delle indagini. Peraltro, i contributi saranno erogati senza inviti a presentare proposte: ciò permetterà una significativa semplificazione delle procedure amministrative e una riduzione sensibile del rischio di errore legato alla gestione delle sovvenzioni. Si può forse fin d’ora ipotizzare che il contributo in questione venga destinato al finanziamento di un osservatorio sugli effetti delle innovazioni legislative in materia di lavoro, abilitato ad accedere alle banche dati dell’INPS e del Ministero del lavoro, oltre che ovviamente dell’ISTAT: uno strumento che potrebbe svolgere un ruolo prezioso per il miglioramento della qualità degli interventi e per l’affermazione el metodo sperimentale in questa materia.

La senatrice D’ADDA (PD) registra nell’atto una nota positiva, che risiede essenzialmente nel contributo finanziario di tipo forfettario. Nel testo si fa inoltre riferimento al regolamento CE n. 223/2009, relativo alle statistiche europee, richiamando la necessità di sviluppare un’adeguata collaborazione tra i vari istituti europei, nel pieno rispetto dei principi della privacy. Si augura che ciò consenta un adeguato coinvolgimento delle istituzioni accademiche.

Un elemento di criticità a suo giudizio risiede invece nella eccessiva rigidità dei termini indicati, a maggior ragione incongrui nel momento attuale. Si augura che di ciò il relatore voglia tener conto nella propria bozza di parere.

Il seguito dell’esame è quindi rinviato.

Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alle misure intese ad agevolare l’esercizio dei diritti conferiti ai lavoratori nel quadro della libera circolazione dei lavoratori (COM (2013) 236 definitivo)

(Seguito dell’esame, ai sensi dell’articolo 144 del Regolamento, dell’atto comunitario sottoposto al parere motivato sulla sussidiarietà e rinvio)

Riprende l’esame, sospeso nella seduta del 28 maggio scorso.

Il PRESIDENTE ricorda che in tale occasione la relatrice Mussolini aveva svolto un’ampia disamina dell’atto. Dichiara quindi aperta la discussione generale.

La senatrice SPILABOTTE (PD) reputa particolarmente opportuno il richiamo al quadro normativo generale effettuato dalla relatrice, che ha sottolineato come la libera circolazione dei lavoratori rappresenti un principio fondamentale dell’Unione europea, sancito dall’articolo 45 del TFUE, e che in materia è intervenuto un regolamento che ha stabilito la normativa di dettaglio. Il cammino verso la realizzazione piena degli Stati Uniti d’Europa è evidentemente lungo e tortuoso se la Commissione europea ha dovuto constatare che in Europa la mobilità dei lavoratori risulta comunque nei fatti assai limitata, anche in ragione delle disomogeneità esistenti tra le legislazioni degli Stati membri e della mancata conoscenza della normativa stessa talora perfino da parte dei datori di lavoro pubblici. In particolare, in Italia la disomogeneità è riscontrabile anche all’interno dello stesso territorio nazionale, essendo le qualifiche professionali identificate a livello regionale. Dopo aver espresso condivisione nei confronti del contenuto dell’articolo 3 della proposta di direttiva, che individua i mezzi a disposizione dei lavoratori discriminati per far valere i propri diritti, avanza invece critiche sulla disposizione di cui all’articolo 5: in proposito, auspica che l’Italia utilizzi per l’informazione e il supporto per i lavoratori migranti strutture già esistenti sul territorio, evitando la creazione di nuovi istituti. Dichiara altresì di condividere i contenuti in particolare degli articoli 6 e 8 del testo. Esprime conclusivamente l’auspicio di un recepimento in tempi rapidi e coglie l’occasione per rimarcare che le elevate tariffe di roaming potrebbero rappresentare un ostacolo alla mobilità, segnalando l’opportunità di una loro riduzione.

Secondo il senatore DIVINA (LN-Aut) la normativa europea non è sempre armonica: non a caso, mentre il regolamento richiamato statuisce che il migrante che abbia perduto il proprio posto di lavoro possa permanere sul territorio nazionale, la direttiva stabilisce invece che a tal fine il lavoratore deve dimostrare di disporre di risorse idonee al sostentamento. Le sue perplessità si appuntano in particolare sui vantaggi sociali e di accesso agli alloggi, riservati ai lavoratori migranti. Al riguardo segnala l’esistenza di una nota stilata da alcuni Paesi (Olanda, Austria, Germania, Gran Bretagna), che invita l’Unione europea a rivedere sul punto gli obblighi a carico degli Stati membri. Sottolinea inoltre che nel 2014 decadrà la moratoria con la Bulgaria e la Romania, evidenziando la particolare distonia derivante dal fatto che il contributo accordato al migrante in Italia risulta comunque superiore al salario che percepirebbe nel Paese di provenienza. Ulteriori perplessità egli formula con riferimento all’articolo 3, laddove esso obbliga gli Stati membri ad offrire al lavoratore migrante i mezzi per garantirsi il diritto alla difesa, osservando che, per converso, l’accesso al gratuito patrocinio è riconosciuto al cittadino italiano solo in presenza di determinate condizioni reddituali.

La senatrice SPILABOTTE (PD) interloquisce nuovamente per richiamare i principi fondanti della cittadinanza europea e sottolineare che tra i diritti che la corredano è ricompreso quello alla libera circolazione e al soggiorno.

Il presidente SACCONI invita ad attenersi ai contenuti specifici dell’atto, pur se, sulla base di un principio di realtà, va riconosciuto che la libera circolazione ha causato problemi che il legislatore italiano ha potuto e dovuto affrontare, come nel caso del cosiddetto turismo sanitario. Segnala che, soprattutto in alcune aree del Paese, cooperative di lavoratori di nazionalità rumena e bulgara offrono servizi in somministrazione a condizioni non rispettose delle disposizioni regolanti il mercato del lavoro, finendo così con lo spiazzare ogni altra azienda. Una ricognizione sul tema e sulle patologie riscontrabili sarà senz’altro oggetto di attenzione da parte della Commissione, al di là dell’esame dell’atto specifico.

La senatrice Rita GHEDINI (PD) condivide la necessità di svolgere un’attività ricognitiva ed istruttoria sulle forme di violazione, garantendo il rispetto della normativa nazionale e di quella europea. Sottolinea inoltre che l’Atto Senato n. 588, il cui esame è stato oggi incardinato presso la 14a Commissione permanente, contiene un’ulteriore disposizione in materia di libertà di circolazione dei lavoratori, a fronte della quale l’Italia è oggetto di procedura di infrazione per inadeguato recepimento. Quanto alla questione sollevata dal senatore Divina in merito al contenuto dell’articolo 3 dell’atto in esame ed al richiamo da lui effettuato in ordine alla incongruità rispetto alla disciplina che regola in Italia il gratuito patrocinio, ricorda che anche con la legge n. 92 di riforma del mercato del lavoro sono stati previsti adeguati parametri di reddito per tutti i lavoratori.

Anche la relatrice MUSSOLINI (PdL) concorda in ordine all’esistenza di casi di abuso specifici, che contribuiscono ad evidenziare la delicatezza della situazione. Nel convenire con le osservazioni della senatrice Spilabotte, si riporta al metodo della gradualità degli interventi richiamato nelle proprie comunicazioni dal ministro Giovannini. Assicura conclusivamente che terrà conto nella bozza di relazione – che è sua intenzione sottoporre alla Commissione la prossima settimana – delle osservazioni e dei rilievi emersi nel corso del dibattito.

Il seguito dell’esame è quindi rinviato.

SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE  

La senatrice BENCINI (M5S) domanda chiarimenti in ordine ai tempi per l’espressione delle osservazioni sull’atto del Governo n. 11 alle Commissioni 1a e 4a. Ricorda altresì che il ministro Giovannini si era impegnato a comunicare alla Commissione la consistenza esatta della platea dei cosiddetti esodati e ne sollecita la definizione.

Il presidente SACCONI osserva che sull’atto di Governo le Commissioni di merito hanno richiesto una proroga del termine per l’espressione del parere e che peraltro non può essere esclusa una valutazione ulteriore da parte del Governo in merito ad alcune disposizioni ivi contenute. Ciò rende opportuno un breve rinvio della conclusione dell’esame da parte della Commissione lavoro. Quanto alla platea degli esodati, sottolinea l’impegno assunto dal Governo per una identificazione certa del fenomeno, e della consistenza delle misure conseguentemente necessarie. Assicura pertanto che solleciterà il Governo, al fine di pervenire ad una tempestiva ed efficace definizione della materia.

SCONVOCAZIONE DELLA SEDUTA DI DOMANI 

In considerazione dell’andamento dei lavori, il presidente SACCONI avverte che la seduta della Commissione già prevista per domani, alle ore 9, non avrà più luogo.

La Commissione prende atto.

La seduta termina alle ore 16,50.

5ª Seduta

Presidenza del Presidente

SACCONI 

Intervengono il ministro del lavoro e delle politiche sociali Giovannini e il vice ministro al medesimo Dicastero Maria Cecilia Guerra.    

La seduta inizia alle ore 14,05.

SULLA PUBBLICITA’ DEI LAVORI  

Il presidente SACCONI comunica che, ai sensi dell’articolo 33, comma 4, del Regolamento, sono state chieste l’attivazione dell’impianto audiovisivo anche sul canale satellitare e sulla web-TV, nonché la trasmissione radiofonica, e che la Presidenza del Senato ha fatto preventivamente conoscere il proprio assenso.

Poiché non vi sono osservazioni, tali forme di pubblicità sono dunque adottate per il prosieguo dei lavori.

Il presidente SACCONI avverte che la pubblicità della seduta sarà inoltre assicurata attraverso la resocontazione stenografica.

La Commissione prende atto.

PROCEDURE INFORMATIVE 

Comunicazioni, ai sensi dell’articolo 46 del Regolamento, del Ministro del lavoro e delle politiche sociali sugli indirizzi generali della politica del suo Dicastero con particolare riguardo alle politiche sociali     

Il PRESIDENTE ringrazia il ministro Giovannini e il vice ministro Guerra per aver raccolto con tanta tempestività l’invito a intervenire in Commissione per trattare degli aspetti specifici delle politiche sociali. Auspica che con l’occasione il Ministro possa svolgere altresì talune considerazioni riguardanti la struttura dell’atto COM (2013) 145 definitivo, di cui la Commissione ha iniziato l’esame la scorsa settimana e che, riguardando una iniziativa specifica a favore dell’occupazione giovanile, dovrebbe permettere di fronteggiare il grave impatto della crisi sulla popolazione di età compresa tra i 15 e i 24 anni, che ha portato la disoccupazione a livelli di accentuata gravità.

Il ministro GIOVANNINI, nel ringraziare il Presidente per la sua introduzione, si scusa preliminarmente perché sarà costretto ad allontanarsi per presenziare ad una seduta del Consiglio dei Ministri convocata ad horas. Si sofferma quindi innanzitutto sull’atto comunitario testé richiamato dal Presidente, segnalandone l’importanza dello stesso quadro concettuale, che travalica il finanziamento in sé, perché, oltre a fissare un principio, indica la necessità di fornire ai giovani opportunità di tirocinio o di formazione ovvero ancora di impiego lavorativo. L’iniziativa va considerata come un’autentica sfida, atteso che proprio nel passaggio dalla scuola al lavoro si corrono i rischi maggiori, anche in ragione dei limiti del sistema di avviamento al lavoro in Italia. La questione sarà peraltro all’esame del Consiglio dei Ministri del Lavoro e della riunione dei Capi di Stato e di Governo prevista a fine giugno. La modifica del FSE pone la necessità di un front loading relativamente all’utilizzo di queste risorse, che, pur se concentrate sui prossimi due o tre anni del programma, risultano comunque insufficienti. Occorrerebbe dunque incrementarle attraverso fondi della BEI a favore dell’autoimprenditorialità e comprendere con quali modalità superare i limiti del cofinanziamento. In questo quadro, assume accentuata importanza la recente chiusura della procedura di infrazione nei confronti dell’Italia. La questione pone tuttavia il problema dell’esigenza di un miglioramento del sistema dei servizi all’impiego, che rappresenta uno dei talloni d’Achille del Paese, a maggior ragione in alcune aree del territorio. Passando quindi alle tematiche più direttamente connesse all’inclusione e alle politiche sociali, il Ministro ricorda che la responsabilità dell’attuazione è distribuita su più livelli di governo e con forti discrasie sul territorio, in connessione con le diverse capacità delle singole regioni. In un sistema ordinato, lo Stato dovrebbe fornire i servizi essenziali, le regioni assicurare il coordinamento delle politiche sul territorio ed i comuni avere la responsabilità dell’erogazione, in stretto coordinamento con il terzo settore. L’elemento di chiusura dovrebbe essere rappresentato dal monitoraggio dell’efficacia degli interventi stessi. La situazione attuale in Italia è ben lungi da tale modello: manca una definizione dei servizi essenziali e si riscontra l’assenza di un finanziamento di tipo strutturale, ciò che determina eterogeneità di interventi sul territorio. Manca inoltre un sistema pienamente efficace di analisi e monitoraggio per gli interventi stessi, a livello sia macro che micro.

In questo quadro, il Ministero del lavoro intende muoversi secondo tre direttrici. La prima riguarda la strutturazione per gradi, attesa la sproporzione degli stanziamenti di bilancio destinati alle politiche sociali rispetto alla drammaticità della questione. Occorrerà in secondo luogo utilizzare il finanziamento del Fondo nazionale per le politiche sociali per individuare con le regioni gli obiettivi di servizio su cui consolidare gli interventi sul territorio. In terzo luogo, occorrerà chiarire con quali modalità esercitare un’efficace azione di coordinamento, anche senza leve finanziarie, vale a dire con l’adozione di linee guida e attraverso il disegno, insieme con gli enti interessati, di interventi coordinati su più regioni o più comuni, garantendo informazione e valutazione. A tale ultimo proposito, si potrà ricorrere a tre strumenti trasversali. Il primo passa attraverso la costruzione di un sistema informativo dei servizi sociali. Su questo terreno sono stati compiuti passi in avanti importanti per comprendere la situazione dei singoli individui e favorire il passaggio alla cosiddetta “presa in carico”. La seconda leva è rappresentata dalla predisposizione di efficaci strumenti di monitoraggio, da definire anche ex ante. Infine, il Ministro segnala che a maggio scorso è stato registrato il decreto che istituisce la banca dati delle prestazioni sociali agevolate, ovvero le prestazioni che dipendono dall’ISEE.  Con la sua attuazione, l’INPS raccoglierà dagli enti erogatori le informazioni rilevanti, in particolare sulla loro tipologia e sul loro valore economico, su ciascuna prestazione concessa in base all’ISEE. La ricchezza delle informazioni raccolte sulle prestazioni, insieme a quelle sulle condizioni economiche del nucleo familiare del beneficiario, costituisce un potente strumento informativo non soltanto per il sistema dei controlli e per evitare le frodi, ma anche per la programmazione, il monitoraggio e la valutazione degli interventi a tutti i livelli di governo. Le informazioni pertanto saranno rese disponibili – in forma individuale, opportunamente anonimizzate – al Ministero, alle regioni e ai comuni con riferimento ai relativi ambiti territoriali. Ai comuni, limitatamente alle prestazioni da essi erogate, saranno rese disponibili anche le informazioni sull’identità dei soggetti, al fine di migliorare la gestione delle politiche di competenza. Tale banca dati rappresenta pertanto una sezione essenziale del Casellario dell’assistenza e del Sistema informativo dei servizi sociali  Si stanno valutando con gli uffici del Garante per la privacy le modalità per dare piena attuazione al Casellario e al SISS, integrando le informazioni sulle prestazioni sociali agevolate con quelle sulle altre non sottoposte ad ISEE, nonché sui profili dei beneficiari e sulla valutazione del loro bisogno. Verrebbe così a costituirsi una vera e propria cartella sociale integrata, un fascicolo elettronico personale da raccordare successivamente con i flussi in materia di prestazioni sanitarie. In considerazione della importanza di disporre dei nuovi parametri, il Ministro conclusivamente auspica che il Parlamento voglia esaminare il relativo decreto attuativo con la massima tempestività.

Ha quindi la parola il vice ministro GUERRA, la quale segnala che il primo obiettivo del Dicastero risiede nel tentativo di strutturare programmi di intervento di carattere generale scongiurando i rischi di frammentazione. A questo scopo sussistono vari campi di azione, il primo dei quali attiene alle misure di contrasto alla povertà. In questo quadro, preannuncia la partenza della sperimentazione di una nuova applicazione della cosiddetta social card, riferita in particolare alle situazioni di povertà minorile e delle famiglie nelle quali siano presenti soggetti adulti in stato di grave disagio lavorativo. L’intervento richiede una stretta collaborazione con gli enti sul fronte dell’elaborazione, che preveda l’associazione dello strumento finanziario ad altri servizi finalizzati all’inclusione sociale. Il secondo obiettivo riguarda il Piano per le non autosufficienze, Anche in questo caso il sistema informativo dei servizi sociali rappresenta uno strumento potentissimo, che richiederà comunque la soluzione di alcuni delicati problemi di privacy. Un ulteriore obiettivo è poi rappresentato dall’utilizzo dei finanziamenti della spesa sociale territoriale. In questo senso andranno prioritariamente reperite risorse per il prossimo triennio, al fine di evitare interruzioni di servizi essenziali per i cittadini più fragili in un momento di estrema difficoltà.

Il Vice ministro passa quindi ad illustrare le linee di intervento del Programma di azione biennale per le persone con disabilità, la cui approvazione definitiva si lega alla indizione della IV Conferenza Nazionale triennale sulle politiche dell’handicap. Si sofferma poi sul  Fondo nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, istituito con la legge n. 285 del 1997, oggi destinato alle cosiddette “città riservatarie” (le 15 città maggiori o più problematiche per l’infanzia). La presenza di questo vincolo di destinazione delle risorse ha permesso l’attivazione di un Tavolo permanente tra Ministero e città riservatarie, anche al fine di coordinare gli interventi tra le diverse realtà locali e per facilitare gli scambi di buone pratiche. E’ in questo contesto che sono nate negli ultimi anni alcune sperimentazioni a livello nazionale fatte proprie da gran parte delle città. In particolare, si è chiusa la prima sperimentazione di un programma per la prevenzione dell’allontanamento dei minori in famiglie “trascuranti”, di cui a breve saranno diffusi i risultati. Partirà invece con il prossimo anno scolastico un progetto di inclusione e di lotta alla dispersione scolastica dei bambini rom.

Sempre in tema di infanzia, dopo l’approvazione delle Linee di indirizzo per l’affidamento familiare, con un accordo in Conferenza Unificata nell’ottobre 2012, è stata avviata in dieci comuni e ambiti di programmazione sociale un’attività di sperimentazione nei prossimi 18 mesi per la verifica dell’attuazione delle Linee di indirizzo, anche al fine di correggerne le eventuali criticità.

Il metodo che il Governo intende seguire è quello della interlocuzione continua con i diversi attori istituzionali, le parti sociali ed il terzo settore, nonché con il Parlamento.

Il presidente SACCONI ringrazia innanzitutto il Ministro per le considerazioni svolte a proposito dei contenuti della proposta di modifica del Fondo sociale europeo, auspicando che sia possibile l’integrazione della dimensione del Fondo dedicata all’occupazione giovanile e tenuto conto dell’opportunità di una flessibilità dell’utilizzo delle risorse stesse. Si domanda se possa essere l’INPS l’istituto idoneo a monitorare efficacemente i diversi livelli istituzionali di spesa. Si chiede altresì se un’ampia gamma dei servizi che corrispondono a servizi primari possa essere integrata con i servizi sanitari nelle regioni meglio funzionanti e si domanda se la prossimità non sia consustanziale al bisogno.

Il ministro GIOVANNINI fa presente di aver appena esaminato con il Direttore generale dell’INPS la questione delicatissima dei flussi informativi. Su questi temi la potenza di fuoco dell’INPS è indiscussa e l’Istituto può fornire l’infrastruttura tecnologica e tecnica per produrre i dati utilizzabili da comuni e regioni. La condivisione dell’informazione, lungi dal costituire una modalità di sottrazione di potere decisionale a chicchessia, rappresenta infatti un vantaggio per tutti.

La senatrice PARENTE (PD) ritiene particolarmente importante che la Commissione disponga di una disamina relativa alla situazione generale dei servizi pubblici all’impiego.

La senatrice MUSSOLINI (PdL) segnala che, ben lungi dal rappresentare una realtà omogenea, l’Italia conosce anzi situazioni assai diversificate sotto il profilo della strutturazione, dell’efficacia e dell’efficienza dei servizi sociali e che talora resta comunque preferibile la permanenza del minore all’interno del nucleo familiare. Nel sottolineare la particolare gravità della povertà minorile, si riporta ai contenuti della mozione n. 1-00045, di cui è prima firmataria. Sollecita l’attribuzione ad un componente del Governo della delega riguardante la famiglia, sottolineandone la particolare delicatezza, atteso che al Ministro incaricato è altresì attribuita la presidenza della CAI. Il tema pone altresì l’esigenza di un coordinamento più stretto ed efficace tra i vari Dicasteri. L’impoverimento delle famiglie è infatti destinato ad avere conseguenze vieppiù gravi ai danni dei minori, in quanto soggetti deboli. Si sofferma altresì sulla gravissima situazione dei minori non accompagnati, allo stato privi di uno status giuridico, sollecitando anche su questo punto una iniziativa forte da parte del Governo. Infine, auspica lo stanziamento di un contributo importante a favore del Piano nazionale per l’infanzia.

Il senatore LEPRI (PD) reputa imprescindibile la realizzazione di efficaci sinergie tra Governo e Parlamento e si richiama in particolare alla situazione che su questi temi si riscontra nel territorio piemontese. In particolare, a Torino quasi tutti gli strumenti di prevenzione sono stati dismessi perché l’indisponibilità di risorse ha reso necessario concentrare gli stanziamenti sugli interventi di maggiore urgenza. La regione Piemonte ha inoltre deciso di ridurre il cofinanziamento per assistenza domiciliare a favore di famiglie con anziani. Occorre a suo giudizio che il Governo prenda in seria considerazione la questione delle risorse economiche disponibili. Non si tratta di realizzare un modello di welfare paternalistico o compassionevole, bensì di impiegare al meglio le risorse con il contributo delle famiglie e del terzo settore. Oggi i finanziamenti nazionali per queste politiche risultano sostanzialmente azzerati e le regioni stanno tagliando i fondi, ritenendo la materia di progressiva competenza degli enti locali. Egli segnala inoltre l’esigenza di incentrarsi sulle cosiddette povertà estreme, oggi in forte crescita, lamentando che l’esposizione del Ministro e del Vice ministro non si sia soffermata sul punto. Richiama in proposito i contenuti della mozione 1-00034, di cui è primo firmatario, e che auspica venga al più presto calendarizzata per l’esame in Assemblea. Dopo essersi soffermato sulla delicata questione degli assegni di accompagnamento, che a suo giudizio più opportunamente andrebbero gestiti a livello regionale, per garantire l’integrazione e la sistematizzazione delle risorse, ritiene fondamentale l’approfondimento del tema dei trasferimenti riguardanti i finanziamenti. In questo senso, giudica fondamentale interrogarsi sull’opportunità di accordare indennità di accompagno a disabili ospitati in strutture residenziali e che dispongano di risorse proprie per pagare la quota alberghiera. Ritiene altresì importante un approfondimento riguardante l’erogazione di pensioni sociali in assenza di verifiche sulle condizioni delle persone, non limitate al profilo reddituale. Nelle pieghe del bilancio ritiene infatti possano risiedere spazi di recupero di finanziamenti, particolarmente preziosi in una situazione di ristrettezza di risorse.

Il senatore ICHINO (SCpI) si sofferma sulle tematiche riguardanti la promozione dell’occupazione giovanile, ritenendo che la tecnica dell’incentivo economico diretto non sia destinata a rivitalizzare un segmento del mercato del lavoro in così grave crisi. Occorre fare i conti con realismo e consapevolezza della situazione e degli strumenti di cui si dispone: in questo senso, egli ritiene vada fatta una riflessione sulla possibilità di intervenire sull’aliquota contributiva.

Sottolinea che allo stato si auspica un aumento del ricorso all’apprendistato, e dunque di assunzioni che avvengono con un livello di contribuzione bassissimo. Sono peraltro note le gravi difficoltà del decollo dell’apprendistato, causate anche dai ritardi nella formazione. Si chiede dunque che cosa impedisca di prevedere una riduzione drastica della contribuzione previdenziale per le nuove assunzioni di giovani.

Nota quindi l’esistenza di un disincentivo all’assunzione non solo economico, ma anche normativo, rappresentato dal costo di separazione dal lavoratore ove il rapporto di lavoro non si evolva favorevolmente. Riterrebbe opportuna una riduzione di quel costo normativo, prevedendone l’azzeramento per un primo periodo, pari a due o tre anni, ed una successiva attivazione ad andamento graduale, evitando tuttavia un effetto soglia. Al fine di evitare che ciò configuri una riforma a carattere definitivo, sarà ben possibile a suo avviso individuare tecniche normative adeguate, evitando tuttavia di sacrificare un’intera generazione oggi in gravissima difficoltà in ragione di mere preoccupazioni di impatto. Sono questi i principi ispiratori del disegno di legge n. 555, a sua firma, che introduce in via sperimentale un regime di sostanziale indifferenza tra contratti a termine e contratti a tempo indeterminato. Insiste infine sulla particolare importanza della circolazione dei dati: un valore che va interamente riscoperto, in vista di un migliore funzionamento del mercato del lavoro.

La senatrice Rita GHEDINI (PD) ritiene il tema della circolazione dei dati fondamentale in carenza della definizione dei livelli essenziali delle prestazioni. Chiede inoltre al Governo un chiarimento definitivo in ordine alle risorse effettivamente disponibili per il 2013 a favore del Fondo per le politiche sociali, al piano di riparto delle risorse ed ai tempi attesi per la definizione degli obiettivi di servizio. Si sofferma quindi sul Piano nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, domandando in particolare con quali modalità vengano finanziate le misure destinate all’infanzia, e, più in generale, quali risorse siano destinate a questo tema. Infine ritiene di particolare importanza una valutazione delle ricadute in termini occupazionali dei fondi destinati alle politiche sociali, che possono a suo giudizio altresì rappresentare un forte veicolo di crescita.

La senatrice CATALFO (M5S) sollecita un miglioramento dei servizi all’impiego e chiede di conoscere quali misure finalizzate al sostegno sociale il Governo intenda porre in essere in aggiunta alla cosiddetta social card. Sollecita altresì un più efficace intervento sulle strutture destinate all’infanzia, ritenendo preferibile l’assistenza domiciliare anche a favore di minori allontanati dalla residenza familiare. Ribadisce la centralità del reddito di cittadinanza, sottolineandone la finalità di garantire al cittadino un inserimento nel sistema sociale in modo dignitoso e nel rispetto della Costituzione e segnalando che le finalità di redistribuzione del reddito possono essere conseguite anche attraverso interventi efficaci sulle cosiddette pensioni d’oro.

La senatrice SPILABOTTE (PD) si sofferma sull’esistenza di un’area crescente di povertà estrema causata dal processo di impoverimento che sta attraversando il Paese, sottolineando che situazioni di fatica quotidiana riguardano oggi anche la cosiddetta classe media e potrebbero non emergere, perché dignitosamente tenute celate. Sia il ministro Giovannini che il vice ministro Guerra hanno disegnato un modello di welfare capace di prendersi cura delle persone in difficoltà. Attesa l’esiguità delle risorse disponibili, ritiene che il Governo dovrebbe porre tra le proprie priorità il sostegno dal reddito, gli strumenti destinati a facilitare l’accesso dei soggetti svantaggiati al mondo del lavoro e il sostegno alla non autosufficienza e alla disabilità. In questi settori le risorse andrebbero a suo giudizio razionalizzate. Infine, sottolinea l’opportunità di potenziare la rete degli interventi a favore dell’infanzia.

Il senatore BAROZZINO (Misto-SEL) ritiene che la rappresentazione della drammaticità odierna, e che è a tutti evidente, non esima dalla prospettazione di uno scenario di uscita dall’emergenza. Domanda in particolare chiarimenti in ordine ai corsi di formazione dei lavoratori nei periodi di ricorso alla Cassa integrazione e alla Cassa integrazione in deroga.

Il presidente SACCONI riterrebbe opportuno che la Commissione disponesse di un elenco di quelle prestazioni sociali amministrate dallo Stato anche, ma non solo, attraverso l’INPS, che siano riconducibili a fondamentali bisogni sociali, aggiornando così un rapporto già stilato dal Governo nel 2009 e riguardante il complesso delle misure, dalle pensioni di invalidità a quelle di reversibilità, alle indennità di accompagno. Il quadro dovrebbe riguardare anche l’insieme delle cosiddette spese fiscali, come le detassazioni per il coniuge e il figlio a carico, in modo da consentire una focalizzazione dei volumi di spesa sociale, prioritaria rispetto ad una eventuale razionalizzazione.

Il vice ministro GUERRA si sofferma sulla integrazione socio-sanitaria, di cui la nonautosufficienza costituisce un esempio paradigmatico, sottolineando l’estrema varietà dei modelli esistenti sul territorio del Paese. Coglie l’occasione per segnalare che, oltre a carenze sotto il profilo dei finanziamenti, manca financo un disegno del finanziamento complessivo destinato al settore sociale, mai ritenuto meritevole di un’attenzione specifica. Per queste ragioni il finanziamento di queste misure è affidato assai spesso ad appostamenti indifferenziati, che perciò stesso sono stati oggetto talora di tagli non organici, a maggior ragione in assenza di definizione dei livelli essenziali di prestazioni. L’impegno del Governo è dunque di mettere ordine sul punto anche su un piano concettuale. Per quanto riguarda il finanziamento per l’anno in corso, si sofferma sulla situazione del Fondo nazionale per le politiche sociali, in parte assorbito dalla copertura di alcune leggi. Precisa che con la legge di stabilità 2013 sia il Fondo nazionale per le politiche sociali che il Fondo per le nonautosufficienza, che negli anni erano stati drasticamente ridotti, sono stati rifinanziati per un ammontare pari alla metà della loro dotazione storica complessiva. Al di là delle problematiche specifiche relative all’erogazione del Fondo per le politiche sociali del 2013, per le quali il Fondo stesso non è ancora nella piena disponibilità del Ministero e delle regioni, le risorse delle regioni risultano nuovamente azzerate a partire dal 2014. Le risorse previste nel Fondo non sono state ancora distribuite, non essendo esso stato inserito tra quelli salvaguardati da tagli automatici in caso di inadempimento da parte delle regioni. Una volta verificata l’ottemperanza delle regioni, si potrà quindi procedere alla distribuzione delle risorse previste nel Fondo medesimo e alla puntuale definizione degli obiettivi di servizio. Quanto alla delicata situazione dei minori, essa risulta accentuata in ragione della frammentazione delle competenze ed all’assenza di un’attribuzione di una delega sulla famiglia. Sul punto, il Vice ministro si richiama agli interventi svolti a favore delle famiglie in alcune città pilota, con risultati molto soddisfacenti. Con specifico riferimento ai minori non accompagnati, sottolinea che è stato istituito un Tavolo di confronto con i Ministeri dell’interno e della giustizia, l’ANCI, l’UPI e il coordinamento delle regioni, che dovrà discutere dell’aggiornamento delle linee guida sui minori stranieri non accompagnati, risalenti al 2003. L’Amministrazione, con il supporto di Italia Lavoro, sta mettendo a punto un sistema informativo on-line finalizzato alla tracciabilità del percorso di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati sin dal loro arrivo nel territorio italiano, che consentirà a tutti gli attori coinvolti di accedere ad un database condiviso, rendendo così possibile scambiare in tempo reale le informazioni e organizzare in modo più funzionale i percorsi di accoglienza e integrazione dei minori. Dopo aver sottolineato la drammaticità del problema della povertà minorile, il Vice ministro ribadisce l’attuale situazione di carenza di risorse. Invita, in via più generale, a non confondere gli interventi di carattere sociale con quelli di ammortizzazione o con reddito di cittadinanza. Sottolinea comunque l’importanza di un’ottica di sussidiarietà e di collaborazione, che implica confronto e integrazione a più livelli, esprimendo il convincimento che il livello di assistenza nei confronti di anziani, disabili ed esclusi rappresenti la misura della civiltà del Paese. Conclude evidenziando che sotto il profilo informativo l’INPS costituisce un soggetto cruciale quanto ad infrastruttura informatica e rappresenterà dunque lo snodo essenziale per la raccolta ed il ritorno delle informazioni.

Dopo una breve interlocuzione del presidente SACCONI, sottolinea che il tema della riconsiderazione delle prestazioni sociali è destinato a conservare sempre maggiore importanza e, nell’ambito di esso, rilievo crescente assumerà la revisione dei criteri di accesso e di razionalizzazione degli istituti assistenziali e previdenziali.

Il presidente SACCONI evidenzia l’interesse della Commissione di disporre di un quadro esaustivo dei profili complessivi di bilancio, al fine di valutare la sostenibilità economica e sociale delle politiche enunciate. Ricorda inoltre che le riforme previdenziali hanno travalicato il confine tra previdenza ed assistenza e che lo stesso Fondo sanitario è stato nel tempo variamento finanziato. Ciò denota la cruciale importanza di disporre del quadro da lui testé sollecitato e del suo diverso andamento nel corso degli anni.

La senatrice FAVERO (PD) interloquisce brevemente per sollecitare un incontro con i Ministri competenti al fine di a chiarire con quali modalità si intenda procedere per sostenere le famiglie con particolare disagio e a rischio di sfratto.

Il presidente SACCONI conclusivamente sottolinea come la Commissione possa avere un ruolo di snodo con riferimento agli aspetti attinenti al modello di protezione sociale, in una visione ampia e complessiva delle politiche dell’inclusione. Prende atto con soddisfazione dell’ampia partecipazione all’odierno dibattito. Rivolto un ringraziamento a tutti gli intervenuti, dichiara conclusa l’audizione e toglie la seduta.

La seduta termina alle ore 16,25.

 

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