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Il Diario del Lavoro

Quotidiano online del lavoro e delle relazioni industriali

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Home - Senato - Commissione Lavoro, previdenza sociale (Dai Resoconti Sommari)

Commissione Lavoro, previdenza sociale (Dai Resoconti Sommari)

8 Novembre 2012
in Senato

360ª Seduta

Presidenza del Presidente

GIULIANO 

indi del Vice Presidente

MORRA 

 

            Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Maria Cecilia Guerra.                                                                                              

 

 

            La seduta inizia alle ore 15,30.

 

 

SULL’ORDINE DEI LAVORI  

 

     Il senatore VIESPOLI (CN:GS-SI-PID-IB-FI) sollecita un sopralluogo di una rappresentanza della Commissione presso la sede ISFOL di Benevento, al fine di verificare il lavoro finora ivi compiuto e prendere contezza di quanto l’Istituto può svolgere nel quadro della nuova programmazione “Europa 2020”, che prevede una forte territorializzazione delle politiche per il lavoro e per l’occupazione. Rappresenta l’urgenza con la quale è opportuno che la Commissione valuti la questione, in considerazione della posizione recentemente assunta dal commissario Matilde Mancini, eventualmente anche attraverso un incontro a Roma con i vertici ISFOL.

 

         Il presidente GIULIANO dà atto al senatore Viespoli della delicatezza e dell’urgenza della richiesta, che sottoporrà al vaglio dei componenti dell’Ufficio di Presidenza della Commissione allargato ai rappresentanti dei Gruppi.

 

 

IN SEDE DELIBERANTE 

 

(3233) Deputato MOFFA ed altri.  –  Norme per promuovere l’equità retributiva nel lavoro giornalistico, approvato dalla Camera dei deputati 

(2429) LANNUTTI ed altri.  –  Norme per promuovere l’equità retributiva e la regolarizzazione contrattuale nel lavoro giornalistico

(Seguito e conclusione della discussione congiunta e approvazione di un testo unificato)  

 

            Prosegue la discussione congiunta, sospesa nella seduta del 30 ottobre scorso.

 

     Il presidente GIULIANO (PdL), relatore, comunica che la senatrice Armato ha aggiunto la propria firma agli emendamenti 1.3, 3.2 e 3.4. Informa altresì che è giunto il parere della 1a Commissione permanente, non ostativo sul testo unificato e sugli emendamenti (rispettivamente pubblicati in allegato ai resoconti delle sedute del 23 e del 30 ottobre). Dà altresì conto del parere della Commissione bilancio, contrario con una osservazione sul testo, di semplice contrarietà sugli emendamenti 1.1 e 1.2 e di nulla osta sugli emendamenti restanti.

 

Si passa agli emendamenti all’articolo 1.

 

         Il senatore CASTRO (PdL), premesso l’impegno e la forte condivisione maturata dalla Commissione in ordine alla necessità di una disciplina nel settore che risulti comunque pienamente coerente con la recente legge di riforma del mercato del lavoro, annuncia che, ove nulla osti da parte dei presentatori, i componenti del suo Gruppo potrebbero confluire sul testo dell’emendamento 1.3.

 

         Anche le senatrici CARLINO (IdV),Cristina DE LUCA (Per il Terzo Polo:ApI-FLI),POLI BORTONE (CN:GS-SI-PID-IB-FI) e SBARBATI (UDC-SVP-AUT:UV-MAIE-VN-MRE-PLI-PSI) esprimono analoga posizione. In particolare, la senatrice CARLINO (IdV) dichiara di ritirare conseguentemente gli emendamenti 1.2 e 1.4.

 

Il senatore VITA (PD) manifesta soddisfazione per la condivisione pressoché unanime nei confronti della sua proposta emendativa.

 

Il presidente relatore GIULIANO (PdL) esprime parere contrario sull’emendamento 1.1 e favorevole sull’1.3.

 

Il sottosegretario Maria Cecilia GUERRA dichiara di rimettersi alla Commissione su entrambe le proposte di modifica.

 

Presente il prescritto numero di senatori, la Commissione respinge l’emendamento 1.1 ed approva l’emendamento 1.3.

 

Il presidente relatore GIULIANO (PdL) mette quindi in votazione il testo dell’articolo 1, come modificato, che è approvato.

 

Si passa all’articolo 2.

 

Il presidente GIULIANO (PdL), relatore, esprime parere contrario sull’emendamento 2.1, invitando la senatrice Spadoni Urbani al ritiro degli emendamenti 2.2 e 2.3, il cui contenuto gli sembra già ricompreso nel testo.

 

La senatrice SPADONI URBANI (PdL) insiste per la messa in votazione dei suoi emendamenti 2.2 e 2.3.

 

Il sottosegretario Maria Cecilia GUERRA si rimette alla Commissione su tutte le proposte di modifica.

 

Sull’emendamento 2.1, il senatore CASTRO (PdL) dichiara che non parteciperà alla votazione; la senatrice POLI BORTONE (CN:GS-SI-PID-IB-FI) preannuncia la propria astensione.

 

Messo ai voti, l’emendamento risulta respinto.

 

Con successive distinte votazioni la Commissione respinge altresì gli emendamenti 2.2 e 2.3, previa dichiarazione di voto favorevole delle senatrici POLI BORTONE (CN:GS-SI-PID-IB-FI) e SBARBATI (UDC-SVP-AUT:UV-MAIE-VN-MRE-PLI-PSI).

 

Posto ai voti, risulta quindi approvato l’articolo 2.

 

Si passa agli emendamenti all’articolo 3.

 

Il senatore CASTRO (PdL), al fine di superare talune incertezze interpretative derivanti dall’emendamento 3.2, ne propone una riformulazione (testo allegato al resoconto della presente seduta), sottoscritta dai firmatari dell’originario emendamento 3.2 e dai senatori del suo Gruppo.

 

La senatrice CARLINO (IdV) dichiara di sottoscrivere l’emendamento 3.2 (testo 2), testé formulato dal senatore Castro, e di ritirare gli emendamenti 3.1 e 3.3.

 

Il presidente GIULIANO (PdL), relatore, esprime parere favorevole sull’emendamento 3.2 (testo 2) e contrario sull’emendamento 3.4.

 

Il sottosegretario Maria Cecilia GUERRA dichiara di rimettersi alla Commissione su tutti gli emendamenti.

 

Con distinte successive votazioni la Commissione approva quindi l’emendamento 3.2 (testo 2) e respinge l’emendamento 3.4.

Approva altresì l’articolo 3 nel testo modificato.

 

Si passa all’articolo 4.

 

Sull’emendamento 4.1, il presidente GIULIANO (PdL), relatore, formula avviso contrario e il rappresentante del GOVERNO si rimette alla Commissione.

 

Messo in votazione, previa dichiarazione di voto favorevole delle senatrici SPADONI URBANI (PdL), POLI BORTONE (CN:GS-SI-PID-IB-FI) e SBARBATI (UDC-SVP-AUT:UV-MAIE-VN-MRE-PLI-PSI), l’emendamento è respinto.

 

La Commissione approva quindi l’articolo 4.

 

Viene altresì approvato l’articolo 5, sul quale non sono presentate proposte di modifica.

 

Si passa alle dichiarazioni di voto.

 

         La senatrice CARLINO (IdV) manifesta la piena soddisfazione del suo Gruppo per l’approvazione di una disciplina attesa da una rilevante categoria di lavoratori. Coglie l’occasione per sollecitare la calendarizzazione del disegno di legge n. 3227, contenente misure per la qualità del lavoro e la promozione della parità di genere.

 

         Il senatore VITA (PD) sottolinea che l’approvazione del testo testimonia la sensibilità della Commissione su un tema di spiccato rilievo sociale e morale, sul quale si è conseguito un consenso trasversale. La disciplina, che assume particolare rilievo anche per il suo effetto di moral suasion, consentirà di cancellare una forma di schiavismo moderno che ha dato luogo alla creazione di un’ampia categoria di subprecari.

 

         Il senatore MAZZATORTA (LNP) ritiene che il provvedimento, di stampo dirigista, sia il frutto imbarazzante della subordinazione della maggioranza che sostiene il Governo Monti alle impostazioni ideologiche del PD. Conferma la netta contrarietà del suo Gruppo.

 

         La senatrice POLI BORTONE (CN:GS-SI-PID-IB-FI) annuncia voto favorevole al provvedimento, sul quale pur nutre talune perplessità, in particolare con riferimento all’articolo 2. Ne reputa comunque valida la filosofia generale, ispirata a garantire un equo compenso a tutti i giovani e ad evitarne lo sfruttamento.

 

         Il senatore CASTRO (PdL) dichiara il voto favorevole del suo Gruppo, sottolineando che semmai l’aggettivo “imbarazzante” si attaglia al compenso medio, pari a 2,5 euro, attualmente corrisposto per ciascun take di agenzia, come emerso nel corso dell’indagine conoscitiva che la Commissione ha svolto sul tema. Peraltro, il testo consentirà di scongiurare un contenzioso giudiziario attraverso la creazione di una Commissione per la valutazione dell’equo compenso nel lavoro giornalistico, alla quale è affidato dunque un ruolo cruciale di interposizione. La filosofia ispiratrice della nuova disciplina si pone pertanto all’interno di una traiettoria di relazioni industriali più moderne, che appartengono pienamente alla tradizione culturale del PdL.

 

         In dissenso dal proprio Gruppo, il senatore ICHINO (PD), pur convenendo con l’impianto del testo, osserva che della normativa in discussione non ci sarebbe stata necessità se dall’applicazione della recente legge n. 92 sul mercato del lavoro non fossero stati esclusi gli iscritti agli albi professionali.

 

         Condivide tale impostazione la senatrice SBARBATI (UDC-SVP-AUT:UV-MAIE-VN-MRE-PLI-PSI), sottolineando che il dibattito sul testo ha confermato l’esigenza di una disamina complessiva delle professioni ordinistiche e di un approfondimento delle tematiche della formazione professionale.

 

            Posto ai voti, è quindi approvato il testo unificato nel suo complesso, comprensivo delle modifiche apportate, con il titolo: “Equo compenso nel settore giornalistico”.

 

 

IN SEDE CONSULTIVA 

 

(3549) Conversione in legge del decreto-legge 29 ottobre 2012, n. 185, recante disposizioni urgenti in materia di trattamento di fine servizio dei dipendenti pubblici

(Parere alla 1a Commissione. Esame. Parere favorevole) 

 

Il senatore NEROZZI (PD), relatore, rileva che il provvedimento d’urgenza, che ripristina la piena applicazione dei regimi di trattamento di fine servizio già vigenti per i dipendenti pubblici anteriormente al 1° gennaio 2011, riguarda i dipendenti pubblici assunti entro il 31 dicembre 2000 – giacché quelli assunti successivamente rientravano già nel regime del trattamento di fine rapporto di cui all’articolo 2120 del codice civile – ed il personale in regime di diritto pubblico di cui all’articolo 3 del decreto legislativo n. 165 del 2001, e successive modificazioni, a prescindere dalla data di assunzione. Il decreto-legge infatti abroga a decorrere dal 1° gennaio 2011 l’articolo 12, comma 10, del decreto-legge n. 78 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 122 del 2010, che  estendeva – sia pure in base al criterio del pro rata temporis – a tutti i dipendenti summenzionati il regime del trattamento di fine rapporto di cui all’articolo 2120 del codice civile, in sostituzione delle altre discipline relative ai trattamenti di fine servizio. L’INPDAP aveva interpretato il comma 10 nel senso che esso modificava esclusivamente i criteri di calcolo del trattamento di fine servizio, ma non la relativa contribuzione. Nell’ambito di quest’ultima restava quindi applicata, nei vari regimi, un’aliquota pari a 2,5 punti percentuali a carico del dipendente, mediante rivalsa da parte dell’amministrazione. La recente sentenza della Corte costituzionale n. 223 ha dichiarato illegittimo tale comma nella parte in cui non esclude l’applicazione, a carico del dipendente, della rivalsa suddetta. Secondo la Corte, il comma 10, nel disporre il calcolo del trattamento di fine servizio secondo i medesimi parametri vigenti per i dipendenti privati, avrebbe dovuto contestualmente escludere la  contribuzione a carico dei dipendenti pubblici, non essendo essa prevista per i dipendenti privati; la mancata soppressione della rivalsa, secondo la Corte, ha violato i principi di eguaglianza e di tutela della retribuzione, di cui agli articoli 3 e 36 della Costituzione.

In relazione alla soppressione della rivalsa operata da tale sentenza, il decreto-legge in esame abroga l’intera disciplina di cui al comma 10, ripristinando i regimi previgenti, con effetto retroattivo. I trattamenti di fine servizio già liquidati in base alla disciplina ora abrogata sono riliquidati d’ufficio entro un anno dall’entrata in vigore del decreto; in ogni caso, non si provvede al recupero, a carico del dipendente, delle eventuali somme già erogate. Il decreto-legge, inoltre, specifica che sono estinti di diritto i processi pendenti aventi ad oggetto la restituzione del contributo in esame. Le sentenze già emesse restano prive di effetti, con esclusione di quelle passate in giudicato. Per le spese dei processi in oggetto, si deve intendere che trovi applicazione l’ultimo comma dell’articolo 310 del codice di procedura civile, in base al quale le spese del processo estinto restano a carico delle parti che le abbiano anticipate. Al riguardo, il relatore riterrebbe opportuno valutare la congruità dell’applicazione della norma, dal momento che sull’oggetto delle domande giudiziali  è intervenuta in senso favorevole ai richiedenti in giudizio la citata sentenza della Corte costituzionale; propone conclusivamente l’espressione di un parere favorevole, per quanto di competenza della Commissione.

 

         Dopo una richiesta di chiarimenti della senatrice SPADONI URBANI (PdL), nessun altro chiedendo di intervenire, presente il prescritto numero di senatori, la Commissione approva la proposta di parere favorevole, formulata dal relatore.

 

 

SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE  

           

     Il senatore NEROZZI (PD) sollecita la ripresa dell’esame del disegno di legge n. 3400 (miglioramento sicurezza attrezzature lavoro).

 

         Il presidente MORRA fa presente che sul testo non è ancora pervenuto il parere della Commissione bilancio, che ha richiesto la relazione tecnica sulla valutazione degli oneri del provvedimento.

 

         La senatrice SPADONI URBANI (PdL), prendendo spunto da un articolo di stampa relativo ad un documento stilato dal Coordinamento delle famiglie dei disabili, sollecita l’acquisizione del parere della Commissione bilancio sui disegni di legge nn. 2206 e connessi.

 

         La senatrice GHEDINI (PD), relatrice dei disegni di legge, osserva di aver più volte sollecitato alla 5a Commissione permanente il parere sui nuovi emendamenti da lei presentati. Ricorda altresì che nella seduta di ieri, nel corso del dibattito sulle comunicazioni del ministro Fornero, ha espresso condivisione nei confronti della proposta della senatrice De Luca di condurre una riflessione approfondita sul tema complessivo delle politiche sociali. In quella sede si ripromette di richiamare nuovamente l’attenzione del Governo sulla necessità di una normativa riguardante un tema delicato e che tanto profondamente tocca la vita quotidiana di numerose famiglie.

 

 

La seduta termina alle ore 16,30.

EMENDAMENTO AL TESTO UNIFICATO PROPOSTO DAL RELATORE PER I DISEGNI DI LEGGE 

N. 3233, 2429

 

3.2 (testo 2)

VITA, PASSONI, BLAZINA, GHEDINI, ICHINO, NEROZZI, ROILO, TREU, ARMATO, CARLINO, CASTRO, BIANCHI, FASANO, GASPARRI, SPADONI URBANI, MORRA, SCARABOSIO, PONTONE

Al comma 1, sostituire le parole: «ad un anno» con le seguenti: «a sei mesi»

 

 

 

359ª Seduta

 

Presidenza del Presidente

GIULIANO 

 

            Interviene, ai sensi dell’articolo 46 del Regolamento, il ministro del lavoro e delle politiche sociali Elsa Fornero.                

 

 

            La seduta inizia alle ore 15,15.

 

           

SULLA PUBBLICITÀ DEI LAVORI  

 

      Il presidente GIULIANO comunica che, ai sensi dell’articolo 33, comma 4, del Regolamento, sono state chieste l’attivazione dell’impianto audiovisivo a circuito interno, nonché la trasmissione radiofonica.

 

            Poiché non vi sono osservazioni, tali forme di pubblicità sono dunque adottate per il prosieguo dei lavori.

 

            Il presidente GIULIANO avverte che la pubblicità della seduta sarà inoltre assicurata attraverso la resocontazione stenografica.

 

            La Commissione prende atto.

           

 

PROCEDURE INFORMATIVE 

Comunicazioni, ai sensi dell’articolo 46 del Regolamento, del Ministro del lavoro e delle politiche sociali su alcune questioni riguardanti materie di competenza del suo Dicastero   

 

      Il PRESIDENTE ringrazia il Ministro per la sua presenza alla seduta odierna e riassume le problematiche sulle quali sono state avanzate da numerosi senatori richieste di chiarimento. Coglie l’occasione per segnalare di aver testé ricevuto da parte dei rappresentanti del settore ferrovie dell’ORSA una nota nella quale essi lamentano, con riferimento alla salute dei lavoratori ed alla sicurezza della circolazione dei treni, la situazione del personale delle Ferrovie conseguente alle modifiche apportate dall’articolo 24 della legge n. 214 del 2011 (riforma pensionistica).

 

Il ministro FORNERO, nel riservarsi un approfondimento specifico su tale ultima questione, evidenzia che il metodo contributivo è basato sull’equità attuariale, e dunque incorpora la speranza di vita all’interno delle modalità di calcolo della pensione. Il caso verrà comunque esaminato nel quadro di un’analisi specifica relativa alle curve di sopravvivenza dei vari comparti. Passando quindi ad affrontare le questioni sulle quali la Commissione ha richiesto chiarimenti, si sofferma innanzitutto sul decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 23 marzo 2012, in tema di defiscalizzazione dei salari di produttività, che secondo alcuni avrebbe ridotto l’area di operatività degli incentivi vigenti, innalzando bruscamente il livello della pressione fiscale sul reddito di lavoro di decine di migliaia di operai ed impiegati dipendenti da imprese private impegnate sui mercati internazionali. In materia il Governo ha aperto un tavolo di confronto; la discussione è accesa e finora non si è conseguita uniformità di vedute, ma si registrano segnali di possibili intese. All’esito del confronto il Governo ha collegato lo stanziamento di 1600 milioni di euro, scadenzati in due anni; le risorse non saranno più distribuite a pioggia: non tutti gli accordi di produttività saranno incentivati, ma solo se basati su indicatori di merito e di produttività. Il Governo mantiene dunque sul tema un’attenzione costante. Il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri in questione, peraltro riconducibile alle competenze del Ministero dell’economia, ad ogni modo si limita a declinare le risorse finanziarie già stanziate per la detassazione dei contratti di produttività dalla legge di stabilità 2012. Sul tema della detassazione dei contratti di produttività interviene peraltro l’articolo 12, comma 1, del disegno di legge di stabilità 2013, attualmente all’esame della Camera dei deputati, che introduce una speciale agevolazione, che trova applicazione nel limite massimo di 1200 milioni nell’anno 2013 e di 400 milioni nell’anno 2014. Quanto al tema della decontribuzione dei salari, il comma 14 dell’articolo 33 della legge di stabilità 2012 prevedeva lo sgravio dei contributi dovuti dal lavoratore e dal datore di lavoro in relazione ai contratti di produttività per il 2012. La disposizione è stata abrogata dall’articolo 4, comma 28, della legge n. 92 del 2012, che ha portato a regime tale agevolazione, precedentemente a carattere sperimentale. Con la legge di riforma del mercato del lavoro è stato compiuto un importante intervento volto a favorire i contratti di produttività: a partire dal 2012 dunque sarà sufficiente l’emanazione del decreto interministeriale attuativo da parte del Ministro del lavoro, di concerto con quello dell’economia, per concedere lo sgravio dei contributi sui contratti di produttività. Tale decreto è già in corso di predisposizione da parte del Governo. Al riguardo, ad avviso della Ragioneria generale dello Stato, la conferma dello sgravio contributivo per gli anni successivi al 2010 sarebbe subordinata ad un monitoraggio sugli effetti della misura negli anni precedenti. A suo giudizio tale considerazione non si attaglierebbe alla disciplina delineata dalla citata legge n. 92, atteso che nel nuovo sistema la nozione di monitoraggio riguarda il controllo della corrispondenza tra il flusso delle domande di beneficio pervenute all’INPS e l’ammontare delle agevolazioni effettivamente erogate. Gli uffici dei due Dicasteri stanno elaborando tuttavia una soluzione condivisa che consenta l’emanazione del decreto interministeriale nel rigoroso rispetto del limite di spesa annuo.

Il Ministro si sofferma quindi sulla presunta assenza di sgravi a beneficio delle imprese artigiane con specifico riferimento al settore dell’apprendistato, sollevata nel corso dei lavori della Commissione. Al riguardo evidenzia che il Governo non ha in alcun modo diminuito o eliminato gli sgravi contributivi previsti per il datore di lavoro in caso di assunzione di apprendisti, né con riferimento alle imprese artigiane, né con riferimento alle altre imprese, ma che anzi considera l’apprendistato la tipologia contrattuale privilegiata volta a favorire l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Approfitta dell’occasione per segnalare che nella prossima settimana parteciperà ad un’iniziativa pubblica con il Ministro del lavoro della Repubblica federale di Germania, nel corso della quale verrà presentato un progetto che vede la cooperazione tra imprese italiane in Germania e tedesche in Italia e scuole ed educatori di entrambi i Paesi e verrà firmata una convenzione finalizzata all’avvio al lavoro proprio attraverso il meccanismo dell’apprendistato di giovani che hanno abbandonato il percorso scolastico. La scelta di Napoli come sede dell’iniziativa è da considerarsi emblematica.

L’attenzione del Governo sul tema è dunque molto forte. D’altro canto la riforma del mercato del lavoro ha migliorato con misure di favore la disciplina del contratto di apprendistato, confermando, per quanto concerne la durata del contratto di apprendistato professionalizzante, la durata massima della componente formativa del contratto prevista dal decreto legislativo n. 167 del 2011 e specificando che tale maggior durata si riferisce ai profili professionali caratterizzanti la figura dell’artigiano individuati dalla contrattazione collettiva di riferimento.

Il Ministro passa quindi alla questione relativa allo stato di avanzamento della procedura prevista dall’articolo 31, comma 11, della legge n. 183 del 2010 (cosiddetto “collegato lavoro”), concernente l’attivazione da parte del Ministro della lavoro della consultazione sindacale in materia di accesso all’arbitrato nelle controversie di lavoro. In proposito, richiama il dettato dei commi 10 e 11 del citato articolo 31, precisando che, come riferito dalla competente Direzione generale del suo Dicastero, dalla data di entrata in vigore della citata legge n. 183 è stato sottoscritto un unico accordo di rinnovo di contratto collettivo di lavoro che prevede la possibilità di risoluzione arbitrale delle controversie di lavoro ai sensi e per gli effetti di tale legge. La Direzione generale sta verificando le ulteriori iniziative intraprese dalle parti sociali in tema di accordi interconfederali o contratti collettivi, finalizzate alla definizione di questa clausola compromissoria. Peraltro, il comma 11 dell’articolo 31 prevede unicamente un termine iniziale a partire dal quale il Ministro del lavoro può procedere a convocare le organizzazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro comparativamente più rappresentative al fine di promuovere l’accordo in tema di accesso all’arbitrato, ma non anche un termine finale entro il quale tale convocazione debba essere effettuata. Inoltre, a tutt’oggi non risultano attivate iniziative in sede sindacale volte a sollecitare il Governo alla convocazione delle parti sociali. Il suo Dicastero sta comunque svolgendo una riflessione in merito alla necessità di adottare il decreto ministeriale previsto nel citato articolo 31, in considerazione dell’impatto che esso avrebbe sulla estrinsecazione dell’autonomia contrattuale e sui relativi principi regolatori.

Infine, il Ministro si sofferma sulla interpretazione data dalla circolare INPS n. 35 del 14 marzo 2012 alle disposizioni riguardanti le lavoratrici che maturano il trattamento pensionistico di anzianità e per le quali è prevista la possibilità di richiedere la liquidazione del trattamento secondo il sistema contributivo. Al riguardo alcuni senatori hanno lamentato che l’INPS avrebbe operato un’interpretazione restrittiva delle disposizioni di legge, prendendo a riferimento la decorrenza della prestazione, anziché la data di maturazione del requisito. Il Ministro richiama brevemente il quadro normativo di riferimento, precisando che la cosiddetta “riforma Maroni” ha confermato in via sperimentale, fino al 31 dicembre 2015, la possibilità di conseguire il diritto all’accesso al trattamento pensionistico di anzianità – in presenza di un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni e di un’età pari o superiore a 57 anni per le lavoratrici dipendenti e a 58 per quelle autonome – nei confronti delle lavoratrici che optano per una liquidazione del trattamento secondo le regole di calcolo del sistema contributivo. Successivamente, l’articolo 24, comma 14, del cosiddetto “decreto salva-Italia” ha previsto che le disposizioni in materia di requisiti di accesso e di regime di decorrenze vigenti prima dell’entrata in vigore del decreto stesso continuano ad applicarsi alle lavoratrici contemplate dalla cosiddetta “riforma Maroni”. Ciò premesso, il Ministro sottolinea che l’INPS ritiene corretta la propria interpretazione. La disposizione interpretata, che prevede una disciplina di maggior favore per le lavoratrici che possiedono i requisiti pensionistici previsti dalla cosiddetta “riforma Maroni”, costituirebbe infatti una deroga al regime generale introdotto dalla riforma pensionistica e, in quanto tale, non può che essere interpretata restrittivamente. Peraltro, secondo gli uffici dell’INPS una diversa interpretazione non sarebbe compatibile con i vincoli di finanza pubblica.

 

Il presidente GIULIANO ringrazia il Ministro per l’ampia disamina della questioni e dichiara aperto il dibattito.

 

Il senatore CASTRO (PdL), nel confermare stima e rispetto per la persona del Ministro e la correttezza del suo operare, fa presente che mentre due delle risposte fornite appaiono pienamente coerenti e consentono di superare le perplessità avanzate, su due di esse non può che appuntarsi il suo vivo dissenso. Concorda senz’altro sulle considerazioni svolte con riferimento al tema della defiscalizzazione dei salari di produttività. Al riguardo egli ha più volte sottolineato gli effetti distorsivi sortiti da una scarsa selettività nella detassazione. Sottolinea dunque l’opportunità di collegare la defiscalizzazione alla crescita della produttività, accordando un diritto di prelazione nella concessione degli sgravi in presenza di accordi aziendali che, prevedendo forme di partecipazione forti, diano garanzia di autentica produttività. Anche con riferimento all’apprendistato, ringrazia il Ministro per le considerazioni svolte, sulle quali esprime pieno consenso. Ritiene invece che con riferimento all’attivazione della procedura di cui all’articolo 31 della legge n. 183 del 2010 (cosiddetto “collegato lavoro”) ricorra un problema di natura squisitamente politica e di spiccata gravità. Ricorda che, nel corso dell’esame parlamentare della legge di riforma del mercato del lavoro, la Commissione tutta ha svolto un lavoro approfondito, in un clima di reciproca e piena lealtà. In particolare, in quella sede il Ministro ha proposto delle modifiche specifiche al cosiddetto “collegato lavoro”, che sono state discusse, analizzate e condivise. Analogo sarebbe stato il comportamento della Commissione con riferimento a qualsiasi ulteriore passaggio il Ministro avesse proposto in quella sede. Ritiene dunque inaccettabile che sul punto venga fornita una risposta tanto evasiva da potersi addirittura qualificare insultante. Se il Governo ritiene che il metodo dell’arbitrato non debba essere seguito, sarebbe preferibile che la questione venisse sottoposta apertamente alla Commissione. L’articolo 31 e l’attivazione della consultazione sindacale in materia di accesso all’arbitrato nelle controversie di lavoro rappresentano infatti un tema cruciale di politica del lavoro, rispetto al quale è bene che ciascuno esprima la propria posizione, eventualmente anche di dissenso, evitando ipocrisie.

 

Il ministro FORNERO prende atto della posizione del senatore Castro, precisando che con riferimento all’articolo 31 della legge n. 183 del 2010 si è basata su dati che lei stessa non ritiene convincenti e che non ha avuto modo di esaminare adeguatamente in precedenza.

 

Il presidente GIULIANO la ringrazia per questa presa di posizione, ispirata a franchezza e lealtà, che conferma il rispetto per la Commissione e per il Parlamento che il Ministro ha sempre praticato.

 

Il senatore TREU (PD) ricorda che la vicenda dei premi di produttività è risalente nel tempo ed ha conosciuto un andamento incoerente e confuso; ciò renderebbe oggi necessaria una presa di posizione precisa da parte del Ministro in ordine al criterio che intende seguire perché i premi siano ispirati ad un criterio virtuoso. Se è difficile accertarne l’effetto macroeconomico, altrettanto difficile è verificare come un premio di produttività incida sull’andamento della singola azienda. Purtuttavia è possibile adottare criteri più stringenti di quelli che finora non sono stati nemmeno tentati, come la variabilità e l’effettività dei premi medesimi, domandandosi, ad esempio, se essi siano stati sempre uguali e distribuiti per seniority piuttosto che per qualifica. Sulla questione si è registrato un andirivieni tra detassazione, decontribuzione, detassazione concordata e non concordata e decontribuzione concordata e non concordata; occorre ora una presa di posizione precisa, che indichi quale strada si intende perseguire, nell’ambito delle risorse disponibili. Concorda con il senatore Castro a proposito della partecipazione, atteso che il coinvolgimento dei dipendenti nelle decisioni e nel capitale rappresenta in tutta Europa una delle garanzie per la coesione, e dunque anche un impegno per la produttività. Anche su questo punto domanda un chiarimento specifico da parte del Ministro. Infine, giudica del tutto inaccettabile la risposta fornita con riferimento alla interpretazione restrittiva contenuta nella circolare INPS n. 35 del 2012, segnalando che in materia si registrerà un contenzioso notevole, atteso che la questione coinvolge pesantemente migliaia di lavoratrici. L’interpretazione, peraltro, alimenta il dubbio che sia stata fornita al solo scopo di conseguire un risparmio di risorse.

 

Il ministro FORNERO precisa che il tavolo in materia di produttività e criteri di orientamento è essenzialmente seguito dal ministro Passera. In quella sede sono stati evidenziati una serie di indicatori, dal maggior peso della contrattazione aziendale rispetto a quella nazionale al depotenziamento degli automatismi, alla utilizzazione effettiva di strumenti come l’apprendistato, alla possibilità di utilizzare orari flessibili ed alla redistribuzione delle mansioni. Personalmente ha molto insistito affinché all’interno di questa griglia di valutazioni venisse inserita anche la questione della partecipazione, proposta che non ha però generato entusiasmi. Si sta ora approntando il decreto ministeriale in materia di partecipazione dei lavoratori agli utili. Peraltro, nel suo stesso Dicastero si è trovata a dover firmare il provvedimento che ha accordato indistintamente a tutti i dirigenti il premio di produttività a livello massimo. Ritiene il fatto del tutto incongruo e per questa ragione ha richiamato l’attenzione del ministro Patroni Griffi con riferimento al complessivo comparto del pubblico impiego.

 

La senatrice GHEDINI (PD) si sofferma innanzitutto sul tema della defiscalizzazione dei salari di produttività, invitando il Governo a tenere conto, tra i criteri per valorizzare gli accordi di produttività, delle imprese che garantiscono lavoro stabile e di qualità. Con riferimento al tema dell’arbitrato, sollecita il Governo a valutare se, in relazione alla temperie attuale, il tema della rappresentanza non debba essere oggetto di regolazione più precisa, segnalando che la Commissione ha all’ordine del giorno iniziative legislative ad hoc (disegni di legge nn. 1337 e 2435). Quanto alla questione relativa alla interpretazione della circolare INPS n. 35 del 14 marzo 2012, sottolinea che il tema risulta del tutto inevaso dal contenuto della risposta del Ministro, che ha sostanzialmente ricalcato la medesima circolare. Ciò non solo perché il principio dell’insufficienza delle risorse non può assurgere a criterio ermeneutico del dettato normativo, ma anche perché la circolare fa riferimento a un carattere derogatorio che non può essere invocato a proposito della disposizione in questione, che non rappresenta una deroga al regime ordinario. Il decreto “salva-Italia”, infatti, non interviene sulla legge n. 243 del 2004, cosiddetta “riforma Maroni”: risulta dunque del tutto arbitrario qualificare come norma derogatoria, e dunque interpretare restrittivamente, una disposizione che non è invece toccata dalla riforma pensionistica. Inoltre, e da un punto di vista sostanziale, la disposizione in questione rimane l’unica possibilità di uscita flessibile dal lavoro per milioni di lavoratrici pubbliche e rappresenta sia per quelle pubbliche che per quelle private un’opportunità straordinaria, atteso che la nuova disciplina previdenziale ha sgombrato il campo nei confronti di qualsiasi possibile compensazione nei confronti delle donne, la cui debolezza contributiva deriva da una particolare condizione nel mercato del lavoro e dai carichi di cura che gravano su di esse. In questo senso, sollecita che l’INPS venga invitato ad una completa revisione della propria interpretazione.

 

Il ministro FORNERO prende atto delle persuasive considerazioni della senatrice Ghedini ed assicura che approfondirà adeguatamente la questione.

 

Anche il presidente GIULIANO conviene sulla fondatezza giuridica e sostanziale delle argomentazioni della senatrice Ghedini.

 

La senatrice CARLINO (IdV) interviene brevemente per precisare la propria posizione in materia di ricorso all’arbitrato, già espressa nel corso della seduta della Commissione del 25 luglio scorso, segnalando che sul tema la posizione della sua parte è chiaramente evidenziata dal disegno di legge n. 2473.

 

Il senatore NEROZZI (PD) si sofferma sul tema della produttività, sottolineando che il Governo dovrà favorire un accordo tra tutte le parti sociali prendendo a base anche dati fattuali. Al riguardo, reputerebbe interessante sapere se e come il contratto di apprendistato è stato utilizzato in questi mesi e conoscere le ragioni per le quali eventualmente gli effetti da un punto di vista numerico non siano risultati soddisfacenti. Rileva quindi che un indice importante nella valutazione della produttività nel settore privato dovrebbe essere rappresentato anche dai risultati conseguiti nel settore delle esportazioni verso l’estero. Quanto al tema della defiscalizzazione dei salari di produttività, ritiene che in materia occorrerebbe dar rilievo anche dalla questione della rappresentanza. Sottolinea comunque l’esigenza di distinguere le tipologie di intervento, ribadendo che misure idonee alle grandi imprese non necessariamente risultano adeguate ad imprese di dimensioni più piccole.

 

Il ministro FORNERO precisa che è stato approntato un decreto che consente l’utilizzazione di 23 milioni finalizzati a promuovere l’occupazione e dare così una boccata di ossigeno al mercato del lavoro. I dati forniti dall’INPS, in base ai quali 21.100 richieste riguardano i contratti a tempo indeterminato, non chiariscono peraltro quanto di tale volume riguardi il settore dell’apprendistato. Sul punto si ripromette uno specifico approfondimento.

 

Il senatore ICHINO (PD) si sofferma sulla opportunità di un collegamento tra l’intervento legislativo in materia di partecipazione e quello volto ad incentivare la contrattazione legata alla produttività. Ferma restando la tradizionale ostilità di taluni settori imprenditoriali e della stessa Confindustria nei confronti di una iniziativa legislativa in materia di partecipazione, osserva che gli imprenditori si sono sempre espressi a favore di una flessibilizzazione dei livelli retributivi e di un collegamento più stretto tra una parte rilevante della retribuzione e gli indici di redditività o produttività. Tra le due questioni esiste dunque un collegamento stretto, perché per un verso i lavoratori sono comprensibilmente riluttanti ad accettare un collegamento ad indici sui quali non hanno informazioni necessarie, né un controllo di processo, oltre che di risultato. Risolvere il problema in termini di partecipazione e possibilità di controllo effettivo rappresenta dunque un modo per ottenere il via libera da parte delle organizzazioni sindacali dei lavoratori su di un risultato sostanzialmente desiderato anche dagli imprenditori. Reputa perciò un errore politico tenere separate le due questioni. Pur auspicando il conseguimento dell’accordo interconfederale, sottolinea però l’esistenza della possibilità tecnica di un intervento legislativo in materia che stabilisca una disciplina che, in assenza di contratto aziendale, connetta lo sgravio fiscale alla retribuzione collegata ad un determinato indice.

 

La senatrice Cristina DE LUCA (Per il Terzo Polo:ApI-FLI) si associa in particolare alle considerazioni svolte dal senatore Castro e dalla senatrice Ghedini. Ringrazia il Ministro per la chiarezza con la quale ha affrontato le questioni sulle quali le erano state sollecitati chiarimenti, evidenziando con lealtà anche i passaggi sui quali il suo convincimento non è pieno. Ritiene importante che, con altrettanta serietà e con urgenza, la Commissione affronti ora con il Ministro il delicato tema del complesso delle politiche sociali, che è finora sempre stato rinviato, e sul quale è necessario un confronto leale ed approfondito.

 

Si associa alla richiesta la senatrice GHEDINI (PD).

 

Il presidente GIULIANO ringrazia conclusivamente il Ministro e tutti gli intervenuti e dichiara conclusa l’odierna audizione.

 

 

La seduta termina alle ore 16,30.

 

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