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Il Diario del Lavoro

Quotidiano online del lavoro e delle relazioni industriali

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Home - Senato - Commissione Lavoro, previdenza sociale (Dai Resoconti Sommari)

Commissione Lavoro, previdenza sociale (Dai Resoconti Sommari)

18 Novembre 2016
in Senato

278ª Seduta

 

Presidenza della Vice Presidente

CATALFO 

 

            Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Cassano.                      

 

 

            La seduta inizia alle ore 15.

 

 

PROCEDURE INFORMATIVE 

Interrogazioni   

 

Il sottosegretario CASSANO risponde all’interrogazione n. 3-02836 dei senatori Catalfo e Puglia, inerente al pagamento dell’indennità di tirocinio nell’ambito del programma “Garanzia giovani” in Sicilia. Fa presente anzitutto che i tirocini extracurricolari del Programma nella Regione Sicilia hanno avuto un numero di adesioni elevato, ciò che ha comportato alcune rimodulazioni delle risorse iniziali e l’avvio di una nuova procedura, gestita in condivisione con l’INPS e il Ministero del lavoro, con conseguenti rallentamenti nel pagamento dei tirocini stessi. Sottolinea altresì che la rimodulazione delle risorse del Programma è un elemento di flessibilità, che consente alle Regioni di intervenire a rettifica di previsioni iniziali. Dopo aver fornito i dati delle richieste di pagamento e delle liquidazioni effettuate a favore di 39.109 tirocinanti, fa notare che le successive rimodulazioni hanno permesso di raddoppiare l’importo inizialmente stanziato e che il maggior numero di adesioni al Programma “Garanzia Giovani” si è registrato proprio in Sicilia.

 

La senatrice CATALFO (M5S) si dichiara insoddisfatta della risposta, in quanto sono ancora molti i tirocinanti che in Sicilia non sono stati pagati. Denuncia il buco di 44 milioni di euro provocato dai numerosi tirocini in più che sono stati attivati e annuncia che verificherà costantemente il pagamento da parte dell’INPS di tutti i tirocinanti che ne abbiano diritto.

    

Il sottosegretario CASSANO risponde poi all’interrogazione n. 3-03156 del senatore Gianluca Rossi sulla possibilità di concedere un intervento di integrazione salariale straordinaria (CIGS) a favore delle imprese operanti nelle aree di crisi complesse, nello specifico perl’area industriale “Merloni”. Al riguardo, fa presente che la citata area industriale non rientra nell’elenco delle aree di crisi industriale complessa comunicato dal Ministero dello sviluppo economico e  che il medesimo Ministero non ha ricevuto, allo stato, alcuna istanza di riconoscimento per l’area industriale “Merloni”.  Ricorda, da ultimo, che un’eventuale estensione ad altre aree del trattamento di integrazione salariale potrà avvenire solo nel caso di inserimento dell’area predetta nell’elenco stilato dal Ministero dello sviluppo economico.

 

  Il senatore Gianluca ROSSI (PD) si dichiara insoddisfatto della risposta, in quanto obiettivo dell’interrogazione non era il riconoscimento dell’area “Merloni” come area di crisi complessa, ma l’attivazione di precise misure di proroga degli ammortizzatori sociali. Sollecita pertanto il Governo a individuare una soluzione al drammatico problema che riguarda i lavoratori dell’area.

 

         La presidente CATALFO dichiara quindi concluse le procedure informative.

 

 

IN SEDE CONSULTIVA 

 

(2400) AIELLO ed altri.  –  Disposizioni relative alla corresponsione di borse di studio ai medici specializzandi ammessi alle scuole di specializzazione dal 1978, specializzati negli anni dal 1982 al 1992, e all’estensione dei benefici normativi ai medici specializzandi ammessi alle scuole di specializzazione universitarie negli anni dal 1993 al 2006

(Parere alla 7a Commissione. Seguito e conclusione dell’esame. Parere favorevole) 

 

            Prosegue l’esame, sospeso nella prima seduta pomeridiana di ieri.

 

     La senatrice BENCINI (Misto-Idv), relatrice, dà conto di uno schema di parere favorevole.

 

            Presente il prescritto numero di senatori, lo schema di parere, posto ai voti, è approvato all’unanimità.

 

 

ESAME DI ATTI PREPARATORI DELLA LEGISLAZIONE COMUNITARIA 

 

Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa a un quadro comune per la fornitura di servizi migliori per le competenze e le qualifiche (Europass) e che abroga la decisione n. 2241/2004/CE (n. COM (2016) 625 definitivo)

(Seguito e conclusione dell’esame, ai sensi dell’articolo 144 del Regolamento, dell’atto comunitario sottoposto al parere motivato sulla sussidiarietà. Approvazione della risoluzione Doc. XVIII, n. 173)

 

            Prosegue l’esame, sospeso nella seduta dell’8 novembre.

 

     La senatrice BENCINI (Misto-Idv), relatrice, dà conto di uno schema di risoluzione favorevole con osservazioni, allegato al resoconto.

 

            Presente il prescritto numero di senatori, lo schema di risoluzione, posto ai voti, è approvato.

 

 

IN SEDE CONSULTIVA SU ATTI DEL GOVERNO 

 

Schema di decreto del Presidente della Repubblica concernente regolamento recante l’organizzazione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali (n. 348)

(Parere al Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, ai sensi dell’articolo 17, commi 2 e 4-bis, della legge 23 agosto 1988, n. 400. Seguito e conclusione dell’esame. Parere favorevole con osservazioni)

 

            Prosegue l’esame, sospeso nella prima seduta pomeridiana di ieri.

           

     La senatrice D’ADDA (PD) dà conto di uno schema di parere favorevole con osservazioni, allegato al resoconto.

 

         Il senatore BAROZZINO (Misto-SI-SEL) illustra uno schema di parere alternativo di segno contrario, allegato al resoconto, rimarcando le proprie critiche alle politiche del Governo in materia di lavoro ritenute fallimentari.

 

            Nessuno chiedendo la parola, presente il prescritto numero di senatori, lo schema di parere proposto dalla relatrice, posto ai voti, è approvato.

 

            Risulta pertanto precluso il voto sullo schema di parere alternativo presentato dal senatore Barozzino.

 

             

IN SEDE CONSULTIVA 

 

(2208) Deputati Francesca BUSINAROLO ed altri.  –  Disposizioni per la tutela degli autori di segnalazioni di reati o irregolarità di cui siano venuti a conoscenza nell’ambito di un rapporto di lavoro pubblico o privato, approvato dalla Camera dei deputati

(Parere alla 1a Commissione. Seguito dell’esame e rinvio)

 

            Prosegue l’esame, sospeso nella seduta del 9 novembre.

 

     Il senatore PUGLIA (M5S) ritiene che il provvedimento risponda ad aspettative diffuse nel mondo del lavoro, fornendo adeguati strumenti di tutela ai lavoratori e auspica una rapida approvazione, per colmare gravi lacune normative e per contrastare efficacemente il dilagare della corruzione.

 

         Il senatore BAROZZINO (Misto-SI-SEL) riconosce l’estrema delicatezza del tema affrontato e invita a compiere una riflessione approfondita per tutelare adeguatamente i soggetti più deboli nei luoghi di lavoro. Paventa che il provvedimento in esame costituisca uno strumento di discriminazione dei lavoratori.

 

         Il relatore ICHINO (PD) interviene per sottolineare che il disegno di legge, lungi dal costituire un incentivo alla delazione, predispone strumenti di cooperazione civica in difesa della legalità. Informa che numerosi ordinamenti stranieri hanno normative analoghe, volte ad individuare tempestivamente comportamenti illeciti di cui si possa aver notizia oltre la cerchia dei soggetti coinvolti. Il provvedimento infatti, mira a contestualizzare singole informazioni che altrimenti non emergerebbero, prevedendo forme di comunicazione adeguate allo scopo. 

            Segnala le esperienze che si sono avute a Milano nei mesi dell’Expo, quando l’Autorità nazionale anticorruzione, ricevuta una serie di informazioni, ha potuto valutare opportunamente la fondatezza di alcune di esse.

            Ritiene necessario che tutte le organizzazioni complesse si dotino di strumenti finalizzati a individuare tempestivamente casi di malversazione, se intendono restringere imputazioni di responsabilità ai soli soggetti coinvolti, senza far sorgere ipotesi di responsabilità oggettiva.

            Considera da ultimo non fondati i timori sollevati dal senatore Barozzino riguardo il rischio di ritorsioni a danno dei lavoratori.

 

         Il senatore DIVINA (LN-Aut), pur riconoscendo i nobili intenti del testo, manifesta preoccupazioni relativamente a deroghe che possono introdursi nell’ordinario percorso della giustizia. Critica un approccio pregiudiziale a favore della parte denunciante, analogamente a quanto previsto ad esempio dalla legislazione premiale per i collaboratori di giustizia.

 

         Il senatore BAROZZINO (Misto-SI-SEL) ha brevemente la parola per specificare alcuni passaggi del suo precedente intervento, ritenendo la lotta alla corruzione una vera e propria priorità culturale e rimarcando le proprie preoccupazioni sui procedimenti di verifica del fondamento delle notizie di illecito.

 

         La senatrice BENCINI (Misto-Idv) auspica che siano previste adeguate tutele per i soggetti più deboli che comunicano, nelle forme dovute, notizie su malversazioni avvenute nei luoghi di lavoro. Esprime altresì la propria piena fiducia nei confronti del funzionamento della giustizia in Italia, nonostante problemi e lentezze.

 

Nessun altro chiedendo di intervenire, la presidente CATALFO dichiara chiusa la discussione generale.

 

         Il relatore ICHINO (PD), replicando agli intervenuti, ritiene che il provvedimento in esame consenta ai vertici delle imprese di porre fine tempestivamente a fenomeni illeciti che avvengono al proprio interno. Allo stato, i dipendenti delle aziende non hanno a disposizione strumenti efficaci per comunicare informazioni di cui siano a conoscenza, temendo anzi di violare il segreto professionale o aziendale. Il disegno di legge in esame fornisce al riguardo un percorso chiaro, individuando canali di comunicazione di notizie che potranno poi rivelarsi anche infondate, senza però dar luogo a fattispecie di calunnia e senza esporre a ritorsioni il denunciante. Le misure proposte non introducono deroghe alle procedure ordinarie, che oggi si limitano a una denuncia alla Procura della Repubblica. Ritiene altresì inappropriato il paragone con la legislazione premiale per i collaboratori di giustizia.

            Si riserva pertanto di presentare nella prossima seduta uno schema di parere.

           

            Il seguito dell’esame è quindi rinviato.

 

 

SCONVOCAZIONE DELLA SEDUTA DI DOMANI  

 

     La presidente CATALFO informa che, considerato l’andamento dei lavori, la seduta della Commissione già convocata per domani, giovedì 17 novembre, alle ore 8,30, non avrà luogo.

 

            La Commissione prende atto.

 

 

La seduta termina alle ore 16.

 

 RISOLUZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE SULL’ATTO COMUNITARIO N. COM (2016) 625 definitivo SOTTOPOSTO AL PARERE MOTIVATO SULLA SUSSIDIARIETA’ (Doc. XVIII, n. 173)

 

La Commissione lavoro, previdenza sociale,

esaminata, ai sensi dell’articolo 144, comma 1, del Regolamento, la proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa a un quadro comune per la fornitura di servizi migliori per le competenze e le qualifiche (Europass) e che abroga la decisione n. 2241/2004/CE;

premesso che le nuove tecnologie dell’informazione e l’utilizzo dei social network hanno permesso una rapida evoluzione delle pratiche del mercato del lavoro, rendendo il quadro unico per la trasparenza delle qualifiche e delle competenze (Europass) non più adeguato alle esigenze del mercato stesso;

osservato che la proposta di decisione in esame mira ad ampliare gli strumenti che la piattaforma Europass fornirà, rendendola flessibile per adattarsi ai continui cambiamenti tecnologici e aperta per migliorare lo scambio di informazioni;

preso atto delle criticità evidenziate nella relazione del Dipartimento politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri;

esaminate le osservazioni della 14a Commissione;

valutato che la proposta è conforme ai principi di proporzionalità e sussidiarietà,

si esprime in senso favorevole con le seguenti osservazioni.

Con riferimento alla base giuridica individuata agli articoli 165 e 166 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), che riguardano lo sviluppo della qualità dell’istruzione e della formazione in generale, si fa presente che tale competenza è esclusiva dei singoli Stati membri, che però possono avere forme di sostegno e completamento a livello europeo. Da ciò si evince che la realizzazione di tale piattaforma e la governance di tutto il processo, così come predisposta dal documento in esame, potrebbe avere elementi di debolezza, considerate le diverse posizioni dei singoli Stati membri in materia di istruzione.

Inoltre, l’istituzione di una piattaforma basata sui servizi, collegata a strumenti europei quali il quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente (EQF) e la classificazione di abilità/competenze (ESCO), unitamente alla natura vincolante della decisione europea, rende di fatto vincolante anche l’utilizzo dei predetti strumenti, creando un sistema Europass poco flessibile e non sempre adeguato ad adattarsi alle esigenze degli Stati membri.

Si sottolinea altresì che l’ampiezza degli strumenti messi a disposizione dalla proposta potrebbe portare a lungo termine a rallentamenti dovuti alle possibili diverse velocità dei vari Stati membri nell’applicazione della proposta di decisione.

 Da ultimo, si ritiene opportuno che la proposta preveda un termine temporale entro il quale gli Stati membri debbano provvedere per darvi attuazione, in modo da consentire l’utilizzazione del sistema Europass in tutti gli Stati dell’UE.

 

PARERE APROVATO DALLA COMMISSIONE

SULL’ATTO DEL GOVERNO N. 348

 

L’11a Commissione permanente,

esaminato lo schema di decreto in titolo,

premesso che esso si definisce come adeguamento alle norme regolamentari determinate dal  processo di istituzione dell’Ispettorato nazionale del lavoro,  di cui al decreto legislativo n. 149 del 2015, e dell’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (ANPAL), di cui al decreto legislativo n. 150 del 2015, con conseguente modulazione di strutture, dipartimenti e dotazioni organiche del Ministero del lavoro e delle politiche sociali,

esprime un parere favorevole con le seguenti osservazioni.

In linea generale, si invita il Governo a valutare attentamente le modalità di applicazione del potere di indirizzo e vigilanza che il Ministero del lavoro è chiamato ad esercitare sulle due nuove Agenzie.

All’articolo 3, comma 1, lettera e), si invita a precisare che l’ente su cui il Segretario generale svolge funzione di vigilanza e controllo è l’Istituto nazionale per le politiche pubbliche (Inapp), e a specificare il riferimento normativo.

Con riferimento all’articolo 7, comma 1, lettera i), si fa presente che i riferimenti normativi relativi ai contratti di solidarietà ivi indicati devono essere adeguati in relazione alla nuova disciplina, di cui al decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 148.

In merito all’articolo 8, comma 1, lettera o) si ritiene debba mantenersi la formulazione vigente, laddove fa riferimento alle relazioni del Ministero del lavoro con “organismi internazionali per materie di propria competenza”.

Quanto alle competenze del Ministero del lavoro e delle politiche sociali in materia di disabilità, occorre innanzitutto specificare – ed eventualmente confermare – le strutture di Direzione interregionali e territoriali del lavoro, di cui alla lettera i) dell’articolo 14 del regolamento vigente.

Inoltre, in materia di inserimento lavorativo dei disabili, appare opportuno specificare, alla luce dei rilevanti compiti che il decreto legislativo n. 151 del 2015 lascia in capo al Ministero, il riparto di competenze sulla materia tra la struttura ministeriale che dovrà occuparsene e l’ANPAL, atteso che, in ogni caso, il collocamento dei disabili e l’attuazione della legge n. 68 del 1999 sono conferite ad ANPAL ai sensi dell’articolo 9, comma 1, lettera a) del decreto legislativo n. 151 del 2015.

In materia di politiche di contrasto alla povertà, alla luce dei recenti interventi normativi di cui all’articolo 1, comma 386, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, e nelle more dell’attuazione degli interventi attualmente oggetto del disegno di legge delega in materia approvato dalla Camera il 14 luglio scorso, appare opportuno aggiornare il riferimento al programma “Promozione dell’inclusione sociale”, non più in vigore, con un più corretto riferimento al Piano nazionale per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale.

Per quanto concerne la disciplina delle funzioni del Segretario generale si osserva infine quanto segue:

1) appare opportuno precisare meglio le modalità con cui si deve svolgere la funzione di coordinamento nelle materie di competenza del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, in raccordo con le direzioni generali dello stesso Ministero;

2) sembra necessario puntualizzare le modalità concernenti la collocazione funzionale della figura del Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza all’interno del Segretariato generale del Ministero, prevedendo anche il supporto specifico della struttura del Segretariato e le attività di riferimento;

3) in considerazione dell’evoluzione dell’assetto organizzativo del Ministero del lavoro e delle politiche sociali in conseguenza dell’istituzione delle Agenzie, vanno meglio individuate le modalità del coordinamento affidato al Segretario generale in materia di statistiche ufficiali concernenti il mercato del lavoro e le politiche sociali e le modalità di esercizio delle funzioni del servizio ispettivo.

 SCHEMA DI PARERE PROPOSTO DAL SENATORE BAROZZINO

SULL’ATTO DEL GOVERNO N. 348

 

 

La Commissione, esaminato l’atto del Governo n. 348, Schema di decreto del Presidente della Repubblica concernente regolamento recante l’organizzazione del Ministero del lavoro

premesso che:

lo schema di decreto del Presidente della Repubblica in esame (A.G. n. 348) reca l’adeguamento dell’organizzazione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali come conseguenza dell’istituzione dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro e dell’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (ANPAL) derivante dai decreti legislativi n. 149 del 2015 e n. 150 del 2015, attuativi del cosiddetto “jobs act”;

a tal fine, lo schema in esame adegua l’organizzazione del Ministero attualmente contenuta nel decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 febbraio 2014, n. 121, ridefinendo l’assetto delle strutture di livello dirigenziale generale (Segretariato generale e Direzioni generali) nell’ambito delle quali vengono individuati i corrispondenti uffici dirigenziali non generali (Divisioni) e le relative funzioni e attribuzioni;

conseguentemente vengono soppresse tutte le disposizioni concernenti le amministrazioni territoriali, in seguito al processo di concentrazione e accentramento nelle mani dell’Ispettorato e dell’ANPAL, riducendo in tal modo i presidi territoriali;

considerato che:

con i decreti legislativi del Jobs Act è stato di fatto creato un monopolio della vigilanza, mascherato da processo di razionalizzazione dei servizi ispettivi, in seno al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, con a capo l’Ispettorato Nazionale del Lavoro quale unico soggetto istituzionale deputato ad indirizzare le verifiche su tutto il territorio nazionale.

Scelta giustificata dalla convinzione che le sovrapposizioni di interventi da parte dei diversi corpi ispettivi abbiano rappresentato una causa ostativa all’attività delle imprese. Il problema non sono mai state le duplicazioni delle ispezioni ma l’insufficienza dell’attività di vigilanza connessa con la costante riduzione del personale adibito alla vigilanza ispettiva negli istituti. È inaccettabile che l’accertamento ispettivo sia descritto come un adempimento burocratico gravante sull’impresa assoggettata a controllo;

mal si è compreso cosa fosse esattamente la “duplicazione di ispezioni”, dato che ogni ente svolgeva una propria funzione istituzionale. Forse si è confusa la “duplicazione di ispezioni” con la sua frequenza? In tal caso è evidente come fosse totalmente da respingere la creazione di fasce temporali in cui le aziende non siano assoggettate a controllo. I controlli devono infatti essere frequenti ed interessare la più vasta platea di soggetti;

l’intero impianto si è sviluppato in contrasto con le legge delega n. 183 del 2014 che prevedeva all’articolo 7, comma 1, lettera l) ” l’istituzione di una Agenzia unica per le ispezioni del lavoro, tramite l’integrazione in un’unica struttura dei servizi ispettivi del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, dell’INPS e dell’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL), prevedendo strumenti e forme di coordinamento con i servizi ispettivi delle aziende sanitarie locali e delle agenzie regionali per la protezione ambientale”. Tale coordinamento avrebbe dovuto presupporre un rapporto “paritario” fra soggetti diversi, mentre la successiva evoluzione ha posto l’Ispettorato in posizione “sovraordinata” rispetto agli altri (INPS e INAIL), attribuendogli poteri di direttiva e di programmazione;

l’Agenzia unica o Ispettorato è stata realizzata sottraendo competenze agli enti previdenziali, con una possibile riduzione del recupero dei contributi previdenziali e dei premi assicurativi evasi. I dati degli ultimi anni relativi al rapporto annuale sull’attività ispettiva mostrano come solo il 6 per cento dei contributi e dei premi assicurativi complessivi sia stato recuperato dagli ispettori del Ministero del lavoro, con circa 100 milioni di euro su 1,5 miliardi totali, nonostante gli ispettori attualmente in forza al Ministero siano circa 2.800, contro i 1.000 dell’INPS ed i 300 dell’INAIL;

il tema dei servizi per l’impiego, che fino ad oggi hanno ricoperto una funzione marginale, ed in generale quello delle politiche attive, non hanno trovato adeguata risposta, soprattutto a causa del vincolo finanziario di non imporre maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Qualunque azione riformatrice del mercato del lavoro e della sua governance, non può limitarsi ad evocare il tema del riordino della normativa, ma, piuttosto, deve investire su tutti quegli strumenti di politica attiva, come incentivi all’assunzione, collocamento mirato delle persone disabili, inserimento nel tessuto produttivo di soggetti in cerca di lavoro ed il coinvolgimento attivo dei lavoratori espulsi dal mercato del lavoro e dei beneficiari di ammortizzatori sociali, stanziando nuove e maggiori risorse;

nonostante in Italia si parli da oltre vent’anni di politiche attive, la politica ha complicato non poco il quadro giuridico ed istituzionale, contribuendo a realizzare una profonda frammentazione delle politiche del lavoro fino ad oggi gestite su scala regionale. Tale quadro disomogeneo avrebbe portato l’attuale Governo a ricondurre a livello statale, attraverso l’istituzione di un’Agenzia nazionale per l’occupazione, tutte le competenze gestionali in materia di servizi al lavoro, politiche attive e indennità di disoccupazione, lasciando a livello regionale solo la definizione delle stesse;

viene attribuito un ruolo centrale all’Agenzia nella gestione del mercato del lavoro come se fosse una panacea per il superamento di tutti i problemi che affliggono il nostro mercato del lavoro, in linea con quanto previsto dalla riforma costituzionale che farebbe acquisire a livello centrale alla stessa Agenzia le competenze gestionali in materia di servizi per l’impiego e di politiche attive;

l’operazione, prevedendo il riposizionamento delle deleghe di politica attiva dalle Regioni allo Stato sembra riportare l’intero sistema indietro di oltre 60 anni a quando operava il famigerato “collocamento statale”, andando in controtendenza rispetto a quanto compiuto dalla maggioranza dei Paesi europei;

altro rischio che comporta la centralizzazione in una struttura unica è che la stessa conduca alla creazione di un dinosauro istituzionale che adotta politiche del lavoro pianificate e realizzate su modelli standardizzati che non potranno tener conto, in alcun modo, delle specifiche esigenze di natura locale, senza alcun riconoscimento alle Regioni di un ruolo forte in materia di formazione e lavoro e senza alcuna condivisione con le stesse dei livelli di prestazione da fornire ai lavoratori, con conseguente appiattimento delle politiche attive anche a livello nazionale;

non essendo venute meno le ragioni  già espresse in occasione dell’approvazione dei decreti legislativi n. 149 del 2015 e n. 150 del 2015,

esprime parere contrario.


277ª Seduta (2ª pomeridiana)

 

Presidenza del Presidente

SACCONI 

 

            Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Franca Biondelli.                   

 

            La seduta inizia alle ore 16.

 

IN SEDE DELIBERANTE 

 

(2497) Deputato Laura VENITTELLI ed altri.  –  Modifiche alla legge 24 dicembre 2012, n. 228, in materia di modalità di pagamento e criteri di calcolo degli interessi sulle somme dovute per gli aiuti di Stato dichiarati incompatibili con la normativa europea, concessi sotto forma di sgravio, nel triennio 1995-1997, in favore delle imprese operanti nei territori di Venezia e Chioggia, approvato dalla Camera dei deputati

(Discussione e approvazione)

 

     Il PRESIDENTE riassume il contenuto del disegno di legge n. 2497, approvato dalla Camera dei deputati, in tema di aiuti alle imprese di Venezia e Chioggia, già concluso dalla Commissione in sede referente e riassegnato in sede deliberante dalla Presidenza del Senato. Propone di dare per acquisite le fasi procedurali già svolte, ivi inclusa l’acquisizione dei pareri, nonché di rinunciare alla fissazione di un termine per la presentazione di emendamenti.

 

            La Commissione unanime concorda.

 

         A nome dei rispettivi Gruppi, intervengono per una dichiarazione di voto a favore i senatori CATALFO (M5S), BAROZZINO (Misto-SI-SEL), PARENTE (PD), BENCINI (Misto-Idv), AURICCHIO (AL-A), BERTACCO (FI-PdL XVII), DIVINA (LN-Aut) e ZELLER (Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE).

 

            Il sottosegretario Franca BIONDELLI ringrazia la Commissione per l’importante lavoro svolto, segnalando che il disegno di legge risponde ad attese importanti e molto sentite sul territorio.

 

         Il PRESIDENTE, apprezzata la volontà unanime di approvare il provvedimento, auspica che non si ripetano più vicende che hanno colpito duramente gli operatori economici di un territorio così peculiare. Si augura altresì che in futuro possano definirsi rapporti più certi tra l’Italia e la Commissione europea.

 

            Presente il prescritto numero di senatori, con distinte, successive votazioni, la Commissione, all’unanimità, approva l’articolo unico del disegno di legge e, quindi, il disegno di legge nel suo complesso.

 

La seduta termina alle ore 16,10.

276ª Seduta (1ª pomeridiana)

 

Presidenza della Vice Presidente

SPILABOTTE 

indi del Presidente

SACCONI 

 

            Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Franca Biondelli.                  

 

            La seduta inizia alle ore 15,35.

 

IN SEDE CONSULTIVA 

 

(2400) AIELLO ed altri.  –  Disposizioni relative alla corresponsione di borse di studio ai medici specializzandi ammessi alle scuole di specializzazione dal 1978, specializzati negli anni dal 1982 al 1992, e all’estensione dei benefici normativi ai medici specializzandi ammessi alle scuole di specializzazione universitarie negli anni dal 1993 al 2006

(Parere alla 7a Commissione. Esame e rinvio) 

 

     La relatrice BENCINI (Misto-Idv) dà conto degli aspetti di competenza del disegno di legge, che mira a dare attuazione alle direttive 75/362/CEE, 75/363/CEE e 82/76/CEE, riguardanti l’obbligo di adeguata remunerazione per coloro che svolgono attività di formazione in ambito sanitario: i medici iscritti ai corsi tra gli anni 1982 e 1991 non hanno infatti percepito alcun compenso.

Fa riferimento all’articolo 3, in materia di recupero dei contributi versati da molti medici, che potrà avvenire in contanti o sui rispettivi montanti contributivi. Si sofferma inoltre sull’articolo 4, che disciplina le modalità e i requisiti per l’accesso al prepensionamento e stabilisce che il diritto del singolo medico agli anni di contribuzione figurativa sia riconosciuto anche qualora il medico abbia già versato i contributi ad altri enti previdenziali, previo accertamento dell’ottenimento del certificato di specializzazione da parte dell’ente previdenziale di appartenenza.

Conclusivamente, la relatrice si riserva di proporre una bozza di parere alla conclusione del dibattito, lamentando che il lungo tempo trascorso abbia fatto maturare diritti che ora pesano sulle finanze pubbliche.

 

         La senatrice CATALFO (M5S) si esprime favorevolmente sul disegno di legge, riservandosi ulteriori considerazioni in sede di dichiarazione di voto.

 

            Il seguito dell’esame è quindi rinviato.

 

IN SEDE REFERENTE 

 

(2574) Misure per prevenire e contrastare condotte di maltrattamento o di abuso, anche di natura psicologica, in danno dei minori negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia e delle persone ospitate nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani e persone con disabilità e delega al Governo in materia di formazione del personale, approvato dalla Camera dei deputati in un testo risultante dall’unificazione dei disegni di legge d’iniziativa dei deputati Fucci; Gabriella Giammanco ed altri; Nunzia De Girolamo ed altri; Maria Valentina Vezzali ed altri; Minardo; Nunzia De Girolamo ed altri; Daniela Sbrollini ed altri; Eugenia Roccella; Invernizzi ed altri; Rampelli ed altri; Marti ed altri; Gabriella Giammanco ed altri; Silvia Chimienti ed altri

(Seguito dell’esame e rinvio)

 

Prosegue l’esame, sospeso nella seduta del 9 novembre.

           

     La PRESIDENTE sollecita i Gruppi che ancora non hanno adempiuto a trasmettere tempestivamente le proprie richieste di audizioni.

 

         La relatrice FAVERO (PD) sottolinea comunque la necessità di ascoltare il Garante per l’Infanzia.

 

         La senatrice CATALFO (M5S) si riserva di far pervenire al più presto gli intendimenti del proprio Gruppo.

 

Il seguito dell’esame è quindi rinviato.

 

IN SEDE CONSULTIVA SU ATTI DEL GOVERNO 

 

Schema di decreto del Presidente della Repubblica concernente regolamento recante l’organizzazione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali (n. 348)

(Parere al Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, ai sensi dell’articolo 17, commi 2 e 4-bis, della legge 23 agosto 1988, n. 400. Seguito dell’esame e rinvio)

 

            Prosegue l’esame, sospeso nella seduta dell’8 novembre.

           

     Il senatore BAROZZINO (Misto-SI-SEL) si riserva di presentare uno schema di parere alternativo di segno contrario, criticando duramente l’accentramento in capo all’Ispettorato del lavoro delle funzioni di collocamento. Rileva infatti che molti ispettori non abbiano competenze adeguate ad affrontare i compiti indicati dall’atto in esame. Ritiene necessario invece dare adeguato rilievo agli enti locali territoriali, che conoscono le specificità occupazionali dei propri ambiti. Replicando ad una breve interlocuzione del senatore ICHINO (PD), che gli chiede un giudizio sulle scelte recenti adottate dalla regione Basilicata, osserva che la valutazione di singoli casi negativi non può giustificare la riproposizione di politiche del lavoro di segno accentratore.

 

            Il seguito dell’esame è quindi rinviato.

 

CONVOCAZIONE DI UNA NUOVA SEDUTA DELLA COMMISSIONE E INTEGRAZIONE DELL’ORDINE DEL GIORNO CON LA DISCUSSIONE IN SEDE DELIBERANTE DEL DISEGNO DI LEGGE N. 2497  

 

     Il presidente SACCONI comunica che la Commissione è convocata nuovamente a conclusione della seduta odierna, e che l’ordine del giorno per la nuova seduta è integrato con la discussione in sede deliberante del disegno di legge n. 2497, interventi in favore delle imprese di Venezia e Chioggia.

 

La seduta termina alle ore 16.

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