85ª Seduta (1a pomeridiana)
Presidenza del Presidente
Interviene il ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali Sacconi.
La seduta inizia alle ore 14.
SULLA PUBBLICITÀ DEI LAVORI
Il presidente GIULIANO fa presente che per l’odierna audizione è pervenuta la richiesta, ai sensi dell’articolo 33, comma 4, del Regolamento, di attivazione dell’impianto audiovisivo, in modo da consentire la speciale forma di pubblicità della seduta ivi prevista e avverte che, ove la Commissione convenga nell’utilizzazione di tale forma di pubblicità dei lavori, il Presidente del Senato ha già preannunciato il proprio assenso.
Non facendosi osservazioni, detta forma di pubblicità viene adottata per il prosieguo dei lavori.
Il PRESIDENTE avverte altresì che la pubblicità della seduta sarà inoltre assicurata attraverso la resocontazione stenografica, che sarà resa disponibile in tempi rapidi.
La Commissione prende atto.
PROCEDURE INFORMATIVE
Seguito delle comunicazioni del Ministro del Lavoro, della salute e delle politiche sociali sui contenuti del Libro Bianco sul futuro del modello sociale
Prosegue il dibattito sulle comunicazioni del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali sui contenuti del Libro Bianco sul futuro del modello sociale, sospeso nella seduta del 13 maggio scorso.
La senatrice GHEDINI (PD) evidenzia preliminarmente il proprio disagio nel rintracciare il legame tra il disegno di carattere generale contenuto nel Libro Bianco e le possibili coerenti politiche applicative, anche al netto degli aggiustamenti che si renderanno evidentemente necessari in relazione al futuro andamento della crisi. A fronte della necessità di un approccio evolutivo, il documento ne sceglie infatti uno di tipo meramente congiunturale. Nel condividere solo parzialmente i passaggi nel documento riferiti ai temi della natalità, sottolinea l’esigenza di assumere come punto di partenza una riflessione sulle condizioni nelle quali le donne e le famiglie affrontano le tematiche connesse alla procreazione anche nei territori in cui il livello dei servizi sociali è più elevato della media nazionale. Il ‘costo’ complessivo per le donne è infatti tale da rendere non possibile un incentivo alla natalità in assenza di interventi di carattere strutturale. Dopo aver richiamato in proposito alcuni elementi emersi nel corso dell’indagine conoscitiva sui livelli di reddito che la Commissione sta svolgendo, con specifico riferimento alle condizioni nelle quali versano le famiglie con due o più figli, evidenzia che l’adozione di misure finalizzate a favorire gli incentivi demografici determina azioni incisive sui modi nei quali il welfare si va ad articolare a favore delle famiglie e, segnatamente, delle donne. In questo quadro, l’offerta di servizi rappresenta una scelta assolutamente prioritaria; ella esprime perciò netto dissenso dalle misure assunte fin qui dal Governo, che ha adottato politiche prioritariamente orientate ai trasferimenti economici, e non inclusive ed articolate sul territorio. In particolare, con riferimento alle famiglie più numerose, non condivide lo strumento delle deduzioni fiscali, ritenendo preferibile l’adozione di detrazioni e, in generale, di agevolazioni per gli interventi di cura. Difficilmente a suo avviso si potranno operare politiche sistemiche, se non si affrontano i nodi relativi ai livelli essenziali delle prestazioni: un tema, questo, col quale occorrerà confrontarsi assai presto, in occasione della realizzazione piena del federalismo fiscale. La definizione del ruolo dello Stato in tutte le sue articolazioni è inoltre fondamentale anche ai fini dello sviluppo di una sussidiaritetà in cui i servizi alla persona rivestano un ruolo rilevante. Laddove si riscontra una maggiore programmazione pubblica ed una più spiccata capacità di controllo, di indirizzo e di verifica dei servizi, si registra altresì un miglior livello delle prestazioni ed uno sviluppo del terzo settore. Diversamente, non può che verificarsi un impoverimento generalizzato della qualità dei servizi. Conclude segnalando l’esistenza di una stretta correlazione tra la definizione dei diritti di cittadinanza e la capacità di programmazione.
Il senatore NEROZZI (PD), premesso un ringraziamento per la tempestività con la quale la Commissione sta dibattendo sul Libro Bianco, dissente dall’affermazione, ivi contenuta, che le riforme strutturali, pur comportando il passaggio da vecchie a nuove sicurezze, determinino nella transizione delle insicurezze. A riguardo, manifesta il timore che ciò riveli un convincimento subliminale: che le riforme possibili, secondo l’impostazione della maggioranza, in tema di previdenza, welfare e mercato del lavoro, siano sempre a detrimento degli standard di garanzia, e quindi in un danno per le categorie più deboli. Si tratta di un’impostazione che egli non condivide, anche alla luce degli accadimenti storici, che insegnano come sovente proprio le grandi crisi economiche rendano possibile l’introduzione di riforme sociali di portata storica. Riterrebbe pertanto indispensabile che il Governo ponesse in essere atti di rinnovamento capaci di portare il Paese fuori dalla crisi nei tempi più rapidi, indicando quale sia il modello previsto per il futuro, quale l’idea di sviluppo economico ed industriale, quali le garanzie sociali, quali il mercato del lavoro ed il sistema complessivo delle relazioni industriali.
Passando al merito del documento, sottolinea che, ancorché il Ministro abbia rivendicato un’ampia consultazione delle parti ai fini della stesura, la funzione delle forze sociali è stata nei fatti marginale. Pur apprezzando alcuni degli obiettivi generali presenti nel testo – come quello del ruolo del territorio come sede imprescindibile di costruzione di un nuovo modello di welfare, i riferimenti alle politiche di inclusione sociale, la volontà dichiarata di coniugare la sostenibilità con l’equità, l’attenzione verso la ricchezza prodotta dalle organizzazioni della società civile -, rileva che tuttavia questi intendimenti, nel corso del primo anno di vita dell’Esecutivo, si sono scontrati con atti politici di segno opposto, a partire dal mancato dialogo sociale, se non, addirittura, dalla ricerca costante della rottura dell’unità sindacale. Anche il tema della sussidiarietà, che pure meriterebbe un approfondimento attento, non può comunque essere assunto come strumento sostitutivo del ruolo dello Stato. Al riguardo, cita in particolare il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro, dov’è imprescindibile il ruolo di terzietà garantito dallo Stato. Sul tema degli ammortizzatori sociali, poi, laddove erano possibili due strade per affrontare l’emergenza della crisi, il Governo ha prescelto, in luogo dell’estensione di una rete di garanzie al complesso del mondo del lavoro, come più volte proposto dalla sua parte politica, l’utilizzo della cassa in deroga, determinando gravi incertezze in vaste aree del mondo del lavoro ed escludendo di fatto dalla rete della protezione sociale tanti giovani precari. La sua parte non ha inoltre condiviso le scelte assunte dall’Esecutivo in tema di lotta alla povertà; in questo quadro, ribadisce che la social card non può rappresentare una risposta adeguata rispetto ad una emergenza reale e concretamente riscontrabile ogni giorno.
La senatrice CARLINO (IdV) ringrazia il Ministro per l’esposizione dei contenuti del Libro Bianco, che ritiene rispondenti alle recenti conclusioni del Consiglio europeo sulle ripercussioni sociali della crisi, che in tema di welfare hanno individuato tre priorità: l’esigenza di impedire e limitare perdite di posti di lavoro e ripercussioni sociali negative, dando priorità a misure di stimolo dell’occupazione; l’importanza di basarsi sulla solidarietà e di consentire ai sistemi di protezione sociale di svolgere appieno il loro ruolo di stabilizzatori automatici; l’opportunità di prestare particolare attenzione alle categorie più vulnerabili, scongiurando i nuovi rischi di esclusione. Auspica pertanto che queste affermazioni possano tradursi in altrettante assunzioni di responsabilità da parte del Governo. In particolare, si sofferma sulle tematiche connesse alla sicurezza sui luoghi di lavoro, rammentando che la Commissione sta per intraprendere l’esame dello schema di decreto correttivo del decreto legislativo n. 81 del 2008, che, secondo quanto dichiarato dallo stesso Ministro, si sostanzierebbe in un’opera di rivisitazione e semplificazione della normativa vigente. In realtà, si tratta di una revisione molto estesa ed articolata, che riguarda i principi generali della sicurezza nei luoghi di lavoro e che interviene sull’assetto istituzionale del settore della sicurezza e sui compiti degli attori pubblici. Inoltre, esso introduce una riforma dell’apparato sanzionatorio penale, con un sostanziale alleggerimento delle pene, il che si tradurrebbe in un messaggio a suo avviso particolarmente preoccupante dato alle imprese prima dell’avvio del piano edilizio straordinario che il Governo intende approntare con il piano casa ed in Abruzzo. Ella ritiene inammissibile che la sicurezza sul lavoro venga considerata una sorta di costo non remunerativo per le imprese, da abbattere per quanto possibile, o che si reintroduca il principio dell’alternatività fra la misura dell’arresto e dell’ammenda, o ancora che vengano inserite norme che deresponsabilizzano il datore di lavoro e le imprese, contraddicendo così i principi basilari del codice penale, dello Statuto dei lavoratori, della normativa comunitaria e dei principi costantemente ribaditi dalla giurisprudenza del settore. Anche sul tema degli ammortizzatori sociali, ella rileva una contraddizione tra quanto contenuto nel Libro Bianco e quanto invece previsto dall’articolo 1, comma 28, della legge n. 247 del 2007, in considerazione di un emendamento presentato dal relatore Castro al disegno di legge n. 1167, attualmente all’esame, in sede referente, delle Commissione 1a e 11a riunite, che proroga di due anni i termini per l’esercizio di deleghe in tema di ammortizzatori sociali, di servizi per l’impiego, incentivi all’occupazione e apprendistato e occupazione femminile.
Osserva infine che i dati relativi agli ultimi due trimestri del 2008 non solo segnalano l’aumento della disoccupazione, ma evidenziano una crescita della sottoccupazione e del tasso di inattività, soprattutto al Sud e anche tra la popolazione maschile. Il concreto rischio di un peggioramento del fenomeno induce la possibilità di una ulteriore marginalizzazione proprio delle regioni più povere e con un più basso tasso di occupazione. Rispetto a quanto sostenuto nel Libro Bianco, in materia di lotta alla povertà e di reddito sarebbe dunque interessante capire se il parametro del Governo nel configurare la cosiddetta povertà assoluta sarà la misura diffusa dall’ISTAT il 22 marzo scorso e come saranno configurati i nuovi poteri assoluti anche alla luce dei dati recentemente diffusi dall’OCSE sui livello dei salari dei lavoratori italiani.
Il senatore CASTRO (PdL) esprime significativo apprezzamento nei confronti dell’impianto del Libro Bianco, che si mantiene fedele al quel mix fra ragionevolezza e innovazione che nel corso del suo primo anno di vita ha consentito al Governo di attraversare la crisi in modo più sereno ed efficace di quanto non sia accaduto in altre democrazie occidentali. Il documento non ha cedimenti di carattere meramente ideologico e conferma la giustezza della linea di intervento prescelta dalla maggioranza rispetto a quanto invece prospettato dalle forze di opposizione. I fatti hanno dimostrato che si trattava di una crisi non da debito, ma da credito, non da offerta, ma da domanda. Si sofferma quindi sugli elementi di maggiore novità presenti nel Libro Bianco, nei cui riguardi manifesta piena condivisione. Il primo è rappresentato da una scelta nitida di una vocazione comunitaria, che sostanzia una preferenza nei confronti del modello girondino rispetto a quello giacobino. Il secondo risiede invece nella scelta partecipativa che per la prima volta viene operata, e in modo forte, evidenziando che si tratta di un’opzione pensata soprattutto per le piccole e medie imprese. Il terzo elemento è costituito invece dalla scelta neocorporativa, che attribuisce un ruolo forte anche alle parti sociali, ruolo che può essere ulteriormente sviluppato. Il quarto è infine rappresentato dalla scelta repubblicana; in proposito, egli segnala la necessità di una regolazione attiva e non occlusiva delle retribuzioni del top-management di aziende coinvolte con il settore pubblico.
La senatrice BLAZINA (PD) rileva innanzitutto che il Libro Bianco costituisce un insieme di dichiarazioni di principio e che occorrerà semmai vedere come esse verranno declinate in azioni concrete. Esso affronta il grave problema della società bloccata, contraddicendo tuttavia a questo riguardo quanto l’Esecutivo va facendo in altri provvedimenti, come accade con il tema delle liberalizzazioni delle parafarmacie, così come impostato nel disegno di legge n. 1167, all’esame delle Commissioni riunite 1a e 11a del Senato. Altre contraddizioni si riscontrano con riferimento al settore dell’istruzione, di cui si sottolinea la valenza di stimolo fondamentale per la crescita della comunità, salvo dar luogo nella pratica ad un impoverimento del sistema scolastico, operato, ad esempio, attraverso la cancellazione dei corsi di formazione per gli adulti e la messa in discussione del prolungamento a 16 anni dell’obbligo scolastico. Anche in tema di innalzamento dell’età pensionabile delle donne, si registrano impostazioni discordanti tra i membri del Governo. Ancora: mentre nel Libro Bianco si dichiara di voler mettere al centro dell’attenzione la persona e l’inviolabilità della vita, si pongono in essere comportamenti diversi in tema di sicurezza, di immigrazione e di tutela dell’infanzia. Quanto ai temi della solidarietà, nel riportarsi a quanto già rimarcato dalla senatrice Ghedini, ribadisce che il ricorso al privato non rappresenta di per sé una garanzia di qualità dei servizi. Riscontra poi ulteriori contraddizioni tra il decurtamento dei finanziamenti destinati al terzo settore e le recenti dichiarazioni del ministro La Russa a proposito della cosiddetta ‘mini-naja’. Particolari critiche esprime in ordine alla parte nella quale il Libro Bianco si riferisce, in forma critica, ai risultati conseguiti dalla legge n. 328 sull’assistenza, che invece a suo giudizio ha svolto una funzione preziosa: è proprio da quanto realizzato sulla base di questa normativa che occorre a suo avviso partire per migliorare il sistema di welfare, che in Italia non si è tradotto unicamente in assistenzialismo. Dissente inoltre dalla impostazione del documento riferita alle politiche a favore della famiglia, che si muove in una logica arcaica di famiglia basata sul matrimonio, ignorando una realtà, ben più variegata, fatta anche di convivenze, tra persone non necessariamente di sesso opposto, e di famiglie allargate. Ritiene conclusivamente che l’Italia abbia bisogno di una autentica trasformazione culturale, nella quale si dia per acquisito, ad esempio, che il problema della conciliazione tra lavoro e famiglia riguarda entrambi i partner e non solo la donna. Il suo auspicio è la realizzazione di un processo di trasformazione di questo tipo.
Il senatore PICHETTO FRATIN (PdL) esprime apprezzamento per i contenuti del Libro Bianco, sottolineando con particolare favore la gestione della transizione che il Governo si è trovato ad affrontare in quest’ultimo anno ed auspica la conferma ed il rafforzamento del processo di ripresa dell’economia. E’ dunque indispensabile pensare fin d’ora alle azioni che bisognerà intraprendere allorché le aziende potranno riprendere a pieno regime la produzione. La velocità dei cambiamenti induce a pensare che il Paese avrà di fronte una società diversa, a partire dalla struttura demografica, con l’allungamento della vita media e con costi sociali imponenti che indurranno pertanto l’adozione di modelli di produzione diversi, in un contesto internazionale differente. Da ciò la necessità di affrontare correttamente i nuovi scenari, con il coraggio di operare scelte idonee; in questo senso il Libro Bianco rappresenta uno strumento che raccoglie le future iniziative del Governo in questa ottica nuova e complessa.
Il presidente GIULIANO ringrazia gli intervenuti e ricorda che il Ministro, come già concordato, è costretto ad allontanarsi per corrispondere ad altri impegni istituzionali. Rinvia pertanto il seguito del dibattito ad altra seduta.
La seduta termina alle ore 15.
86ª Seduta (2a pomeridiana)
Presidenza del Presidente
Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali Viespoli.
La seduta inizia alle ore 16,25.
IN SEDE CONSULTIVA SU ATTI DEL GOVERNO
Schema di decreto legislativo concernente: «Disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, recante attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro» (n. 79)
(Parere al Ministro per i rapporti con il Parlamento, ai sensi dell’articolo 1, commi 4, 5 e 6, della legge 3 agosto 2007, n. 123. Esame e rinvio)
Il relatore MORRA (PdL) illustra lo schema del decreto legislativo in titolo, sottolineando che esso opera una revisione complessiva della disciplina. Il nuovo intervento normativo, oltre a correggere taluni errori materiali ed a semplificare alcuni adempimenti, apporta modifiche ed integrazioni rilevanti. In considerazione della delicatezza della materia e dello scarso tempo a disposizione, in ragione dell’imminente inizio dei lavori dell’Assemblea, chiede pertanto di poter integrare la propria relazione nel corso di una prossima seduta.
Conviene la Commissione.
Il seguito dell’esame è quindi rinviato.
La seduta termina alle ore 16,35.