(Dal Resoconto Sommario)
SEDE CONSULTIVA
Martedì 12 ottobre 2004. – Presidenza del vicepresidente Angelo SANTORI. – Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Pasquale Viespoli.
La seduta comincia alle 14.10.
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2005).
C. 5310-bis Governo.
Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2005 e bilancio pluriennale per il triennio 2005-2007.
C. 5311 Governo.
Tabella n. 4: Stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
(Parere alla V Commissione).
(Seguito dell’esame congiunto e rinvio).
La Commissione prosegue l’esame, rinviato nella seduta del 7 ottobre 2004.
Dario GALLI (LNFP), relatore, ad integrazione dell’intervento illustrativo del 7 ottobre scorso, chiarisce che le riduzioni operate sul Fondo per l’occupazione e sul Fondo per le politiche sociali rientrano nelle misure di contenimento proprie di questa manovra finanziaria. Peraltro l’entità degli stanziamenti presenti nel disegno di legge in esame è tale da consentire comunque di far fronte agli interventi previsti per l’anno 2005.
Avanza quindi tre proposte, che ritiene potrebbero orientare la relazione che la Commissione dovrà approvare e trasmettere alla Commissione Bilancio. In primo luogo, dovrebbe essere reintrodotto, almeno a livello sperimentale, il bonus per l’incremento della natalità. Si tratta di una misura già presente nella finanziaria dell’anno scorso e che ha dato buoni risultati. In secondo luogo, ritiene opportuno far entrare nel Fondo per l’occupazione gli interventi di cassa integrazione per le piccole e medie imprese. Infine, ritiene opportuno sopprimere la sanzione penale prevista al comma 23 dell’articolo 34 per l’omesso versamento di ritenute certificate. Si tratta di una irregolarità che non comporta evasione fiscale e che quindi ritiene debba essere sanzionata in maniera diversa.
Aldo PERROTTA (FI) concorda con le osservazioni relative al comma 23 dell’articolo 34, che ritiene una misura priva di reale contenuto deterrente, in quanto gli eventuali processi durerebbero nella maggior parte dei casi fino alla prescrizione del reato.
Roberto GUERZONI (DS-U) esprime un giudizio negativo sul complesso della manovra finanziaria in esame, che ha un contenuto chiaramente recessivo rispetto al sistema economico. Di sicuro almeno 24 miliardi di euro vengono tagliati rispetto al bilancio a legislazione vigente, mentre già dall’anno passato, ma ancora più in questo, sarebbe necessario un intervento espansivo per rilanciare l’economia. Il deficit tendenziale dichiarato ufficialmente è infatti pari al 4,4 per cento, ma diversi istituti lo hanno calcolato intorno al 5 per cento. Anche l’eventuale riduzione delle imposte, che dovrebbe essere accompagnato da una copertura finanziaria, aggraverebbe il carattere recessivo della politica economica in corso, tra l’altro ridistribuendo il reddito a favore di quelli più elevati, senza alcun effetto sul ciclo economico. Alcune stime hanno consentito di calcolare un costo per ogni singola famiglia di 500 euro annui per far fronte alle riduzioni di spesa pubblica prevista dal disegno di legge in esame. Si tratta quindi di misure inadeguate oltre che inique e che nulla contribuiscono a costruire sul piano della innovazione, della ricerca, dello sviluppo e delle politiche per il Mezzogiorno.
In generale, fa presente che considerato che alcune spese sono incomprimibili, i tagli per le spese di investimento e per le misure di sostegno che interessano il mondo del lavoro saranno di molto superiori al 2 per cento.
Un punto qualificante su cui occorrerebbe intervenire è quello del potere di acquisto dei redditi da lavoro dipendente. In proposito l’unica norma che si rintraccia nel disegno di legge 5310-bis è l’articolo 14 sul pubblico impiego che prevede aumenti contrattuali ben lontani dal tasso di inflazione. È un nodo critico che andrebbe affrontato con decisione e che costituisce la condizione per poter aprire una trattativa con i sindacati. Oltretutto anche all’interno dell’Esecutivo si registrano divergenze di opinione, in particolare tra il Ministro del lavoro e quello delle Politiche agricole che parlano, in un caso, di un incremento del 2 per cento e, nell’altro, del 3,8 per cento. In realtà mancano entrambe le previsioni. A questo va aggiunto che per il quarto anno consentivo non viene restituito il fiscal drag.
Per quanto riguarda invece le assunzioni a tempo determinato di cui all’articolo 15, ritiene siano maturi i tempi per aprire una fase di stabilizzazione dei lavoratori interessati che, come è ormai chiaro, svolgono mansioni di carattere permanente e non straordinario.
Gli articoli 19 e 20 si occupano invece della materia previdenziale. In proposito ritiene che non si possa prescindere dal recupero degli stanziamenti destinati agli ammortizzatori sociali, laddove è previsto per il 2005 solamente l’aumento dell’indennità di disoccupazione. Si tratta di una questione politica molto delicata dopo l’approvazione della legge n. 30 del 2004 e del decreto legislativo n. 267 del 2004, che hanno ridisciplinato il mercato del lavoro. In tutte le sedi si solleva il problema della necessità di accompagnare la maggiore flessibilità del rapporto di lavoro con adeguate forme di tutela, la cosiddetta tutela «nel» mercato del lavoro. Occorre quindi prendere atto della mancata approvazione nell’anno corrente del disegno di legge A.S. 848-bis, giacente al Senato e intervenire già con la finanziaria.
Domenico BENEDETTI VALENTINI (AN), espresso un complessivo apprezzamento per la manovra finanziaria proposta dal Governo, ispirata a suo avviso ad una strategia coraggiosa ed equilibrata, formula pochi rilievi critici, sui quali richiama l’attenzione del relatore al fine di definire eventuali proposte di modifica della Commissione.
Sottolinea in primo luogo l’esigenza di prevedere il rifinanziamento del Fondo per l’incentivazione della partecipazione dei lavoratori nelle imprese, costituito con l’articolo 4, comma 112, della legge finanziaria per il 2004, evidenziando come sia all’esame delle Commissioni riunite VI e XI un provvedimento in materia di partecipazione dei lavoratori alla gestione d’impresa su cui si registra ampia condivisione. Evidenzia inoltre l’opportunità di sopprimere la norma in materia di assicurazione obbligatoria contro i rischi di calamità naturali e di evitare aggravi dell’imposta comunale sugli immobili. Quanto alla prevista revisione degli studi di settore, sottolinea come la stessa debba essere preceduta da processi di consultazione e concertazione con le categorie interessate e debba tenere conto dell’influenza dell’inflazione rispetto ai precedenti parametri nonché dei dati relativi ai settori in cui si siano registrati anomali aumenti tariffari.
Sottolineata l’opportunità di proseguire la lotta all’evasione, all’elusione, all’economia sommersa, già coerentemente sostenuta dal Governo, evidenzia come debbano tuttavia evitarsi inutili e gravose complicazioni contabili per le imprese, considerato che l’obiettivo perseguito dalla maggioranza deve essere invece la semplificazione.
Andrea DI TEODORO (FI) esprime la propria adesione complessiva al disegno di legge finanziaria in esame, che non contiene a suo avviso draconiane riduzioni della spesa sociale. Evidenzia in proposito come la riduzione del fondo per le politiche sociali corrisponda all’incirca alla somma degli incrementi di trasferimenti in favore dell’INPS, sottolineando come il vero problema da affrontare sia quello della commistione tra previdenza ed assistenza che, a causa dell’incomprimibilità della spesa previdenziale, penalizza quella per l’assistenza.
Sottolineato peraltro come si registrino incrementi degli stanziamenti per le politiche sociali e previdenziali rispetto all’assettamento del 2004, auspica un’attenta considerazione della spesa per la pubblica amministrazione. Rileva in proposito come sia condivisibile la fissazione di un tetto per i rinnovi contrattuali nel pubblico impiego (superiore a quello fissato per le altre voci di bilancio), risultando invece non del tutto comprensibili le numerose eccezioni in tale ambito.
Elena Emma CORDONI (DS-U) sottolinea come intendesse inizialmente soffermarsi nel suo intervento soltanto sugli ambiti di competenza della Commissione, in relazione all’esigenza di un esame proficuo dei documenti di bilancio finalizzato ad individuare i modi per finanziare provvedimenti da tempo in esame, quale ad esempio quello in materia di cumulo delle prestazioni in favore degli invalidi del lavoro e quello relativo all’assicurazione INAIL per le casalinghe. L’intervento del deputato Di Teodoro, tuttavia, la induce ad alcune puntualizzazioni in ordine alla manovra in esame ed al quadro economico in cui essa interviene: in primo luogo, la manovra proposta dal Governo prevede significativi tagli di spesa che incideranno soprattutto sulle fasce deboli della popolazione, mentre, dal lato delle entrate, a parte i dubbi esiti positivi dei condoni, segnalati anche dalle istituzioni intervenute sulla finanziaria, si prevedono inasprimenti fiscali attraverso la revisione degli studi di settore o addirittura tasse di scopo, come quella sulle calamità naturali, sinora opportunamente a carico della fiscalità generale. Evidenzia altresì come si intervenga nuovamente nella materia degli incentivi alle imprese, rischiando di ingenerare confusione e non destinando sufficienti risorse in particolare al Mezzogiorno.
Sottolineato il fallimento del modello macroeconomico proposto dall’ex ministro dell’economia Tremonti, fondato su meno tasse per avere più sviluppo, evidenzia come il problema che il paese è chiamato ad affrontare sia quello della competitività attraverso opportuni incentivi alla ricerca e all’innovazione. In tale ambito, risulta invece dannoso incidere sul potere d’acquisto delle fasce medie della popolazione, che sostengono maggiormente i consumi e dunque l’economia: ciò nonostante, non viene prevista alcuna restituzione del fiscal drag. Sottolinea in proposito l’opportunità di una presa di posizione della Commissione in favore della difesa del potere d’acquisto delle retribuzioni e delle pensioni.
Con riferimento all’articolo 15 del disegno di legge finanziaria, evidenzia quindi come sia necessario studiare percorsi di stabilizzazione per personale a tempo determinato, che da tempo presta la propria opera nell’ambito del pubblico impiego. Rileva come si sia finora intervenuti sul piano della flessibilità del lavoro senza apprestare le necessarie protezioni, in particolare in favore dei lavoratori atipici: essendovi norme in proposito nell’ambito delega previdenziale di cui alla legge n. 243 del 2004, auspica che la Commissione si attivi per assicurare le relative risorse, eventualmente recuperando la parte sugli ammortizzatori sociali contenuta nel disegno di legge A.S. 8848-bis, in esame al Senato.
Alfonso GIANNI (RC) sottolinea come i documenti di bilancio in esame siano sostanzialmente monchi, mancando del necessario nerbo centrale, che a parte tecnicismi e giochi contabili, dovrebbe consistere nell’affrontare la questione fiscale, sulla quale è centrata l’attenzione dell’opinione pubblica per promesse di cui si attende la traduzione pratica. Sottolineato come la riduzione delle tasse non sia realmente fattibile in un contesto come quello europeo caratterizzato da una tradizione di protezione sociale, rileva come l’economia internazionale sia in una fase, sebbene non di recessione, di crescita estremamente ridotta e sostanzialmente di stagnazione. Evidenzia in proposito come, secondo gli studiosi, in assenza di politiche di sostegno del lavoro, la crescita economica possa produrre aumento dei posti di lavoro solo se superiore al tre per cento; d’altro canto, le politiche finalizzate all’aumento dell’occupazione possono incidere per appena l’1-2 per cento in assenza di sviluppo dell’economia reale.
Evidenzia pertanto come la situazione dell’economia nazionale presenti aspetti drammatici in assenza di significativi impulsi in favore della competitività di sistema, che non può che fondarsi sulla qualità del lavoro e sulla valorizzazione delle risorse intellettuali, non dunque su basse retribuzioni che deprimono i consumi e ci vedono necessariamente perdenti rispetto ai paesi emergenti. Con riferimento al pubblico impiego, sottolinea l’opportunità di nuove politiche che, attraverso l’assegnazione di obiettivi, promuovano la produttività, calcolata in termini di migliore rendimento delle prestazioni alla collettività e non con criteri legati all’attività interna, spesso autoreferenziale.
Angelo SANTORI presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell’esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 16.