COMITATO RISTRETTO
Mercoledì 28 novembre 2012.
78 del 2010, Modifiche all’articolo 12 del decreto-legge n. 122 del 2010, in materia di convertito, con modificazioni, dalla legge n. ricongiunzione onerosa dei contributi previdenziali.
C. 3693 Gnecchi, C. 5215 Santelli, C. 5219 Fedriga.
Il comitato ristretto si è riunito dalle 14.05 alle 14.30.
INTERROGAZIONI
Mercoledì 28 novembre 2012. — Presidenza del presidente Silvano MOFFA indi del vicepresidente Giuliano CAZZOLA. – Interviene il viceministro del lavoro e delle politiche sociali, Michel Martone.
La seduta comincia alle 14.30.
5-07022 Rubinato: Deroghe per l’accesso dei contributori volontari al trattamento pensionistico.
Il viceministro Michel MARTONE risponde all’interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato.
Marialuisa GNECCHI (PD), cofirmataria dell’interrogazione in titolo, fa presente che il suo obiettivo è quello di evidenziare l’assurdità di un’interpretazione restrittiva, operata a posteriori in via amministrativa, delle norme vigenti in materia di contribuzione volontaria, tesa a pregiudicare i trattamenti pensionistici di numerosi lavoratori autorizzati alla prosecuzione volontaria dei contributi prima della data del 4 dicembre 2011, limite temporale stabilito con le recenti misure adottate dal Governo in materia pensionistica. Fa riferimento, quindi, al fatto che sono stati imposti per decreto ministeriale ulteriori requisiti penalizzanti nei confronti di tali lavoratori in difficoltà, riguardanti in particolare le prestazioni lavorative svolte a seguito dell’autorizzazione alla prosecuzione nonché l’accreditamento dei contributi. Osserva che tali interpretazioni amministrative risultano gravemente lesive dei diritti dei lavoratori e si collocano al di fuori dell’ambito applicativo delle norme, soprattutto se si pensa alle riforme previdenziali del 2004 e del 2007, con le quali, oltre a perseguire la finalità di elevare i requisiti pensionistici, si era inteso salvaguardare proprio i «prosecutori» volontari, prevedendosi, per tale finalità, lo stanziamento di adeguate risorse, regolarmente «asseverate» dai competenti uffici ministeriali.
In conclusione, ribadisce anche l’esigenza di fare chiarezza sulla portata applicativa delle più recenti norme in materia di contribuzione volontaria, al fine di scongiurare il rischio di una interpretazione equivoca o restrittiva delle nuove disposizioni inserite nel disegno di legge di stabilità, approvato dalla Camera e attualmente all’esame del Senato: ritiene necessario, infatti, precisare che la chiara volontà del legislatore è diretta a considerare soltanto le prestazioni lavorative a tempo indeterminato svolte dopo il 4 dicembre 2011 – e non dopo l’avvenuta autorizzazione alla prosecuzione volontaria – come rilevanti ai fini dell’eventuale esclusione dalle deroghe per l’accesso al trattamento pensionistico. Auspica, dunque, un intervento risolutivo del Governo in materia, che sia teso a evitare l’insorgere di lunghi contenziosi da parte dei lavoratori danneggiati.
5-08365 Vico: Sulle vicende occupazionali relative ai dipendenti della società Teleperformance.
5-08372 Damiano: Sulle vicende occupazionali relative ai dipendenti della società Teleperformance.
Silvano MOFFA, presidente, avverte che le interrogazioni in titolo, vertendo su identica materia, saranno svolte congiuntamente.
Il viceministro Michel MARTONE risponde alle interrogazioni in titolo nei termini riportati in allegato.
Cesare DAMIANO (PD) si dichiara insoddisfatto della risposta del rappresentante del Governo, giudicando inaccettabile che l’Esecutivo fornisca una disponibilità solo generica rispetto alla grave situazione produttiva e occupazionale di una realtà imprenditoriale che riveste una significativa importanza nell’ambito di un territorio come quello di Taranto, già gravemente colpito dalla crisi economica e scosso, anche di recente, dalle note problematiche di natura industriale e ambientale. Osservato, in linea generale, che quello dei call center rappresenta un settore particolarmente esposto a fenomeni distorsivi del mercato del lavoro, quali precariato e lavoro nero, che richiederebbero un’attenzione particolare da parte del Governo, si sofferma, quindi, sul caso specifico della società in questione, che ha annunciato il licenziamento di numerosi lavoratori, in gran parte giovani e donne, ovvero lavoratori in difficoltà. Con riferimento a tale situazione, chiede, pertanto, che il Governo si assuma maggiori responsabilità, attivandosi celermente per favorire, presso i dicasteri competenti, l’avvio di un tavolo formale di confronto tra le parti sociali, al fine di salvaguardare il posto di lavoro dei numerosi soggetti coinvolti, e ponendo, al contempo, le condizioni per un rilancio complessivo delle attività economiche di quell’area.
Ludovico VICO (PD), associandosi alle considerazioni svolte dal deputato Damiano, auspica che il Governo, oltre ad attivarsi doverosamente per l’apertura di un tavolo con le parti sociali per la definizione delle specifiche vicende economiche e occupazionali della società descritta nella sua interrogazione, affronti in modo concreto la questione, anzitutto sostenendo con serietà un’apposita proposta di legge di iniziativa parlamentare per la regolamentazione dei call center, tuttora pendente alla Camera, che risolverebbe in termini più generali simili problematiche.
5-08442 Mancuso: Obblighi contributivi dei medici veterinari «borsisti» verso la Gestione separata INPS.
Il viceministro Michel MARTONE risponde all’interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato.
Gianni MANCUSO (PdL) si dichiara completamente insoddisfatto della risposta del rappresentante del Governo, prendendo atto con amarezza che l’Esecutivo non ha alcuna volontà di risolvere la problematica della doppia imposizione contributiva cui sono soggetti taluni liberi professionisti. Ritiene particolarmente grave l’inerzia del Governo su tale punto, soprattutto se si considera che questo problema, coinvolgendo un numero esiguo di soggetti, potrebbe essere agevolmente risolto con un atto di tipo amministrativo, per l’adozione del quale i costi sarebbero irrisori. Giudica poi paradossale che il rappresentante del Governo, nella sua risposta, abbia fatto riferimento a esigenze di sostenibilità finanziaria a giustificazione del suo mancato intervento, considerato che l’INPS, ovvero l’Istituto presso la cui gestione speciale si richiede l’iscrizione a tali lavoratori, potendo attingere di volta in volta alle risorse del bilancio statale, non è soggetto a particolari restrizioni sotto il profilo della gestione finanziaria lungo un arco temporale esteso, così come richiesto, al contrario, alle casse privatizzate.
5-08452 Barani: Sulle norme relative al trattamento pensionistico del personale del SSN in soprannumero.
Il viceministro Michel MARTONE risponde all’interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato.
Lucio BARANI (PdL), nel ringraziare il rappresentante del Governo per la risposta fornita, prende atto che essa non ha fatto altro che confermare l’esistenza di una lacuna normativa, che impedisce al Sistema Sanitario Nazionale di procedere alla messa in atto di procedure di esubero finalizzate al pensionamento di quel personale ormai inutilizzato, il cui servizio viene, ad oggi, sostanzialmente garantito da società esterne. Evidenzia, quindi, l’esigenza di estendere anche a tale settore dell’amministrazione la possibilità di far valere le norme sul trattamento pensionistico del personale in soprannumero, prevalentemente inquadrato con ruoli di tipo esecutivo, in vista dell’assunzione di medici e infermieri, che garantirebbero invece
un determinante innalzamento del livello delle prestazioni sanitarie.
Giuliano CAZZOLA, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all’ordine del giorno.
La seduta termina alle 15.05.
SEDE CONSULTIVA
Mercoledì 28 novembre 2012. — Presidenza del vicepresidente Giuliano CAZZOLA. – Interviene il viceministro del lavoro e delle politiche sociali, Michel Martone.
La seduta comincia alle 15.05.
Disposizioni in materia di professioni non organizzate.
C. 1934-2077-3131-3488-3917-B, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
(Parere alla X Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).
La Commissione inizia l’esame del provvedimento in titolo.
Guido BONINO (LNP), relatore, osserva che la XI Commissione è chiamata a esprimere il parere, per quanto di competenza, sulla proposta di legge in esame, già approvata dalla Camera e modificata dal Senato, che intende favorire una disciplina associativa delle professioni non organizzate in ordini o collegi, realizzando un sistema di regole in grado di garantire un doppio livello di tutela, a vantaggio sia delle professioni sia dei consumatori. Fa notare, in proposito, che la sollecita espressione del parere è diretta ad assicurare a questo provvedimento un percorso accelerato, che sia in grado di portare a compimento un progetto di legge atteso dalle categorie interessate. Ricorda, infatti, che esso nasce dall’esigenza di individuare una minima forma di tutela organizzativa in favore di coloro che esercitano professioni basate su una attività economica volta alla prestazione di servizi o di opere a favore di terzi, esercitata abitualmente e prevalentemente mediante lavoro intellettuale o, comunque, con il suo concorso (con esclusione delle attività riservate per legge a soggetti iscritti in albi o elenchi e dei mestieri artigianali, commerciali e di pubblico esercizio, disciplinati da specifiche normative). In particolare, osserva che il progetto di legge apre la strada alla possibilità – per gli esercenti tali attività – di costituire associazioni a carattere professionale di natura privatistica, fondate su base volontaria, senza alcun vincolo di rappresentanza esclusiva, con il fine di valorizzare le competenze degli associati e diffondere tra essi il rispetto di regole deontologiche comuni.
Rileva, quindi, che il testo licenziato dal Senato, oggi nuovamente all’esame della XI Commissione in sede consultiva, contiene alcune circoscritte novità, limitatamente alle quali la Camera dei deputati è chiamata a concentrare la sua attenzione, a norma dell’articolo 70, comma 2, del Regolamento, che impone di circoscrivere l’esame in seconda lettura alle sole modifiche apportate al testo dall’altro ramo del Parlamento. Nello specifico, evidenzia che l’unica modifica di rilievo che interessa le parti di competenza della XI Commissione è costituita dall’inserimento di un nuovo comma 3 all’articolo 4, che dispone che le singole associazioni professionali possono promuovere la costituzione di comitati di indirizzo e sorveglianza sui criteri di valutazione e rilascio dei sistemi di qualificazione e competenza professionali, precisando che ai suddetti comitati partecipano, previo accordo tra le parti, le associazioni dei lavoratori, degli imprenditori e dei consumatori maggiormente rappresentative sul piano nazionale.
Per tali ragioni, preso atto dei limitati profili di competenza della XI Commissione, propone di esprimere un parere favorevole sul progetto di legge in esame.
Giulio SANTAGATA (PD), pur sottolineando che il suo gruppo non intende ostacolare la rapida conclusione dell’iter di esame del provvedimento, ritiene che non sia possibile ignorare taluni palesi e insidiosi elementi di criticità introdotti nel testo a seguito delle modifiche apportate dal Senato, che hanno alterato, in parte, lo spirito originario del provvedimento. Fa notare, infatti, che il testo licenziato dal Senato, nonostante abbia mantenuto un impianto normativo sostanzialmente positivo, contiene anche misure discutibili – sulle quali, peraltro, la Camera non potrà più pronunciarsi, se vuole che il provvedimento sia definitivamente approvato – in tema di ordini e collegi: in particolare, l’aver voluto prevedere che sia garantito, e non diffuso, il rispetto delle regole deontologiche e l’aver accentuato la tendenza a introdurre un regime «ordinistico» comportano conseguenze restrittive per gli stessi lavoratori interessati, che perderebbero quelle forme di libertà derivanti dalla mancata iscrizione ad un ordine professionale. Pur comprendendo, dunque, che una legge di regolamentazione serve proprio per dare un minimo di base comune alla quantità infinita di nuovi lavori e professioni che non sono «ingabbiati» in ordini, contesta il fatto che la soluzione proposta dal Senato rispetto a questa esigenza appaia proprio quella di realizzare nuovi ordini professionali.
In conclusione, ribadendo che le parti positive del provvedimento restano comunque numerose, preannuncia che il suo gruppo non si opporrà all’espressione di un parere favorevole, pur auspicando per il futuro il ripristino di una logica più coerente con le finalità dell’intervento normativo originario.
Giuliano CAZZOLA, presidente, condividendo le considerazioni svolte dal deputato Santagata, rileva comunque che le modifiche introdotte dal Senato incidono solo in minima parte sulle materie di competenza della Commissione. Ricorda, peraltro, che in origine la XI Commissione aveva tentato anche di intervenire sui profili previdenziali che interessano le categorie coinvolte dal progetto di legge in esame.
Guido BONINO (LNP), relatore, giudica condivisibili i rilievi critici testé svolti, ritenendo tuttavia utile che la Commissione si esprima positivamente sul testo in esame, al fine di evitare un rallentamento dell’iter presso la Commissione di merito, nell’ambito della quale, peraltro, sembrerebbero maturare le condizioni per il trasferimento alla sede legislativa.
Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.
La seduta termina alle 15.15.
ATTI DEL GOVERNO
Mercoledì 28 novembre 2012. — Presidenza del vicepresidente Giuliano CAZZOLA indi del presidente Silvano MOFFA. – Interviene il viceministro del lavoro e delle politiche sociali, Michel Martone.
La seduta comincia alle 15.15.
Proposta di nomina del professor Pietro Antonio Varesi a presidente dell’Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori (ISFOL).
Nomina n. 162
(Seguito dell’esame e rinvio).
La Commissione prosegue l’esame della proposta di nomina in titolo, rinviato nella seduta di ieri.
Giuliano CAZZOLA, presidente e relatore, ricorda di avere proposto, a conclusione del dibattito svoltosi nella seduta di ieri, che la Commissione esprima parere favorevole sulla proposta di nomina in esame.
Ivano MIGLIOLI (PD) rileva che da un’approfondita ricerca svolta sulle proposte di nomina sottoposte dal Governo al Parlamento dall’inizio della legislatura ad oggi, emerge che, dei 162 atti di nomina presentati alle Camere, soltanto per 16 nomine si è trattato di discutere del conferimento di incarichi a figure di genere femminile. Tale dato, a suo avviso, è molto grave, non soltanto perché la percentuale di rappresentanza femminile nelle nomine governative è scesa addirittura sotto il livello, già risibile, del 10 per cento rispetto al totale, ma anche perché le Camere, per ciascuna delle nomine proposte, non hanno mai avuto la possibilità di incidere effettivamente sulla scelta finale del candidato, trattandosi di votare un parere obbligatorio, ma non vincolante. Per tale ragione, preannuncia la propria intenzione di non partecipare al voto sulla proposta di parere del relatore, precisando che tale atteggiamento non intende mettere in discussone l’elevato profilo di professionalità del candidato alla presidenza dell’ISFOL, di cui apprezza sinceramente le qualità professionali, oltre che umane: il suo gesto, infatti, mira esclusivamente a stigmatizzare un atteggiamento inaccettabile del Governo, gravemente lesivo dei principi di parità di genere e degli impegni assunti di fronte alla Commissione.
Cesare DAMIANO (PD) giudica grave che il Governo, per l’ennesima volta, abbia proceduto a una proposta di nomina non rispettosa dei criteri di genere, violando gli impegni assunti in Commissione nel corso di questa legislatura, senza peraltro preoccuparsi di intavolare un confronto preventivo con il Parlamento in relazione al conferimento di incarichi di indubbia rilevanza, in ordine ai quali i deputati potrebbero anche suggerire soluzioni alternative. Pur apprezzando lo sforzo del Ministro Fornero di considerare più generali criteri di pari opportunità nelle nomine presso enti pubblici o privatizzati, fa notare che tale sforzo appare ancora insufficiente sotto il profilo dei rapporti con il Parlamento, dal momento che gli incarichi conferiti a personalità femminili hanno riguardato spesso ruoli di minore rilevanza, non sottoposti al parere della Commissione. Sebbene desideri sottolineare l’eccellente grado di competenza e professionalità del candidato alla presidenza dell’ISFOL, che non intende in alcun modo mettere in dubbio, ritiene necessario, tuttavia, stigmatizzare il metodo utilizzato dal Governo nelle procedure di nomina, assumendo un comportamento coerente con le determinazioni già adottate in materia dalla Commissione: per tale motivo, fa presente che non potrà partecipare alla votazione sulla proposta di parere favorevole formulata dal relatore.
Massimiliano FEDRIGA (LNP) prende atto con rammarico del repentino cambiamento di orientamento degli esponenti del gruppo del Partito Democratico, che oggi, anche per il tramite del loro rappresentante in Commissione, hanno, di fatto, manifestato la volontà di non partecipare alla votazione, smentendo le intenzioni di voto contrario preannunciate nella seduta di ieri, che richiama esplicitamente all’attenzione della Commissione stessa. Fa notare che il suo gruppo, al contrario, intendendo perseguire con convinzione una linea di coerenza, voterà contro la proposta di nomina in esame, nel segno di un’assoluta indipendenza rispetto al Governo in carica, non rinvenibile, a suo giudizio, negli atteggiamenti dei deputati del Partito Democratico.
Avverte, peraltro, che il suo gruppo – proprio al fine di non favorire, in via indiretta, i gruppi di maggioranza – si allontanerà momentaneamente dall’aula della Commissione e parteciperà alla votazione nella seconda chiama dei deputati soltanto ove si registrasse la presenza del numero legale al termine della prima chiama.
Silvano MOFFA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, avverte che la seduta sarà brevemente sospesa, per consentire ai deputati che non intendano partecipare al voto di allontanarsi dall’aula della Commissione.
Sospende, quindi, la seduta.
La seduta, sospesa alle 15.25, è ripresa alle 15.30.
Silvano MOFFA, presidente, indìce la votazione sulla proposta di parere favorevole formulata dal relatore.
La Commissione procede alla votazione per scrutinio segreto sulla proposta di parere del relatore).
Silvano MOFFA, presidente, constata la mancanza del numero legale e, apprezzate le circostanze, prende atto che non vi sono le condizioni per tornare a convocare la Commissione su tale argomento nella giornata odierna. Avverte, di conseguenza, che la Commissione tornerà a riunirsi per l’esame della proposta di nomina in titolo nella giornata di martedì 4 dicembre 2012, data in cui verrà in scadenza il termine per l’espressione del parere parlamentare.
Rinvia, quindi, il seguito dell’esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 15.40.
UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
Mercoledì 28 novembre 2012.
L’ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.40 alle 15.50.
AVVERTENZA
Il seguente punto all’ordine del giorno non è stato trattato:
COMITATO RISTRETTO
Disposizioni in materia di totalizzazione dei periodi assicurativi e di estensione del diritto alla pensione supplementare.
Ulteriore nuovo testo unificato C. 3871 Gnecchi, C. 4260 Cazzola, C. 4384 Poli.
SEDE CONSULTIVA
Martedì 27 novembre 2012. — Presidenza del presidente Silvano MOFFA.
La seduta comincia alle 10.55.
Variazione nella composizione della Commissione.
Silvano MOFFA, presidente, comunica che il deputato Ignazio Messina è entrato a far parte della Commissione.
Equo compenso nel settore giornalistico.
C. 3555-B, approvata dalla VII Commissione permanente della Camera e modificata dalla 11a Commissione permanente del Senato.
(Parere alla VII Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).
Silvano MOFFA, presidente e relatore, osserva che la XI Commissione è chiamata ad esprimere il parere, per quanto di competenza, sulla 3555-B, recante norme per promuovere l’equità retributiva proposta di legge n. nel lavoro giornalistico. Ricorda, innanzitutto, che la proposta normativa in esame mira a tutelare il diritto all’informazione dei cittadini, assicurando che ai lavoratori del settore (per il tramite dei quali tale diritto può essere esercitato) siano garantite condizioni di libertà e dignità, anche attraverso il riconoscimento di trattamenti economici equi, laddove si è in presenza di un rapporto di lavoro non subordinato: tale intervento normativo, dunque, muove dalla consapevolezza dei grandi cambiamenti tecnologici ed economici dell’attuale panorama dell’informazione, che hanno portato, oltre ad un incremento delle possibilità di accesso ai mass media e ad un aumento degli iscritti all’albo dei giornalisti, anche ad una progressiva «precarizzazione» dei rapporti di lavoro, con remunerazioni spesso non adeguate alle prestazioni offerte. Al riguardo, rammenta che l’iter parlamentare del provvedimento, che finalmente si avvia alla sua conclusione, ha avuto inizio presso la VII Commissione della Camera, la quale – a seguito di una lunga e complessa discussione – lo ha approvato in sede legislativa; tale provvedimento, quindi, trasmesso al Senato e assegnato in sede deliberante alla 11a Commissione, è stato sottoposto all’esame di un apposito Comitato ristretto, che è pervenuto alla formulazione di un nuovo testo. Segnala, quindi, che quest’ultimo testo presenta talune modifiche rispetto al provvedimento della Camera, rese necessarie anche dall’esigenza di armonizzarne il contenuto in relazione alle norme di recente introdotte, in materia di mercato del lavoro, dalla cosiddetta «riforma Fornero». Fa notare che il testo licenziato dal Senato, oggi nuovamente all’esame della XI Commissione in sede consultiva, contiene pertanto alcune novità, limitatamente alle quali la Camera dei deputati è chiamata a concentrare la sua attenzione, a norma dell’articolo 70, comma 2, del Regolamento, che impone di circoscrivere l’esame in seconda lettura alle sole modifiche apportate al testo dall’altro ramo del Parlamento.
Tra gli elementi di innovazione introdotti dall’altro ramo del Parlamento, evidenzia anzitutto le disposizioni che definiscono puntualmente le finalità, le definizioni e l’ambito applicativo della proposta di legge, attribuendo particolare rilevanza alla natura e alla caratteristiche delle prestazioni svolte dai lavoratori in questione ai fini di un equo compenso, che viene così definito in termini di proporzionalità (venendo meno il concetto di requisiti minimi di equità contributiva), nonché quelle che disciplinano più dettagliatamente l’accesso ai contributi in favore dell’editoria, prevedendo forme di decadenza certa in caso di mancanza dei requisiti previsti dalla legge, oltre alla nullità dei patti contenenti condizioni contrattuali in violazione dell’equo compenso; viene inoltre prevista, dal nuovo testo, la presentazione alle Camere di una relazione annuale da parte del Presidente del Consiglio dei ministri in ordine all’attuazione della legge. Per quanto concerne le norme di più diretto interesse della Commissione, segnala l’articolo 2, che, istituendo la Commissione per la valutazione dell’equo compenso nel lavoro giornalistico (presieduta dal sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega per l’informazione), ne disciplina la durata, pari a tre anni, e la composizione, prevedendo come componenti al suo interno i seguenti soggetti: un rappresentante delle organizzazioni sindacali dei giornalisti comparativamente più rappresentative sul piano nazionale; un rappresentante delle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei committenti comparativamente più rappresentative sul piano nazionale; un rappresentante dell’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani (INPGI).
In conclusione, preso atto del contenuto del progetto di legge e dei profili di competenza della XI Commissione e considerato che si tratta di favorire la definitiva approvazione, in sede legislativa, di un testo ampiamente condiviso e atteso dagli addetti ai lavori, in quanto finalizzato a migliorare la condizione economica dei tanti lavoratori precari del settore, propone di esprimere un parere favorevole sul provvedimento in esame.
Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.
Sull’ordine dei lavori.
Maria Grazia GATTI (PD), intervenendo in relazione all’organizzazione dei lavori della Commissione per le prossime settimane, chiede alla presidenza di valutare la possibilità di convocare in audizione la Consigliera nazionale di parità e una rappresentanza della rete territoriale delle consigliere di parità, alla luce delle recenti misure di 95 del 2012 riduzione della spesa adottate dal Governo, con il decreto-legge n. (cosiddetto «spending review»), in particolare ai danni degli enti locali. Ricordato che le consigliere di parità svolgono un ruolo essenziale di rappresentanza delle lavoratrici in tutto il territorio nazionale, anche nell’ambito delle vertenze giudiziarie di lavoro, auspica che in quella occasione di confronto sia possibile, oltre che fare chiarezza sullo stato delle risorse a disposizione di tali organismi, anche realizzare un bilancio relativo al lavoro svolto in sede di tutela e rappresentanza dei diritti delle lavoratrici, soprattutto in ambito giudiziale. Fatto notare che tale richiesta è formulata di comune accordo con gli altri gruppi di maggioranza, si augura che essa possa essere presa in seria considerazione dalla presidenza della Commissione, tenuto conto della delicatezza dei temi in discussione.
Paola PELINO (PdL) fa presente che il suo gruppo condivide la richiesta testé formulata.
Silvano MOFFA, presidente, si riserva di verificare il possibile svolgimento dell’audizione appena prospettata, assicurando che tale questione sarà affrontata nella prossima riunione dell’ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.
La seduta termina alle 11.05.
SEDE REFERENTE
Martedì 27 novembre 2012. — Presidenza del presidente Silvano MOFFA. — Interviene il viceministro del lavoro e delle politiche sociali, Michel Martone.
La seduta comincia alle 14.05.
Sui lavori della Commissione.
Silvano MOFFA, presidente, comunica che – secondo quanto preannunciato in via informale nella mattinata di oggi e facendo seguito alle intese intercorse con i rappresentanti dei gruppi – le riunioni dei comitati ristretti sulle materie della ricongiunzione onerosa dei contributi previdenziali e della totalizzazione dei periodi assicurativi, già previste per la giornata di domani, saranno anticipate alle ore 14, al fine di consentire l’intervento del competente rappresentante del Governo. Al contempo, avverte che – sempre nella giornata di domani – sarà convocata una seduta della Commissione in sede consultiva, al fine di rendere il parere di competenza alla X Commissione sul progetto di legge recante disposizioni in materia di professioni non organizzate (C. 1934-2077-3131-3488-3917-B), già approvato dalla Camera e modificato dal Senato, del quale appare quanto mai probabile un sollecito trasferimento alla sede legislativa.
La Commissione prende atto.
Abrogazione dell’articolo 36 della legge 16 giugno 1939, 1045, concernente l’igiene e l’abitabilità degli equipaggi a bordo delle navi n. mercantili nazionali.
C. 4699 Sbai.
(Seguito dell’esame e rinvio).
La Commissione prosegue l’esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 22 novembre 2012.
Silvano MOFFA, presidente, avverte che non sono stati presentati emendamenti al progetto di legge in titolo, che sarà conseguentemente inviato alle competenti Commissioni parlamentari, per l’espressione dei prescritti pareri.
Nell’auspicare, quindi, che le Commissioni competenti in sede consultiva si pronuncino in tempi quanto mai rapidi, invita sin d’ora i gruppi a valutare l’eventualità di impegnarsi – una volta acquisiti i predetti pareri – affinché si realizzino, per quanto di competenza, le condizioni per la richiesta di trasferimento del provvedimento alla sede legislativa.
Rinvia, quindi, il seguito dell’esame ad altra seduta.
Modifiche dell’ordinamento e della struttura organizzativa degli enti previdenziali.
C. 5463 Moffa, C. 5503 Cazzola, C. 5539 Motta, C. 5572 Fabbri.
(Seguito dell’esame e rinvio).
La Commissione prosegue l’esame dei provvedimenti in titolo, rinviato nella seduta dell’8 novembre 2012.
Silvano MOFFA, presidente, comunica preliminarmente che – facendo seguito a quanto preannunciato in occasione dell’ultima seduta – è stata 5572 Fabbri: poiché assegnata alla Commissione anche la proposta di legge n. tale proposta verte su materia analoga a quella recata dai progetti di legge di cui è già iniziato l’esame, la presidenza ne ha disposto l’abbinamento, ai sensi dell’articolo 77, comma 1, del Regolamento.
Fa notare, al riguardo, che la 5572, così come indicato nella relazione illustrativa, proposta di legge n. provvede alla definizione di un’adeguata distribuzione dei poteri e delle competenze spettanti agli organi istituzionali degli enti previdenziali nei processi decisionali, al fine di assicurare una gestione amministrativa e finanziaria improntata a criteri di efficacia, economicità e trasparenza, secondo le logiche delle moderne aziende di servizi; la proposta in esame, dunque, superando l’attuale fase di gestione straordinaria caratterizzata da un sistema gestionale monocratico, mira a garantire una governance degli enti che preveda la presenza di un organismo di vertice gestionale – il consiglio di amministrazione – costituito da personalità di comprovate esperienza, autonomia e indipendenza, affiancato da un comitato di indirizzo strategico e da un consiglio di vigilanza con poteri rafforzati. Rileva, peraltro, che anche questo provvedimento, a differenza della proposta di legge 5503 Cazzola (che è l’unica che rinvia la riforma del sistema a futuri n. provvedimenti legislativi delegati), intende intervenire direttamente sul regime esistente, prevedendo la revisione dell’attuale modello di governance, alla stregua di quanto disposto delle proposte di legge nn. 5463 Moffa e 5539 Motta.
Anche alla luce dell’avvenuta assegnazione di tale ulteriore proposta, invita, pertanto, la Commissione a riflettere sulle più opportune modalità di prosecuzione dell’iter dei progetti di legge abbinati, al fine di tracciare un percorso di esame che assicuri un tempestivo ed esauriente approfondimento dei testi in esame.
Carmen MOTTA (PD), nel concordare sull’esigenza di procedere a una tempestiva prosecuzione dell’esame, ritiene opportuno dedicare un’ulteriore seduta della Commissione al dibattito di carattere generale, nel cui ambito si riserva di svolgere proprie riflessioni rispetto alle considerazioni introduttive svolte dal relatore nelle precedenti sedute. Fa notare, quindi, che potrebbe poi essere demandato allo stesso relatore il compito di verificare se sia possibile procedere alla scelta di un testo da proporre come testo base o se, al contrario, sia necessario istituire un apposito Comitato ristretto per la predisposizione di un testo unificato dei diversi provvedimenti abbinati.
Silvano MOFFA, presidente, giudica condivisibile la proposta di svolgere una nuova seduta, da fissare nella prossima settimana, dedicata al dibattito di carattere generale, rimettendo poi al relatore la formulazione delle più opportune proposte circa la prosecuzione dell’iter, nell’auspicio che si possa giungere quanto prima alla definizione di un testo condiviso, da sottoporre alla discussione dell’Assemblea.
Massimiliano FEDRIGA (LNP) esprime perplessità sull’ipotesi che – alla luce delle considerazioni sinora svolte – vi sia l’intenzione di non procedere alla nomina di un Comitato ristretto per il seguito dell’istruttoria legislativa.
Silvano MOFFA, presidente, fa notare che in Commissione non si è ancora posto il problema dell’eventuale nomina di un Comitato ristretto, dovendosi prima concludere il dibattito di carattere generale che, di fatto, non è ad oggi iniziato in attesa dell’assegnazione delle proposte di legge preannunciate da parte di diversi gruppi. Ritiene, dunque, che il compito di prospettare le modalità per la prosecuzione dell’iter debba coerentemente essere rimesso al relatore al termine del dibattito, fermo restando che l’eventuale scelta di predisporre un testo unificato delle proposte abbinate non potrà presumibilmente prescindere dall’istituzione di un Comitato ristretto.
Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia, quindi, il seguito dell’esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 14.15.
ATTI DEL GOVERNO
Martedì 27 novembre 2012. — Presidenza del presidente Silvano MOFFA. — Interviene il viceministro del lavoro e delle politiche sociali, Michel Martone.
La seduta comincia alle 14.15.
Proposta di nomina del professor Pietro Antonio Varesi a presidente dell’Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori (ISFOL).
Nomina n. 162.
(Esame e rinvio).
La Commissione inizia l’esame della proposta di nomina in titolo.
Giuliano CAZZOLA (PdL), relatore, osserva che la Commissione è chiamata a esprimere, ai sensi della legge 24 gennaio 1978, 14, il parere di competenza – che ricorda essere obbligatorio, ma non n. vincolante – sulla proposta di nomina del professor Pietro Antonio Varesi a presidente dell’Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori (ISFOL). In proposito, fa preliminarmente notare che il candidato presenta un curriculum vitae di assoluto rilievo: ricorda, infatti, che tale figura, oltre a ricoprire il ruolo di docente universitario ed essere autore di numerosi testi giuridici di grande interesse, ha rivestito anche importanti incarichi, non soltanto di consulenza, per organismi istituzionali operanti nel campo delle politiche attive del lavoro e del sostegno all’occupazione. In particolare, giudica doveroso sottolineare che il candidato è stato componente del comitato tecnico-scientifico dell’ISFOL e ha svolto per numerosi anni il ruolo di presidente dell’Agenzia del lavoro della provincia autonoma di Trento, a testimonianza del suo elevato grado di competenza, che appare pienamente coerente con i compiti che deriveranno dal suo incarico.
Per anticipare un possibile aspetto problematico, ritiene poi opportuno soffermarsi su una questione specifica, più volte dibattuta in occasione dell’esame di precedenti proposte di nomina di iniziativa governativa, dichiarandosi convinto che essa verrà richiamata con forza nel corso del dibattito. Si riferisce, in particolare, alla presunta mancanza di candidature che rispondano a criteri di parità di genere, più volte sottolineata da diversi gruppi in Commissione, in relazione alla quale ritiene opportuno fare presente di avere acquisito una documentazione dal competente Ministero, dalla quale si desume come, nelle nomine finora effettuate dal Ministro Fornero, vi sia una netta prevalenza di figure femminili (si passa, infatti, dal rapporto di 10 uomini e 3 donne nominate dal precedente Ministro al rapporto di 2 uomini e 12 donne nominate dal Ministro in carica), anche rispetto ad incarichi di una certa rilevanza.
Per tali ragioni, preso atto anche dell’adeguatezza del profilo professionale del candidato, ritiene che sussistano i presupposti per un orientamento positivo da parte della Commissione sulla proposta di nomina in esame.
Silvano MOFFA, presidente, ringrazia il relatore per avere fornito alla Commissione, in aggiunta alla consueta illustrazione del profilo professionale del candidato proposto dal Governo, anche un approfondimento dei dati relativi al riconoscimento della parità di genere negli incarichi di competenza ministeriale.
Massimiliano FEDRIGA (LNP), pur premettendo che il suo gruppo preferisce valutare una candidatura dal punto di vista della effettiva competenza e professionalità della persona proposta, piuttosto che invocare a priori questioni di genere, fa notare che per una più esauriente illustrazione dei dati testé forniti servirebbe precisare l’incarico specifico per il quale le donne indicate sarebbero state nominate dal Ministro, sottolineando come una nomina alla presidenza di un ente come l’ISFOL non possa essere paragonata a quella in un ruolo non di vertice di altri organismi.
Silvano MOFFA, presidente, fa notare che dall’analisi dell’elenco di nomine richiamato dal relatore sembra emergere la preposizione di numerose donne ad importanti incarichi di vertice, a testimonianza di un certo «cambiamento di rotta» del Governo su questo versante.
Maria Grazia GATTI (PD) stigmatizza anzitutto l’atteggiamento del relatore, il quale ha sottoposto all’attenzione della Commissione, in modo irrituale, una questione delicata come se essa fosse frutto di una propria intuizione preventiva e non di un confronto informale con taluni rappresentanti di gruppo. Fa, altresì, notare che l’elenco esposto dal relatore fa riferimento quasi esclusivamente a nomine per le quali non è richiesto il parere parlamentare, sottolineando peraltro come nominare una donna alla presidenza di un ente sia profondamente diverso dal designarla per incarichi di minore peso presso analoghi organismi. Osserva, infatti, che anche nel caso in esame si è di fronte a un’ulteriore proposta di nomina, per la quale è prescritto il parere parlamentare, che risulta inadeguata sotto il profilo del rispetto dei principi di parità di genere: richiama, in proposito, la risoluzione approvata quasi all’unanimità nel novembre del 2008 dalla XI Commissione, che recava precise indicazioni nei confronti del Governo, il quale si impegnava a sottoporre alla Commissione stessa proposte di nomina, per l’espressione del parere parlamentare di propria competenza, che rispettassero i criteri di genere.
Ribadisce, dunque, che l’ennesima candidatura maschile prospettata dall’Esecutivo al Parlamento pone un problema reale, che non può essere sottovalutato, dal momento che, a suo avviso, nel mondo femminile esistono significative professionalità ed esperienze, pienamente in grado di adempiere ai compiti richiesti. Pur precisando che non è in discussione la capacità professionale e la piena rispettabilità del candidato proposto, che appare in possesso degli idonei requisiti di competenza, si dichiara fermamente contraria alla proposta di nomina in esame, dal momento che con essa il Governo è venuto meno all’impegno assunto in Commissione in ordine al rispetto dei criteri di rappresentanza di genere.
Per le ragioni esposte, ritenendo che sia giunto il momento di assumere una posizione coerente con gli impegni deliberati a suo tempo nei confronti del Governo, preannuncia il proprio voto contrario sulla proposta di nomina in titolo e auspica, di conseguenza, che anche gli altri componenti del suo gruppo si comportino in modo analogo.
Massimiliano FEDRIGA (LNP) preannuncia che il suo gruppo – per ragioni non necessariamente coincidenti con quelle esposte nell’intervento che lo ha preceduto – voterà contro la proposta di nomina in esame.
Maria Anna MADIA (PD) preannuncia il proprio voto contrario sulla proposta di nomina in esame, sottolineando come tale determinazione non dipenda da una valutazione negativa circa il profilo professionale del candidato, di cui apprezza le capacità e le competenze, ma dall’esigenza di far rispettare un principio di parità di genere, sul quale il Governo ha assunto precisi impegni di fronte alla Commissione.
Luigi BOBBA (PD), rilevando che la nomina in questione riguarda un soggetto il cui curriculum vitae risponde pienamente ai profili di elevata responsabilità e qualificazione richiesti dall’incarico, ritiene che non si possa ignorare che il Governo si era impegnato a procedere a nomine rispettose dei criteri di genere, in accoglimento di un preciso atto di indirizzo approvato dalla Commissione. Ritiene, peraltro, che tale elemento di metodo debba essere considerato unitamente alle valutazioni di merito riguardanti il profilo professionale di assoluto rilievo del candidato proposto, al fine di giungere a orientamenti di voto pienamente consapevoli e adeguatamente motivati. Per tale ragione, giudica importante prendere atto anche di un certo cambiamento di orientamento del Ministro competente in materia di parità di genere che, seppure in relazione a nomine non sottoposte al parere della Commissione, sembra emergere dai dati forniti dal relatore, auspicando che il Governo possa garantire in futuro un pieno rispetto degli impegni assunti.
Lucia CODURELLI (PD), nell’associarsi agli interventi svolti, sottolinea che si è innanzi all’ennesimo inadempimento da parte del Governo rispetto a un impegno, assunto di fronte alla XI Commissione, mirato a garantire il rispetto del principio di parità tra uomini e donne nelle nomine governative. Dopo avere ricordato che la Commissione ha più volte auspicato la presentazione da parte del Governo di una rosa di candidati nel cui ambito scegliere la figura da nominare, ritiene che sia giunto il momento di interrompere un comportamento inaccettabile del Ministro, tanto più grave, a suo giudizio, se si considera anche la titolarità della delega in materia di pari opportunità.
Preannuncia, per tali ragioni, il suo voto contrario sulla proposta di nomina in esame.
Giuliano CAZZOLA (PdL), relatore, pur rispettando le posizioni espresse dai gruppi nel dibattito, reputa esagerato invocare una presunta «cecità» del Ministro nelle nomine di propria competenza, che sarebbe tesa a escludere le donne da importanti incarichi in enti e organismi pubblici o privatizzati: si tratta, a suo avviso, di una palese forzatura della realtà, attuata secondo ricostruzioni che giudica non realistiche. Ritiene, infatti, che non si possa ignorare che il Ministro Fornero abbia favorito, sin dall’inizio del suo incarico, la nomina di donne in ruoli di vertice di importanti enti, dimostrando un comportamento in controtendenza rispetto ai Governi precedenti, inclusi quelli sostenuti da una maggioranza di centrosinistra. Fa, altresì, notare che appare strumentale disconoscere l’importanza di tali nomine, adducendo come giustificazione il fatto che esse non rientrano tra quelle sottoposte al parere parlamentare, dal momento che ogni nomina ha una sua propria dignità, che non può derivare dal tipo di procedura richiesta per il suo perfezionamento, e che diverse delle nomine effettuate dal Ministro nell’ultimo anno riguardano, in realtà, incarichi in enti che gestiscono risorse ben più elevate di quelle che fanno capo all’ISFOL.
Ritiene, pertanto, che ciascun deputato debba assumersi la responsabilità della propria scelta di voto di fronte all’opinione pubblica, auspicando che si possa in ogni caso giungere a una convergenza ampia a favore della proposta di nomina in esame, sulla quale propone alla Commissione – a conclusione del dibattito – di esprimere un parere favorevole.
Maria Grazia GATTI (PD), intervenendo per una precisazione, ricorda nel dettaglio gli impegni recati dal più volte richiamato atto di indirizzo approvato dalla Commissione nel corso della corrente legislatura, che dimostrano come l’Esecutivo li abbia largamente disattesi, in violazione del principio di pari opportunità nelle nomine presso gli enti.
Giuliano CAZZOLA (PdL), relatore, fa notare che, in base alla documentazione in suo possesso, emergono dati inconfutabili che dimostrano l’infondatezza di tali argomentazioni, dal momento che le nomine di donne preposte, dal Ministro in carica, al vertice di importanti enti pubblici e privatizzati – sia pur non sottoposte al parere parlamentare – risultano di gran lunga superiori alle nomine di genere maschile.
Paola PELINO (PdL), intendendo svolgere una propria considerazione diretta a ricondurre i toni del dibattito a una maggiore serenità, osserva che molti degli interventi che hanno avuto luogo nella seduta odierna non sembrano voler mettere in dubbio l’intenzione del Governo in carica di procedere, in linea generale, a nomine rispettose dei criteri di rappresentanza di genere, quanto auspicare che, tra gli atti di nomina sottoposti al parere parlamentare, ve ne sia almeno uno rispondente a tali profili, sul quale la Commissione possa finalmente votare a favore con piena convinzione.
Silvano MOFFA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, ritiene anzitutto opportuno precisare che, allo stato, i poteri della Commissione sulle proposte di nomina sono fortemente circoscritti, dal momento che ad essa è richiesto semplicemente di pronunciarsi a favore o contro la proposta del Governo, senza alcuna possibilità di scegliere tra una rosa di candidati e, dunque, di concorrere alla nomina medesima.
In ogni caso, a prescindere dalla validità delle diverse argomentazioni oggi svolte, prende atto che le posizioni dei gruppi sono emerse in tutta la loro chiarezza e che, pertanto, vi sono le condizioni per giungere a una valutazione consapevole da parte della Commissione sulla proposta di parere favorevole testé formulata dal relatore, che sarà conseguentemente posta in votazione sin dalla seduta già fissata per la giornata di domani.
Rinvia, quindi, il seguito dell’esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 14.40.