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Il Diario del Lavoro

Quotidiano online del lavoro e delle relazioni industriali

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Home - Camera - Commissione Lavoro, pubblico e privato (Dai Resoconti Sommari)

Commissione Lavoro, pubblico e privato (Dai Resoconti Sommari)

21 Novembre 2018
in Camera

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
Mercoledì 21 novembre 2018.
L’ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.50 alle 15.
SEDE CONSULTIVA
Mercoledì 21 novembre 2018. — Presidenza del presidente Andrea GIACCONE. – Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Claudio Durigon.
La seduta comincia alle 15.
DL 113/2018: Disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione, sicurezza pubblica, nonché misure per la funzionalità del Ministero dell’interno e l’organizzazione e il funzionamento dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Delega al Governo in materia di riordino dei ruoli e delle carriere delle Forze di polizia e delle Forze armate.
 
C. 1346 Governo, approvato dal Senato. 
(Parere alla I Commissione). 
(Seguito dell’esame e rinvio).
La Commissione prosegue l’esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta di ieri.
Andrea GIACCONE, presidente, avverte che l’ordine del giorno reca il seguito dell’esame in sede consultiva, ai fini dell’espressione del parere alla I Commissione, del disegno di legge di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 ottobre 2018, n. 113: Disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione, sicurezza pubblica, nonché misure per la funzionalità del Ministero dell’interno e l’organizzazione e il funzionamento dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Delega al Governo in materia di riordino dei ruoli e delle carriere delle Forze di polizia e delle Forze armate (C. 1346 Governo, approvato dal Senato). 
Ricorda che nella seduta di ieri il relatore ha svolto la relazione. Lo invita quindi a illustrare la sua proposta di parere.
Virginio CAPARVI (Lega), relatore, illustra la sua proposta di parere favorevole.
Debora SERRACCHIANI (PD), intervenendo sull’ordine dei lavori, dichiara di non ritenere opportuno che la Commissione si esprima sul testo di un provvedimento di tale importanza, quando lo stesso appare ancora suscettibile di essere modificato. Tale metodo di lavoro, inoltre, risulta ancora più inopportuno alla luce della possibilità che sul provvedimento sia posta la questione di fiducia, come già avvenuto al Senato. A suo giudizio, pertanto, la Commissione dovrebbe attendere il testo risultante dall’esame degli emendamenti eventualmente approvati dalla I Commissione, prima di esprimere il parere di competenza.
Andrea GIACCONE, presidente, osserva che tali questioni sono state già affrontate nel corso dell’esame in sede consultiva del disegno di legge n. 1189, recante misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione. In tale occasione, si era stabilito di esprimere il parere sul testo originario del disegno di legge, ferma restando la possibilità per la Commissione di essere nuovamente convocata nel caso in cui le Commissioni di merito avessero introdotto modifiche sulle parti di competenza. Del resto, si tratta di una prassi seguita in modo costante e conforme al dettato regolamentare.
Renata POLVERINI (FI) obietta che l’espressione di un parere su testi ancora all’esame delle Commissioni in sede referente nella scorsa legislatura ha rappresentato un’eccezione, mentre in quella attuale sta assumendo caratteristiche di ricorrenza.
Debora SERRACCHIANI (PD), ribadendo le considerazioni già espresse, ritiene che il parere espresso dalla Commissione sul provvedimento ancora in discussione sarebbe sostanzialmente inutile.
Walter RIZZETTO (FdI) ritiene che, da un punto di vista metodologico, sia preferibile che la Commissione si esprima sul testo licenziato dalla Commissione di merito, per non rendere la regola una procedura che nella scorsa legislatura è stata solo un’eccezione. Da un punto di vista più generale, auspica un miglior coordinamento tra i lavori dell’Assemblea e quelli delle Commissioni.
Marco LACARRA (PD), riconoscendo al presidente l’equilibrio con il quale organizza i lavori della Commissione, su cui influisce negativamente la farraginosità dei lavori dell’Assemblea, si associa ai colleghi che hanno chiesto che il parere sia reso sul testo definitivo del provvedimento.

Sebastiano CUBEDDU (M5S) ritiene che la Commissione possa legittimamente esprimersi sul testo del provvedimento trasmesso dal Senato, anche per il fatto che non è detto che la Commissione di merito vi introduca modifiche. Si tratta, a suo avviso, di una modalità organizzativa dei lavori parlamentari che evita inutili duplicazioni dei lavori dei singoli organi.
Elena MURELLI (Lega), concordando con quanto affermato dal presidente e dal collega Cubeddu, ritiene che la Commissione possa esprimersi sul testo in esame, fatta salva la possibilità di un’ulteriore convocazione per l’espressione di un nuovo parere sulle eventuali modifiche introdotte dalla Commissione di merito, se riconducibili alle competenze della Commissione.
Renata POLVERINI (FI) esprime il proprio forte disappunto per i continui richiami della maggioranza alla necessità di realizzare risparmi, ponendo continue limitazioni alle modalità di lavoro dei deputati. E questo nonostante che, una volta al Governo, la maggioranza stessa non sempre appaia coerente con quanto invocato nella scorsa legislatura e nel corso della campagna elettorale.
Sebastiano CUBEDDU (M5S) interviene per precisare di non aver voluto sollevare una questione di risparmi economici, ma di razionalizzazione dei lavori parlamentari.
Antonio VISCOMI (PD) fa osservare ai colleghi che le premesse della proposta di parere del relatore recano puntuali richiami a disposizioni del provvedimento che potrebbero essere modificate dalla Commissione di merito. Pertanto, se reso su tale testo, il parere perderebbe di significato e di peso, incidendo negativamente sul lavoro parlamentare.
Davide TRIPIEDI (M5S) ritiene che la Commissione possa legittimamente esprimersi sul provvedimento assegnato, nel testo trasmesso dal Senato, attualmente all’esame della Commissione di merito. Comprende le perplessità dei colleghi su una modalità di lavoro che, tuttavia, nella scorsa legislatura era una prassi, specialmente con riferimento ai decreti-legge già approvati dal Senato in prima lettura, i cui tempi di conversione, pertanto, rendono estremamente limitata la possibilità per la Camera di introdurre modifiche. Si associa, quindi, alla proposta di esprimere il parere sul testo trasmesso dal Senato, fatta naturalmente salva la possibilità di esprimere un nuovo parere.
Paolo ZANGRILLO (FI), facendo riferimento alla propria esperienza di deputato alla prima legislatura, osserva che l’espressione del parere su un testo suscettibile di essere modificato dimostra, a suo avviso, lo scarso conto in cui è tenuto il lavoro dei parlamentari, che hanno dedicato tempo e impegno all’approfondimento di un testo che potrebbe essere superato dai fatti. È un sistema di lavoro che ritiene intollerabile, considerando anche che è stato fatto proprio da quella parte politica che, all’opposizione nella scorsa legislatura, non perdeva occasione per criticare la scarsa razionalità dei lavori parlamentari.
Serse SOVERINI (Misto-CP-A-PS-A) ritiene che i cittadini e, in particolare, gli elettori dei singoli parlamentari non potrebbero comprendere questo metodo di lavoro che, in sostanza, consiste nel conferire una delega in bianco, di cui la Commissione di merito può non tenere alcun conto.
Romina MURA (PD), associandosi agli apprezzamenti dei colleghi per l’equilibrio dimostrato dal presidente, ritiene che la Commissione debba approfondire i temi del decreto-legge, che presenta profili di dubbia costituzionalità e sul quale la stessa maggioranza appare divisa. Il parere, pertanto, dovrebbe essere reso sul testo approvato dalla Commissione di merito, perché è necessario che il lavoro del Parlamento non sia svuotato del suo contenuto e che i singoli parlamentari, anche della maggioranza, possano esprimere liberamente le proprie posizioni, anche in dissenso agli orientamenti dei gruppi di appartenenza.
Alessandro ZAN (PD), rifacendosi alla sua esperienza nella scorsa legislatura, ritiene che il parere reso su un testo, poi modificato dalla Commissione di merito, potrebbe essere inficiato da dubbi di legittimità. Pertanto, ritiene che la Commissione in sede referente debba richiedere il parere delle Commissioni in sede consultiva al termine dell’esame delle proposte emendative e prima di conferire il mandato al relatore.
Andrea GIACCONE, presidente, desidera svolgere alcune precisazioni, in risposta alle osservazioni dei colleghi. Ricorda, innanzitutto, che l’articolo 73, comma 2, del Regolamento stabilisce che la Commissione interpellata per il parere lo esprime nel termine di otto giorni dalla distribuzione dello stampato, ovvero, nel caso di progetti di legge dichiarati urgenti e di decreti-legge, nel termine di tre giorni, salvo proroga, e che, se il termine scade senza che il parere sia pervenuto, la Commissione competente per il merito può procedere nell’esame del progetto. Il dettato regolamentare, dunque, appare chiaro nel configurare il parere delle Commissioni competenti in sede consultiva come un elemento che, di norma, le Commissioni referenti acquisiscono prima di procedere all’esame degli emendamenti e che può concorrere ad arricchire e indirizzare l’istruttoria legislativa in sede referente. 
Ciò premesso, non è esclusa la facoltà della Commissione di esprimere un nuovo parere sul testo risultante dagli eventuali emendamenti approvati in sede referente, a condizione, naturalmente, che questa sia disposta a riunirsi tra la conclusione dell’esame degli emendamenti in sede referente e il conferimento del mandato al relatore.
Marco LACARRA (PD) ritiene che l’interpretazione del presidente dell’articolo 73 del Regolamento non coincida con quella del suo gruppo.
Alessandro ZAN (PD) chiede un chiarimento sulla possibilità che la Commissione sia convocata nuovamente per esprimere il parere sul testo eventualmente modificato.
Andrea GIACCONE, presidente, conferma quanto già affermato, in linea con le disposizioni regolamentari.
Paolo ZANGRILLO (FI) ribadisce la sua contrarietà sul fatto che la Commissione si esprima su un testo che potrebbe essere modificato dalla Commissione di merito.
Andrea GIACCONE, presidente, prendendo atto della diversità delle opinioni espresse da alcuni colleghi, ribadisce che il parere reso sul testo originario può utilmente contribuire a orientare l’esame presso la Commissione di merito, anche mediante l’eventuale richiesta di introdurre modifiche.
Davide TRIPIEDI (M5S) interviene per ribadire le considerazioni già svolte e confermare il sostegno alla lettura del disposto regolamentare fornita dal presidente.
Andrea GIACCONE, presidente, sollecita i colleghi a intervenire sul merito della proposta di parere del relatore.
Debora SERRACCHIANI (PD) chiede chiarimenti sull’organizzazione dei lavori della Commissione.
Andrea GIACCONE, presidente, ricorda che, come preannunciato nella seduta di ieri, il relatore ha formulato la sua proposta di parere favorevole, su cui i deputati possono ora intervenire.
Alessandro ZAN (PD), entrando nel merito del provvedimento, esprime la propria preoccupazione per il carattere fortemente illiberale e per i profili di dubbia costituzionalità dello stesso. Non solo esso gli appare contrario a tutte le convenzioni che riconoscono e tutelano i diritti umani, ma, a suo giudizio, i risultati che si otterranno saranno contrari a quelli che il Governo si aspetta. La limitazione del sistema degli SPRAR, che ha permesso ai sindaci di portare avanti un sistema di accoglienza diffusa e di superare la concentrazione dei migranti nei centri di accoglienza, porterà a un aumento dei clandestini e a un peggioramento della percezione del fenomeno da parte dei cittadini. Ciò dimostrerà l’impossibilità di affrontare questioni complesse con soluzioni semplicistiche e muscolari e comporterà un ritorno al passato, mettendo da parte i buoni risultati raggiunti con la gestione della questione da parte del precedente Ministro dell’interno. Auspica, pertanto, che la stessa maggioranza sia sensibile a tali aspetti e che, conseguentemente, siano introdotte modifiche al testo.
Antonio VISCOMI (PD) esprime la sua contrarietà al testo del decreto-legge in esame e, conseguentemente, alla proposta di parere favorevole del relatore. Non si può infatti, a suo avviso, essere favorevoli a norme che limitano fortemente i diritti dei migranti e di coloro che li assistono o a norme che, consentendo la riapertura dei centri di accoglienza e la ripresa del fenomeno della clandestinità dei migranti, contribuiranno ad alimentare negli italiani sentimenti razzisti e xenofobi.
Chiara GRIBAUDO (PD) intende portare all’attenzione dei colleghi la situazione che si sta verificando in alcuni comuni del basso Piemonte. Ritiene, tuttavia, che il comportamento dei colleghi del gruppo del MoVimento 5 Stelle non le consenta di svolgere il proprio intervento.
Andrea GIACCONE, presidente, invita tutti i colleghi a mantenere un atteggiamento consono alla sede. 
Essendo imminente la ripresa della seduta dell’Assemblea, rinvia quindi il seguito dell’esame ad altra seduta, avvertendo che la Commissione potrà essere convocata nel corso della giornata odierna, compatibilmente con l’andamento dei lavori dell’Assemblea, per procedere all’espressione del parere.
La seduta termina alle 16.

SEDE CONSULTIVA
Mercoledì 21 novembre 2018. — Presidenza del presidente Andrea GIACCONE.
La seduta comincia alle 19.55.
DL 113/2018: Disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione, sicurezza pubblica, nonché misure per la funzionalità del Ministero dell’interno e l’organizzazione e il funzionamento dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Delega al Governo in materia di riordino dei ruoli e delle carriere delle Forze di polizia e delle Forze armate.
 
C. 1346 Governo, approvato dal Senato. 
(Parere alla I Commissione). 
(Seguito dell’esame e conclusione – Parere favorevole).
La Commissione prosegue l’esame del provvedimento in oggetto, rinviato, da ultimo, nella seduta pomeridiana della giornata odierna.
Andrea GIACCONE, presidente, ricorda che l’ordine del giorno reca il seguito dell’esame in sede consultiva, ai fini dell’espressione del parere alla I Commissione, del disegno di legge n. 1346, di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 ottobre 2018, n. 113, approvato dal Senato, rinviato, da ultimo, nella seduta pomeridiana odierna, nella quale il relatore ha illustrato la sua proposta di parere favorevole e sono intervenuti alcuni deputati. 
Chiede se vi siano altri colleghi che intendono intervenire.
Debora SERRACCHIANI (PD) esprime forti riserve sulle modalità di organizzazione dei lavori della Commissione, che, con la convocazione a ridosso della sospensione dei lavori dell’Assemblea, non hanno lasciato ai deputati il tempo sufficiente per un esame approfondito del decreto-legge. Avverte che gli altri componenti il gruppo del Partito Democratico non sono presenti, per dare un segnale politico alla maggioranza e indurla a una riflessione sulla necessità di rivedere le modalità di conduzione dei lavori e il tono del confronto in Commissione. Quindi, dopo avere preannunciato la sua contrarietà sulla proposta di parere del relatore, dichiara di non partecipare al voto, intendendo lasciare l’Aula della Commissione per protesta.
Sebastiano CUBEDDU (M5S), notando una contraddizione tra quanto testé dichiarato dalla collega Serracchiani e quanto invece manifestato in Assemblea dai suoi colleghi di gruppo, osserva che l’organizzazione dei lavori, sicuramente farraginosa, dipende dal fatto che essa va inquadrata in un momento di grande sforzo sul piano legislativo, in cui i deputati sono impegnati con l’esame del disegno di legge di bilancio e di altri provvedimenti di estrema importanza.
Walter RIZZETTO (FdI) preannuncia l’astensione del suo gruppo nella votazione sulla proposta di parere del relatore.
Serse SOVERINI (Misto-CP-A-PS-A) non condivide quanto affermato dal collega Cubeddu e si oppone a qualsiasi tentativo di strumentalizzare l’intervento della collega Serracchiani, che intendeva, a ragione, lamentare lo svuotamento del lavoro del parlamentare.
Andrea GIACCONE, presidente, si assume la responsabilità della convocazione della seduta così strettamente a ridosso della sospensione dei lavori dell’Assemblea e, pur ricordando che ciò era stato preannunciato dalla presidenza al termine della seduta pomeridiana della Commissione, si impegna per il futuro a evitare, per quanto possibile, simili inconvenienti.
Paolo ZANGRILLO (FI), pur comprendendo la necessità di concentrare i lavori delle Commissioni nelle pause dei lavori dell’Assemblea, esprime la sua difficoltà ad adattarsi a tale modo di operare. Nel contempo, dà la piena disponibilità del suo gruppo a collaborare con il presidente nella ricerca di modalità più razionali di organizzazione dei lavori.
Andrea GIACCONE, presidente, osserva che la questione potrà essere affrontata nella prossima riunione dell’ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.
Elena MURELLI (Lega) ritiene che il tempo per discutere nel merito del decreto-legge sarebbe stato più che sufficiente se non fosse stato utilizzato per dibattere su questioni squisitamente procedurali. Ritiene, inoltre, che il problema dell’organizzazione dei lavori della Commissione debba essere sottoposto alla Presidenza della Camera, dato lo stretto intreccio con i lavori dell’Assemblea. Constatando, quindi, la presenza di quasi tutti i gruppi, ritiene che la Commissione possa procedere all’espressione del parere di competenza.
Carlo FATUZZO (FI) chiede chiarimenti sullo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, in quanto tale punto all’ordine del giorno non è stato trattato.

Andrea GIACCONE, presidente, rassicura il collega Fatuzzo che una sessione di interrogazioni a risposta immediata potrà essere prevista già nella prossima settimana utile di lavori della Commissione.
Ettore Guglielmo EPIFANI (LeU) preannuncia il voto contrario sulla proposta di parere del relatore, essendo fortemente critico sul decreto-legge in esame, che, a suo avviso, non affronta correttamente problemi la cui esistenza, peraltro, non è possibile negare. Ritiene, comunque, che la competenza della Commissione sul provvedimento sia piuttosto marginale, tanto da ritenere di dubbia utilità il parere che essa si appresta a esprimere. Infine, pur preferendo confrontarsi sul merito dei provvedimenti, condivide l’opinione dei colleghi sulla necessità di ripensare le modalità di organizzazione dei lavori parlamentari, ad esempio dedicando alle sedute delle Commissioni uno o due giorni pieni, come avviene in altri Parlamenti.
Paolo ZANGRILLO (FI) si associa alle considerazioni del collega Epifani, mentre dichiara di non condividere quanto affermato dalla collega Murelli.
Daniele MOSCHIONI (Lega) si dichiara d’accordo con il collega Epifani, sulla necessità di nuove modalità di organizzazione dei lavori del Parlamento, e con la collega Murelli, sulla inutilità di dedicare il tempo a disposizione della Commissione a questioni procedurali piuttosto che all’esame del merito del decreto-legge. Sentendosi, quindi, offeso dall’intervento della collega Serracchiani, che considera l’ennesimo attacco alla maggioranza, evidenzia la presenza in Commissione del gruppo della Lega, disposto a impegnarsi nell’esame dei provvedimenti ritenuti necessari per il bene del Paese.
Andrea GIACCONE, presidente, ribadisce di accogliere le critiche sul ridotto preavviso nella convocazione della seduta, ma ricorda di avere avvertito i colleghi che la Commissione sarebbe tornata a riunirsi nel corso della giornata, compatibilmente con l’andamento dei lavori dell’Assemblea.
Elena MURELLI (Lega), intervenendo per dichiarazione di voto, preannuncia il voto favorevole del gruppo della Lega sul decreto-legge in esame, che, come più volte affermato dal Ministro Salvini, porterà un contributo decisivo alla soluzione dei numerosi problemi che affronta, dalla lotta all’immigrazione selvaggia e senza controllo, al contrasto alla mafia e al terrorismo, nonché, infine, alle difficoltà operative e logistiche delle Forze dell’ordine e delle Forze armate.
Serse SOVERINI (Misto-CP-A-PS-A) preannuncia il voto contrario sulla proposta di parere del relatore.
Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole del relatore.
La seduta termina alle 20.20.

AVVERTENZA
I seguenti punti all’ordine del giorno non sono stati trattati:
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA
Su questioni riguardanti il Ministero del lavoro e delle politiche sociali.

SEDE REFERENTE
Modifiche al decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 479, concernenti l’ordinamento e la struttura organizzativa dell’Istituto nazionale della previdenza sociale e dell’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. 
C. 479 Carla Cantone e C. 1158 Murelli.

RISOLUZIONI
7-00075 Gribaudo: Iniziative per la salvaguardia dell’occupazione nel settore della produzione dei mezzi di trasporto e dei loro componenti, con particolare riguardo alla situazione del gruppo FCA.
7-00108 Segneri: Iniziative per la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali nel settore dell’industria automobilistica, con particolare riferimento alla situazione del gruppo FCA.

AUDIZIONI INFORMALI
Martedì 20 novembre 2018.
Audizione di Luca Ceresoli, responsabile della sezione oncologia pneumologica e urologica dell’ospedale Humanitas Gavazzeni di Bergamo, e di Riccardo Palmisano, amministratore delegato di MolMed S.p.a., nell’ambito della discussione congiunta delle risoluzioni 7-00010 Serracchiani, 7-00051 Pallini, 7-00055 Rizzetto, 7-00057 Epifani, 7-00059 Polverini e 7-00060 Murelli, in materia di riconoscimento di benefici previdenziali in favore di lavoratori esposti all’amianto.
L’audizione informale è stata svolta dalle 14 alle 14.45.

SEDE CONSULTIVA
Martedì 20 novembre 2018. – Presidenza del presidente Andrea GIACCONE.
La seduta comincia alle 14.45.
DL 113/2018: Disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione, sicurezza pubblica, nonché misure per la funzionalità del Ministero dell’interno e l’organizzazione e il funzionamento dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Delega al Governo in materia di riordino dei ruoli e delle carriere delle Forze di polizia e delle Forze armate.
 
C. 1436 Governo, approvato dal Senato. 
(Parere alla I Commissione). 
(Esame e rinvio).
La Commissione inizia l’esame del provvedimento in oggetto.
Andrea GIACCONE, presidente, avverte che l’ordine del giorno reca l’esame in sede consultiva, ai fini dell’espressione del parere alla I Commissione, del disegno di legge n. 1346, approvato dal Senato della Repubblica, di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 ottobre 2018, n. 113: Disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione, sicurezza pubblica, nonché misure per la funzionalità del Ministero dell’interno e l’organizzazione e il funzionamento dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Delega al Governo in materia di riordino dei ruoli e delle carriere delle Forze di polizia e delle Forze armate. 
Invita, quindi, il relatore, onorevole Caparvi, a svolgere la relazione introduttiva.
Virginio CAPARVI (Lega), relatore, rileva, preliminarmente, che l’articolo 1 del disegno di legge di conversione del decreto-legge prevede, ai commi da 2 a 5, il conferimento al Governo delle deleghe per l’adozione di decreti legislativi sia in materia di riordino dei ruoli e delle carriere del personale delle Forze armate, sia in materia di revisione dei ruoli del personale delle Forze di polizia. 
Passando al decreto-legge, dopo avere segnalato che esso consta di 74 articoli, osserva, per quanto di competenza della Commissione, che, al Titolo I, in materia di immigrazione, al Capo I, l’articolo 1 reca l’abrogazione dell’istituto del permesso di soggiorno per motivi umanitari e introduce modifiche alla disciplina relativa ai permessi di soggiorno temporaneo. Segnala, in particolare, che il comma 1, lettera 
i), introduce modifiche alla disciplina del permesso rilasciato in caso di particolare sfruttamento del lavoratore straniero, il quale abbia presentato denuncia e cooperi nel procedimento penale instaurato contro il datore di lavoro, ai sensi dell’articolo 22, comma 12-quater, del Testo unico dell’immigrazione (decreto legislativo n. 286 del 1998). In particolare, sulla base del decreto-legge, tale permesso, classificato tra i casi speciali di permesso di soggiorno, consente lo svolgimento di attività lavorativa e può essere convertito, alla scadenza, in permesso di soggiorno per lavoro subordinato o autonomo. Inoltre, ai titolari di tale permesso di soggiorno speciale non si applicano, sulla base della successiva lettera m), le disposizioni di cui all’articolo 27-quater del Testo unico, relative all’ingresso e soggiorno per lavoratori altamente qualificati. Segnala, altresì, che la lettera n-bis) dispone l’abrogazione delle disposizioni che, da un lato, impediscono il rifiuto del rinnovo del permesso di soggiorno per motivi di studio, di accesso al lavoro ovvero di lavoro subordinato o autonomo, al compimento della maggiore età, ai minori stranieri non accompagnati in caso di mancato rilascio del parere positivo del Comitato per i minori stranieri e, dall’altro, prevedono l’applicazione dell’istituto del silenzio-assenso. 
Passa, quindi, all’articolo 6-
bis, che regola le condizioni alle quali gli stranieri notificati come familiari conviventi di agenti diplomatici, di membri del personale amministrativo e tecnico, di funzionari e impiegati consolari o di funzionari internazionali possono svolgere un’attività lavorativa nel territorio nazionale. La norma prevede, inoltre, che, fermo restando il rispetto della normativa italiana in materia fiscale, previdenziale e di lavoro e fatte salve le diverse disposizioni previste dagli accordi internazionali, tali soggetti non godono dell’immunità dalla giurisdizione civile e amministrativa, se prevista, per gli atti compiuti nell’esercizio dell’attività lavorativa. 
Venendo al Capo II, che riguarda la protezione internazionale, si sofferma, in particolare, sull’articolo 12, il quale introduce significative modifiche al sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR), sostanzialmente limitandolo ai titolari di protezione internazionale, ai titolari di permessi di soggiorno speciali e ai minori stranieri non accompagnati, rimanendone esclusi i richiedenti asilo. A tal fine, la norma dispone la ridenominazione del sistema. In tale articolo, segnala, al comma 2, lettera 
l), la modifica dell’articolo 22 del decreto legislativo n. 142 del 2015, con l’abrogazione della previsione della possibilità per i richiedenti che usufruiscono delle misure di accoglienza di frequentare corsi di formazione professionale, eventualmente previsti dal programma dell’ente locale dedicato all’accoglienza del richiedente. Segnala, altresì, che l’articolo 12-bis prevede il monitoraggio dell’andamento dei flussi migratori, al fine della progressiva chiusura delle strutture temporanee di accoglienza, e che l’articolo 12-ter impone alle cooperative sociali, qualora svolgano attività a favore degli stranieri, di pubblicare trimestralmente nei propri siti internet o portali digitali l’elenco dei soggetti a cui sono versate somme per lo svolgimento di servizi finalizzati ad attività di integrazione, assistenza e protezione sociale. 
Rileva, quindi, che, al Titolo II, Capo II, recante disposizioni di contrasto delle associazioni mafiose, l’articolo 24 interviene in materia di impugnazione delle misure di carattere patrimoniale di cui al Codice antimafia, nonché in tema di documentazione antimafia, mentre l’articolo 25 mira a inasprire il trattamento sanzionatorio per le condotte degli appaltatori, che facciano ricorso illecitamente a meccanismi di subappalto. L’articolo 26, con la finalità di vigilare sulla regolarità dei cantieri, include il prefetto tra i destinatari della notifica preliminare da inviare prima dell’inizio dei lavori in alcuni cantieri temporanei o mobili. Il successivo articolo 26-
bis introduce l’obbligo per i gestori di impianti di stoccaggio e di lavorazione dei rifiuti di predisporre un piano di emergenza interna, finalizzato, tra l’altro, alla informazione dei lavoratori. La norma prevede, inoltre, il regolare aggiornamento del piano, previa consultazione del personale che lavora nell’impianto, ivi compreso il personale di imprese subappaltatrici a lungo termine. 
Passando a illustrare il Titolo III, Capo I, recante disposizioni per la funzionalità del Ministero dell’interno, segnala, in particolare, l’articolo 32, il quale, in applicazione di quanto disposto dall’articolo 2, comma 1, lettera 
a), del decreto-legge n. 95 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 135 del 2012, dispone la riduzione di ventinove posti di livello dirigenziale generale, di cui otto di livello dirigenziale generale assegnati ai prefetti nell’ambito degli Uffici centrali del Ministero dell’interno e ventuno di prefetti collocati a disposizione. Di conseguenza, la norma prevede la rideterminazione della dotazione organica dei prefetti di cui alla Tabella 1 allegata al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 22 maggio 2015, che, come si legge nella relazione illustrativa, terrà conto della soppressione della Direzione centrale per gli affari generali della Polizia di Stato del Dipartimento della Pubblica sicurezza, già prevista dal decreto del Presidente della Repubblica 2 agosto 2018. Per quanto riguarda la riduzione del numero dei prefetti collocati a disposizione, la norma, contestualmente, provvede a limitare il numero di casi in cui è possibile ricorrere all’istituto. Sulla base del comma 2, restano ferme le dotazioni organiche dei viceprefetti e dei viceprefetti aggiunti, del personale appartenente alle qualifiche dirigenziali di prima e di seconda fascia, nonché del personale non dirigenziale appartenente alle aree prima, seconda e terza dell’Amministrazione civile dell’Interno. Il comma 3 dispone la riduzione di tre unità del numero massimo di posti da prefetto da coprire attraverso nomina e inquadramento riservati ai dirigenti della Polizia di Stato che espletano funzioni di polizia e, infine, il comma 4 rinvia a un successivo decreto del Ministro dell’interno, da emanarsi entro il 31 dicembre 2018, l’attuazione delle disposizioni. 
Rileva che l’articolo 32-
bis dispone l’istituzione, presso il Ministero dell’interno, di un apposito nucleo, composto da personale della carriera prefettizia, nell’ambito del quale sono individuati i componenti della Commissione straordinaria per la gestione degli enti sciolti per fenomeni di infiltrazione e di condizionamento di tipo mafioso o similare. Al nucleo è assegnato, nell’ambito delle risorse organiche della carriera prefettizia, un contingente di personale non superiore a cinquanta unità, di cui dieci con qualifica di prefetto e quaranta con qualifica fino a viceprefetto. Tale personale può essere collocato in posizione di disponibilità in base alla vigente normativa, per l’esercizio a tempo pieno e in via esclusiva delle funzioni commissariali, ove l’amministrazione ne ravvisi l’urgenza. La norma, quindi, rinvia a un successivo decreto del Ministro dell’interno l’individuazione delle modalità, dei criteri e della durata dell’assegnazione del personale al nucleo e dispone che, fermi restando i compensi spettanti per lo svolgimento delle attività commissariali, non è prevista l’attribuzione di compensi, indennità, gettoni di presenza, rimborsi di spese o emolumenti comunque denominati. 
L’articolo 32-
ter, sempre con riferimento al personale della carriera prefettizia, modifica la normativa relativa alla nomina del presidente della Commissione per la progressione in carriera. Mi soffermo, quindi, sull’articolo 32-sexies, che prevede l’istituzione del Centro Alti studi del Ministero dell’interno, il quale non costituisce articolazione di livello dirigenziale del Ministero medesimo e ha compiti di promozione, organizzazione e realizzazione di iniziative finalizzate allo studio e all’approfondimento dei profili normativi e amministrativi attinenti all’esercizio delle funzioni e dei compiti dell’Amministrazione civile dell’interno. Il Centro, fermi restando la dotazione organica e il contingente dei prefetti collocati a disposizione, è presieduto da un prefetto, con funzioni di presidente, e opera attraverso un consiglio direttivo e un comitato scientifico composto da rappresentanti dell’Amministrazione civile dell’interno, docenti universitari ed esperti in discipline amministrative, storiche, sociali e della comunicazione. Al presidente e ai componenti del Centro non spetta alcun tipo di emolumenti o rimborsi. 
Segnala, inoltre, che l’articolo 33 autorizza la spesa, a decorrere dal 2018, di 38.091.560 euro per il pagamento dei compensi per prestazioni di lavoro straordinario svolte dagli appartenenti alle Forze di Polizia, anche in deroga al limite dell’ammontare delle risorse destinate al trattamento accessorio del personale delle amministrazioni pubbliche fissato dal decreto legislativo n. 75 del 2017, mentre l’articolo 34 incrementa gli stanziamenti per la retribuzione del personale volontario dei Vigili del fuoco. L’articolo 35, infine, introduce disposizioni di carattere finanziario finalizzate all’adozione di provvedimenti normativi in materia di riordino dei ruoli e delle carriere del personale delle Forze di polizia e delle Forze armate, ivi comprese le Capitanerie di porto. 
Rileva, quindi, che l’articolo 35-
bis autorizza i comuni che, nel triennio 2016-2018, hanno rispettato i vincoli di finanza pubblica, ad assumere a tempo indeterminato personale di polizia municipale, nel limite della spesa sostenuta per tale personale nel 2016 e fermo restando il conseguimento degli equilibri di bilancio. La norma precisa, inoltre, che le cessazioni nel 2018 non rilevano ai fini del calcolo delle facoltà assunzionali del restante personale. 
L’articolo 35-
quater dispone l’istituzione di un fondo presso il Ministero dell’interno per il potenziamento delle iniziative in materia di sicurezza urbana da parte dei comuni, le cui risorse possono essere destinate anche ad assunzioni a tempo determinato di personale di polizia locale. 
Il Capo II del Titolo III riguarda l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. In proposito, segnala che l’articolo 36, novellando il Codice antimafia (decreto legislativo n. 159 del 2011), introduce disposizioni per la razionalizzazione delle procedure di gestione e destinazione dei beni confiscati. Segnala, in particolare, la lettera 
b) del comma 3, che, integrando il comma 4 dell’articolo 48 del Codice antimafia, prevede un incremento dei fondi per la contrattazione integrativa, grazie a una quota non superiore al 30 per cento dei proventi derivanti dalla gestione dei beni confiscati, anche allo scopo di valorizzare l’apporto del personale dirigenziale e non dirigenziale al potenziamento dell’efficacia ed efficienza dell’azione dell’Agenzia. 
L’articolo 37, in materia di organizzazione e di organico dell’Agenzia, prevede, ai commi 1 e 2, la possibilità di istituire fino a quattro sedi secondarie dell’Agenzia. Il comma 3 dispone: alla
lettera a), la limitazione a cento, su un totale di centosettanta, delle unità di personale da reclutare per il potenziamento dell’organico dell’Agenzia attraverso procedure ordinarie di mobilità; alla lettera b), il reclutamento delle restanti settanta unità mediante procedure selettive pubbliche; alla lettera c), l’individuazione, nell’ambito della contrattazione collettiva 2019-2021, dell’indennità di amministrazione spettante agli appartenenti ai ruoli dell’Agenzia, in misura pari a quella corrisposta al personale della corrispondente area del Ministero della giustizia (capoverso 4-bis), nonché la possibilità per l’Agenzia di continuare ad avvalersi di un contingente massimo di cento unità di personale in posizione di comando, distacco e fuori ruolo. L’articolo 37-bis, modificando la normativa vigente, dispone che l’Agenzia, sulla base di convenzioni anche onerose, può richiedere, nei limiti degli stanziamenti del proprio bilancio, la collaborazione di amministrazioni centrali dello Stato, ivi comprese società e associazioni in house, a esse riconducibili, di Agenzie fiscali o di enti pubblici. Infine, l’articolo 38 introduce una deroga transitoria, valida fino al terzo esercizio finanziario successivo all’adeguamento della dotazione organica dell’Agenzia, alle norme vigenti che limitano le spese per il reclutamento del personale delle amministrazioni pubbliche nonché le spese di funzionamento.
Andrea GIACCONE, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell’esame alla seduta già prevista per domani, nella quale la Commissione procederà all’espressione del prescritto parere.
La seduta termina alle 15.

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